Le 10 Regole d’oro per una pianificazione finanziaria di successo (PARTE 1)
La guida step-by-step per tutti, principianti e non, per orientarsi nel mondo della finanza personale. Se non sai da che parte girarti e vuoi conoscere le regole base per cominciare ad impostare il tuo percorso di crescita finanziaria, in questo episodio in 2 parti cerchiamo di darti tutte le coordinate per iniziare il tuo cammino nel modo giusto. Liberamente ispirato al libro di Nick Maggiuli, Just Keep Buying.

Risorse
Punti Chiave
Massimizza risparmi e guadagni, e gestisci i debiti con oculatezza.
Sono il carburante essenziale per la crescita del tuo patrimonio.
Investi in ETF diversificati, non in azioni o obbligazioni singole.
Inizia presto e con continuità per sfruttare il tempo e l'interesse composto.
Trascrizione Episodio
Bentornati a THE BULL – Il tuo Podcast di Finanza personale.
Eccoci ancora qua con un nuovo episodio dedicato ai più pigri tra tutti i pigri qua fuori che non hanno voglia di sbattersi per capire come funziona tutto questo mondo della finanza personale, del risparmio e degli investimenti.
Qualche episodio fa abbiamo parlato dei 5 migliori libri per cominciare a capirne qualcosa sul serio – ma quella era appunto la puntata per le persone che leggono.
Siccome però trovare in Italia persone che leggono – soprattutto che leggono saggi – è più difficile che trovare un idraulico ad Agosto, ecco allora che oggi facciamo la puntata bigino, dal titolo acchiappa like del tipo “tutto quello che devi sapere per smetterla di buttare via a caso i tuoi soldi”.
Prima di cominciare vi invito come sempre a mettere segui su Spotify, Apple Podcast e Amazon Music a lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di produrre contenuti sempre nuovi.
Dunque, cari amici di THE BULL, vecchi e nuovi, oggi parliamo delle 10 regole d’oro per una pianificazione finanziaria di successo.
Quando parliamo di pianificazione finanziaria ci riferiamo al fatto che non potete pensare di diventare ricchi dall’oggi al domani comprando questo o quello strumento di investimento, bensì la strada per far crescere il vostra patrimonio è lunga, richiede impegno, strategia e – appunto – pianificazione per tutto il corso della vostra vita.
Detto questo metà di voi hanno già cambiato podcast perché il solo pensiero di impegnarsi in qualcosa di così noioso li ha demotivati, ma per voi che invece siete rimasti: well done, il primo passo è crederci!
Come dal titolo di una celebre canzone degli Ac/Dc degli anni ’70: It’s a long way to the top if you wanna rock and roll.
Vediamo quindi di capire come percorrere questa long way.
Breve annotazione: l’impostazione e alcuni contenuti di quest’episodio sono liberamente ispirati da un recente libro di Nick Maggiuli dal titolo Just Keep Buying.
REGOLA NUMERO 1: Risparmio e investimento sono due facce della stessa medaglia.
Ebbene sì, come detto altre volte non potete pensare di dedicarvi solo ad uno di questi due aspetti in maniera indipendente.
Il motivo è molto semplice:
– se vi concentrate solo sul risparmio, accumulate del denaro ma non lo mettete nelle condizioni di lavorare al posto vostro e di crescere da solo grazie al potere miracoloso dell’interesse composto.
– se invece vi concentrate solo sugli investimenti, il più delle volte il vostro capitale sarà limitato e vi perderete molte opportunità di far crescere in minor tempo e maggior quantità i vostri soldi.
Quindi, risparmio e investimento vanno a braccetto e nel corso della vostra vita voi vi troverete a dare un peso maggiore prima all’uno e poi all’altro, tipicamente partendo da un maggior focus sul risparmio all’inizio per poi concentrarvi sempre di più sull’investimento man mano che si va avanti.
La regola è molto semplice, fate bene attenzione a questo passaggio.
Finché la vostra capacità di risparmio annua è superiore al rendimento dei vostri investimenti è proprio sul risparmio che dovete concentrarvi maggiormente per aumentare il più possibile la quota di capitale che potete dedicare al portafoglio di investimento.
Facciamo un esempio.
Diciamo che hai 30 anni e un buon lavoro e riesci a risparmiare 500 € al mese, mentre allo stesso tempo sei stato stranamente oculato e stai investendo in maniera intelligente in un ETF sul mercato azionario globale da quando avevi 25 anni, diciamo investendo 2400 € all’anno (cioè 200 € mese).
Ah, chi sta seguendo THE BULL dall’inizio sa benissimo di cosa stiamo parlando, per chi invece fosse capitato qui per la prima volta e non sapesse cosa sia un ETF, per ora lo prenda per buono che poi ne parlo meglio con le regole 4 e 5.
Allora in pratica avresti investito in 5 anni 14.400 € e il tuo investimento varrebbe oggi 18.800 €, con un rendimento medio anno composto di quasi il 6%.
Senza adesso complicarci troppo la vita con i calcoli, ammettiamo che anche quest’anno il rendimento resti quello, tu aggiungi ai tuoi 18.802 € altri 2.400 € e il tuo 6% ti renderà altri 1.272 € a fine anno.
Abbiamo però detto che tu riesci a risparmiare 500 € al mese, quindi 6.000 € all’anno.
La tua capacità di risparmio (6.000 €) per ora è quindi nettamente superiore al rendimento del tuo investimento (1.272 €).
Ammettiamo che non cambi una virgola di tutto ciò, che tu continui ad investire 2.400 € all’anno e il tuo risparmio resta sempre 500 € al mese, perché magari man mano che cresce il tuo stipendio tu aumenti anche le spese di conseguenze, bene ti ci vorranno altri 16 anni prima che il tuo rendimento superi il tuo risparmio!
