Il Portafoglio migliore non è il Portafoglio migliore

Buon Natale a tutti quanti e pronti a chiudere questo 2023 fantastico e affacciarci al 2024, capiamo insieme come costruire il portafoglio migliore e se alla fine questo portafoglio migliore sia davvero il migliore per noi.

Difficoltà
31 minuti
The Bull - No Thumb

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Il portafoglio 'perfetto' (quello che rende di più) spesso non è il migliore per l'investitore a causa dell'alta volatilità.

Storicamente l'S&P 500 è il più performante a lungo termine, ma ha subito drawdown fino al 50%.

Diversificare riduce il rischio specifico ma non massimizza il rendimento assoluto.

Scegli il portafoglio che ti fa stare meglio, concentrati sul risparmio costante e metti da parte l'ossessione per la scelta ottimale.

Trascrizione Episodio

Bentornati a The Bull, il tuo podcast di finanza personale. E non parliamo delle pantagorueliche gargantuesche abbuffate che avranno devastato tutti i vostri sforzi in palestra nel 2023 e gettato le basi per altrettanto improbabili buoni propositi di una vita sana e atletica nel 2024. No! Dal 22 dicembre è iniziato il Santa Rally, che è niente a che vedere con il noto personaggio televisivo Elena Santarelli, ma stiamo parlando del Santa Claus Rally, ossia di un fenomeno classico di Wall Street che vede i mercati traboccare di ottimismo nei giorni che circondano il Natale e che ci preparano all’anno nuovo.

In realtà questo episodio uscirà il 27 dicembre, quindi al momento in cui lo sto registrando non ho assolutamente idea se il Santa Rally si verificherà anche quest’anno, ma diciamo che al netto di tracolli dell’ultima settimana, comunque vada il Santa Rally, questo 2023 resterà un anno da incorniciare per noi investitori. Ad oggi praticamente qualunque asset class si è colorata di un bel verde semaforo, soprattutto da quando, a inizio novembre, la combinazione di dati positivi sull’inflazione e sensazione che le campagne restrittive delle banche centrali siano ormai giunte al termine ha di fatto dato il via al più lungo rally delle borse dal 2017 ad oggi. Se diamo un’occhiata ad alcuni indici replicati dai tf che probabilmente bazzicheranno nei vostri portafogli, abbiamo da inizio anno S&P 500 più 21,4%, azionario globale più 19,5%, azionario europeo più 16%, oro più 10%, obbligo azionario aggregate europeo più 7%.

Se qualcuno di voi poi avesse più spirito di avventura e avesse osato a inizio anno mettere due spicci su bitcoin, oggi starebbe addirittura a più 150%, ma questa è un’altra storia e ve ne parlerò con un ospite straordinario a gennaio. Comunque dicevamo, anno fantastico, fosse così sempre, tra 10 anni sarei milionario, ma purtroppo dobbiamo mettere in conto che non ogni giorno è domenica e che questo fantastico 2023 in pratica non ha fatto altro che riportarci là dove ci eravamo arrestati a inizio 2022, prima che l’esplosione dell’inflazione e l’invasione russa dell’Ucraina facessero sprofondare ogni cosa. L’abbiamo detto tante volte, investire cosa buona e giusta ma la pazienza è la virtù dei forti, soprattutto degli investitori forti.

Bisogna avere pazienza, sangue freddo, esultare il giusto e non disperarsi mai, sapendo che ogni anno potrà riservarci grandissime euforia o momenti difficili. E non solo i singoli anni, ma pure i singoli periodi dentro lo stesso anno possono essere schizofrenici. Oggi siamo qua a bullarci di quanto siamo stati bravi ad investire quest’anno, ma basta tornare indietro a fine ottobre per ricordarci che solo un paio di mesi fa gli stessi indici di cui abbiamo appena celebrato le performance avevano tutti buoni 10 punti percentuali in meno di rendimento.

Ma non solo, pure singoli giorni possono essere schizofrenici. Mercoledì scorso, sia il 20 dicembre, nel bel mezzo di un periodo assolutamente positivo e ottimistico per tutte le borse mondiali, subito dopo pranzo a Wall Street c’è stato di punto in bianco un mini tracollo dell’1,5% dell’S&P 500. Così.

