L’autentico Valore dei Soldi – 5 Cose che avrei voluto sapere 20 Anni fa

Se solo avessi saputo 20 anni fa le cose che so ora! Quanti rimpianti per esserci arrivato un po' tardi ma anche quanto entusiasmo pensando a tutta la strada che ho ancora davanti. In questo episodio parliamo delle 5 cose che avrei voluto sapere 20 anni fa sui soldi, sul risparmio e sull'investimento per raggiungere molto prima l'ambito traguardo della libertà finanziaria. Il potenziale futuro del denaro, la pianficazione, il rendimento dei mercati finanziari, il mio capitale umano e il significato ultimo della ricchezza. I 5 pilatri da tramandare di padre e madre in figlio e figlia per un futuro finanziario migliore.

Difficoltà
27 minuti
The Bull - No Thumb

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Punti Chiave

Comprendi il valore potenziale del denaro e la vera ricchezza come libertà finanziaria.

Pianifica ogni euro, privilegiando risparmio e investimento per il lungo termine.

Sfrutta l'interesse composto e investi nel tuo capitale umano per la crescita del patrimonio.

Trascrizione Episodio

Bentornati a The Bull – Il tuo podcast di finanza personale.

Chissà come sarebbero andate le cose se avessi preso decisioni diverse.

Il ragionamento controfattuale è uno degli aspetti più unici e straordinari del pensiero umano ed è qualcosa che nessun altro animale in natura possiede, neppure in ridottissima quantità.

Il mio intelligentissimo pastore tedesco che per 10 anni ha accompagnato la mia uscita dall’adolescenza e ingresso nella vita adulta aveva imparato benissimo ad associare cause ed effetti.

Sapeva bene che tirar fuori il guinzaglio avrebbe “causato” l’uscita per la sua passeggiata, così come sapeva bene che pronunciare la parola biscotto avrebbe “causato” la sua massima aspirazione serale che era sgranocchiarsi sul tappeto della sala quel bastoncino alla menta per pulirgli i denti.

Come tanti intelligentissimi mammiferi aveva appreso correttamente il concetto di correlazione tra causa ed effetto, quindi il suo cervelletto, per quanto primitivo, era in grado di comprendere cose del tipo “se faccio questa cosa, ne succede un’altra”.

Quello che però nessun animale, che io sappia, è assolutamente in grado di fare è compiere ragionamenti del tipo “se AVESSI fatto questa cosa, allora SAREBBE successa quest’altra cosa”.

Questo è il ragionamento controfattuale, ossia la capacità di ipotizzare scenari alternativi nel passato che avrebbero avuto un impatto diverso sul futuro.

Questa roba qua, ossia infilare il concetto di causalità all’interno del tempo è proprio il marchio di fabbrica dell’intelligenza umana.

Cari amici e care amiche di THE BULL, bentornati tutti insieme qui a parlare di finanza, risparmio e investimenti, anche se sembra che sto facendo un giro così largo che tra un po’ finisco nel podcast di qualcun altro.

Eh si perché appena mi sono messo a scrivere quest’episodio mi è venuto in mente un bel libro che si intitola The Book of Why, di Judea Pearl, che è un mattonazzo fotonico scritto da questo luminare esperto di reti neurali, intelligenza artificiale e un sacco di altre cose super complesse, che si occupa di spiegare come funziona il nostro ragionamento causale per poi applicare i suoi meccanismi alla sua riproduzione artificiale.

Uno dei passaggi più interessanti è l’immagine della scala della casualità, dove appunto mette in ordine tutte le specie animali dotati di abilità cognitive in base alla loro capacità di comprendere il concetto di causa e solo l’uomo, appunto, spicca al vertice come unico animale in grado di pensare i nessi causali in maniera controfattuale, ossia immaginandosi scenari che non sono realmente accaduti e ciononostante proiettando nel futuro il potenziale effetto di azioni se queste si fossero svolte nel passato in alternativa a ciò che è invece successo.

Il libro è molto bello ma NON ve lo consiglio a meno che non abbiate una passione perversa per le letture pensanti come il cemento oppure se dovesse servirvi un rimedio contro l’insonnia.