E’ chiaro che quindi ti stai perdendo una grandissima occasione, perché arrivato a 46 anni ti troveresti sì con circa 100.000 € di controvalore di investimento che non è certo da sputarci sopra, meglio averli che no ovviamente, ma poteva andare molto meglio.
Intanto se avessi investito magari 400 € al mese invece che 200 €, quindi 4.800 € all’anno, saresti arrivato alla stessa cifra in 10 anni.
Ma se poi avessi fatto più attenzione alle tue spese, tenendone traccia e facendo un budget, e magari fossi anche riuscito ad aumentare i tuoi guadagni, forse saresti riuscito a risparmiare addirittura 1.000 € al mese da dedicare all’investimento, quindi 12.000 € all’anno.
In questo scenario ti sarebbero bastati 5 anni per arrivare a quell’importo e una volta arrivato a 46 anni ti saresti ritrovato nel tuo deposito titoli oltre 340.000 €!
Piccolo DISCLAIMER: abbiamo appena fatto una simulazione ultrasemplificata. Non esiste un investimento che garantisca il 6% ogni anno per trent’anni, abbiamo fatto una media basandoci sul rendimento storico di quell’asset class.
Altro DISCLAIMER: l’azionario globale negli ultimi 40 anni ha reso circa l’8-9% all’anno, non il 6%. Ovviamente, però, se noi investiamo un po’ per volta invece che mettere tutto l’importo all’inizio, il rendimento medio annuo si “diluisce” e quindi la percentuale si riduce.
A parte questo, comunque, capito perché se gli investimenti sono il motore del tuo arricchimento, il risparmio è il carburante?
Aumentare il più possibile la quota di risparmio, attraverso un’oculata gestione delle tue spese, cercando di vivere al di sotto dei tuoi mezzi e accumulando quanto più capitale da investire è la strada maestra da percorrere per accelerare la crescita del tuo patrimonio.
REGOLA NUMERO 2: Focalizzati sui guadagni.
Se hai capito l’importanza della regola 1, la 2 è l’immediata conseguenza.
E’ ovvio che, per quanto tu sia bravo a risparmiare e arrivi a condurre una vita talmente essenziale da far invidia ad un frate francescano, il risparmio ha comunque un limite.
Pertanto la seconda cosa più importante da fare è cercare di far crescere i tuoi guadagni.
Eh grazie al cazzo penserete, è arrivato il genio dei podcast, non ci avevo pensato!
Non è che basta volere guadagnare di più e guadagni di più!
No certo che non funziona così ma vorrei proprio sapere quanti di voi si mettono davvero a ragionare sull’importanza di costruire percorsi professionali funzionali a questo obiettivo.
Come si fa ad aumentare i guadagni? Ecco alcune idee per i lavoratori dipendenti:
1) Massimizzate il percorso di carriera previsto dalla vostra società, sempre che ne abbia uno, e cercate di conseguire il prima possibile gli obiettivi che vi faranno raggiungere una promozione dopo l’altra.
2) Se non è previsto un percorso di carriera, chiedete un aumento.
E’ chiaro che non potete andare dal vostro capo ogni due per tre a chiedere un aumento, perché questo giustamente vi ci manda.
Il modo corretto di chiedere un aumento è invece trasmettere questo desiderio al vostro responsabile (o a chi dispone del budget nella vostra organizzazione) e condividere obiettivi da conseguire nei prossimi 6-12 mesi per ottenerlo.
A quel punto date il massimo per arrivare a quei risultati e portatevi a casa un aumento della vostra retribuzione. Sia voi che la vostra azienda ne sarete molto contenti.
3) Se il vostro lavoro prevede una componente variabile cercate di capire se potete fare meglio per massimizzare le opportunità di guadagnare bonus nel corso dell’anno.
4) Valutate se l’acquisizione di una nuova competenza può farvi accedere a posizioni meglio retribuite all’interno della vostra società (ad esempio: imparere un’altra lingua straniera, prendere una certificazione, formarsi su un certo contenuto rilevante, e così via).
5) Se nessuna di queste 3 funziona, valutate di cambiare lavoro! Nel momento in cui stiamo parlando ci troviamo ancora in uno dei mercati del lavoro più euforici di sempre, dove le aziende stanno impazzendo perché non riescono a trovare abbastanza professionisti. Un lavoro meglio retribuito, se nella vostra società non ci sono più spazi, è là fuori.
Chiaro?
Certo, se aumenti i guadagni e poi inizi a spendere come un pazzo perché hai più mezzi a disposizione, allora tanto vale.
Devi sforzarti di guadagnare sempre di più ma con l’obiettivo di risparmiare sempre di più.
Concentrati su quei pochi sfizi che davvero ti rendono felice e su quelli dacci dentro senza pensieri.
Ma poi su tutte le altre cose in cui letteralmente sbatti via i soldi, cerca di limitarti perché è lì che stai sprecando il tuo risparmio senza dare nemmeno valore aggiunto alla tua vita.
REGOLA NUMERO 3: Attenzione ai debiti.
I debiti sono una trappola mortale.
Fortunatamente in Italia non abbiamo una cultura del debito così spinta come in altri paesi, in particolare negli Stati Uniti.
Da noi, nonostante abbiamo uno dei più spaventosi debiti pubblici del mondo, come ricordato tante volte, l’indebitamento privato è piuttosto basso, una delle poche deformazioni culturali positive degli Italiani.
Ci sono però alcune forme tipiche di indebitamento in Italia.
Partiamo da quello più – tra molte virgolette – virtuoso: il MUTUO per la prima casa.
Non ci addentriamo qui nel dibattito se sia meglio acquistare la casa o stare in affitto. Come abbiamo detto nell’episodio 5, la risposta è tutt’altro che scontata.
La questione è molto personale, quindi dipende dalla specifica situazione di ciascuno e anche da aspetti anche non strettamente economici.
Per quello che ci interessa qui, attenzione a non sopravvalutare la virtuosità dell’acquisto della prima casa e a non sottovalutare l’impatto dell’indebitamento a lungo termine.
