Mercati ai Prezzi Massimi: meglio Aspettare o Investire?

Mercati sui massimi a Dicembre negli Stati Uniti e in Europa. Cosa fare con i nostri investimenti? Aspettare che il mercato scenda per acquistare a sconto, o investire subito per non perdere il treno? Lo scopriamo in quest'episodio dedicato ad una delle domande che più tormentano gli investitori dalla notte dei tempi: "quando è meglio investire?"

Difficoltà
30 minuti
The Bull - No Thumb

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Punti Chiave

Non è possibile prevedere massimi o minimi di mercato.

Investi con costanza, indipendentemente dai prezzi, per il lungo termine.

Il 'Buy the Dip' è inefficace.

Una solida pianificazione finanziaria è più importante del market timing.

Trascrizione Episodio

Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale

Dopo lo scorso episodio parlato a vaneggiare di dilemmi amletico-finanziari che abbiamo condito con riferimenti tanto alla Divina Commedia quanto all’importanza del soffritto nelle ricette nostrane, oggi nuova domandona da brividi che, contornata come sarà dalla solita sequela di cazzate che devo per forza dire sennò restano intrappolate nella mia testa e mi viene l’emicrania, va a toccare un tema importantissimo, soprattutto di questi tempi.

Ebbene sì, questo episodio uscirà il 13 dicembre 2023, mentre io lo sto registrando 5 giorni prima, subito dopo aver letto il consueto report mensile sui posti di lavoro creati negli Stati Uniti, uno dei dati economici più importanti che guarda il mondo intero per capire come si orienterà la superpotenza a stelle e strisce.

Insomma, alle 14:30 è uscito il report, più o meno è andata come ci si aspettava, per 2 minuti i futures sono impazziti come sempre e poi si sono normalizzati e quindi in pratica non è successo niente di particolare, se non un leggero rialzo dei rendimenti dei bond per via dell’impressione da parte degli investitori che l’economia americana stia continuando a tenere bene e che quindi tagli imminenti dei tassi non dovrebbero esserci.

Ci fosse stata un’impennata della disoccupazione, invece, probabilmente i bond avrebbero fatto un altro rally (che vuol dire: prezzi su e rendimenti giù).

Oh lo so che sta cosa dei tassi di interessi vi ha un po’ rotto il ca**o e che ve la sto menando da mesi come un disco rotto, però ragazzi abbiate pazienza, questo 2023 è stato in buona parte legato alle aspettative dei mercati nei confronti dei Tassi di Interesse della Federal Reserve.

Fondamentalmente i due super argomenti dell’anno sono stati: l’euforia abnorme nei confronti dell’Intelligenza Artificiale, che a ragione o torto ha spinto alle stelle il valore delle Magnifiche Sette, e l’innalzamento da record dei tassi di interesse da parte della Fed e della Banca Centrale Europea che hanno prima affossato le borse nel 2022 e poi hanno cominciato a farle correre una volta che si è capito che con gli aumenti ormai dovremmo essere a posto e che dall’anno prossimo dovrebbero cominciare a esserci i primi tagli, per la gioia delle imprese che necessitano di prestiti per investire, di chi deve sottoscrivere un mutuo e via dicendo.

Comunque, perché facciamo quest’episodio oggi?

Beh, perché se non succede nulla dopo tra quando avrò registrato l’episodio e quando uscirà, dopo il Novembre da record che ci siamo lasciati alle spalle anche Dicembre sembra stia andando nel verso giusto e ormai praticamente tutti i mercati principali sono molto vicini ai massimi, se non già sui massimi.

Cosa significa essere sui massimi?

Un certo asset si dice che è sui massimi quando il suo prezzo ha raggiunto il livello più alto di sempre o è tornato ad un precedente livello record.

Massimi assoluti sono quelli di tutta la storia di quell’asset, mentre massimi relativi sono quelli che vengono presi in considerazione solo in un certo orizzonte di tempo (per esempio: il prezzo massimo di un’azione o di un indice da 10 anni a questa parte).

Oggi come stiamo messi.

Eh, oggi siamo abbastanza in alto dappertutto.

Partiamo dall’indice degli indici: l’S&P 500.