Il concetto però è affascinante ed è alla base del tema che ha ispirato l’episodio di oggi, ossia: “cosa avrei voluto sapere 20 anni fa su tutto ciò che ha che fare con la gestione del denaro e cosa avrei fatto di diverso se avessi avuto allora le informazioni che ho oggi”.

Già proprio 20 anni fa mentre Lucky era un cucciolo di pastore tedesco di 20 cm OOOOOHHHHH] e io mi accingevo a finire il liceo per poi cominciare l’università, entrambi ci arrovellavamo sul concetto di causa ma allora ci limitavamo unicamente a rapporti di causa effetto nel presente, lui più focalizzato su biscotti e passeggiate mentre io, beh, io avevo 18 anni – e che rapporti di causa effetto volete che avesse in mente un ragazzo di 18 anni?

Di certo non si interrogava sul rendimento composto di un investimento a lungo termine in un indice di azioni internazionali o sul tasso di risparmio mensile necessario a conseguire determinati obiettivi economici per anticipare la possibilità di andare in pensione.

A 18 anni vivi la vita nell’attimo e anche se io non sono mai stato un giovane particolarmente iperattivo, uno di quelli che spreme la vita ogni istante fino alla sua ultima goccia, comunque non ne avevo manco per le palle anche solo di pensare a che cosa servissero i soldi, oltre che alla soddisfazione di esigenze materiali di breve termine.

Per quel che ne sapevo io, si va all’Università, si fa un lavoro, si guadagnano dei soldi, con questi si comprano le cose per vivere e qualcosa per soddisfare i propri desideri, dopo 40 anni si va in pensione e la giostra della vita dopo un po’ termina la sua corsa.

Oh, non che non sia vero tutto ciò, ma con il senno di poi, cazzo mi sono perso tante di quelle opportunità per il solo fatto di non avere piena consapevolezza su come funziona il denaro e sul suo reale scopo che oggi, grazie alla mia straordinaria capacità di ragionare in maniera controfattuale, vorrei davvero mangiarmi entrambe le mani e pure qualcos’altro.

Eh sì, perchè ragionare a ritroso è fighissimo ma ha anche un piccolo effetto collaterale.

E’ la causa dei nostri rimpianti.

Se non potessimo ragionare in maniera controfattuale, non potremmo mai avere rimpianti.

Avete mai visto un cane, un gatto, un delfino o uno scimpanzé divorato dal rimpianto?

No, perché non sa ragionare in modo controfattuale.

Invece così non è per noi umani e chiunque tra noi, chi più chi meno, ogni tanto avrà di che lamentarsi per qualcosa che avrebbe potuto fare diversamente e che invece così non è stato.

Quindi oggi, a tutti gli ascoltatori più giovani di me che mi stanno ascoltando, a tutti quelli della mia età o più grandi (perché comunque le cose, presto o tardi è meglio comunque saperle) e a tutti coloro che magari hanno dei figli che non hanno ancora fatto in tempo a commettere quelle tipiche puttanate che causeranno loro rimpianti nella vita, voglio raccontare le 5 COSE che avrei voluto sapere 20 anni fa e che oggi avrebbero avuto sulla mia situazione finanziaria un impatto notevole.

Ascoltatevi per bene quest’episodio quindi, beneficiate dei miei errori affinché ne facciate il meno possibile voi e abbiate voi e i vostri figli una vita finanziaria migliore della mia.

Poi oh, sia chiaro, ad una certa grazie a dio a ste cose ci sono arrivato comunque e ho iniziato a recuperare un po’ di strada, ovvio è che avessi iniziato a 18 anni invece che a 30, beh, decisamente le cose sarebbero andate in modo diverso.

Quindi, tornassi al 2004, ecco le 5 cose che direi al mio cazzaro sé di 18 anni.

PRIMA COSA: Il vero significato dei soldi.

La cosa che molti di noi faticano a comprendere fino a quando è troppo tardi è come funzionano i soldi e quale ruolo essi hanno nella nostra vita.