Out of the blue. Il motivo non è chiarissimo, e forse proprio non ce n’è uno vero e proprio, come sappiamo i mercati a volte fanno un po’ il cazzo che pare a loro e poi a noi a posteriori cerchiamo di costruire una storia coerente per sentirci meglio. Comunque sembra che il mix esplosivo fosse costituito dal crollo di FedEx, la nota multinazionale specializzata in spedizioni, che ha perso di botto il 12% per via dei suoi dati di vendita dell’udenti, e da un’insolita concentrazione di opzioni put e giornaliere sull’S&P 500, che hanno innescato una rapida sequenza di vendite dell’indice una volta arrivato sopra i 4.755 punti.

Sta cosa è un po’ tecnica e interessante come una partita di calcio della serie bilituana, ma giusto per i più curiosi, un’opzione put è un contratto derivato, che in questo caso ha come asset sottostante l’S&P 500, che dà il diritto, ma non l’obbligo, a fronte del pagamento di un premio fisso alla controparte, di vendere ad un determinato prezzo l’asset. Tipicamente le opzioni put si usano per proteggersi da movimenti al ribasso del mercato. Qui sembra che la scadenza contemporanea di un elevato numero di opzioni put abbia portato molti investitori a vendere repentinamente quote dell’S&P 500 per riequilibrare le loro posizioni.

Vabbè, bla bla bla, è supercazzole per dire che tanta gente tutta insieme si è trovata a vendere facendo scendere artificiosamente il valore dell’indice. Comunque già nei due giorni successivi l’indice è tornato su, chiudendo la settimana a 4.756 punti, praticamente ai massimi storici. Tutto questo per dire cosa? Semplicemente per dire che basta poco per avere una percezione del mercato completamente diversa, dai picchi dell’euforia al baratro della paura.

Come sempre invece meglio ricordarsi che il mercato va guardato nei suoi corsi di lungo termine perché in brevi periodi di tempo può succedere tutto e il contrario di tutto. Ciò nonostante, benché siano 65 episodi che vi racconto in tutte le salse del mondo che non si può prevedere il futuro, che non si può sapere prima cosa sia meglio dopo, che non si deve decidere di comprare un asset piuttosto che un altro sulla base dell’idea che in futuro possa accadere qualcosa, o niente, proprio non ne volete sapere e impazzite a spaccare il capello in quattro per decidervi sul micro dettaglio insignificante nei vostri portafogli, convinti invece che questo farà una qualche differenza. Ragazzi mi spiace dirvelo ma state perdendo tempo, overthinking, pensare troppo al proprio portafoglio, e ve lo dico perché in più di una circostanza mi sono trovato ad essere il prima a farlo, non va bene e non serve a nulla.

Quella per il portafoglio perfetto è un’ossessione tipica soprattutto per gli investitori nei primi anni di esperienza che va rimossa il prima possibile. Il portafoglio perfetto non esiste e anche se sapessimo quale fosse, beh il miglior portafoglio non sarebbe comunque il miglior portafoglio. Ebbene sì, il miglior portafoglio non è il miglior portafoglio avete capito bene, o almeno non lo è per me e per voi.

In che senso mi chiederete? Grazie per la domanda, del tutto in attesa e quanto mai opportuna. Adesso spieghiamo pian piano questo paradosso e ascoltatemi bene perché questo episodio serve a curare la vostra anima prima ancora che i vostri investimenti. Intanto per cominciare, esiste il portafoglio teoricamente perfetto? Qui esce un attimo fuori la mia verva secchiona e vi beccate 90 secondi di teoria accademica così diamo anche un po’ di dignità alla vasta sequela di cazzate con le quali infarcisco tutti gli episodi di questo podcast.

Che lo sappiate oppure no, da quando avete iniziato a ragionare su come investire i vostri soldi vi state basando sui ragionamenti che sono stati formalizzati da un signore che per questa roba vinse pure il finto premio Nobel per l’economia di nome Harry Markowitz. Finto premio Nobel perché come vi avevo già raccontato il premio Nobel per l’economia non è un vero premio Nobel ma è il premio della banca centrale svedese in onore di Alfred Nobel. Non essendo l’economia scienza ma un’allegrotta chiacchierata sul niente condita da equazioni differenziali sotto steroidi, ad Alfred Nobel non era passato manco per l’anticamera del cervello di affiancare l’economia alle scienze vere come la fisica, la chimica o la medicina.