Diciamo che, al di là del fatto che la banca vi conceda effettivamente un mutuo o meno, sconsiglierei di valutare l’acquisto di una casa se si presentano una delle seguenti condizioni:
1. posso permettermi di pagare in contanti al massimo il 20% del valore dell’immobile (con meno è difficile che proprio vi concedano il mutuo) e facendo fondo a tutti i risparmi.
Dovrei invece essere in grado di pagare almeno il 20% del valore dell’immobile utilizzando al massimo l’80% dei miei risparmi liquidi, al netto di un deposito di sicurezza che sia almeno equivalente a 6 mesi di spese.
Esempio: se devo comprare un immobile da 300.000 € e mediamente spendo 2.000 € al mese, devo disporre almeno di 75.000 € liquidi + un deposito a parte, per le emergenze, di almeno 12.000 €.
Poi è chiaro che se dovete ristrutturare o acquistare parecchio arredamento, allora dovreste essere ancora più conservativi.
Se non avete questi requisiti, per il momento lasciate perdere e lavorate piuttosto su un mix di maggiore risparmio e maggiori guadagni.
2. I tassi di interesse dei mutui sono superiori al 3%. Fino al 2021 abbiamo avuto tassi di interesse prossimi all’1%, a volte addirittura inferiori, oggi arriviamo facilmente al 5%. 5% è un interesse spaventoso da sostenere per 20-30 anni. Sì i tassi scenderanno ma per ora, a meno che vi servano cifre molto basse per comprare l’immobile perché avete già molta liquidità (operazione su cui comunque avrei qualche dubbio), pensateci molto bene prima di accendere un mutuo.
3. la rata del mutuo è superiore al 35% del vostro stipendio mensile (o al 25% di quello aggregato se siete una coppia). Rischiate di avere una situazione finanziaria al limite, quindi o lasciate perdere o valutate un altro immbile più economico.
4. avete una situazione lavorativa precaria o monoreddito. In entrambi i casi, raddoppiate il margine di salvaguardia descritto nel punto 1.
Attenzione quindi a comprare case con troppa leggerezza, perché in senso assoluto non c’è nulla di sbagliato ma dovete trovarvi in una situazione stabile per farlo per evitare di trovarvi strozzati o comunque per non precludervi la possibilità di accumulare risparmio da dedicare ai vostri investimenti.
Per quanto riguarda le altre forme di indebitamento, invece, le più diffuse riguardano i finanziamenti per l’acquisto di beni di consumo onerosi, come l’automobile, l’arredamento e gli elettrodomestici.
Prima di sottoscrivere un finanziamento valutate attentamente:
– i tassi di interesse (il TAEG per intenderci) per capire quanto effettivamente vi verrà a costare l’acquisto;
– il volume complessivo di debito che andrete a generare. Se avete contemporaneamente mutuo, rata dell’auto e rate per altri finanziamenti di credito al consumo, considerateli attentamente nel vostro budget e assicuratevi che siano sostenibili rispetto ai vostri introiti.
Un’ultima menzione ad una forma piuttosto recente di credito al consumo, chiamata Buy Now Pay Later.
Tramite questi servizi, in pratica, voi potete comprare qualunque prodotto su un ecommerce che offre questa soluzione in 3 rate senza interessi (in Italia ha molto successo il servizio offerto da Scalapay).
In sè e per sè non c’è nulla di male nell’acquistare tramite questa formula.
La domanda che bisogna porsi, però, è: perché ho bisogno di usare il buy now pay later per comprare un certo prodotto?
Le risposte possono essere:
1) perché non ho abbastanza liquidità per comprarlo tutto d’un colpo → allora in questo caso ci penserei tre volte prima di comprarlo in generale, assicurandomi che sia qualcosa di assolutamente necessario; oppure, altra risposta
2) perché potrei sì comprarlo tutto d’un colpo, ma mi sento meglio a dilazionare il pagamento → anche in questo caso ci penserei tre volte, perché probabilmente ricorro al Buy Now Pay Later per attenuare la mia percezione della spesa, cosa che alimenterà comportamenti d’acquisto irrazionali in contraddizione con l’obiettivo che vogliamo conseguire.
Quindi, non me ne voglia Scalapay, ma salvo un ristretto numero di situazioni, propenderei per il seguente suggerimento: se per fare un acquisto online pensate di far ricorso al Buy Now Pay Later, non fate quest’acquisto. Punto.
REGOLA NUMERO 4: Investi in asset che generano un rendimento
Oh siamo finalmente arrivati alla parte attiva della strategia.
Abbiamo detto, risparmia il più possibile e investi la quota maggiore possibile del tuo risparmio in asset che producono un rendimento nel tempo, assumendoti una ragionevole quota di rischio, coerente con il tuo orizzonte temporale e con i tuoi obiettivi e compatibile con il tuo tuo carattere.
Chi segue THE BULL sa perfettamente quali sono gli strumenti che riteniamo qui più efficienti ed efficaci per investire a lungo termine.
I miei preferiti sono fondi comuni di investimento a gestione passiva, in particolare Exchange-Traded-Fund, o più semplicemente ETF.
Riascoltatevi gli episodi 5, 6 e 7 per capire per quale motivo NON dovete andare in banca a farvi consigliare in materia di investimento.
Per farla breve, se andate in banca vi propongono fondi comuni di azioni e obbligazioni gestiti in maniera attiva che hanno queste due simpatiche caratteristiche:
– hanno costi fuori dalla grazia di Dio, anche 10 volte superiori a quelli degli ETF;
– hanno performance inferiori al rendimento medio dei mercati di riferimento nella stragrande maggioranza dei casi, soprattutto su orizzonti di tempo medio lunghi.
Investire in ETF è invece un’idea assolutamente solida.
Ricordiamo che gli ETF sono fondi passivi che si limitano a replicare interi indici di azioni o obbligazioni (o anche altre asset class).