Siamo naturalmente abituati a pensare che i soldi siano un mezzo per comprare cose – che in parte è anche corretto – ma mai a comprendere i soldi nel loro valore potenziale per realizzare cose che ancora non esistono.

Capiamoci.

Quando valutiamo un nuovo lavoro, valutiamo di solito il contenuto professionale specifico di quel nuovo ruolo e le possibilità economiche che esso contempla.

Salvo rari casi, nella mia ultradecennale esperienza come head hunter non ho praticamente mai incontrato professionsti che non ritenessero la crescita economica un valore imporante nella loro vita.

Però nel retrocranio il nostro pensiero è quasi sempre: se guadagno più soldi, allora posso comprare più cose. Una casa più grande, un’auto più figa, vestiti più costosi, vacanze più lussuose, più beni in generale per la mia famiglia e così via a seconda dei desideri personali di ciascuno.

Rarissimamente però l’Italiano medio pensa: se guadagno più soldi ho più potenziale per fare crescere il mio patrimonio.

Il ruolo dinamico del denaro, che si mostra unicamente se viene investito, è un aspetto a cui non siamo abituati a pensare e che certamente il giovane me di 20 anni fa non aveva compreso per niente.

A 20 anni avrei voluto sapere che l’unica cosa che conta non è tanto quanto avrei guadagnato ogni anno dal mio lavoro – il più possibile, sarebbe sempre la cosa auspicabile – quanto piuttosto come fare a incrementare il mio patrimonio netto sfruttando il valore potenziale del denaro in [mio possesso e quello che avrei guadagnato.

Compresa questa cosa qua, tutto il mio rapporto con i soldi ne sarebbe uscito completamente rivoluzionato, perché non avrei più pensato ai soldi quanto alla loro capacità di diretta di comprare cose, bensì avrei cercato di vederne il potenziale posticipato nel tempo.

La cosa che non avevo capito è che benché esista certo una qualche correlazione tra il reddito (tra quanto uno guadagna diciamo) e la ricchezza, in realtà le due cose non coincidono affatto.

Come abbiamo visto nell’episodio dedicato a The Millionaire Next Door, guadagnare tanto può accelerare la strada verso la ricchezza, ma sono soprattutto il risparmio e l’investimento che permettono di conseguire un patrimonio in grado di definirmi ricco, perché se guadagno tanto e spendo tanto, sono un facoltoso criceto che corre senza fine nella sua ruotina fatta di stipendio dopo stipendio e poco più.

SECONDA COSA: l’inestimabile importanza della pianificazione finanziaria.

Mi ci volle quasi un decennio per capire che pianificare le proprie finanze non è una sottigliezza tipica dei precisetti, ma una necessità fondamentale e imprescindibile.

Pianificazione finanziaria non vuol dire solo pianificare qualche investimento o qualche specifica spesa (chi di noi non si è fatto un bel file excel prima di mettersi a comprare casa per assicurarsi che tutti i conti sarebbero tornati? Oddio… forse ora che ci penso non proprio tutti lo fanno… va beh, gaffe mia chiedo scusa)

Cmq dicevo, pianificazione significa non lasciare al caso nessun aspetto della propria vita finanziaria.

Pianificare vuol dire:

– avere piena consapevolezza delle proprie entrate;

– avere piena consapevolezza soprattutto delle proprie uscite;

– destinare correttamente i propri soldi alle spese, ridurre quelle fisse e adottare buone abitudini su quelle accessorie;

– riservare alla quota di investimento la massima parte possibile del mio risparmio.

Siamo invece tutti abituati a fare il contrario.

Spendiamo i soldi per comprare le cose di cui abbiamo bisogno o che desideriamo avere e poi alla fine vediamo quanto ci è rimasto, quando invece dovremmo sempre ragionare esattamente al contrario, ossia:

– assegnare una quota ben definita del nostro denaro a determinate spese per beni necessari e accessori e

– dare la massima priorità al risparmio da allocare ai nostri investimenti.

Come abbiamo detto in tanti episodi, ricordatevi molto bene questa cosa, che avrei tanto voluto sapere 20 anni fa.

Non pensate mai ai soldi nel loro valore attuale, così come non dovete mai pensare al costo di una spesa limitata al suo importo odierno.