Però alla fine è questo Nobel posticcio e gli economisti se lo sono inventato comunque per premiarsi tra di loro. Tra l’altro, fun fact, pare che Nobel non istituì nemmeno il premio per la matematica perché sua moglie lo avrebbe tradito proprio con un matematico. Non si sa se sia vero, probabilmente l’anneddoto è apocrifo e forse il motivo vero è che già esisteva la medaglia Fields che è il massimo riconoscimento mondiale per i matematici, ma la storia di un Nobel cornuto per colpa di un matematico mi è sempre piaciuta di più.

Comunque, Henry Markowitz dicevamo. Markowitz è il padre della cosiddetta modern portfolio theory, ossia la moderna teoria del portafoglio. Per farla breve essa si basa sull’idea di massimizzare il rendimento atteso di un portafoglio per un determinato livello di rischio oppure di minimizzare il rischio rispetto ad un certo rendimento atteso.

Attraverso la diversificazione di asset tra loro non correlati che eliminino il rischio specifico. Cioè in pratica l’idea è quella di mettere assieme in maniera bilanciata. Puoi capire cosa vuol dire bilanciata è tutta un’altra storia.

Comunque dicevo mettere insieme in maniera bilanciata asset che tra loro siano decorrelati per cercare di ottenere il massimo rendimento possibile una volta ammesso un certo livello di rischio. Comunque uno dei modi più comuni con cui si cerca di valutare appunto come bilanciare un portafoglio è attraverso il cosiddetto CAPM, ossia il Capital Asset Pricing Model che è un modello molto celebre per la valutazione del rendimento atteso di un certo investimento attraverso il rapporto tra il rendimento di un asset senza rischio che tipicamente si prendono i titoli di stato americani a breve termina come riferimento, il beta ossia la sensibilità dell’asset rispetto al suo mercato di riferimento e il premio al rischio. Ossia quanto un investitore si aspetta di guadagnare in più rispetto che investendo in titoli di stato per assumersi il rischio appunto dell’investimento in quell’asset.

Ogni volta che valuterete un fondo, un etf o un portafoglio di investimenti in generale troverete spesso l’indice di Sharpe che appunto un indice che esprime la misura della performance attesa di un portafoglio rispetto al rischio implicito, espressa come il rapporto tra la differenza tra il rendimento del portafoglio e il rendimento di un titolo di stato senza rischio e la volatilità dei rendimenti di quel portafoglio quantificata come deviazione standard. Ricordatevi sempre che giusto o sbagliato che sia, in finanza quando si parla di rischio tipicamente si parla di deviazione standard che è una misura statistica che ci dice di quanto il rendimento di un certo asset si può discostare in positivo o in negativo dal rendimento medio di quella categoria di asset. Facciamo un esempio, la dico un po male ma giusto per capirci.

Se per esempio so che la media storica del rendimento dell’sp500 da un secolo a questa parte è del 10% all’anno, allora pescando a caso una qualunque azione dell’sp500 dovrò aspettarmi nel lungo termine di avere un rendimento del 10% all’anno. Se infatti prendo una delle società più storiche in assoluto come Procter & Gamble che è la società produttrice di metà dei prodotti di consumo che avete in casa, il suo rendimento degli ultimi 40 anni è stato di circa il 9,5% all’anno e più o meno siamo lì. Ma la deviazione standard implicita nella scelta di una singola azione sarà altissima perché nonostante la media attesa sia 10% potrei anche finire per beccare con la stessa probabilità o una Apple che dall’83 a oggi ha fatto oltre il 20% all’anno di media oppure una Ford che nello stesso periodo ha fatto solo il 4% all’anno o addirittura una Kodak che ad una certa fallità.

Se invece compro un etf sull’sp500 avrò sempre un 10% di ritorno atteso ma con un livello di rischio e quindi una deviazione rispetto alla media estremamente più contenuto. Chiaramente deviazione rispetto alla media è sia in positivo che in negativo quindi comprando tutto l’indice ho meno rischio ma sarà anche impossibile avere una performance eccezionale. A maggior ragione questa cosa si applica all’intero portafoglio bilanciandolo tra diverse asset class decorrelate tra loro e questa è un po’ l’idea alla base di tutti i portafogli che hanno dentro un mix di azioni obbligazioni materie prime e così via.