Con pochissimi soldi posso comprare una manciata di ETF – spesso 2 o 3 sono sufficienti – e avere le azioni di migliaia tra le più grandi società quotate internazionali e migliaia di obbligazioni di varia natura, costruendo così un portafoglio estremamente diversificato, liquido, molto efficiente, a basso costo e con rendimenti nel lungo termine assolutamente soddisfacenti.
Se non avete capito la solita mazza di ciò di cui sto parlando, ribadisco, ascoltatevi gli episodi precedenti di THE BULL, dove ho speso ore a spiegarvi per filo e per segno tutta sta roba nel modo più semplice possibile.
Quindi, in breve, risparmiate il più possibile, indebitatevi il meno possibile, e investite quanto più potete nei mercati finanziari attraverso strumenti efficienti come gli ETF per costruire la vostra ricchezza nel lungo termine un po’ per volta.
REGOLA NUMERO 5: non investite in azioni o obbligazioni singole.
Se non l’avete già fatto, una volta che cominciate ad investire vi verrà subito la tentazione di giocare al piccolo trader su qualche app tipo eToro e mettervi a fare scommesse su Google, Tesla, Nvidia, Amazon e così via.
Lo diciamo spesso nel corso del podcast, lo ribadisco qua.
Per l’amor del cielo, NON investite in azioni singole.
Anche se pensate di aver avuto l’intuizione del secolo, lasciate perdere.
La stragrande maggioranza dei trader non professionisti perde soldi facendo trading, pensate di poter far meglio?
Dedicheremo un episodio ad hoc per spiegare per quale motivo avete una probabilità su un milione di diventare ricchi guadagnando dalla compravendita di azioni, ma per ora vi basti sapere che:
1) pensare di battere il mercato facendo trading significa pensare, dalla vostra stanzetta, di poter far meglio delle grandi Banche di investimento, degli hedge fund, dei fondi sovrani, degli investitori istituzionali e compagnia bella. Già questi il più delle volte non riescono a fare meglio degli indici di borsa, ma perché dovete rovinarvi la vita pensando di potercela fare voi?
2) i mercati sono imprevedibili, se investite in azioni singole rischiate di perdere tutti i vostri soldi perché non potete immaginare cosa potrà succedere da qui ai prossimi anni e cosa porterà società che oggi sono dei colossi al fallimento.
Giusto per fare un esempio, delle 30 società che nel 2010 costituivano il più celebre indice di borsa americano, il Dow Jones, soltanto 14 erano ancora presenti nel 2021.
Se pensate che un leader assoluto come Apple non potrà mai fallire, ricordatevi che al suo apice Nokia era il leader indiscusso a livello globale nel mercato della telefonia. In una manciata di anni è stata quasi cancellata dal mercato.
3) Per investire in azioni singole serve una competenza di alto livello, è un lavoro a tempo pieno fatto di studio di bilanci e conti economici delle società quotate e in generale richiede la disponibilità di grandi capitali per poter avere una ragionevole diversificazione.
Se volete dormire la notte e avere buone chance di portarvi a casa nel lungo termine il rendimento medio del mercato azionario, senza provare a diventare ricchi in poco tempo, lasciate perdere le azioni, comprate ETF che replicano interi indici e tanti saluti.
Ricordatevi che chi avesse investito 10.000 € in un ETF che replica l’S&P 500 nel 2003, cioè nell’indice delle 500 società quotate più grandi degli Stati Uniti, oggi, vent’anni dopo, avrebbe oltre 70.000 €!
Ma di cosa stiamo parlando?
Stesso discorso per le obbligazioni singole.
Chi segue THE BULL sa che spesso esprimo opinioni un po’ sarcastiche su chi si fionda ad acquistare le obbligazioni più famose in Italia, ossia i Titoli di Stato noti come BTP.
Ricordiamo che le obbligazioni sono prestiti concessi ad aziende o stati in cambio della promessa di restituzione dell’importo prestato e del riconoscimento di un interesse periodico predefinito.
Se oggi pensate che comprare BTP decennali con un rendimento del 4% sia una buona idea, ricordatevi che:
1) l’Italia può fallire, non è probabile ma non impossibile. Voi che vivete in Italia, lavorate in Italia, la vostra casa di proprietà è in Italia, guadagnate in Italia e spendete in Italia, ma mi volete spiegare perché, potendo investire in tutto il mondo, dovete concentrare pure i vostri investimenti in Italia? che se qualcosa va storto perdete tutto in un colpo solo?
2) le obbligazioni sono sensibili alle variazioni dei tassi di interesse. Se tenete le obbligazioni fino alla scadenza non succede nulla, ma se tra qualche anno avete bisogno di vendere le vostre obbligazioni perché vi serve liquidità e in quel momento i tassi di interesse sono più alti di quelli che c’erano quando avete comprato i BTP, venderete in perdita.
In sintesi quindi, investire in obbligazioni va benissimo, perché stabilizzano in portafogli e controbilanciano la volatilità del mercato azionario. Ma potendo comprare un intero indice di obbligazioni diversificate, perché incasinarvi la vita comprando obbligazioni singole di un Paese con un debito pubblico spaventoso, una classe politica imbarazzante e prospettive economiche non esattamente rosee? boh…
Ok? Chiaro?
Non investite in azioni e obbligazioni singole, io ve l’ho detto poi fate un po’ quel che vi pare e se perdete soldi vi sta bene.
Allora, cari amici di THE BULL, abbiamo visto le prime 5 regole.
Sta cominciando a seccarmisi la gola e inizio a temere che a qualcuno di voi inizi a cadere un po’ la concentrazione.
E sarebbe un peccato, perché queste 10 regole sono proprio istruzioni per l’uso per impostare una pianificazione finanziaria fatta bene.
Pertanto, quest’episodio per il momento finisce qui e se volete conoscere le altre 5 regole, beh, abbiate pazienza per un’altra settimana quando riprenderemo da dove abbiamo lasciato e parleremo di tante altre cose importanti come la gestione della volatilità dei mercati, la previdenza complementare, le assicurazioni e così via.