Il caffé al bar non costa 1 euro e venti al giorno.

Il caffé al bar costa 40.000 € se quell’euro e venti venisse investito per 30 anni nell’azionario globale.

Comprare un’auto che costa 10.000 € in più per avere i cerchi da 17 e i sedili in pelle non costa per noi 10.000 €, ma quasi 100.000 euro se investiti allo stesso modo.

Chiaro?

Immaginatevi l’infinità di soldi che avete sperperato in cose che hanno portato quasi ZERO valore aggiunto alla vostra vita.

Immaginatevi quante migliaia di euro vi sono uscite senza rendervene conto dal portafoglio e che valore a lungo termine avrebbero potuto realizzare.

Un po’ rosicate eh? Beh io sì di brutto!

Ogni 1.000 € che ho sperperato a cazzo di cane sarebbe potuto valere 10 volte tanto 30 anni dopo, senza la necessità del vostro benché minimo sforzo per farlo fruttare.

E qui vengo alla TERZA COSA: come funzionano i mercati finanziari, l’interesse composto e il tempo.

Dio solo sa quanto avrei voluto che a 20 anni qualcuno mi sbattesse in faccia la potenza devastante dell’interesse composto e come nel tempo i mercati finanziari avrebbero moltiplicato grazie ad esso i miei soldi.

In sintesi, quali cose avrei voluto sapere?

Beh avrei voluto sapere questo:

UNO: i mercati finanziari non sono una roba brutta e cattiva in cui la gente perde i soldi.

Oddio, è anche questa roba qua, soprattutto se non sai quel che stai facendo e hai la pretesa di bruciare le tappe e fare soldi facili subito.

Ma lasciata da parte quest’aberrazione, avrei voluto sapere che i mercati finanziari, soprattutto il mercato azionario, ha un’intrinseca tendenza alla crescita, nonostante ci ricordiamo della sua esistenza solo quando le borse crollano mentre nessuno se le inc**a finché raccimolano pian piano qualche frazione di punto percentuale al giorno, trasformando così però poche migliaia di euro in milioni nel lungo termine.

DUE: avrei voluto comprendere pienamente questa cosa che i rendimenti di un investimento si sommano ai rendimenti passati, in un’alchimia meravigliosa di cui per anni non si apprezzano gli effetti, finché ad un certo punto esplodono con la loro forza dirompente.

Sappiate che qualunque importo fosse stato investito nell’S&P 500 il giorno in cui sono venuto al mondo 37 anni fa, oggi sarebbe diventato 41 volte più grande.

TRE: avrei tanto voluto capire che il Tempo è la cosa più democratica e allo stesso tempo crudele del mondo.

Scorre per tutti allo stesso modo e non risparmia errori a nessuno.

Ma soprattutto è il tempo ciò che più di ogni altra cosa moltiplica i soldi e fa tutta la differenza del mondo nel destino delle nostre finanze.

Seguitemi bene:

Per gli effetti non lineari della crescita esponenziale dell’interesse composto, il tempo scorre sempre alla stessa velocità ma più si va avanti più ogni singolo istante pesa sempre di più rispetto all’istante precedente.

O detto altrimenti: più tempo i nostri soldi sono investiti, maggiore è la velocità con cui essi istante dopo istante crescono di valore.

Ho 3 messaggi per voi cari follower di The Bull, che tanta gioia mi date stando ogni settimana ad ascoltare quel mix di informazioni finanziarie e stronzate galattiche che racconto in questo podcast:

– per i più giovani tra voi, che magari avete appena iniziato a lavorare – o forse non ancora – e che forse avrete i primi soldi da parte e il desiderio con essi di fare quante più cose possibili come se non ci fosse un domani vi dico:
risparmiate e investite più che potete! Investite 10.000 € a 25 anni e lasciateli investiti fino ai 65 anni.
Se i rendimenti futuri saranno in linea con quelli passati, questi 10.000 diventeranno oltre 200.000 prima ancora che sentirete scoccare il Gong dell’INPS che vi concederà di poter smettere di lavorare e andare in pensione.