Ok ma tutto sto pippone che tra l’altro avrà rotto le palle a chi di finanza non interessa un tubo e avrà fatto storcere il naso a quei quattro esperti veri di finanza che mi seguono a che serve? Serve per dire che secondo il buon Markowitz e tutti i suoi seguaci teoricamente esiste un portafoglio ottimale cioè quel portafoglio che dovrebbe dare il massimo rendimento dato un livello di rischio. Ora il portafoglio ottimale però ammesso e non concesso che sia realmente possibile costruirlo dato che dovremmo basarci su dati passati e stime che per quanto coerenti nel lungo termine non sono comunque predittivi dei valori futuri è lontano anni luce da quel che avete in mente pensando al portafoglio ideale ossia quello che dovrebbe farvi diventare il più ricchi possibile il prima possibile. Vi dico questa cosa perché dovete abituarvi a valutare come sta andando il vostro portafoglio nel modo corretto e non farvi prendere da balzane idee basate su quattro numeri che poi magari pensate di aver avuto chissà quale idea del secolo o al contrario di aver commesso chissà quale errore e in entrambi i casi finite per fare cazzate.

Tipici ragionamenti sono o guarda quell’etf comandato su negli ultimi anni ah se avessi investito lì tre anni fa oppure quel settore là è il futuro bisogna investirci altrimenti ci perdiamo rendimenti maggiori o ancora guarda com’è andato male questo investimento negli ultimi due anni è stato un errore investire su questa cosa adesso appena torno in positivo vendo o peggio ancora avendo in perdita e mi butto su qualcos’altro. Questi sono tre classici ragionamenti del cavolo che faranno solo gran danni ai vostri investimenti. Andiamo con ordine però per capire cosa intendo quando dico che il portafoglio ideale non è il portafoglio migliore mi sono messo di buzzo buono questa mattina prima dell’alba e animato da questa perversione tutta mia ho fatto un po di back test prendendo cinque portafogli diversi per capire quale sarebbe stato il portafoglio più performante degli ultimi 30 anni ossia da inizio 1994 a oggi perché è proprio 30 anni perché non riuscivo a andare più indietro del maggio del 1994 quindi non facciamo troppo i sofisticati 30 anni sono comunque una vita di investimenti ci danno già un quadro attendibile nel fare ciò ho escluso investimenti assurdamente concentrati quindi non ho preso in considerazione un investimento singolo per esempio sul nasdaq 100 o su singole azioni o su singoli settori ma ho valutato solo investimenti in grossi indici o in portafogli realistici diversificati i cinque portafogli molto semplici sono i seguenti tre portafogli solo azionari in particolare solo smp 500 solo azionari all world un portafoglio fatto un terzo smp 500 un terzo mci europe e un terzo mercati emergenti che chiamiamo equal weight per semplicità anche se non è propriamente un equal weight ho poi preso due portafogli con dentro altre asset class in particolare un classicissimo 60 40 globale e un portafoglio un po più articolato che chiameremo multi asset fatto così 28 per cento smp 500 27 per cento azionario globale dei paesi sviluppati 10 per cento mercati emergenti 28 per cento obbligazioni governative globali e 7 per cento di oro quindi un portafoglio molto americano centrico abbastanza aggressivo con dentro però anche obbligazioni governative e appunto un po di oro allora vediamo cosa è successo se prendo tutti e 30 anni in blocco manco ve lo sto a dire smp 500 batte tutti con un ritorno medio anno del 10,46 per cento perfettamente in linea con la sua media storica del 10 per cento nonostante due sberle epocali come la internet bubble dei primi 2000 e soprattutto la grande crisi del 2008 comunque la classifica sarebbe smp 500 al primo posto equal weight al secondo col 777 per cento all world al terzo col 768 il portafoglio multi asset al quarto 735 e al quinto posto e 60 40 con il 6,38 per cento bene ora facciamo un altro ragionamento invece che gli ultimi 30 anni prendiamo gli ultimi 15 anni quindi da inizio 2009 ad oggi la classifica qui sarebbe smp 500 sempre primo con un astronomico 16 per cento medio all’anno all world al secondo con un super 12,5 equal weight al terzo 11,7 all’anno e naturalmente gli ultimi due sarebbero stati quelli con un po meno azioni ossia portafoglio multi asset al quarto posto con un dignitosissimo 986 per cento all’anno e infine il 60 40 con un altrettanto dignitoso 8,2 ok quindi abbiamo visto che tanto su 30 anni quanto su 15 anni il portafoglio migliore sarebbe stato quello con dentro più azioni americane a sto punto la conclusione facile butto dentro più america possibile e si vola e qui però ragazzi attenzione siamo dentro con entrambi i piedi nel bias del sopravvissuto stiamo giudicando la bontà delle nostre