4 Errori da non commettere quando inizi ad investire (PARTE 2)
Seconda parte dell'episodio dedicato ai 4 errori principali da non commettere quando inizi ad investire. Impariamo a capire come ragionare correttamente nell'impostazione dei nostri investimenti e come acquisire tutti gli strumenti che ci servono per muoverci in autonomia della costruzione del nostro personale percorso di libertà finanziaria.

Risorse
Punti Chiave
La mancanza di pianificazione è un errore grave: definisci obiettivi, orizzonte e rischio prima di scegliere i prodotti finanziari.
Acquisisci cultura finanziaria per prendere decisioni autonome e difenderti da consigli inappropriati e interessati.
Trascrizione Episodio
Bentornati a The Bull – Il tuo podcast di finanza personale
Cari risparmiatori e investitori di oggi e di domani, eccoci di nuovo qui a parlare di come fare le cose per bene quando finalmente vi sarete dati una mossa, avrete alzato le chiappe dal divano e finalmente avrete deciso di sistemare le vostre finanze per costruire un futuro economicamente più prosperoso per voi e i vostri cari.
Tra l’altro, grazie all’evoluzione digitale della finanza degli ultimi 10 anni, non ti serve nemmeno alzare le chiappe dal divano, ti basta solo fare lo sforzo per chiudere quella stronzata che stavi guardando su Instagram o TikTok e cominciare a usare meglio il tuo tempo per regalare una vita migliore al TE STESSO di domani.
Lui o lei ti ringrazierà.
Allora, se mi avete ascoltato non sarà passato più di mezzo minuto da quando avete finito l’episodio precedente, quindi dovreste ricordarvi il grosso di quel che ci siamo detti.
Chi invece ha fatto passare troppo tempo prima di ascoltare la seconda parte o avesse skippato la prima passando subito alla secondo – oh del resto chi sono io per giudicare la gente stramba… – in pratica abbiamo detto: due errori da non fare sono: CONCENTRARE gli investimenti e DIVERSIFICARE TROPPO.
Non fate all in su Bitcoin o sulle azioni di Nvidia e, al contrario, non compratevi ogni singolo prodotto d’investimento mai concepito sul globo terracqueo perché siamo qui ad imparare ad investire e non a fare collezionismo.
Veniamo allora all’ERRORE NUMERO TRE: MANCANZA DI PIANIFICAZIONE.
mmmhhh forse vi aspettavate qualcosa di più pratico.
In effetti avevo in mente una manciata di errori pratici che si fanno solitamente ma d’altra parte nessun singolo errore può essere così tanto grave (al netto dei due precedenti di cui sopra) quanto l’investimento senza pianificazione.
Con pianificazione intendiamo esattamente l’insieme delle cose di cui parliamo a THE BULL, ossia quell’organizzazione generale della nostra vita finanziaria che va a toccare ogni aspetto del nostro rapporto con i soldi in funzione degli obiettivi che vogliamo conseguire nel corso della nostra esistenza.
Spieghiamoci meglio e vediamo di capirci bene perché questo punto è molto importante e se sbagliate questo buona notte al secchio e tutte le altre cose che diciamo non valgono nulla.
La prima domanda che vi dovete fare è: perché voglio investire.
Che DOBBIATE investire è fuori discussione ma la domanda qui è PERCHE’.
Ciascuno ha infatti diversi obiettivi di vita e l’investimento non è uguale per tutti proprio perché per ognuno di noi ciascuna strategia di investimento assume un valore specifico in funzione della propria vita in generale.
Quando qualcuno scopre che sono appassionato di quest’argomento e che so quattro cose in materia di finanza, la domanda di default che mi viene posta è: “mi consigli in cosa devo investire?” oppure “in cosa conviene investire in questo momento?”.
Di solito la mia risposta era: “hai 3 o 4 ore per discutere della tua situazione finanziaria generale, dei tuoi obiettivi, del tuo orizzonte temporale e della tua propensione al rischio?”.
Mediamente la risposta era “ma no, ma voglio solo avere qualche consiglio per sapere dove mettere i soldi”.
Eh certo, perché a me frega qualcosa della tua situazione finanziaria personale, in realtà basta dirti compra questo e quel prodotto ma poi voglio stare a parlare dei cazzi tuoi per 3 ore così giusto per passare il tempo.
Da qualche settimana invece tendo a dire “ascoltati THE BULL ogni volta che sei in macchina, in palestra, mentre stai cucinando o ogni volta che avresti voglia di buttare via mezz’ora a ficcanasare quello che fanno i tuoi conoscenti sui social”, così il grosso lo puoi capire da solo.
Dopo 21 episodi dovrebbe esserti chiaro che non esiste alcuna risposta alla domanda “in cosa conviene investire in questo momento”.
Ma che ne so? Nessuno lo sa!
Il vostro fuffa-detector deve accendersi esattamente nel momento in cui sentite qualcuno dire “allora il mercato ha fatto così, ci sono questi valori qui, quindi probabilmente succederà questo o quest’altro, dunque il mio consiglio è investire in quest’altro ancora”.
Se qualcuno vi dice “no ascoltami, investi in questo prodotto X che vedrai che nei prossimi mesi va su” senza aver passato con voi svariate ore a capire il vostro quadro finanziario generale mandatelo a cagare.
Vi racconto un aneddoto reale.
Qualche giorno fa un’amica mi ha inoltrato un’email da parte della sua banca.
In pratica cosa era successo.
Lei non capisce una mazza di finanza e investimenti ma ciononostante era stata molto lungimirante e fin da ragazzina aveva investito un po’ di soldi nei soliti fondi comuni di investimento della banca del suo Paese.
Ascoltando THE BULL si è però resa conto che – scoperta dell’acqua calda – pagava uno sproposito di commissioni alla sua banca e i suoi fondi avevano avuto delle performance di qualche punto all’anno inferiore ai benchmark – ma no? ma dai? pensa te…
Oh caso reale eh, giuro che non è per esigenze di narrativa.