Il super indice delle Big Company americane non è propriamente ai massimi, dato che aveva raggiunto il suo picco a fine 2021 quando quotava oltre 4.760 punti, mentre oggi siamo intorno ai 4.600.

Però per le dinamiche del cambio euro/dollaro di cui vi avevo parlato un paio di episodi fa, gli ETF Europei che replicano l’S&P 500 sono invece ai massimi di tutti i tempi, ossia hanno raggiunto il prezzo più alto mai visto nella loro vita.

Tra l’altro nota di colore.

Le previsioni finanziarie non le azzecca mai nessuno e sono utili come una vaschetta di mascarpone a Natale se vi siete dimenticati di comprare il panettone, però faccio notare che nell’episodio 50, registrato oltre un mese fa, avevo formulato l’ipotesi che VUAA, l’ETF di Vanguard sull’S&P 500, a dicembre potesse quotare 80 € e ieri sera ha chiuso a 80,41 €.

Coincidenze?

[IO NON CRETO, Crozza Razzi]

Vedete, io sono in grado di prevedere i prezzi futuri, ma siccome voglio restare umile sennò divento subito ricco e smetto di fare il podcast investo senza basarmi sulle mie formidabili previsioni.

[che umiltè, Crozza Sacchi]

Così, dovevo dire ste due stronzate per ficcare dentro le battute di un paio di personaggi di Crozza che mi hanno sempre fatto spaccare.

Stesso discorso, per le medesime ragioni, anche per l’indice MSCI World, i cui ETF europei sono ai massimi storici.

Sempre ai massimi storici abbiamo inoltre:

– Il DAX 30, ossia l’indice delle 30 più grandi società tedesche;

– Il CAC 40, l’indice principale francese;

– Lo Stoxx 600, l’indice delle 600 più grandi società Europee

– Il Nikkei non ha ancora recuperato dai massimi toccati a fine anni ’80, ma è praticamente ai massimi dal 1990.

Il nostro FTSE MIB invece è lontano anni luce dal picco raggiunto nel 2000 di oltre 45.000 punti, mentre oggi viaggia appena sopra i 30.000, nonostante l’anno da super record che sta andando a concludersi.

Ah già che ne stiamo parlando, io non mi farei troppe illusioni sull’azionario Italiano. Quest’anno il FTSE MIB ha fatto esageratamente bene perché il nostro indice nazionale è dominato soprattutto dalle Banche che hanno largamente beneficiato dell’impennata dei tassi di interesse, oltre a questo purtroppo non ci vedo particolari segnali di un’economia fiorente e in grande sviluppo.

Cmq FTSE MIB a parte, che tutto insieme non vale che una frazione della sola Apple, il vero grande assente da questo momento di gloria dei mercati è la Cina, con l’Hang Seng di Hong Kong che non torna sui suoi massimi ormai da 5 anni.

Quindi, se prendiamo i mercati azionari principali cosa abbiamo?

– America: sui massimi, almeno per noi europei;

– Europa: sui massimi;

– Giappone: non sui massimi ma comunque sui massimi da 30 anni;

– Mercati emergenti: decisamente non sui massimi e con la Cina che ha una traiettoria chiaramente verso il basso.

Cmq Cina a parte, con quasi tutto che è andato su parecchio la domanda che mi potreste fare (e che in effetti direi quasi una cinquantina tra voi ha fatto) è:

MA CONVIENE INVESTIRE ADESSO O E’ MEGLIO ASPETTARE CHE IL MERCATO SCENDA UN PO’?

Questa è probabilmente la domanda delle domande che da oltre un secolo si fanno tutti gli investitori del mondo.

QUANDO INVESTIRE E SU COSA INVESTIRE.

Il buon senso infatti porterebbe a dire: “se ormai i mercati sono al loro punto massimo mai toccato prima, è probabile che presto o tardi tornino giù e che quindi sia più conveniente aspettare che scendano prima di investirci nuovi soldi, così potrò comprare le mie quote a prezzi migliori”.

La famosa teoria newtoniana della gravitazione finanziaria universale!

Questa cosa nel gergo di Wall Street si chiama “Buy the Dip”, una sorta di: “compra la buca”.

Idealmente, se uno fosse sempre in grado di mettere i soldi nel proprio portafoglio solo quando il mercato è calato, otterrebbe il massimo del rendimento perché comprerebbe solo a prezzi convenienti.