Non perdetelo, io vi aspetto tra sette giorni sempre qui a THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Bentornati a THE BULL – Il tuo Podcast di Finanza personale.
Eccoci ancora qua con un nuovo episodio dedicato ai più pigri tra tutti i pigri qua fuori che non hanno voglia di sbattersi per capire come funziona tutto questo mondo della finanza personale, del risparmio e degli investimenti.
Qualche episodio fa abbiamo parlato dei 5 migliori libri per cominciare a capirne qualcosa sul serio – ma quella era appunto la puntata per le persone che leggono.
Siccome però trovare in Italia persone che leggono – soprattutto che leggono saggi – è più difficile che trovare un idraulico ad Agosto, ecco allora che oggi facciamo la puntata bigino, dal titolo acchiappa like del tipo “tutto quello che devi sapere per smetterla di buttare via a caso i tuoi soldi”.
Prima di cominciare vi invito come sempre a mettere segui su Spotify, Apple Podcast e Amazon Music a lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di produrre contenuti sempre nuovi.
Dunque, cari amici di THE BULL, vecchi e nuovi, oggi parliamo delle 10 regole d’oro per una pianificazione finanziaria di successo.
Quando parliamo di pianificazione finanziaria ci riferiamo al fatto che non potete pensare di diventare ricchi dall’oggi al domani comprando questo o quello strumento di investimento, bensì la strada per far crescere il vostra patrimonio è lunga, richiede impegno, strategia e – appunto – pianificazione per tutto il corso della vostra vita.
Detto questo metà di voi hanno già cambiato podcast perché il solo pensiero di impegnarsi in qualcosa di così noioso li ha demotivati, ma per voi che invece siete rimasti: well done, il primo passo è crederci!
Come dal titolo di una celebre canzone degli Ac/Dc degli anni ’70: It’s a long way to the top if you wanna rock and roll.
Vediamo quindi di capire come percorrere questa long way.
Breve annotazione: l’impostazione e alcuni contenuti di quest’episodio sono liberamente ispirati da un recente libro di Nick Maggiuli dal titolo Just Keep Buying.
REGOLA NUMERO 1: Risparmio e investimento sono due facce della stessa medaglia.
Ebbene sì, come detto altre volte non potete pensare di dedicarvi solo ad uno di questi due aspetti in maniera indipendente.
Il motivo è molto semplice:
– se vi concentrate solo sul risparmio, accumulate del denaro ma non lo mettete nelle condizioni di lavorare al posto vostro e di crescere da solo grazie al potere miracoloso dell’interesse composto.
– se invece vi concentrate solo sugli investimenti, il più delle volte il vostro capitale sarà limitato e vi perderete molte opportunità di far crescere in minor tempo e maggior quantità i vostri soldi.
Quindi, risparmio e investimento vanno a braccetto e nel corso della vostra vita voi vi troverete a dare un peso maggiore prima all’uno e poi all’altro, tipicamente partendo da un maggior focus sul risparmio all’inizio per poi concentrarvi sempre di più sull’investimento man mano che si va avanti.
La regola è molto semplice, fate bene attenzione a questo passaggio.
Finché la vostra capacità di risparmio annua è superiore al rendimento dei vostri investimenti è proprio sul risparmio che dovete concentrarvi maggiormente per aumentare il più possibile la quota di capitale che potete dedicare al portafoglio di investimento.
Facciamo un esempio.
Diciamo che hai 30 anni e un buon lavoro e riesci a risparmiare 500 € al mese, mentre allo stesso tempo sei stato stranamente oculato e stai investendo in maniera intelligente in un ETF sul mercato azionario globale da quando avevi 25 anni, diciamo investendo 2400 € all’anno (cioè 200 € mese).
Ah, chi sta seguendo THE BULL dall’inizio sa benissimo di cosa stiamo parlando, per chi invece fosse capitato qui per la prima volta e non sapesse cosa sia un ETF, per ora lo prenda per buono che poi ne parlo meglio con le regole 4 e 5.
Allora in pratica avresti investito in 5 anni 14.400 € e il tuo investimento varrebbe oggi 18.800 €, con un rendimento medio anno composto di quasi il 6%.
Senza adesso complicarci troppo la vita con i calcoli, ammettiamo che anche quest’anno il rendimento resti quello, tu aggiungi ai tuoi 18.802 € altri 2.400 € e il tuo 6% ti renderà altri 1.272 € a fine anno.
Abbiamo però detto che tu riesci a risparmiare 500 € al mese, quindi 6.000 € all’anno.
La tua capacità di risparmio (6.000 €) per ora è quindi nettamente superiore al rendimento del tuo investimento (1.272 €).
Ammettiamo che non cambi una virgola di tutto ciò, che tu continui ad investire 2.400 € all’anno e il tuo risparmio resta sempre 500 € al mese, perché magari man mano che cresce il tuo stipendio tu aumenti anche le spese di conseguenze, bene ti ci vorranno altri 16 anni prima che il tuo rendimento superi il tuo risparmio!
E’ chiaro che quindi ti stai perdendo una grandissima occasione, perché arrivato a 46 anni ti troveresti sì con circa 100.000 € di controvalore di investimento che non è certo da sputarci sopra, meglio averli che no ovviamente, ma poteva andare molto meglio.
Intanto se avessi investito magari 400 € al mese invece che 200 €, quindi 4.800 € all’anno, saresti arrivato alla stessa cifra in 10 anni.
Ma se poi avessi fatto più attenzione alle tue spese, tenendone traccia e facendo un budget, e magari fossi anche riuscito ad aumentare i tuoi guadagni, forse saresti riuscito a risparmiare addirittura 1.000 € al mese da dedicare all’investimento, quindi 12.000 € all’anno.