Allora cosa succede, mi chiede un supporto perché vuole togliersi i costi della banca dalle palle e gestire in autonomia i suoi investimenti, passando da fondi attivi ad ETF.
Io ho controllato per lei i costi dei fondi su morningstar, perché ovviamente nella sua app della banca era impossibile recuperare quest’informazione, ma per sicurezza le ho consigliato di chiedere direttamente al suo consulente della banca di farsi dire, a prova di scemo, quali fossero i costi totali che lei stava sostenendo.
Poi uno non deve parlare male delle banche! Ma ci credete che dopo una settimana, oltre ad una serie di supercazzole questo consulente non le aveva ancora dato risposta sui costi?
Cioè, nel mio ambito professionale, quando un cliente chiede i costi del mio servizio gli dico un prezzo, non è che mi metto a parlare dei trend del mercato del lavoro e del valore nella costruzione di un rapporto di collaborazione a lungo termine.
Il suo consulente, niente, tutto e il contrario di tutto ma la parte dei costi sembrava gli sfuggisse ad ogni email.
Alla fine arriviamo all’apoteosi quando l’ultima email, quella che la mia amica mi ha inoltrato, non parlava ovviamente di costi manco per niente ma mi ha fatto saltare dalla sedia perché in 10 righe, così, out of the blue, diceva che “in questo momento” – cito testuale – “conviene accumulare sugli indici Americani” e proponeva, così, del tutto a caso:
– 2 fondi attivi focalizzati su aziende tech, oppure, come se stessimo parlando di ordinare carne o pesce al ristorante
– 2 fondi settoriali e 1 sull’azionario globale (che poi tra l’altro non è esattamente sugli indici Americani ma appunto ha come benchmark l’indice MSCI All Country, ma va beh).
Un po’ come andare in agenzia di viaggi e sentirsi dire “mah ti consiglio Minorca oppure Mykonos, però anche il Trentino non è male”:
Solo che qui si starebbe parlando degli investimenti di una vita, non proprio una cosa dove buttare giù consigli a cazzo.
By the way, sono andato a controllare il fondo sull’azionario Globale, di JP Morgan nella fattispecie, ed è effettivamente un fondo che ha avuto delle buone performance, dato che in 10 anni ha fatto ben il 10,26% all’anno.
Performance assolutamente notevole, soprattutto considerato che il suo indice di riferimento negli ultimi 10 anni ha fatto il 9,31% (se consideriamo l’MSCI All Country) o il 10,09% se consideriamo l’MSCI World.
Di poco, ma in entrambi i casi il fondo a gestione attiva avrebbe fatto meglio.
Poi, che anche nei prossimi anni continui a fare così è tutto da dimostrare, e infatti già in questi primi 7 mesi del 2023 è sotto di 1 o 2 punti, a seconda del benchmark di riferimento, ma prendiamo per buono che questo fondo continui a fare così.
Ora però arriva il bello.
Sempre su Mornigstar scopriamo però che questo simpatico fondo costa il 2,56% all’anno!
Anche ammesso che il cordiale consulente della banca del paesello della mia amica non chieda un solo centesimo per il suo prezioso lavoro di consulenza, cosa assolutamente improbabile, il rendimento reale di questo fondo per la mia amica non sarebbe del 10,26% all’anno, bensì del 7,70%.
E voi direte, va beh, non mi sembra una differenza così significativa.
Ma come non è una differenza così significativa? Non vi ricordate l’interesse composto?
Beh, se volete fate i conti, altrimenti fidatevi del fatto che se la nostra cara amica avesse investito 10.000 € 10 anni fa questo misero 2,56% le sarebbe costato quasi 3.000 € di rendimento rispetto a quello che avrebbe ottenuto con un semplice ETF che copiasse pari pari il benchmark, già al netto dei costi.
Se poi il buon consulente della banca si fosse preso un onesto 1% di management fee, ecco allora che sprofondiamo verso i 4.000 € di mancato rendimento.
E stiamo parlando di un fondo che ha performato oggettivamente bene.
Figuriamoci se fosse stato un fondo del cavolo che faceva pure peggio, come la maggior parte fanno su orizzonti di 10 anni.
A voi tirare le vostre conclusioni.
Ora però la cosa ridicola mica finisce qui.
Perché sempre in quelle 10 righe il consulente bancario scrive alla mia amica che “se preferisce” – come fosse una questione di gusti – lui l’avrebbe supportata, a pagamento s’intende, nell’acquisto di alcuni ETF sull’America o su “settori in crescita” (e anche qui sul concetto di investire su “settori in crescita” ci sarebbe da discutere per tre ore).
Ne spara 5 e ci mette dentro:
– 2 fondi sull’S&P 500 con la copertura valutaria in euro, assolutamente identici tra loro (semplicemente di 2 emittenti diverse) e senza spiegare che la copertura valutaria costa un occhio della testa e per un investitore europeo di lungo termine non ha quasi mai senso;
– 1 altro fondo sull’S&P 500 senza copertura valutaria;
– 1 sul Nasdaq 100 e infine, completamente a caso,
– 1 sulle terre rare.
Cioè passiamo da 3 ETF concentrati sul più grande indice del mondo, il più corposo dei quali è grande quasi 55 miliardi di dollari, ad un fondino del cavolo con costi insolitamente alti sulle terre rare da appena 131 milioni di capitalizzazione, con tutti i problemi di liquidità che può comportare.
Ma sì può?
Per chiudere – e qui fuochi d’artificio finali – il consulente propone “se vuoi avere un tasso attivo senza rischio” una bella obbligazione emessa proprio da quella banca!
Applausi.
Ma ci rendiamo conto?
Spiego a chi avesse ascoltato quest’invettiva senza averci capito molto.