(in maniera speculare, e sempre in un mondo ideale, dovrebbe anche sapere quando si trova su un massimo per vendere prima che i prezzi scendano).

Ora, care ascoltatrici e cari ascoltatori di The Bull.

Adesso che da un po’ di tempo avete cominciato a masticare per bene tutte le tematiche di finanza che trattiamo qui e magari avete pure cominciato a metterci i vostri soldi, sicuramente ad un certo punto questa brillante idea vi sarà balenata nella testa.

Sono certo che almeno una volta chiunque tra voi avrà pensato: “ah, ora che i mercati sono saliti tanto, aspetto che scendano così investo a prezzi migliori e guadagno di più”.

Sentite, statemi ad ascoltare un attimo.

Cercherò di dire quello che sto per dire nel modo più strutturato e accademico che mi viene.

Questa cosa del “Buy the Dip” è una grandissima idea del ca**o.

Quindi se stavate pensando di tenervi lì i vostri soldini in banca in attesa di qualche crollo per poi trasformarvi in novelli Warren Buffett e comprare a prezzi stracciati, mi spiace per voi, questa cosa è fattibile solo in teoria, in pratica assolutamente no, altrimenti se fosse fattibile nessuno a Wall Street avrebbe dubbi sul da farsi e comunque il mercato avrebbe già incorporato nei suoi prezzi queste certezze creando a sua volta nuove incertezze.

Ma perché, mi chiederete, non è possibile determinare quando ci troviamo su un massimo o su minimo?

Sembra la cosa più semplice del mondo, quando sono ai minimi compro, quando sono ai massimi non faccio niente (o addirittura vendo).

Eh ma il problema intanto è il seguente:

– Non c’è nessun modo di sapere quando ti trovi in un minimo mentre ti ci trovi e

– Non c’è nessun modo di sapere quando ti trovi in un massimo mentre ti ci trovi.

Queste cose le puoi registrare solo a posteriori.

Se oggi guardo il grafico dell’S&P 500 posso dire che il 16 marzo del 2020 il mercato ha toccato il fondo, nei mesi buoi dell’esplosione del Covid e dell’inizio dei lockdown, prima di cominciare la sua impressionate crescita arrivata sino ad oggi.
Ma vi assicuro che il 16 marzo 2020 non c’era assolutamente nessun modo per sapere se quello sarebbe stato il punto più basso da cui ripartire o semplicemente un punto oltre il quale la discesa sarebbe continuata.

In questo momento siamo ai massimi, ok, ma allo stesso modo ciò non significa che i prezzi abbiano smesso di salire.

Per quello che ne sappiamo noi, preso un qualunque momento a caso abbiamo sempre esattamente il 50% di probabilità che da lì in poi il mercato salga o scenda.

Anzi ad essere precisi, se ci basiamo sulle statistiche dell’S&P 500, teoricamente preso ogni giorno a caso abbiamo circa il 53% di probabilità che il rendimento di quel giorno sia positivo e il 47% che sia negativo.

Quindi se oggi venerdì 8 dicembre 2023, l’ultimo dato che ho disposizione, il mio ETF sull’S&P 500 è sul suo massimo storico, la probabilità che lunedì prossimo il suo prezzo salirà ancora sarà del 53%, mentre con il 47% delle probabilità potrà scendere e così via per ogni giorno successivo.

Pertanto, in ogni singolo momento, ci troviamo sempre in un bivio completamente alla cieca tra un mercato che andrà su o un mercato che comincerà ad andare già chissà per quanto.

Quando quindi vedete un video di qualche fenomeno che vi mostra un grafico e vi spiega che sta per succedere qualcosa, per favore, non dategli retta perché i grafici hanno senso solo a posteriori, mentre non hanno la benché minima capacità predittiva rispetto al corso che il mercato avrà da lì in poi.

Il fatto di essere su un massimo, dunque, non significa che siamo arrivati al massimo assoluto. Non significa niente. Che oggi l’S&P 500 sia a 4.600 punti è del tutto indifferente, così come se fosse a 4.500 o 4.700.

L’indice potrebbe infatti continuare la sua corsa fino ad arrivare a 5.000 o magari 5.500 o magari 6.000 punti prima di affrontare una correzione (cioè una discesa negativa di almeno il 10%).