In questo scenario ti sarebbero bastati 5 anni per arrivare a quell’importo e una volta arrivato a 46 anni ti saresti ritrovato nel tuo deposito titoli oltre 340.000 €!
Piccolo DISCLAIMER: abbiamo appena fatto una simulazione ultrasemplificata. Non esiste un investimento che garantisca il 6% ogni anno per trent’anni, abbiamo fatto una media basandoci sul rendimento storico di quell’asset class.
Altro DISCLAIMER: l’azionario globale negli ultimi 40 anni ha reso circa l’8-9% all’anno, non il 6%. Ovviamente, però, se noi investiamo un po’ per volta invece che mettere tutto l’importo all’inizio, il rendimento medio annuo si “diluisce” e quindi la percentuale si riduce.
A parte questo, comunque, capito perché se gli investimenti sono il motore del tuo arricchimento, il risparmio è il carburante?
Aumentare il più possibile la quota di risparmio, attraverso un’oculata gestione delle tue spese, cercando di vivere al di sotto dei tuoi mezzi e accumulando quanto più capitale da investire è la strada maestra da percorrere per accelerare la crescita del tuo patrimonio.
REGOLA NUMERO 2: Focalizzati sui guadagni.
Se hai capito l’importanza della regola 1, la 2 è l’immediata conseguenza.
E’ ovvio che, per quanto tu sia bravo a risparmiare e arrivi a condurre una vita talmente essenziale da far invidia ad un frate francescano, il risparmio ha comunque un limite.
Pertanto la seconda cosa più importante da fare è cercare di far crescere i tuoi guadagni.
Eh grazie al cazzo penserete, è arrivato il genio dei podcast, non ci avevo pensato!
Non è che basta volere guadagnare di più e guadagni di più!
No certo che non funziona così ma vorrei proprio sapere quanti di voi si mettono davvero a ragionare sull’importanza di costruire percorsi professionali funzionali a questo obiettivo.
Come si fa ad aumentare i guadagni? Ecco alcune idee per i lavoratori dipendenti:
1) Massimizzate il percorso di carriera previsto dalla vostra società, sempre che ne abbia uno, e cercate di conseguire il prima possibile gli obiettivi che vi faranno raggiungere una promozione dopo l’altra.
2) Se non è previsto un percorso di carriera, chiedete un aumento.
E’ chiaro che non potete andare dal vostro capo ogni due per tre a chiedere un aumento, perché questo giustamente vi ci manda.
Il modo corretto di chiedere un aumento è invece trasmettere questo desiderio al vostro responsabile (o a chi dispone del budget nella vostra organizzazione) e condividere obiettivi da conseguire nei prossimi 6-12 mesi per ottenerlo.
A quel punto date il massimo per arrivare a quei risultati e portatevi a casa un aumento della vostra retribuzione. Sia voi che la vostra azienda ne sarete molto contenti.
3) Se il vostro lavoro prevede una componente variabile cercate di capire se potete fare meglio per massimizzare le opportunità di guadagnare bonus nel corso dell’anno.
4) Valutate se l’acquisizione di una nuova competenza può farvi accedere a posizioni meglio retribuite all’interno della vostra società (ad esempio: imparere un’altra lingua straniera, prendere una certificazione, formarsi su un certo contenuto rilevante, e così via).
5) Se nessuna di queste 3 funziona, valutate di cambiare lavoro! Nel momento in cui stiamo parlando ci troviamo ancora in uno dei mercati del lavoro più euforici di sempre, dove le aziende stanno impazzendo perché non riescono a trovare abbastanza professionisti. Un lavoro meglio retribuito, se nella vostra società non ci sono più spazi, è là fuori.
Chiaro?
Certo, se aumenti i guadagni e poi inizi a spendere come un pazzo perché hai più mezzi a disposizione, allora tanto vale.
Devi sforzarti di guadagnare sempre di più ma con l’obiettivo di risparmiare sempre di più.
Concentrati su quei pochi sfizi che davvero ti rendono felice e su quelli dacci dentro senza pensieri.
Ma poi su tutte le altre cose in cui letteralmente sbatti via i soldi, cerca di limitarti perché è lì che stai sprecando il tuo risparmio senza dare nemmeno valore aggiunto alla tua vita.
REGOLA NUMERO 3: Attenzione ai debiti.
I debiti sono una trappola mortale.
Fortunatamente in Italia non abbiamo una cultura del debito così spinta come in altri paesi, in particolare negli Stati Uniti.
Da noi, nonostante abbiamo uno dei più spaventosi debiti pubblici del mondo, come ricordato tante volte, l’indebitamento privato è piuttosto basso, una delle poche deformazioni culturali positive degli Italiani.
Ci sono però alcune forme tipiche di indebitamento in Italia.
Partiamo da quello più – tra molte virgolette – virtuoso: il MUTUO per la prima casa.
Non ci addentriamo qui nel dibattito se sia meglio acquistare la casa o stare in affitto. Come abbiamo detto nell’episodio 5, la risposta è tutt’altro che scontata.
La questione è molto personale, quindi dipende dalla specifica situazione di ciascuno e anche da aspetti anche non strettamente economici.
Per quello che ci interessa qui, attenzione a non sopravvalutare la virtuosità dell’acquisto della prima casa e a non sottovalutare l’impatto dell’indebitamento a lungo termine.
Diciamo che, al di là del fatto che la banca vi conceda effettivamente un mutuo o meno, sconsiglierei di valutare l’acquisto di una casa se si presentano una delle seguenti condizioni:
1. posso permettermi di pagare in contanti al massimo il 20% del valore dell’immobile (con meno è difficile che proprio vi concedano il mutuo) e facendo fondo a tutti i risparmi.
Dovrei invece essere in grado di pagare almeno il 20% del valore dell’immobile utilizzando al massimo l’80% dei miei risparmi liquidi, al netto di un deposito di sicurezza che sia almeno equivalente a 6 mesi di spese.