1) ma cosa vuol dire “in questo momento conviene accumulare sugli indici americani”? L’azionario americano pesa il 70% dell’azionario globale, l’America è da oltre un secolo il mercato finanziario più influente e performante del mondo, e quando mai non dovrebbe aver senso fare una cosa del genere? e grazie al cazzo mi verrebbe da aggiungere;
2) ma che razza di consulenza è buttare lì un’accozzaglia di fondi senza nessun criterio, saltando da indici globali a settoriali molto specifici?;
3) ma come si fa a consigliare ad una persona che non ne capisce nulla sull’argomento una selezione del tutto fatta a caso di ETF senza nemmeno far capire cosa c’è dentro e le macroscopiche differenze tra uno e l’altro);
4) si commenta da sé la chicca finale con il tentativo di vendere l’obbligazione della banca (senza rischio poi, va beh, lasciamo perdere che sennò su questo episodio devo attivare l’alert dei contenuti espliciti).
Tutta sta spataffiata per dire cosa?
Questo è un esempio concreto, preso da una situazione reale, tra l’altro con protagonista uno che di lavoro dovrebbe consigliare alla gente cosa fare con i soldi, di come NON bisognerebbe ragionare quando si tratta di investimenti.
I prodotti segnalati dal consulente non sono né buoni, né cattivi; è l’uso che ne viene fatto che fa tutta la differenza.
Senza conoscere la situazione patrimoniale della mia amica, i suoi guadagni, le sue spese, il suo orizzonte temporale, la sua propensione al rischio e gli obiettivi che vuole conseguire, non ha alcun senso consigliare nessun prodotto finanziario.
L’ordine logico che dovete seguire è invece il seguente:
– STEP UNO: pianificazione del budget di spesa, costruzione del fondo di emergenza e ottimizzazione dei risparmi da dedicare all’investimento, contestualmente al tentativo costante di aumentare i propri guadagni nel proprio ambito professionale;
– STEP DUE: definizione dell’asset allocation, sulla base dei miei obiettivi, del mio orizzonte temporale e della mia propensione al rischio. Se sono giovane, sono nella fase di accumulazione a lungo termine e non mi spaventano i su e giù del mercato, allora ci sta spingere in maniera importante sulla quota azionaria; se ho 70 anni, un capitale importante da proteggere e non voglio avere cazzi se il mercato ha qualche tracollo, allora prediligerò nettamente un portafoglio più bilanciato se non addirittura sbilanciato sull’obbligazionario; e così via.
– STEP TRE: solo allora avviene la scelta degli strumenti che meglio rispondono alle mie esigenze e che reputo più convenienti ed efficienti. Non è il prodotto che “rende” di più quello migliore per me; bensì quello che più si sposa con l’intera pianificazione finanziaria della mia vita.
Fine, se l’ordine di questi step viene mescolato fate solo casino.
Tra l’altro, avete per caso scorto in questi step concetti tipo “trend, settori in crescita, valutare in base al momento” e così via?
No, perché sono tutte cazzate.
E’ l’asset allocation che farà il 70-80% dei vostri guadagni e deve essere ben allineata a tutto il resto.
Per quanto riguarda i prodotti, invece, finché state su prodotti di buon senso ad alta diversificazione e non vi infognate a comprare microsettori, non potrete mai commettere errori troppo gravi.
Capito?
Chiedetevi perché volete investire, che obiettivi volete conseguire e che tipo di persone siete.
Volete smettere di lavorare tra 10 anni? Allora dovrete progettare un certo tipo di strategia di investimento.
Volete costruire piano piano un tesoretto per quando andrete in pensione? Altra strategia.
Avete un capitale significativo da proteggere dall’inflazione? Altra strategia ancora.
Volete essere iperaggressivi o iperconservativi? Anche qui, impostazioni del portafoglio completamente diverse.
Sono i vostri obiettivi e il tipo di persone che siete a guidare la scelta dei vostri strumenti finanziari.
La domanda su “cosa mi consigli di investire oggi”, semplicemente, NON ha SENSO.
PUNTO.
Se la fate a qualcuno e questo vi risponde, benissimo, sappiate che a meno che non stiate parlando con Ray Dalio o con Warren Buffet, questo qualcuno è un cazzaro.
E anche per oggi chiudiamo la rubrica “come farsi nuovi amici con THE BULL”.
Veniamo invece all’ultimo dei macro errori, ossia ERRORE NUMERO QUATTRO: MANCANZA DI CULTURA FINANZIARIA.
Eh diamine, questo è difficile.
Pensavate di aver capito tutto, che tutto sommato in 40 minuti ve l’eravate cavata con le cose da non fare – non concentrare, non diversificare troppo, non pensare ai prodotti senza pianificare – e invece alla fine, traaaac, arriva il compito difficile.
Mi dispiace cari amici e care amiche di The BULL ma alla fine tutto si riduce a questo. La vostra cultura finanziaria sarà sempre l’unica cosa che vi potrà guidare nel modo corretto nelle decisioni che dovrete prendere sui vostri soldi.
Finché non sapete le cose e non le capite, sarete sempre in balia di scappati di casa come il Consulente della banca di cui abbiamo parlato sopra.
Vorrei dirvi che si tratta di un caso isolato, ma purtroppo stiamo parlando della norma.
Tempo fa anch’io avevo il mio consulente che mi aveva impacchettato i suoi bei fondi d’investimento al 2% di commissioni più l’1% per lui e che ogni tanto se ne saltava fuori con qualcosa tipo “è uscita quest’obbligazione che rende X, te ne compro un po?”. Che alle mie orecchie, benché allora fossi decisamente meno competente in materia, suonava già un po’ come “oh oggi all’Esselunga c’è il crudo in offerta, cosa faccio te ne prendo due etti?”.
Se invece avete una buona competenza finanziaria, allora siete liberi e in grado di prendere con i vostri soldi le decisioni migliori (e tipicamente risparmiando una montagna di soldi di commissioni).
C’è da dire che anche solo ascoltando THE BULL, due o tre cose, dai, le avrete imparate.