O allo stesso modo domani o in un qualunque giorno a caso delle prossime settimane potrebbe iniziare a crollare e non sapremo, finché ci saremo dentro, se il crollo terminerà a -10%, – 20%, -40% o -80%.

Solo a posteriori saremo in grado di determinare quale sia stato il massimo e quale il minimo di un’azione o di un indice.

Pertanto, attenzione bene a questa cosa, per quanto strano vi possa sembrare, preso in sé e per sé il prezzo di un’azione — e soprattutto di un indice per quel che interessa a noi — è del tutto irrilevante ai fini della decisione se investirci o no.

Non fatevi quindi confondere le idee dagli analisti (tanto quelli veri quanto i cazzari che popolano YouTube) che cercano di compiere operazioni di chiaroveggenza finanziaria determinando se i prezzi siano sopravvalutati, sottovalutati o giusti.

Sparano previsioni a caso senza nessun senso e soprattutto senza alcun valore predittivo.

Qualche settimana fa ho letto un report su Apple che metteva insieme le stime di 46 analisti sul target price della società, ossia sul prezzo in borsa che avrebbe dovuto rifletterne al meglio i valori fondamentali.

Queste 46 previsioni, con il prezzo di Apple che oggi è sui 195 dollari, spaziavano da previsioni da 116 a 240 dollari.

Che praticamente è come fare le previsioni del tempo e dire che il 9 maggio del 2026 probabilmente o pioverà o ci sarà il sole.

Queste previsioni di solito si basano su una serie di analisi che prendono in considerazione un elenco sterminato di metriche, la più citata delle quali è il rapporto tra prezzi e utili (e in particolare il rapporto tra prezzi e utili attesi nei prossimi 12 mesi, quindi una previsione che si basa su un’altra previsione, ma come potrà mai non essere affidabile mi chiedo!)

Oggi il rapporto tra i prezzi e gli utili, il cosiddetto price-earning ratio, delle società dell’S&P 500 è intorno a 22 nel momento in cui sto registrando, ossia i prezzi medi delle società dell’indice sono circa 22 volte i loro utili per azione medi.

Se guardiamo in prospettiva, questi multipli — si dice — sono nettamente più alti della media storica dell’S&P 500, che dovrebbe essere intorno a 15-16.

Fosse così semplice, allora uno dice: “benissimo, i prezzi sono troppo alti, presto andranno giù, quindi non compro, anzi vendo”.

In realtà il fatto che il rapporto tra prezzo e utili sia a 22 può voler dire due cose con la stessa identica probabilità:

– UNO: che il mercato è sopravvalutato e quindi scenderà di prezzo; oppure

– DUE: che il mercato non è sopravvalutato e quindi continuerà a salire di prezzo.

Si lo so vi sembra paradossale, ma è così.

E voi mi chiederete, ma allora perché gli analisti fanno le analisi se le analisi non servono a nulla?

La risposta migliore che mi viene è perché ci sono miliardi di dollari di fee da incassare da parte delle banche di investimento e altri soggetti finanziari di tutto il mondo per fare ste valutazioni qua.

Tutti vogliono delle stime per sapere dove mettere i soldi, anche se queste stime sono fondamentalmente inutili.

In fondo fa parte della natura umana aggrapparsi a quel che capita di fronte all’incertezza, pur di aver qualcosa che possa rassicurarci nelle nostre decisioni sul futuro.

Se un investitore istituzionale deve rischiare qualche miliardo dei suoi clienti, col cazzo che investe a caso e che dice ai suoi clienti che tanto è impossibile prevedere, perché quelli il giorno dopo gli portano via tutti i soldi e vanno da un competitor che li riconglionirà a colpi di report e power point in cui “dimostrerà” ché la sua strategia di investimento sarà vincente.

No, il buon asset manager, il buon gestore di hedge fund, la brava banca d’investimento o la familiare SGR di turno guardano tutti le stime degli analisti e prendono decisioni ben fondate sui dati, che hanno lo stesso valore di decisioni prese lanciando una moneta, ma che almeno gli parano il culo se succede qualcosa e i clienti si incazzano.

Queste analisi, intendiamoci, non è che non abbiano rigore scientifico. Anzi.