Esempio: se devo comprare un immobile da 300.000 € e mediamente spendo 2.000 € al mese, devo disporre almeno di 75.000 € liquidi + un deposito a parte, per le emergenze, di almeno 12.000 €.
Poi è chiaro che se dovete ristrutturare o acquistare parecchio arredamento, allora dovreste essere ancora più conservativi.
Se non avete questi requisiti, per il momento lasciate perdere e lavorate piuttosto su un mix di maggiore risparmio e maggiori guadagni.
2. I tassi di interesse dei mutui sono superiori al 3%. Fino al 2021 abbiamo avuto tassi di interesse prossimi all’1%, a volte addirittura inferiori, oggi arriviamo facilmente al 5%. 5% è un interesse spaventoso da sostenere per 20-30 anni. Sì i tassi scenderanno ma per ora, a meno che vi servano cifre molto basse per comprare l’immobile perché avete già molta liquidità (operazione su cui comunque avrei qualche dubbio), pensateci molto bene prima di accendere un mutuo.
3. la rata del mutuo è superiore al 35% del vostro stipendio mensile (o al 25% di quello aggregato se siete una coppia). Rischiate di avere una situazione finanziaria al limite, quindi o lasciate perdere o valutate un altro immbile più economico.
4. avete una situazione lavorativa precaria o monoreddito. In entrambi i casi, raddoppiate il margine di salvaguardia descritto nel punto 1.
Attenzione quindi a comprare case con troppa leggerezza, perché in senso assoluto non c’è nulla di sbagliato ma dovete trovarvi in una situazione stabile per farlo per evitare di trovarvi strozzati o comunque per non precludervi la possibilità di accumulare risparmio da dedicare ai vostri investimenti.
Per quanto riguarda le altre forme di indebitamento, invece, le più diffuse riguardano i finanziamenti per l’acquisto di beni di consumo onerosi, come l’automobile, l’arredamento e gli elettrodomestici.
Prima di sottoscrivere un finanziamento valutate attentamente:
– i tassi di interesse (il TAEG per intenderci) per capire quanto effettivamente vi verrà a costare l’acquisto;
– il volume complessivo di debito che andrete a generare. Se avete contemporaneamente mutuo, rata dell’auto e rate per altri finanziamenti di credito al consumo, considerateli attentamente nel vostro budget e assicuratevi che siano sostenibili rispetto ai vostri introiti.
Un’ultima menzione ad una forma piuttosto recente di credito al consumo, chiamata Buy Now Pay Later.
Tramite questi servizi, in pratica, voi potete comprare qualunque prodotto su un ecommerce che offre questa soluzione in 3 rate senza interessi (in Italia ha molto successo il servizio offerto da Scalapay).
In sè e per sè non c’è nulla di male nell’acquistare tramite questa formula.
La domanda che bisogna porsi, però, è: perché ho bisogno di usare il buy now pay later per comprare un certo prodotto?
Le risposte possono essere:
1) perché non ho abbastanza liquidità per comprarlo tutto d’un colpo → allora in questo caso ci penserei tre volte prima di comprarlo in generale, assicurandomi che sia qualcosa di assolutamente necessario; oppure, altra risposta
2) perché potrei sì comprarlo tutto d’un colpo, ma mi sento meglio a dilazionare il pagamento → anche in questo caso ci penserei tre volte, perché probabilmente ricorro al Buy Now Pay Later per attenuare la mia percezione della spesa, cosa che alimenterà comportamenti d’acquisto irrazionali in contraddizione con l’obiettivo che vogliamo conseguire.
Quindi, non me ne voglia Scalapay, ma salvo un ristretto numero di situazioni, propenderei per il seguente suggerimento: se per fare un acquisto online pensate di far ricorso al Buy Now Pay Later, non fate quest’acquisto. Punto.
REGOLA NUMERO 4: Investi in asset che generano un rendimento
Oh siamo finalmente arrivati alla parte attiva della strategia.
Abbiamo detto, risparmia il più possibile e investi la quota maggiore possibile del tuo risparmio in asset che producono un rendimento nel tempo, assumendoti una ragionevole quota di rischio, coerente con il tuo orizzonte temporale e con i tuoi obiettivi e compatibile con il tuo tuo carattere.
Chi segue THE BULL sa perfettamente quali sono gli strumenti che riteniamo qui più efficienti ed efficaci per investire a lungo termine.
I miei preferiti sono fondi comuni di investimento a gestione passiva, in particolare Exchange-Traded-Fund, o più semplicemente ETF.
Riascoltatevi gli episodi 5, 6 e 7 per capire per quale motivo NON dovete andare in banca a farvi consigliare in materia di investimento.
Per farla breve, se andate in banca vi propongono fondi comuni di azioni e obbligazioni gestiti in maniera attiva che hanno queste due simpatiche caratteristiche:
– hanno costi fuori dalla grazia di Dio, anche 10 volte superiori a quelli degli ETF;
– hanno performance inferiori al rendimento medio dei mercati di riferimento nella stragrande maggioranza dei casi, soprattutto su orizzonti di tempo medio lunghi.
Investire in ETF è invece un’idea assolutamente solida.
Ricordiamo che gli ETF sono fondi passivi che si limitano a replicare interi indici di azioni o obbligazioni (o anche altre asset class).
Con pochissimi soldi posso comprare una manciata di ETF – spesso 2 o 3 sono sufficienti – e avere le azioni di migliaia tra le più grandi società quotate internazionali e migliaia di obbligazioni di varia natura, costruendo così un portafoglio estremamente diversificato, liquido, molto efficiente, a basso costo e con rendimenti nel lungo termine assolutamente soddisfacenti.
Se non avete capito la solita mazza di ciò di cui sto parlando, ribadisco, ascoltatevi gli episodi precedenti di THE BULL, dove ho speso ore a spiegarvi per filo e per segno tutta sta roba nel modo più semplice possibile.