Poi però l’obiettivo di THE BULL è aprirvi gli occhi e la mente e instradarvi verso il vostro personale percorso di accrescimento lungo la via della finanza personale, quindi il resto della strada la dovete percorrere voi.
Qui cerco di darvi le informazioni essenziali nel modo più semplice possibile, ma poi dovete fare i compiti a casa.
Cioè “dovete”, non è che dovete. Io ve lo consiglio, però alla fine i soldi sono i vostri e quindi vedete un po’ voi che volete farci.
Se però credete in questa cosa, se vi ho acceso anche un minimo la miccia dell’interesse verso questa materia, allora cercate di approfondire il più possibile.
Oggi avete a disposizione una quantità di informazione praticamente illimitata.
C’è anche un sacco di fuffa in giro, sono d’accordo, ma una volta che avete ascoltato oltre venti episodi di THE BULL e avete consolidato un po’ le vostre basi, vedrete che capirete la differenza tra la fuffa e la vera informazione senza troppa difficoltà.
Poi se partite da qualche libro, è più difficile che vi imbattiate in robaccia, lì c’è un minimo di filtro dettato dal fatto che l’autore deve come minimo saper leggere e scrivere, cosa non scontata invece se vi imbattete in certi contenuti sui social.
Intanto vi rimando all’episodio 11 sui migliori libri di finanza personale da leggere, giusto per partire.
Oltre a quelli, sempre per restare su roba tradotta anche in Italiano vi suggerisco un bel libretto di John Bogle che si intitola il Piccolo Libro dell’investimento, che vi spiega tutto quello che dovete sapere sui fondi passivi, oppure i 4 pilastri dell’Investimento di William Bernstein, anche lui grande fan degli Index Fund e ETF.
Ben fatto anche il breve libro Come Investire, scritto da due mostri sacri come Burton Malkiel (quello di A spasso per Wall Street) e Charles Ellis (noto soprattutto per Winning the Loser’s game).
Poi tutti mi citano sempre Padre ricco e padre povero di Robert Kyosaki.
E’ stato uno dei primi che lessi, personalmente non mi fa impazzire e credo che abbia sì avuto il merito di avvicinare al mondo degli investimenti milioni di persone per generazioni, ma anche che oggi sia un po’ superato nel suo approccio un po’ semplicistico.
Vi faccio il riassunto in una frase.
Comprate asset che generano valore, non comprate liabilities, ossia beni di consumo che perdono valore. Fate quindi in modo che i vostri soldi lavorino per voi investendoli in asset che generino flussi di cassa.
Il libro è carino e scorrevole, non che ci siano però molti altri contenuti.
Un’altra lettura interessante è invece O la Borsa o La vita di Vicki Robin, un grande classico dei libri dedicati al Fire movement, ossia a quel movimento che si propone di raggiungere la libertà finanziaria e di andare in pensione presto.
Questi sono solo alcuni spunti ma farvi già questa carrellata vi farà centuplicare il vostro attuale livello di consapevolezza finanziaria.
Ci sono poi tanti contenuti online interessanti, lì come diceve il tema solo è districarsi nella sovrabbondanza di materiale e distinguere l’informazione reale dal mero “rumore”.
Parto sempre dai libri perché sono di gran lunga uno dei miei asset preferiti.
Niente come leggere rappresenta un’investimento sicuro a lungo termine sulla propria crescita.
Se partite da qui, fate qualche piccolo sforzo e superate i primi impasse iniziali, poi avrete tutti i mezzi e gli strumenti per pianificare in autonomia la strada che vorrete percorrere.
Allora caro folto pubblico di THE BULL, siamo arrivati alla fine della seconda parte di questo episodio, facciamo un piccolo recap delle ultime tre puntate prima di chiudere così vi resta tutto in testa.
Da domani, quando inizierete DAVVERO a prendere in mano la vostra vita finanziaria ricordatevi queste cose.
COSA DOVETE FARE:
1) Fate un budget, controllate le spese e ottimizzate il vostro risparmio
2) Fate un fondo di emergenza su un conto corrente separato che copra da 3 a 6 mesi di spese (12 se siete paranoici)
3) Pulite tutti i vostri debiti al consumo
4) Investite in strumenti efficienti, diversificati e a basso costo su diverse asset class (usare ETF, good idea!)
5) Informatevi sui fondi di previdenza complementare più idonei rispetto alla vostra professione.
COSA invece NON DOVETE FARE
1) Concentrare gli investimenti in pochi asset scelti alla carlona;
2) Diversificare eccessivamente su 4000 strumenti che è poi più quello che spendete di commissioni che il rendimento;
3) Scegliere gli strumenti prima di aver fatto la vostra pianificazione finanziaria;
4) Trascurare la vostra cultura finanziaria generale.
Seguite questi 9 consigli e probabilmente sarebbe posizionati, come diciamo spesso, nel top 1% della popolazione Italiana quanto a competenza in materia di gestione dei soldi.
Diffondete poi questo podcast più che potete perché se come voi tanti altri aumenteranno il proprio livello di conoscenza, allora prima o poi ce la faremo a scalzare lo Zimbawe che, come abbiamo tristemente raccontato qualche episodio fa, ci guarda dall’alto in basso perché sono più bravi degli Italiani a gestire i soldi e a quanto pare se ricevete un consiglio finanziario da un vostro conoscente a caso e da un abitante dello Zimbawe che avrete fortuitamente incontrato in metropolitana, ascoltate il secondo che probabilmente ne capisce di più.
Prima di chiudere, come sempre ricordo di mettere segui e attivare le notifiche su Spotify, Apple Podcast, Amazon Audible, Google Podcast e gli altri che non mi ricordo e di mettere una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che mi permettono di parlare per ore di finanza personale senza esaurire mia moglie che altrimenti era costretta a sorbirsi tutto questo full time sempre nuovi.