decisioni finanziarie future sulla base del vincitore che è uscito fuori dall’analisi che abbiamo fatto su un track record del passato prima di lanciarsi in qualche mirabolante avventura finanziaria sconsiderata quindi statemi un attimo a sentire proviamo a prendere periodi diversi all’interno di questo quarto di secolo che abbiamo analizzato diciamo per esempio che avete iniziato ad investire nel gennaio del 99 ormai convinti da tutta la gente intorno a voi che da 15 anni stava facendo un pozzo di soldi investendo in azioni e che a fine 2008 dopo ben dieci anni di investimento volete farvi un po ai vostri conti capire come sono andate le cose no quindi dal 99 al 2008 quale cose cambiano un po la classifica di questo primo decennio o ragazzi decennio è mica tre mesi in un decennio si passa da fare i cazzoni all’università a confrontare le offerte migliori per i pannolini sfido chiunque dopo dieci anni che investe a dire ma no è passato solo un decennio e presto per tirare conclusioni sui miei investimenti dicevo la classifica di questo decennio è la seguente primo posto il portafoglio multi asset con un misero 1,4 per cento scarso di rendimento medioanno secondo posto 60 40 0,9 terzo posto portafoglio e qual way 0,8 al quarto e quinto posto abbiamo addirittura un rendimento medioanno negativo con all world che avrebbe fatto meno 2 per cento e smp 500 addirittura meno 3,8 per cento capito cioè il campione dei campioni l’indice più performante del mondo in questi lunghi dieci anni sarebbe stato il peggiore della classe vorrei provare a vedere chi dopo dieci anni a prendere ceffoni magari in memoria del lungo bull market iniziato negli anni 80 finito nel 2000 in cui anche il suo amico più scemo aveva fatto palate di soldi investendo in azioni avrebbe avuto lo stomaco di rimanere investito nell smp 500 e aspettare gli anni d’oro che sarebbero arrivati da lì in poi facciamo un ultimo esempio un po meno estremo senza le deformazioni di queste due spaventose crisi nel primo decennio del 2000 partiamo da gennaio 2005 e arriviamo a dicembre 2015 così saltiamo la prima crisi ci becchiamo la seconda in pieno e cominciamo ad assaporare un po di mall market del secondo decennio di questo secolo nuova classifica primo posto eccolo di smp 500 al comando con 9 e 12 secondo posto equal weight con 8 e 14 terzo posto portafoglio multi asset con 8 per cento quarto posto all world con 7 e mezzo per cento e quinto posto il 60 40 con il suo super classicissimo ritorno medio del 7 per cento chiaramente si potrebbero fare altri mille portafogli diversi e tra qualche settimana ci occuperemo del famosissimo portafoglio all weather di Ray Dalio che si è guadagnato la fame di essere un portafoglio dai buoni rendimenti sempre intorno al 7 8 per cento all’anno ma con una volatilità nettamente inferiore ad altri portafogli azionari detto questo cosa ci portiamo a casa da questi back test da un lato sembra che abbiamo evidenza definitiva del fatto che su lunghi orizzonti di tempo investire a manetta sul portafoglio azionario più esposto sull’america sia sempre la scelta vincente in realtà c’è assolutamente vero solo se la nostra vita da investitori si becca una crisi importante nelle fasi iniziali o a metà del percorso come in questo back test e poi gli ultimi 10 15 anni torna a volare se invece abbiamo prima un bull market e poi un decennio perduto come accaduto se prendiamo in considerazione solo il periodo dal 94 a metà del 2009 e la storia cambia nettamente le performance mirabolanti dell sp 500 si schiacciano diventano molto simili a quelle degli altri portafogli per la cronaca quasi tutti i portafogli in quei primi 15 anni avrebbero fatto circa il 4 per cento all’anno con il portafoglio multi asset top performer solo l’all world sarebbe rimasto un po dietro con poco più del 2 per cento quindi oggi cari amici miei belli freschi investitori alle prime esperienze con i mercati finanziari che volete fare ossessionati come siete dal portafoglio migliore si potrebbe concludere basandoci sui 30 anni passati smp 500 uber alice spacchiamo tutto però sapete questi ultimi 15 anni di impressionante ascesa del mercato americano trainato dalle super realtà tech ricordano moltissimo il bull market degli anni 80 e 90 terminato con la bolla delle dot com e poi con la crisi di leeman brothers tra l’altro colgo l’occasione per ricordare un libro favoloso già citato in passato che racconta benissimo quella situazione di mercato gonfiato che si è avuta fine anni 90 e le conseguenti crisi dei primi 2000 che irrational exuberance di robert schiller altro premio nobel tradotto in italiano con euforia irrazionale che vi linko negli show note dell’episodio oggi le smp 500 ancora una volta mostrato i suoi