L’opportunità di far crescere così tanto così pochi soldi non ce l’avrete più.
Non sprecatela.

– per i meno giovani come me e forse anche di più, per tutti coloro che sono vicini ai 40 e forse anche ai 50, a tutti voi dico: it’s never too late e rispetto ai giovincelli di cui sopra forse avrete anche qualche risorsa economica in più.
Il tempo passato non lo recuperate, ma più spingete con il vostro mix di risparmio e investimento, più il vostro patrimonio potrà crescere nel minor tempo possibile.

Non è mai troppo tardi, davvero.
1.000 € al mese in un più conservativo portafoglio 60/40, se mantiene il suo rendimento storico di circa il 7%, in vent’anni sono mezzo milione di euro!

Ok 20 anni sono un sacco di tempo.
Ma tra vent’anni, sempre per quel discorso del ragionamento controfattuale che mannaggia a lui non ci lascia in pace e ci fa venire rimpianti per ogni cosa, vi roderà il culo se quel mezzo milione alla fine non ce l’avrete!

infine

– per i giovani e meno giovani che hanno dei figli più o meno piccoli, che stanno per averne, che ne avranno in futuro, avete per loro un’opportunità unica.
Pochissimi tra noi sono diventati investitori nell’anno 0 della propria vita.
Ora immaginatevi neonato che grazie ai suoi lungimiranti genitori può investire 100 € al mese in un ETF sull’S&P 500.
Quando questo bambino o bambina avrà finito l’università, potrebbe scoprire di avere nel suo deposito titoli oltre 100.000 €!
E se anche non investisse più un solo euro per il resto della sua vita – sarebbe probabilmente un’idota – però lasciando semplicemente investiti questi 100.000 in un portafoglio 60% azioni e 40% obbligazioni, il fortunello andrebbe in pensione con oltre un milione e mezzo di euro senza muovere un dito!

DISCLAIMER: qualcuno tra voi mi ha scritto un suggerimento su che tipo di investimento fare per i bambini.

Qui abbiamo fatto una semplificazione, anche se in linea di principio non c’è nulla di sbagliato nell’investire al 100% nell’S&P 500.

Personalmente forse sceglierei un indice azionario globale, sai mai che domani l’America rallenta e altri paesi crescono, però è anche vero che non sono cose che accadono dalla sera alla mattina, quindi in tal caso fareste comunque sempre in tempo ad adattare il portafoglio in base a quel che succede nel mondo.

Sicuramente per un neonato, che ha un orizzonte temporale di praticamente un secolo, non avrei dubbi a fare 100% azionario, sapendo che attraverseremo sia crisi che bull market, ma anche che nel lunghissimo termine ci ritroveremo con ogni probabilità con un mercato molto più in alto rispetto a dove avevamo cominciato.

Quando invece il patrimonio aumenta e l’età è più avanzata, naturalmente restano valide tutte le varie cose dette a più riprese sull’asset allocation.

Tornando alle 5 cose che avrei voluto sapere, veniamo alla

QUARTA COSA: l’importanza della propria dimensione professionale.

Questa tematica non è strettamente finanziaria ma come abbiamo detto il lavoro è fondamentalmente ciò che ci fornisce le risorse da dedicare ai nostri investimenti.

Senza lavoro, niente guadagni, niente investimenti, no martini, no party.

(questa è un po’ da Boomer, lo so mi spiace mi è uscita così…)

Cmq, il capitale finanziario è fondamentale, ok.

Il capitale umano, però, è una straordinaria risorsa molto spesso sottovalutata.

Oggi viviamo in un’epoca in cui il mondo del lavoro è polarizzato tra due estremi: da un lato abbiamo più opportunità di quante ce ne siano mai state nella storia dell’uomo – fidatevi, faccio l’Head Hunter per la più grande multinazionale del mondo in questo settore quindi so di che parlo, chi vi dice che oggi c’è meno lavoro che in passato, che ci sono poche opportunità, che i giovani non hanno futuro, dice solo cazzate; dall’altro, e qui in parte si spiega perché a volte c’è l’impressione che le opportunità siano limitate, il mondo del lavoro è diventato molto più competitivo e specializzato.