Ci sono dietro calcoli e modelli matematici complessi.

Il punto è che non ci permettono di prevedere neanche 5 minuti prima cosa farà il mercato 5 minuti dopo.

Infatti, giusto per citare uno che non cito mai, il mito di Warren Buffett si è affermato nel tempo perché lui non ha mai provato a fare una previsione. Lui compra le azioni di una società se ritiene, dopo anni di studi, che il suo modello di business sia solido, i prodotti eccezionali, il management competente e il bilancio forte. Non in base alla previsione che le azioni di quella società andranno su o giù.

La sua idea è semplice: se una società è di valore, porterà soldi. Se non lo è, non ne porterà.

Nel breve-medio termine, tutto può succedere.

Per fare sta cosa però dovete essere Warren Buffett e mi dispiace ma in milioni ci provano e quasi nessuno ci riesce.

Quindi, che si fa?

Siamo condannati all’incertezza assoluta e lasciare i nostri soldi in balia del puro caso?

Da un certo punto di vista assolutamente sì.

Fatevene una ragione, rinunciate alla pretesa di poter controllare quel che succede ai vostri investimenti e trovatevi un hobby.

Dall’altro però lasciatemi dire un paio di cose che dovrebbero, in parte, rassicurarvi, almeno per quanto riguarda sta cosa di investire quando i mercati sono ai massimi,

Allora prendo sempre l’S&P 500 non per qualche motivo particolare, ma semplicemente perché è quello con più dati e studi sopra di qualunque altro al mondo.

– Sappiate intanto che negli ultimi 100 anni di storia, l’indice ha registrato un massimo relativo un mese su tre.
Se considero solo il 2023, l’indice ha segnato un massimo da inizio anno a Febbraio, Maggio, Giugno, Luglio e Dicembre.
Se prendo il 2021, abbiamo avuto massimi assoluti a Febbraio, Marzo, Aprile, Maggio, Giugno, Luglio, Agosto, Ottobre, Novembre e Dicembre.

– Negli ultimi 30 anni, ossia da inizio anni ’90 ad oggi, ho contato a manina, uno per uno, le oltre 100 volte in cui l’S&P 500 ha toccato un nuovo massimo rispetto ad un picco precedente (e in mezzo abbiamo avuto due mega crisi e un 2022 da incubo).

– Inoltre diversi studi, tutti con metriche diverse e differenti metodi di calcolo tra di loro, hanno dimostrato che in sostanza investire vicino ad un picco dell’S&P 500 ha generato fondamentalmente lo stesso ritorno che si sarebbe ottenuto facendo lo stesso investimento quando l’indice si trovava sotto di oltre il 5% rispetto al picco.

Cioè in altri termini. Investire quando si è sui massimi genera in media più o meno lo stesso rendimento a lungo termine che si otterrebbe investendo quando il mercato è più basso.

Il motivo di ciò è molto semplice.
Se oggi investo ad un prezzo che OGGI sono in grado di considerare un massimo, non significa che i prezzi da qui scenderanno, ma come dicevamo prima potrebbero benissimo scendere o continuare a salire per un tempo indeterminato e imprevedibile con la stessa identica probabilità.

Poi a posteriori, chiaro, tutti geni!
Eh si sapeva che sarebbe successo!
Eh io avevo visto che lì il mercato era alto, era ovvio che poi ci sarebbe stata la crisi!

Tutti fenomeni, poi mi chiedo perché se hanno queste capacità di divinazione non sono fantamiliardari ma va beh.

È celeberrima una frase di Peter Lynch, che è il leggendario gestore del fondo Magellan di Fidelity e che dal 1977 al 1990 è stato in grado di ottenere un fantascientifico 29% di rendimento medio all’anno attraverso la sua straordinaria capacità di selezionare le aziende migliori da inserire nel fondo, che disse:

“sono stati persi dagli investitori molti più soldi nel tentativo di prepararsi a qualche correzione del mercato che non durante le effettive correzioni del mercato”.

Un’altra frase arcinota sulle scarse capacità della finanza di anticipare le crisi è quella del premio Nobel Paul Samuelson che già nel 1966 scrisse ironicamente su Newsweek che gli investitori di Wall Street erano stati in grado di prevedere NOVE delle ultime CINQUE recessioni.