Per questo episodio è tutto e ci ritroviamo tra una settimana a parlare del potere magico dell’1% e di come piccole abitudini possono cambiare radicalmente la nostra vita sempre qui a THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Bentornati a The Bull – Il tuo podcast di finanza personale
Cari risparmiatori e investitori di oggi e di domani, eccoci di nuovo qui a parlare di come fare le cose per bene quando finalmente vi sarete dati una mossa, avrete alzato le chiappe dal divano e finalmente avrete deciso di sistemare le vostre finanze per costruire un futuro economicamente più prosperoso per voi e i vostri cari.
Tra l’altro, grazie all’evoluzione digitale della finanza degli ultimi 10 anni, non ti serve nemmeno alzare le chiappe dal divano, ti basta solo fare lo sforzo per chiudere quella stronzata che stavi guardando su Instagram o TikTok e cominciare a usare meglio il tuo tempo per regalare una vita migliore al TE STESSO di domani.
Lui o lei ti ringrazierà.
Allora, se mi avete ascoltato non sarà passato più di mezzo minuto da quando avete finito l’episodio precedente, quindi dovreste ricordarvi il grosso di quel che ci siamo detti.
Chi invece ha fatto passare troppo tempo prima di ascoltare la seconda parte o avesse skippato la prima passando subito alla secondo – oh del resto chi sono io per giudicare la gente stramba… – in pratica abbiamo detto: due errori da non fare sono: CONCENTRARE gli investimenti e DIVERSIFICARE TROPPO.
Non fate all in su Bitcoin o sulle azioni di Nvidia e, al contrario, non compratevi ogni singolo prodotto d’investimento mai concepito sul globo terracqueo perché siamo qui ad imparare ad investire e non a fare collezionismo.
Veniamo allora all’ERRORE NUMERO TRE: MANCANZA DI PIANIFICAZIONE.
mmmhhh forse vi aspettavate qualcosa di più pratico.
In effetti avevo in mente una manciata di errori pratici che si fanno solitamente ma d’altra parte nessun singolo errore può essere così tanto grave (al netto dei due precedenti di cui sopra) quanto l’investimento senza pianificazione.
Con pianificazione intendiamo esattamente l’insieme delle cose di cui parliamo a THE BULL, ossia quell’organizzazione generale della nostra vita finanziaria che va a toccare ogni aspetto del nostro rapporto con i soldi in funzione degli obiettivi che vogliamo conseguire nel corso della nostra esistenza.
Spieghiamoci meglio e vediamo di capirci bene perché questo punto è molto importante e se sbagliate questo buona notte al secchio e tutte le altre cose che diciamo non valgono nulla.
La prima domanda che vi dovete fare è: perché voglio investire.
Che DOBBIATE investire è fuori discussione ma la domanda qui è PERCHE’.
Ciascuno ha infatti diversi obiettivi di vita e l’investimento non è uguale per tutti proprio perché per ognuno di noi ciascuna strategia di investimento assume un valore specifico in funzione della propria vita in generale.
Quando qualcuno scopre che sono appassionato di quest’argomento e che so quattro cose in materia di finanza, la domanda di default che mi viene posta è: “mi consigli in cosa devo investire?” oppure “in cosa conviene investire in questo momento?”.
Di solito la mia risposta era: “hai 3 o 4 ore per discutere della tua situazione finanziaria generale, dei tuoi obiettivi, del tuo orizzonte temporale e della tua propensione al rischio?”.
Mediamente la risposta era “ma no, ma voglio solo avere qualche consiglio per sapere dove mettere i soldi”.
Eh certo, perché a me frega qualcosa della tua situazione finanziaria personale, in realtà basta dirti compra questo e quel prodotto ma poi voglio stare a parlare dei cazzi tuoi per 3 ore così giusto per passare il tempo.
Da qualche settimana invece tendo a dire “ascoltati THE BULL ogni volta che sei in macchina, in palestra, mentre stai cucinando o ogni volta che avresti voglia di buttare via mezz’ora a ficcanasare quello che fanno i tuoi conoscenti sui social”, così il grosso lo puoi capire da solo.
Dopo 21 episodi dovrebbe esserti chiaro che non esiste alcuna risposta alla domanda “in cosa conviene investire in questo momento”.
Ma che ne so? Nessuno lo sa!
Il vostro fuffa-detector deve accendersi esattamente nel momento in cui sentite qualcuno dire “allora il mercato ha fatto così, ci sono questi valori qui, quindi probabilmente succederà questo o quest’altro, dunque il mio consiglio è investire in quest’altro ancora”.
Se qualcuno vi dice “no ascoltami, investi in questo prodotto X che vedrai che nei prossimi mesi va su” senza aver passato con voi svariate ore a capire il vostro quadro finanziario generale mandatelo a cagare.
Vi racconto un aneddoto reale.
Qualche giorno fa un’amica mi ha inoltrato un’email da parte della sua banca.
In pratica cosa era successo.
Lei non capisce una mazza di finanza e investimenti ma ciononostante era stata molto lungimirante e fin da ragazzina aveva investito un po’ di soldi nei soliti fondi comuni di investimento della banca del suo Paese.
Ascoltando THE BULL si è però resa conto che – scoperta dell’acqua calda – pagava uno sproposito di commissioni alla sua banca e i suoi fondi avevano avuto delle performance di qualche punto all’anno inferiore ai benchmark – ma no? ma dai? pensa te…
Oh caso reale eh, giuro che non è per esigenze di narrativa.
Allora cosa succede, mi chiede un supporto perché vuole togliersi i costi della banca dalle palle e gestire in autonomia i suoi investimenti, passando da fondi attivi ad ETF.
Io ho controllato per lei i costi dei fondi su morningstar, perché ovviamente nella sua app della banca era impossibile recuperare quest’informazione, ma per sicurezza le ho consigliato di chiedere direttamente al suo consulente della banca di farsi dire, a prova di scemo, quali fossero i costi totali che lei stava sostenendo.