Oggi non c’è scampo: o si dispone di competenze allineate a ciò che il mondo del lavoro richiede, altrimenti si è fuori.

In tutto il mondo occidentale, e l’Italia non fa eccezione, viviamo un mismatch mai misto tra richiesta di competenze e professionisti che le posseggono.

Per quanto paradossale possa sembrare, relativamente poche persone sanno fare le cose di cui la maggior parte dell’economia del nostro Paese avrebbe bisogno.

L’Italia potrebbe assumere in quantità quasi illimitata Ingegneri, informatici, chimici, medici, ma anche periti meccanici, tornitori e fresatori, idraulici, elettricisti, infermieri, camerieri, cuochi, così ancora come esperti in Digital Marketing, in contabilità, nelle vendite, autisti di camion, addetti al customer service internazionale e l’elenco è sterminato.

Eppure in ciascuna di queste categorie, che sono una frazione del totale, mancano in maniera drammatica professionisti con le competenze idonee.

Basta volerlo e di lavori pure ben pagati in Italia ce ne sono un botto.

Abbiamo però un esercito di laureati in materie poco spendibili sul mercato del lavoro, migliaia di lavoratori con competenze ormai obsolete e mai rinnovate e in generale – e qui faccio l’anziano – una miriade di giovani che ha letteralmente preso sottogamba l’importanza della formazione professionale nei tempi corretti e allineata alle richieste del mercato del lavoro.

Vi dico una cosa che vale per tutte.

Una delle competenze più richieste in qualunque settore e per qualunque ruolo che in Italia è ancora sorprendentemente scarsa è la conoscenza della lingua Inglese.

Incredibile dire questa cosa nel 2023, ma ancora oggi più di metà delle persone che devono affrontare un colloquio di lavoro si tirerebbero indietro se il colloquio si tenesse in Inglese.

Tutto sto pippozzo per dire cosa?

Per dire che l’investimento sul proprio capitale umano, sulla formazione scolastica, universitaria e professionale, sono qualcosa di imprescindibile nell’epoca in cui viviamo.

Non sono tra quelli che crede che l’intelligenza artificiale ci ruberà il lavoro perché la stessa cosa, nelle varie epoche, è stata detta per qualunque invenzione l’uomo abbia prodotto dal telaio al computer.

Credo però che il lavoro si trasformi in continuazione e se oggi per fare il programmatore informatico devi conoscere Chat-GPT, cazzo devi imparare a usare Chat-GPT altrimenti il lavoro non te lo porterà via Chat-GPT ma un altro informatico più sveglio di te che ha capito che la programmazione domani non si farà più come è stata fatta sino a ieri.

Se siete giovani, sappiate che non avete finito di studiare dopo l’università, avete appena cominciato. Se vi fermate siete fottuti.

Se siete meno giovani, stesso discorso o siete fottuti pure voi e al quadrato perché avete meno tempo a disposizione e siete pure più costosi.

Cosa avrei voluto sapere 20 anni fa quindi?

Avrei voluto sapere con chiarezza cristallina che la pianificazione delle mie finanze non è fatta solo dell’ottimizzazione dei miei risparmio e dell’investimento a lungo termine nei mercati finanziari, ma prima di tutto nell’investimento del mio capitale umano in grado di massimizzare il mio valore sul mercato del lavoro così da garantirmi quante più risorse possibili per alimentare il mio capitale finanziario.

Ricevete uno stipendio da fame?

Siete in stage e vi pagano 2 lire?

Rientrate nella generazione da 1000 euro al mese?

Vi credo.

Ma non accettate che la cosa sia ineluttabile, perché così non è.

Formatevi su competenze che il mercato del lavoro richiede ossessivamente e il vostro valore su questo mercato lieviterà

Chiaro?

QUINTA E ULTIMA COSA.

20 anni fa avrei capire subito qual è l’autentico significato della ricchezza.