impressionanti muscoli al mondo e sembra aver confermato se mai ce ne fosse il bisogno il famoso monito di warren buffett never bet against america detto questo se domani ci rivecchiamo una nuova dot com bubble che questa volta si chiamerebbe e i bubble visto che a sto giro l’intelligenza artificiale a trainare tutto e magari pure una nuova crisi legata a qualche prodotto finanziario derivato su cui siamo seduti sopra senza saperlo che dovesse esplodere da un momento all’altro voi siete disposti ad attendere dieci anni prima che il mercato più forte del mondo si riprenda al suo rodo da leader vi assicuro che sarebbero 3652 giorni difficili per il vostro umore non sono convinto che la super performance finale compenserebbe le ulcere allo stomaco che nel frattempo vi sarebbero venute poi è anche vero che inizio 2000 il mercato era molto più sovravalutato di oggi le smp 500 aveva un rapporto tra prezzo medio e utili per azioni di 40 mentre oggi siamo intorno al 24 certo molto alto ma neanche lontanamente vicino alle assurde valutazioni di allora tuttavia se siete onesti e sinceri pistola alla tempia quale portafoglio scegliereste una volta visti i risultati di 30 anni passati senza dubbio alcuno la maggior parte di voi converrà che per esempio il portafoglio multi asset obiettivamente sarebbe un buon compromesso così come un 60 40 500 euro al mese dal 94 ad oggi sul multi asset e vi trovereste con quasi 600 mila euro di patrimonio con 1000 euro al mese invece congratulazioni sareste più che milionari 2000 euro al mese ok questa non è proprio la portata di tutti ma giusto per il gusto di fare i conti avremmo quasi 2 milioni 600 mila euro di patrimonio è vero se investiti in altri portafogli avreste fatto meglio ma avere una performance più stabile nel lungo termine pur scontando il doloroso costo della diversificazione ritengo che sia un compromesso tutto sommato accettabile anche perché se andiamo a guardare i dron da un peggiori ossia il massimo tracollo che quei portafogli avrebbero subito ovviamente quelli 100 per cento azionari avrebbero vissuto anche tonfi del 50 per cento roba da farsi venire un infarto ogni volta tra l’altro c’è un altro dato interessante se prendiamo i dati di quei 30 anni facciamo una simulazione per capire quale sarebbe la probabilità rimanendo investiti per dieci anni e investendo mensilmente di terminare i dieci anni con un rendimento positivo beh l’sp 500 è quello che esce peggio capito cioè intendo dire che se mi chiedo qual è la probabilità che investendo per i prossimi dieci anni basandomi sui dati degli ultimi 30 la mia performance sarà positiva paradossalmente proprio l’sp 500 quello che mi dà le probabilità più basse comprensibile in fondo visto che quello che dobbiamo porterci a casa dalla chiacchierata di oggi e che più un investimento è concentrato maggiore sarà la sua deviazione standard e quindi il rischio di scostarci dal rendimento medioatteso se infatti ci basiamo su questi dati storici la possibilità che oggi avreste investendo solo qui di essere in attivo tra dieci anni sarebbe dell’87 per cento molto alta ma non altissima dopo tutto il portafoglio multiasset invece ha una probabilità del 97 per cento di essere in positivo tra dieci anni considerato che l’essere umano soffre molto di più le perdite di quando non sia felice per i guadagni direi che questo dato è incoraggiante tutto considerato quindi il portafoglio migliore di tutti cioè quello che avrebbe il reso di più alla fine forse non è il portafoglio ottimale per nessuno data l’enorme volatilità a cui ci esporrebbe ed è per questo che inizio episodio esordito dicendo che il portafoglio migliore quello c’è che alla fine avrebbe performato meglio spesso non è il portafoglio migliore per noi tiriamo un po le somme e fissiamo alcuni punti numero 1 capite se per come siete fatti per la vostra situazione l’obiettivo del vostro portafoglio deve essere quello di massimizzare il rendimento oppure di minimizzare il rischio rispetto all’obiettivo di ottenere un certo rendimento cioè mi spiego per voi è più importante spingere sull’acceleratore per riuscire a portarvi a casa il massimo rendimento possibile oppure impostare il portafoglio in maniera tale da minimizzare il rischio di incappare in qualche crisi pesante e vedere il vostro portafoglio sprofondare in un mercato efficiente rischio rendimento sono correlati quindi per puntare ad un maggior rendimento dovete esporvi ad un rischio maggiore che poi significa come abbiamo detto ad una maggiore volatilità se siete esseri umani senza particolari deformazioni psicologiche tendenzialmente la vostra felicità sarà maggiormente legata alle porte alle performance di un portafoglio che tende a tracollare meno piuttosto che ad uno che