Poi uno non deve parlare male delle banche! Ma ci credete che dopo una settimana, oltre ad una serie di supercazzole questo consulente non le aveva ancora dato risposta sui costi?
Cioè, nel mio ambito professionale, quando un cliente chiede i costi del mio servizio gli dico un prezzo, non è che mi metto a parlare dei trend del mercato del lavoro e del valore nella costruzione di un rapporto di collaborazione a lungo termine.
Il suo consulente, niente, tutto e il contrario di tutto ma la parte dei costi sembrava gli sfuggisse ad ogni email.
Alla fine arriviamo all’apoteosi quando l’ultima email, quella che la mia amica mi ha inoltrato, non parlava ovviamente di costi manco per niente ma mi ha fatto saltare dalla sedia perché in 10 righe, così, out of the blue, diceva che “in questo momento” – cito testuale – “conviene accumulare sugli indici Americani” e proponeva, così, del tutto a caso:
– 2 fondi attivi focalizzati su aziende tech, oppure, come se stessimo parlando di ordinare carne o pesce al ristorante
– 2 fondi settoriali e 1 sull’azionario globale (che poi tra l’altro non è esattamente sugli indici Americani ma appunto ha come benchmark l’indice MSCI All Country, ma va beh).
Un po’ come andare in agenzia di viaggi e sentirsi dire “mah ti consiglio Minorca oppure Mykonos, però anche il Trentino non è male”:
Solo che qui si starebbe parlando degli investimenti di una vita, non proprio una cosa dove buttare giù consigli a cazzo.
By the way, sono andato a controllare il fondo sull’azionario Globale, di JP Morgan nella fattispecie, ed è effettivamente un fondo che ha avuto delle buone performance, dato che in 10 anni ha fatto ben il 10,26% all’anno.
Performance assolutamente notevole, soprattutto considerato che il suo indice di riferimento negli ultimi 10 anni ha fatto il 9,31% (se consideriamo l’MSCI All Country) o il 10,09% se consideriamo l’MSCI World.
Di poco, ma in entrambi i casi il fondo a gestione attiva avrebbe fatto meglio.
Poi, che anche nei prossimi anni continui a fare così è tutto da dimostrare, e infatti già in questi primi 7 mesi del 2023 è sotto di 1 o 2 punti, a seconda del benchmark di riferimento, ma prendiamo per buono che questo fondo continui a fare così.
Ora però arriva il bello.
Sempre su Mornigstar scopriamo però che questo simpatico fondo costa il 2,56% all’anno!
Anche ammesso che il cordiale consulente della banca del paesello della mia amica non chieda un solo centesimo per il suo prezioso lavoro di consulenza, cosa assolutamente improbabile, il rendimento reale di questo fondo per la mia amica non sarebbe del 10,26% all’anno, bensì del 7,70%.
E voi direte, va beh, non mi sembra una differenza così significativa.
Ma come non è una differenza così significativa? Non vi ricordate l’interesse composto?
Beh, se volete fate i conti, altrimenti fidatevi del fatto che se la nostra cara amica avesse investito 10.000 € 10 anni fa questo misero 2,56% le sarebbe costato quasi 3.000 € di rendimento rispetto a quello che avrebbe ottenuto con un semplice ETF che copiasse pari pari il benchmark, già al netto dei costi.
Se poi il buon consulente della banca si fosse preso un onesto 1% di management fee, ecco allora che sprofondiamo verso i 4.000 € di mancato rendimento.
E stiamo parlando di un fondo che ha performato oggettivamente bene.
Figuriamoci se fosse stato un fondo del cavolo che faceva pure peggio, come la maggior parte fanno su orizzonti di 10 anni.
A voi tirare le vostre conclusioni.
Ora però la cosa ridicola mica finisce qui.
Perché sempre in quelle 10 righe il consulente bancario scrive alla mia amica che “se preferisce” – come fosse una questione di gusti – lui l’avrebbe supportata, a pagamento s’intende, nell’acquisto di alcuni ETF sull’America o su “settori in crescita” (e anche qui sul concetto di investire su “settori in crescita” ci sarebbe da discutere per tre ore).
Ne spara 5 e ci mette dentro:
– 2 fondi sull’S&P 500 con la copertura valutaria in euro, assolutamente identici tra loro (semplicemente di 2 emittenti diverse) e senza spiegare che la copertura valutaria costa un occhio della testa e per un investitore europeo di lungo termine non ha quasi mai senso;
– 1 altro fondo sull’S&P 500 senza copertura valutaria;
– 1 sul Nasdaq 100 e infine, completamente a caso,
– 1 sulle terre rare.
Cioè passiamo da 3 ETF concentrati sul più grande indice del mondo, il più corposo dei quali è grande quasi 55 miliardi di dollari, ad un fondino del cavolo con costi insolitamente alti sulle terre rare da appena 131 milioni di capitalizzazione, con tutti i problemi di liquidità che può comportare.
Ma sì può?
Per chiudere – e qui fuochi d’artificio finali – il consulente propone “se vuoi avere un tasso attivo senza rischio” una bella obbligazione emessa proprio da quella banca!
Applausi.
Ma ci rendiamo conto?
Spiego a chi avesse ascoltato quest’invettiva senza averci capito molto.
1) ma cosa vuol dire “in questo momento conviene accumulare sugli indici americani”? L’azionario americano pesa il 70% dell’azionario globale, l’America è da oltre un secolo il mercato finanziario più influente e performante del mondo, e quando mai non dovrebbe aver senso fare una cosa del genere? e grazie al cazzo mi verrebbe da aggiungere;
2) ma che razza di consulenza è buttare lì un’accozzaglia di fondi senza nessun criterio, saltando da indici globali a settoriali molto specifici?;
3) ma come si fa a consigliare ad una persona che non ne capisce nulla sull’argomento una selezione del tutto fatta a caso di ETF senza nemmeno far capire cosa c’è dentro e le macroscopiche differenze tra uno e l’altro);
4) si commenta da sé la chicca finale con il tentativo di vendere l’obbligazione della banca (senza rischio poi, va beh, lasciamo perdere che sennò su questo episodio devo attivare l’alert dei contenuti espliciti).