Quando pensiamo a qualcuno di ricco pensiamo magari ad un milionario con l’attico in centro a Milano, una casa a Curma e l’altra a Forte, la barca e la Porsche, che però è un pezzente rispetto a Cristiano Ronaldo, il quale a sua volta è un pezzente se confrontato con Giovanni Ferrero, l’uomo più ricco d’Italia e titolare della gloriosa crema spalmabile alla nocciola, grazie ai suoi quasi 40 miliardi di euro di patrimonio, che però anche lui è un pezzente di fronte ai quasi 270 miliardi di dollari di Elon Musk.

A proposito, sapete quanto significa essere ricchi come Elon Musk?

Significa che anche se perdesse il 99% del suo patrimonio, sarebbe ancora un cazzo di miliardario!

Ma non è questo l’autentico significato della ricchezza.

Oltre un certo livello, è solo una questione di statistica e di ego.

L’autentico significato della ricchezza, che assume poi una connotazione del tutto soggettiva, coincide piuttosto con il raggiungimento della libertà incondizionata.

La vera ricchezza è la possibilità di non dover più dipendere da un lavoro di qualunque natura, ma essere invece liberi di disporre del 100% del proprio tempo per vivere la vita che più ci appaga.

Magari lavoreremmo lo stesso, ma probabilmente faremmo solo qualcosa che davvero realizza le nostre ambizioni e non qualcosa perché portare a casa la pagnotta non è un’opzione se vogliamo sopravvivere.

20 anni fa avrei voluto sapere soprattutto quest’ultima cosa, perché avrei iniziato molto prima a coordinare tutti i miei sforzi in funzione del raggiungimento dell’obiettivo ultimo, dell’unica cosa che conta, ossia dell’appropriazione assoluta di tutto il mio tempo nella piena libertà di poterlo impiegare esclusivamente per la mia felicità.

Quindi, mettiamo insieme tutti i pezzi, cosa dovete stamparvi in testa voi giovani e meno giovani e cosa dovete incidere nel cervello dei vostri figli?

Queste 5 cose:

UNO: il valore potenziale del denaro nel futuro

DUE: pianificare, pianificare, pianificare ogni singolo euro che entra ed esce dal portafogli

TRE: il rendimento composto degli investimenti nei mercati finanziari è un’opportunità troppo importante da sottovalutare

QUATTRO: investire sul capitale umano massimizzando le opportunità del mercato del lavoro. Bello seguire le proprie passioni, molto più bello farlo se avete un pacco di soldi da parte.

CINQUE: la vera ricchezza è la libertà, fate tutto quello che fate solo se l’obiettivo finale e rendervi liberi.

E con quest’immagine quasi poetica, cari amici miei, siamo così giunti alla fine anche di quest’episodio dai tratti quasi filosofici e attraversato da un contrastato mix di sentimenti che vanno dal rimpianto per non aver fatto certe cose in passato all’entusiasmo nel sapere che certe cose posso ancora farle per il futuro.

Allo stesso modo anche voi dovreste provare lo stesso sentimento.

Un fortissimo bruciore là dove siete soliti sedervi e allo stesso tempo la consapevolezza che il vostro destino finanziario e ancora completamente nelle vostre mani.

Detto questo, vi invito come sempre a consigliare a tutta la popolazione della Terra questo podcast, per continuare a farlo crescere fino a farlo diventare il punto di riferimento ultimo per la formazione finanziaria in Italia (cazzo siamo a posto se The Bull diventa sta cosa, vuol dire che l’Italia è un paese perduto).

Cmq sia, ricordatevi di mettere segui e attivare le notifiche su Spotify, Apple Podcast e tutti gli altri e lasciate una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti pieni di rimpianti perché abbiamo il ragionamento controfattuale ma anche comi di speranza ed entuasiasmo perché finalmente abbiamo capito l’interesse composto sempre nuovi!

Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci ritroviamo presto, sempre qui, con The Bull — Il tuo Podcast di Finanza Personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!

Massimiliano, 29 Mag 2024

Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!

Giorgia R., 23 Gen 2025

Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.

Lorenzo, 13 Mar 2025

Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai

Matteo C., 3 Set 2025

Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai

Francesca B., 6 Apr 2024

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva

Gianluca G., 11 Set 2025

Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.

Andrea V., 22 Set 2025
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