alla fine farà meglio ma il costo di un sistematico sanguinamento lungo il percorso numero 2 diversificare a un costo diversificando il portafoglio riducete il vostro rischio specifico ossia il rischio che un singolo asset un singolo mercato abbia un tracollo allo stesso tempo però questa cosa non l’ottenete gratis come abbiamo visto ossia qualunque portafoglio diversificato non risulterà mai alla fine quello con la migliore performance in assoluto e questo ragazzi è perfettamente ok no regret è giusto che alcuni pezzi del vostro portafoglio ogni anno vadano peggio di altri ogni anno se prendete tutte le asset class quotate sul mercato quindi azioni obbligazioni materie prime immobili e via dicendo tra quella che va meglio e quella che va peggio ci sono mediamente dai 20 e 40 punti percentuali di differenza di performance è impossibile avere portafogli che non perdono mai e soprattutto avere tutte le parti del nostro portafoglio sempre in positivo avere una componente del portafoglio in perdita non vuol dire che il portafoglio è sbagliato vuol dire solo che è correttamente diversificato certe parti poco performanti del portafoglio a volte servono solo per permettere a quelle performanti di esplodere e in pratica questo è il motivo per cui molti mettono in portafoglio obbligazioni che rendono sì meno ma possono così permettersi di investire la restante parte in azioni perché altrimenti investire 100% in azioni potrebbe rappresentare per molti un rischio non sostenibile prendo in prestito una splendida metafora di nicola protasoni secondo cui alcune parti del portafoglio fanno quello che faceva dennis rodman nei chicago bulls di michael jordan rodman non faceva mai canestro era indisciplinato e rissoso ma il suo lavoro sporco durante le partite a prendere e dare botte recuperare palle è stato decisivo per permettere a michael jordan e scotty pippen di vincere tutto quanto e creare l’immortale leggenda dei bulls nella storia dell’nba per chi non avesse capito una cippa di metafora si guardi la bellissima serie su netflix the last dance su michael jordan e capirà tornando alla finanza attenzione che quando si dice che la diversificazione è l’unico pasto gratis in finanza non significa che ciò non abbia un costo significa solo che a parità di rendimento atteso un investimento diversificato riduce il rischio specifico come dicevamo all’inizio se investe in una società a caso dell smp 500 o in un etf sulle smp 500 o in teoria lo stesso rendimento del 10 per cento nel secondo caso però il rischio sarà inferiore e avrò maggiori probabilità di fare in effetti il 10 per cento medio all’anno e in questo senso si tratta di un pasto gratis invece se 30 anni fa indecisi che ne so tra una microsoft di buon potenziale nei primi anni dei personal computer e una solidissima indistruttibile general electric gioiello assoluto del capitalismo americano avesse scelto per una piuttosto che l’altra in entrambi i casi il ritorno atteso sarebbe stato 10 per cento all’anno ma decisamente le due storie sarebbero state molto diverse 10 mila dollari investiti nel 94 con general electric sarebbero diventati oggi 50.000 mentre con microsoft un milione e mezzo se la vi numero 3 state sereni in qualunque dei 5 portafogli aveste investito 30 anni fa così come in moltissimi altri portafogli che si potevano prendere ad esempio avete visto che comunque ne sareste uscite alla fine soddisfatti ci sono ci saranno sempre alternative di investimento migliori ma il punto per noi non è centrare il massimo ritorno possibile da qui ai prossimi 30 anni il punto è investire i nostri soldi avere un rendimento che ci renda finanziariamente più solidi e soddisfatti e che in ultima istanza ci faccia raggiungere i nostri obiettivi non diventate matti a scegliere la duration esatta dei vostri tf obbligazionari non diventate matti a scegliere l’esatta ponderazione al centesimo della vostra esposizione geografica non diventate matti soprattutto a cercare di prevedere cosa farà il mercato o l’economia nel futuro per poi allocare i vostri asset di conseguenza alla fine è il mercato che fa i rendimenti noi possiamo solo prenderci qualche mercato offre standoci dentro in maniera equilibrate Scegliete quindi il portafoglio che vi fa stare meglio, adottate un asset allocation funzionale per voi, per i vostri obiettivi e per la vostra salute mentale e concentratevi soprattutto sulla prima parte del gioco, ossia sul risparmio. Una volta che avete scelto il vostro portafoglio, qualunque esso sia, metteteci dentro più risparmio che potete, fermerestando le solite raccomandazioni sul fondo di emergenza e sulla gestione della liquidità a medio termine. Chi se ne può e se il rendimento migliora ce l’avrà qualche altro portafoglio.