Quindi, long story short, durante i massimi è meglio investire o aspettare?

RISPOSTA: Statisticamente, conviene sempre investire in qualunque momento vi troviate e in modo del tutto indipendente rispetto a quel che sta succedendo sul mercato.

Poi se vi va di culo e vi trovate durante un capitombolo dei mercati con tanta liquidità da parte, benissimo, cacciatela dentro tutta, fate un bel Buy the Dip come Dio comanda e farete un pacco di soldi.

Ma questa cosa sarà una casualità, è impossibile pensare di programmare gli investimenti in questo modo.

Se invece pensate di farcela e state ad aspettare il momento buono, ricordatevi che il mercato americano ogni anno ha il 75% di probabilità di chiudere in positivo dalla notte dei tempi (e con esso e grazie ad esso buona parte dei mercati globali), quindi aspettare il presunto momento giusto in cui investire significa avere 3 probabilità su 4 di perdervi i rendimenti del mercato, con il rischio poi di comprare a prezzi ancora più alti.

Vi butto lì qualche numero per farvi capire ulteriormente questa cosa.

– All’apice della Internet Bubble del 2000, l’S&P 500 quotava poco più 1500 punti.

– Da lì in poi c’è stato il tracollo delle dot.com e il massimo successivo si è avuto solo nel 2007, a circa 1560, per poi crollare di nuovo sotto i colpi della grande crisi finanziaria inaugurata dal fallimento di Lehman Brothers.

– Poi abbiamo avuto un nuovo massimo nell’aprile 2013, con circa 1.580 punti.

– Quindi nuovi massimi si sono sprecati uno dietro l’altro e per ritrovare una correzione significativa dobbiamo aspettare la seconda metà del 2018, con l’indice che è passato dai 2.900 punti (quindi praticamente il doppio dal massimo assoluto del 2000) ai 2530 di inizio 2019, in piena guerra dei dazi tra l’America di Donald Trump e la Cina.

– Poi abbiamo avuto un nuovo picco assoluto intorno ai 3.330, in quel terribile febbraio del 2020 in cui tutti noi abbiamo dovuto prendere atto che la tragedia del Covid e l’incubo dei lockdown erano una realtà;

– Già però ad agosto dello stesso anno nuovi massimi a 3.500 punti e da lì una cavalcata trionfale fino ai 4.766 del 31 dicembre del 2021.

Da quel punto in poi il mercato è sceso parecchio, fino a toccare il picco negativo dello scorso ottobre a 3.583 punti, per poi risalire impetuosamente quest’anno e riportarsi a 4.600.

Ora non siamo ancora ai massimi assoluti e nessuno può garantirci se e quando ci torneremo.

Ma per quello che ne sappiamo, ciò potrebbe accadere tra una settimana (in fondo basterebbe che l’indice facesse ancora un +5%) o magari tra 10 anni.

Nel dubbio — e supportati dalla statistica delle performance passate che nonostante non siano predittive degli andamenti futuri sono l’unica cosa che abbiamo — investite e basta in qualunque momento abbiate risparmi da parte e nel rispetto della vostra pianificazione finanziaria complessiva.

È infatti molto più importante che abbiate impostato una pianificazione fatta bene, che abbiate ottimizzato le vostre spese, che abbiate il fondo di emergenza e che riusciate a massimizzare il risparmio da dedicare agli investimenti.

Poi che mettiate oggi 10.000 € nell’S&P 500, oppure tra un mese o tra tre mesi, nell’arco di 20 o 30 anni di investimento farà davvero pochissima differenza.

Detto questo, invece, smarcato il fatto che non c’è da avere alcuna remora a investire su un massimo attenzione a non portarvi a casa un messaggio sbagliato nel senso opposto.

Quello che stiamo dicendo qua non è che qualunque cosa facciate andrà sempre sicuramente bene, quindi buttate pure tutti i vostri soldi a cazzo in qualunque investimento vi venga in mente, tanto le borse vanno sempre su.

No, non è così.

Il mercato americano, ad oggi, è sempre andato su.

Quello tedesco, ad oggi, è sempre andato su.

Quello francese, olandese e canadese ad oggi sono sempre andato su.

Quello inglese oggi non è sui massimi, ma è sempre andato su fino a toccare i suoi massimi storici all’inizio del 2023.