Quindi, in breve, risparmiate il più possibile, indebitatevi il meno possibile, e investite quanto più potete nei mercati finanziari attraverso strumenti efficienti come gli ETF per costruire la vostra ricchezza nel lungo termine un po’ per volta.
REGOLA NUMERO 5: non investite in azioni o obbligazioni singole.
Se non l’avete già fatto, una volta che cominciate ad investire vi verrà subito la tentazione di giocare al piccolo trader su qualche app tipo eToro e mettervi a fare scommesse su Google, Tesla, Nvidia, Amazon e così via.
Lo diciamo spesso nel corso del podcast, lo ribadisco qua.
Per l’amor del cielo, NON investite in azioni singole.
Anche se pensate di aver avuto l’intuizione del secolo, lasciate perdere.
La stragrande maggioranza dei trader non professionisti perde soldi facendo trading, pensate di poter far meglio?
Dedicheremo un episodio ad hoc per spiegare per quale motivo avete una probabilità su un milione di diventare ricchi guadagnando dalla compravendita di azioni, ma per ora vi basti sapere che:
1) pensare di battere il mercato facendo trading significa pensare, dalla vostra stanzetta, di poter far meglio delle grandi Banche di investimento, degli hedge fund, dei fondi sovrani, degli investitori istituzionali e compagnia bella. Già questi il più delle volte non riescono a fare meglio degli indici di borsa, ma perché dovete rovinarvi la vita pensando di potercela fare voi?
2) i mercati sono imprevedibili, se investite in azioni singole rischiate di perdere tutti i vostri soldi perché non potete immaginare cosa potrà succedere da qui ai prossimi anni e cosa porterà società che oggi sono dei colossi al fallimento.
Giusto per fare un esempio, delle 30 società che nel 2010 costituivano il più celebre indice di borsa americano, il Dow Jones, soltanto 14 erano ancora presenti nel 2021.
Se pensate che un leader assoluto come Apple non potrà mai fallire, ricordatevi che al suo apice Nokia era il leader indiscusso a livello globale nel mercato della telefonia. In una manciata di anni è stata quasi cancellata dal mercato.
3) Per investire in azioni singole serve una competenza di alto livello, è un lavoro a tempo pieno fatto di studio di bilanci e conti economici delle società quotate e in generale richiede la disponibilità di grandi capitali per poter avere una ragionevole diversificazione.
Se volete dormire la notte e avere buone chance di portarvi a casa nel lungo termine il rendimento medio del mercato azionario, senza provare a diventare ricchi in poco tempo, lasciate perdere le azioni, comprate ETF che replicano interi indici e tanti saluti.
Ricordatevi che chi avesse investito 10.000 € in un ETF che replica l’S&P 500 nel 2003, cioè nell’indice delle 500 società quotate più grandi degli Stati Uniti, oggi, vent’anni dopo, avrebbe oltre 70.000 €!
Ma di cosa stiamo parlando?
Stesso discorso per le obbligazioni singole.
Chi segue THE BULL sa che spesso esprimo opinioni un po’ sarcastiche su chi si fionda ad acquistare le obbligazioni più famose in Italia, ossia i Titoli di Stato noti come BTP.
Ricordiamo che le obbligazioni sono prestiti concessi ad aziende o stati in cambio della promessa di restituzione dell’importo prestato e del riconoscimento di un interesse periodico predefinito.
Se oggi pensate che comprare BTP decennali con un rendimento del 4% sia una buona idea, ricordatevi che:
1) l’Italia può fallire, non è probabile ma non impossibile. Voi che vivete in Italia, lavorate in Italia, la vostra casa di proprietà è in Italia, guadagnate in Italia e spendete in Italia, ma mi volete spiegare perché, potendo investire in tutto il mondo, dovete concentrare pure i vostri investimenti in Italia? che se qualcosa va storto perdete tutto in un colpo solo?
2) le obbligazioni sono sensibili alle variazioni dei tassi di interesse. Se tenete le obbligazioni fino alla scadenza non succede nulla, ma se tra qualche anno avete bisogno di vendere le vostre obbligazioni perché vi serve liquidità e in quel momento i tassi di interesse sono più alti di quelli che c’erano quando avete comprato i BTP, venderete in perdita.
In sintesi quindi, investire in obbligazioni va benissimo, perché stabilizzano in portafogli e controbilanciano la volatilità del mercato azionario. Ma potendo comprare un intero indice di obbligazioni diversificate, perché incasinarvi la vita comprando obbligazioni singole di un Paese con un debito pubblico spaventoso, una classe politica imbarazzante e prospettive economiche non esattamente rosee? boh…
Ok? Chiaro?
Non investite in azioni e obbligazioni singole, io ve l’ho detto poi fate un po’ quel che vi pare e se perdete soldi vi sta bene.
Allora, cari amici di THE BULL, abbiamo visto le prime 5 regole.
Sta cominciando a seccarmisi la gola e inizio a temere che a qualcuno di voi inizi a cadere un po’ la concentrazione.
E sarebbe un peccato, perché queste 10 regole sono proprio istruzioni per l’uso per impostare una pianificazione finanziaria fatta bene.
Pertanto, quest’episodio per il momento finisce qui e se volete conoscere le altre 5 regole, beh, abbiate pazienza per un’altra settimana quando riprenderemo da dove abbiamo lasciato e parleremo di tante altre cose importanti come la gestione della volatilità dei mercati, la previdenza complementare, le assicurazioni e così via.
Non perdetelo, io vi aspetto tra sette giorni sempre qui a THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Recensioni
Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!
Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.
Giulia N., 11 Ago 2025Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!
Giorgia R., 23 Gen 2025Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.
Andrea V., 22 Set 2025Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro
Massimo D., 23 Set 2025La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!
Luca G. 10 Ott 2025Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai
Francesca B., 6 Apr 2024Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.
Lorenzo, 13 Mar 2025Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!
Massimiliano, 29 Mag 2024Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai
Matteo C., 3 Set 2025