Se investite 1000€ al mese in un portafoglio che vi dà il 6% all’anno, alla fine ottenete praticamente lo stesso di chi investisse 500€ al mese in un portafoglio iper-aggressivo che per pura fortuna rendesse il 10% all’anno. Non è così importante il rendimento, tanto non dipende da voi. Conta molto di più la capacità di alimentare il vostro portafoglio mettendo costantemente più risparmio possibile dentro un investimento di buon senso.

Ha un’altra buona idea per sostenere i rendimenti dei vostri investimenti a lungo termine è non sperperare fortuna in commissioni. Se avete il dubbio che il vostro broker non sia quello più conveniente, il nostro partner Scalable Capital non era contento di offrire piani di accumulo senza costi d’ordine per tutti gli account e interessi sulla liquidità del 4% all’anno per 4 mesi per chi sottoscrive l’abbonamento Prime Plus da 4,99€ al mese. No, come avevo ironizzato qualche settimana fa, ci mancava solo che Scalable desse pure ai suoi clienti dei soldi da investire.

Alla fine devono avermi ascoltato e mi hanno preso sul serio. Sapete come sono i tedeschi, a fare le macchine fighe, sono fortissimi, senso dell’umorismo, insomma. Niente, comunque dal 22 dicembre 2023 al 31 gennaio del 2024 Scalable ha deciso di regalarvi 25€ per chi sottoscrive il piano gratuito Free Broker e 50€ per chi sottoscrive il piano Prime o Prime Plus o per chi aveva già Free Broker e vuole passare ad uno di questi.

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Detto questo, grazie a tutti voi che sempre più numerosi continuate a seguire questo podcast, la vostra fedeltà e costanza settimana dopo settimana va ogni singola sveglia alle 4.30 del mattino per preparare i contenuti che voi ascoltate. Sì, sembrano cazzate che mi escono di pancia e invece no, le preparo pure prima. Comunque nel caso vi interessasse siamo vicinissimi ai 200.000 episodi ascoltati e ormai da settimana abbiamo piantato le tende tra i primi 40 podcast più ascoltati d’Italia.

Ovviamente tutto ciò senza di voi non sarebbe accaduto quindi è a voi che va la mia imperitura gratitudine per essere con me in questo splendido viaggio. Per chi non l’avesse ancora fatto invece vi invito come sempre a mettere segui e attivare le notifiche su Spotify, Apple Podcast o qualunque piattaforma usate e lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che vi fanno fare il giro del mondo in 80 portafogli ma tanto alla fine comanda l’America e gli altri muti sempre nuovi. Per quest’episodio invece è davvero tutto e noi ci ritroviamo qui il 31 dicembre ultimo dell’anno per chiudere questo primo anno solare insieme con una puntata che guarderà ai buoni propositi per il 2024 sempre naturalmente con The Bull il tuo podcast di finanza personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai

Matteo C., 3 Set 2025

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025

Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.

Giulia N., 11 Ago 2025

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!

Giorgia R., 23 Gen 2025

Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai

Francesca B., 6 Apr 2024

Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.

Lorenzo, 13 Mar 2025

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.

Andrea V., 22 Set 2025
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