Tutta sta spataffiata per dire cosa?
Questo è un esempio concreto, preso da una situazione reale, tra l’altro con protagonista uno che di lavoro dovrebbe consigliare alla gente cosa fare con i soldi, di come NON bisognerebbe ragionare quando si tratta di investimenti.
I prodotti segnalati dal consulente non sono né buoni, né cattivi; è l’uso che ne viene fatto che fa tutta la differenza.
Senza conoscere la situazione patrimoniale della mia amica, i suoi guadagni, le sue spese, il suo orizzonte temporale, la sua propensione al rischio e gli obiettivi che vuole conseguire, non ha alcun senso consigliare nessun prodotto finanziario.
L’ordine logico che dovete seguire è invece il seguente:
– STEP UNO: pianificazione del budget di spesa, costruzione del fondo di emergenza e ottimizzazione dei risparmi da dedicare all’investimento, contestualmente al tentativo costante di aumentare i propri guadagni nel proprio ambito professionale;
– STEP DUE: definizione dell’asset allocation, sulla base dei miei obiettivi, del mio orizzonte temporale e della mia propensione al rischio. Se sono giovane, sono nella fase di accumulazione a lungo termine e non mi spaventano i su e giù del mercato, allora ci sta spingere in maniera importante sulla quota azionaria; se ho 70 anni, un capitale importante da proteggere e non voglio avere cazzi se il mercato ha qualche tracollo, allora prediligerò nettamente un portafoglio più bilanciato se non addirittura sbilanciato sull’obbligazionario; e così via.
– STEP TRE: solo allora avviene la scelta degli strumenti che meglio rispondono alle mie esigenze e che reputo più convenienti ed efficienti. Non è il prodotto che “rende” di più quello migliore per me; bensì quello che più si sposa con l’intera pianificazione finanziaria della mia vita.
Fine, se l’ordine di questi step viene mescolato fate solo casino.
Tra l’altro, avete per caso scorto in questi step concetti tipo “trend, settori in crescita, valutare in base al momento” e così via?
No, perché sono tutte cazzate.
E’ l’asset allocation che farà il 70-80% dei vostri guadagni e deve essere ben allineata a tutto il resto.
Per quanto riguarda i prodotti, invece, finché state su prodotti di buon senso ad alta diversificazione e non vi infognate a comprare microsettori, non potrete mai commettere errori troppo gravi.
Capito?
Chiedetevi perché volete investire, che obiettivi volete conseguire e che tipo di persone siete.
Volete smettere di lavorare tra 10 anni? Allora dovrete progettare un certo tipo di strategia di investimento.
Volete costruire piano piano un tesoretto per quando andrete in pensione? Altra strategia.
Avete un capitale significativo da proteggere dall’inflazione? Altra strategia ancora.
Volete essere iperaggressivi o iperconservativi? Anche qui, impostazioni del portafoglio completamente diverse.
Sono i vostri obiettivi e il tipo di persone che siete a guidare la scelta dei vostri strumenti finanziari.
La domanda su “cosa mi consigli di investire oggi”, semplicemente, NON ha SENSO.
PUNTO.
Se la fate a qualcuno e questo vi risponde, benissimo, sappiate che a meno che non stiate parlando con Ray Dalio o con Warren Buffet, questo qualcuno è un cazzaro.
E anche per oggi chiudiamo la rubrica “come farsi nuovi amici con THE BULL”.
Veniamo invece all’ultimo dei macro errori, ossia ERRORE NUMERO QUATTRO: MANCANZA DI CULTURA FINANZIARIA.
Eh diamine, questo è difficile.
Pensavate di aver capito tutto, che tutto sommato in 40 minuti ve l’eravate cavata con le cose da non fare – non concentrare, non diversificare troppo, non pensare ai prodotti senza pianificare – e invece alla fine, traaaac, arriva il compito difficile.
Mi dispiace cari amici e care amiche di The BULL ma alla fine tutto si riduce a questo. La vostra cultura finanziaria sarà sempre l’unica cosa che vi potrà guidare nel modo corretto nelle decisioni che dovrete prendere sui vostri soldi.
Finché non sapete le cose e non le capite, sarete sempre in balia di scappati di casa come il Consulente della banca di cui abbiamo parlato sopra.
Vorrei dirvi che si tratta di un caso isolato, ma purtroppo stiamo parlando della norma.
Tempo fa anch’io avevo il mio consulente che mi aveva impacchettato i suoi bei fondi d’investimento al 2% di commissioni più l’1% per lui e che ogni tanto se ne saltava fuori con qualcosa tipo “è uscita quest’obbligazione che rende X, te ne compro un po?”. Che alle mie orecchie, benché allora fossi decisamente meno competente in materia, suonava già un po’ come “oh oggi all’Esselunga c’è il crudo in offerta, cosa faccio te ne prendo due etti?”.
Se invece avete una buona competenza finanziaria, allora siete liberi e in grado di prendere con i vostri soldi le decisioni migliori (e tipicamente risparmiando una montagna di soldi di commissioni).
C’è da dire che anche solo ascoltando THE BULL, due o tre cose, dai, le avrete imparate.
Poi però l’obiettivo di THE BULL è aprirvi gli occhi e la mente e instradarvi verso il vostro personale percorso di accrescimento lungo la via della finanza personale, quindi il resto della strada la dovete percorrere voi.
Qui cerco di darvi le informazioni essenziali nel modo più semplice possibile, ma poi dovete fare i compiti a casa.
Cioè “dovete”, non è che dovete. Io ve lo consiglio, però alla fine i soldi sono i vostri e quindi vedete un po’ voi che volete farci.