Quello giapponese è andato sempre su fino al 1989, poi ha avuto un tracollo disastroso di circa l’80% lungo i 15 anni successivi e lentamente è risalito fin quasi a recuperare tutto quest’anno.

Altri mercati invece non sono andati sempre su manco per niente.

E comunque il fatto che tutti quelli citati siano sempre andati su, in larga parte trainati dal mercato azionario Americano, non significa che ciò accadrà per sempre.

O, più probabilmente, non significa che ciò accadrà con continuità e nei tempi che voi avete in mente.

Se aveste impostato il vostro portafoglio con un’allocazione composta, per esempio, al 70% da azioni, 20% obbligazioni e 10% di oro, negli ultimi 20 anni esatti avrebbe reso circa l’8% in media all’anno.

Ma sapete quante volte questo portafoglio ha fatto davvero l’8% lungo questi 20 anni?

ZERO VOLTE!

Il mio investimento avrebbe fatto l’8% medio all’anno senza fare per neanche un solo anno su 20 un rendimento dell’8%.

Il mio miglior anno sarebbe stato il 2009, quando, all’indomani dei drammi della grande crisi finanziaria scoppiata a fine 2008, il portafoglio avrebbe reso il 26%.

Risultati oltre il 20% li avrei ottenuti anche nel 2005, 2019 e 2021.

Il mio peggior anno invece sarebbe stato naturalmente il 2008, con un bel -25,6%.

E anche il 2022 sarebbe stato drammatico, con un -12% che si sarebbe mangiato via oltre un decimo del mio patrimonio.

Il 2011 e il 2018, invece, sarebbero stati anni leggermente negativi, senza troppi drammi.

Cmq vedete, in vent’anni 4 anni negativi su 20 e risultati che sono oscillati in uno spettro di oltre 50 punti percentuali, da +26% a -25,6%.

Quindi nel momento in cui voi investite, cari amici e care amiche di The Bull, aspettatevi che possa succedere qualunque cosa e che tutti i vostri bei piani scritti in ordine nel vostro file excel se ne vadano a quel paese.

E l’happy ending non è mai garantito.

Ad oggi abbiamo un track record storico ultracentenario che ci dice che i mercati azionari tendono ad avere un’inerzia verso l’alto, perché in qualche modo le economie sottostanti tendono a loro volta a voler crescere.

Allo stesso tempo, non c’è scritto da nessuna parte che debba essere sempre così o comunque che ciò avvenga con quella costanza e continuità che tanto rasserenerebbe i vostri agitati animi.

Il mio consiglio più grande è invece quello di impostare in maniera chirurgica la vostra intera pianificazione finanziaria, affinché gli andamenti di breve e medio termine del mercato vi interessino il giusto.

– Massimizzate il risparmio, cercando di aumentare progressivamente i guadagni e ottimizzando le spese;

– Consolidate il fondo di emergenza;

– Pianificate le spese a breve e medio termine (come cambiare l’auto, ristrutturare casa, iscrivere un figlio all’Università e così via)

– Preoccupatevi della vostra pensione valutando l’opportunità di investire in un fondo di previdenza complementare (riascoltarsi lo scorso episodio per maggiori informazioni in merito).

– Infine cautelatevi con delle assicurazioni sulla vita a protezione dei vostri cari (mi raccomando assicurazioni sulla vita, non cagate con dentro un pastrocchio di investimenti e assicurazioni che poi vi vincolano per 25 anni e se schiattate vi danno quattro spiccioli in croce).

Se tutto questo è a posto, intanto la vostra vita extra finanziaria è ok e potete dormire sonni tranquilli.

Nel frattempo sul mercato succeda quel che succeda, sapendo che comunque — benché tutto sia possibile e che ogni tanto i tracolli in borsa avvengono — la statistica è dalla nostra parte se non facciamo cretinate e investiamo in modo solido, nel rispetto della nostra pianificazione e asset allocation, con costanza, continuità e a lungo termine.

Morale dell’episodio di oggi: se la vostra pianificazione aveva previsto che a Dicembre avreste investito nel mercato INVESTITE e sticazzi i prezzi.

Non state a fare troppi conti, quello è su, quello è giù, gli Stati Uniti sono cresciti troppo, la Cina è andata male quindi rimbalza, ma che ne sapete?