Se però credete in questa cosa, se vi ho acceso anche un minimo la miccia dell’interesse verso questa materia, allora cercate di approfondire il più possibile.
Oggi avete a disposizione una quantità di informazione praticamente illimitata.
C’è anche un sacco di fuffa in giro, sono d’accordo, ma una volta che avete ascoltato oltre venti episodi di THE BULL e avete consolidato un po’ le vostre basi, vedrete che capirete la differenza tra la fuffa e la vera informazione senza troppa difficoltà.
Poi se partite da qualche libro, è più difficile che vi imbattiate in robaccia, lì c’è un minimo di filtro dettato dal fatto che l’autore deve come minimo saper leggere e scrivere, cosa non scontata invece se vi imbattete in certi contenuti sui social.
Intanto vi rimando all’episodio 11 sui migliori libri di finanza personale da leggere, giusto per partire.
Oltre a quelli, sempre per restare su roba tradotta anche in Italiano vi suggerisco un bel libretto di John Bogle che si intitola il Piccolo Libro dell’investimento, che vi spiega tutto quello che dovete sapere sui fondi passivi, oppure i 4 pilastri dell’Investimento di William Bernstein, anche lui grande fan degli Index Fund e ETF.
Ben fatto anche il breve libro Come Investire, scritto da due mostri sacri come Burton Malkiel (quello di A spasso per Wall Street) e Charles Ellis (noto soprattutto per Winning the Loser’s game).
Poi tutti mi citano sempre Padre ricco e padre povero di Robert Kyosaki.
E’ stato uno dei primi che lessi, personalmente non mi fa impazzire e credo che abbia sì avuto il merito di avvicinare al mondo degli investimenti milioni di persone per generazioni, ma anche che oggi sia un po’ superato nel suo approccio un po’ semplicistico.
Vi faccio il riassunto in una frase.
Comprate asset che generano valore, non comprate liabilities, ossia beni di consumo che perdono valore. Fate quindi in modo che i vostri soldi lavorino per voi investendoli in asset che generino flussi di cassa.
Il libro è carino e scorrevole, non che ci siano però molti altri contenuti.
Un’altra lettura interessante è invece O la Borsa o La vita di Vicki Robin, un grande classico dei libri dedicati al Fire movement, ossia a quel movimento che si propone di raggiungere la libertà finanziaria e di andare in pensione presto.
Questi sono solo alcuni spunti ma farvi già questa carrellata vi farà centuplicare il vostro attuale livello di consapevolezza finanziaria.
Ci sono poi tanti contenuti online interessanti, lì come diceve il tema solo è districarsi nella sovrabbondanza di materiale e distinguere l’informazione reale dal mero “rumore”.
Parto sempre dai libri perché sono di gran lunga uno dei miei asset preferiti.
Niente come leggere rappresenta un’investimento sicuro a lungo termine sulla propria crescita.
Se partite da qui, fate qualche piccolo sforzo e superate i primi impasse iniziali, poi avrete tutti i mezzi e gli strumenti per pianificare in autonomia la strada che vorrete percorrere.
Allora caro folto pubblico di THE BULL, siamo arrivati alla fine della seconda parte di questo episodio, facciamo un piccolo recap delle ultime tre puntate prima di chiudere così vi resta tutto in testa.
Da domani, quando inizierete DAVVERO a prendere in mano la vostra vita finanziaria ricordatevi queste cose.
COSA DOVETE FARE:
1) Fate un budget, controllate le spese e ottimizzate il vostro risparmio
2) Fate un fondo di emergenza su un conto corrente separato che copra da 3 a 6 mesi di spese (12 se siete paranoici)
3) Pulite tutti i vostri debiti al consumo
4) Investite in strumenti efficienti, diversificati e a basso costo su diverse asset class (usare ETF, good idea!)
5) Informatevi sui fondi di previdenza complementare più idonei rispetto alla vostra professione.
COSA invece NON DOVETE FARE
1) Concentrare gli investimenti in pochi asset scelti alla carlona;
2) Diversificare eccessivamente su 4000 strumenti che è poi più quello che spendete di commissioni che il rendimento;
3) Scegliere gli strumenti prima di aver fatto la vostra pianificazione finanziaria;
4) Trascurare la vostra cultura finanziaria generale.
Seguite questi 9 consigli e probabilmente sarebbe posizionati, come diciamo spesso, nel top 1% della popolazione Italiana quanto a competenza in materia di gestione dei soldi.
Diffondete poi questo podcast più che potete perché se come voi tanti altri aumenteranno il proprio livello di conoscenza, allora prima o poi ce la faremo a scalzare lo Zimbawe che, come abbiamo tristemente raccontato qualche episodio fa, ci guarda dall’alto in basso perché sono più bravi degli Italiani a gestire i soldi e a quanto pare se ricevete un consiglio finanziario da un vostro conoscente a caso e da un abitante dello Zimbawe che avrete fortuitamente incontrato in metropolitana, ascoltate il secondo che probabilmente ne capisce di più.
Prima di chiudere, come sempre ricordo di mettere segui e attivare le notifiche su Spotify, Apple Podcast, Amazon Audible, Google Podcast e gli altri che non mi ricordo e di mettere una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che mi permettono di parlare per ore di finanza personale senza esaurire mia moglie che altrimenti era costretta a sorbirsi tutto questo full time sempre nuovi.
Per questo episodio è tutto e ci ritroviamo tra una settimana a parlare del potere magico dell’1% e di come piccole abitudini possono cambiare radicalmente la nostra vita sempre qui a THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Recensioni
Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!
Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!
Giorgia R., 23 Gen 2025Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva
Gianluca G., 11 Set 2025La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!
Luca G. 10 Ott 2025Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.
Lorenzo, 13 Mar 2025Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!
Massimiliano, 29 Mag 2024Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro
Massimo D., 23 Set 2025Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.
Andrea V., 22 Set 2025Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai
Matteo C., 3 Set 2025Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.
Giulia N., 11 Ago 2025