Investite e basta e preoccupatevi soprattutto dei regali di Natali che è già il 13 Dicembre e se poco poco siete come me dovete ancora farli tutti.

Tra l’altro se investire con continuità, in maniera automatica e con costi ridicoli è una cosa che può interessarvi, vi ricordo che il nostro partner Scalable Capital ha ancora attiva la sua promozione attraverso la quale vi remunera la vostra liquidità il 4% annuo per quattro mesi se attivate il piano PRIME PLUS, che prevede:

– Piani di accumulo in ETF gratuiti;

– Zero costi di transazione su acquisti di ETF per almeno 250 €;

– Accesso illimitato a Scalable Insights, così sapete sempre su cosa diavolo state investendo senza fare cose a caso.

Tutto ciò, per 4,99 € al mese e se cambiate idea potete sempre passare al piano Free Broker in tre click, che ha sempre Piani di accumulo gratis e Zero costi di transazione su acquisti di almeno 250 € di ETF di Ishares, Invesco e Xtrackers.

Se tutto ciò vi aggrada, trovate negli shownote dell’episodio un link per attivare l’account che più preferite su Scalable.

Solito disclaimer: se usate il link, Scalable mi finanzia i regali di Natale che devo ancora fare sganciando una commissione, altrimenti andate direttamente sul sito di Scalable e fate tutto da lì.

Voi otterrete le stesse identiche condizioni di favore, mentre i miei amici e parenti resteranno a bocca asciutta a Natale e affari loro.

Naturalmente — è bene ricordarlo — io non ho alcun modo di sapere chi ha sottoscritto un abbonamento con Scalable tramite il link di The Bull né, soprattutto, percepisco né percepirò mai alcun compenso legato alle vostre decisioni di investimento.

Quindi che investiate un euro o un milione di euro su qualsivoglia asset, tutto ciò sarà per me assolutamente irrilevante.

Volete invece sapere su cosa investirò io a Dicembre?

Attenzione che sta per arrivare una rivelazione sensazionale, così copiate quello che faccio io, siete a posto e diventate ricchi sfondati.

Dunque io investirò: musica quiz]

– Sul mercato americano;

– Sul mercato europeo;

– Sui mercati emergenti;

– Sui mercati sviluppati globali;

– Sulle obbligazioni governative europee

– Sulle obbligazioni aggregate globali.

Noioso?

Va beh, che volete, allora trovatevi un altro podcast che fa investimenti più originali se vi fa stare meglio.

Poi però non lamentatevi se perdete i soldi perché nonostante qualche sistema infallibile che vi avevano propinato alla fine ve lo siete preso.

Sto scherzando!

Lo so che The Bull non lo abbandonereste mai!

Ed è per questo che vi ringrazio immensamente per essere ancora qui ad ascoltarmi, questi 6 mesi insieme sono stati straordinari e spero di condividere assieme il nostro lungo viaggio con i nostri investimenti anche nei mesi e negli anni futuri.

Tra l’altro, udite udite perché nelle prossime settimane avremo qualche novità.

Ci saranno degli episodi speciali, uno in particolare assieme ad un personaggio davvero straordinario che forse ci parlerà di Criptovalute (o forse no, dipende da come gli gira quel giorno ma comunque sia saranno perle), per ora non vi dico ancora nulla e continuate a seguirci per saperne di più.

Per farlo, attivate le notifiche su Spotify o sulla piattaforma che utilizzate e lasciate una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che parlandovi di finanza e investimenti sono arrivati al picco massimo di ascolti della storia di questo podcast e così facendo continueranno a crescere e sfondare ulteriori massimi sempre nuovi.

Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci ritroviamo Domenica prossima con un nuovo spettacolare appuntamento a parlare di cose che nemmeno io che indovino il prezzo degli ETF un mese prima sono in grado di prevedere, sempre qui, ancora una volta, con The Bull — Il tuo podcast di finanza personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!

Massimiliano, 29 Mag 2024

Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!

Giorgia R., 23 Gen 2025

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025

Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva

Gianluca G., 11 Set 2025

Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.

Andrea V., 22 Set 2025

Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai

Matteo C., 3 Set 2025

Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.

Lorenzo, 13 Mar 2025
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