Come investire per i figli – strategie, tempi e strumenti utili

Investire per i figli significa due cose: costruire risorse economiche e insegnare come funziona la finanza. In questa puntata parliamo di strumenti pratici, ma anche di lezioni fondamentali: rischio, diversificazione, gestione delle sorprese. Perché il vero investimento non è solo nei soldi, ma nel futuro che lasciamo loro.

Difficoltà
30 minuti

Risorse

Punti Chiave

Il miglior investimento per i figli è lo sviluppo del loro capitale umano (antifragilità), non solo la creazione di un patrimonio.

I principali strumenti finanziari sono: Buoni Postali, Fondo Pensione (per benefici fiscali e contributo del datore) e PAC in ETF intestato ai genitori.

L'orizzonte temporale lunghissimo dei figli giustifica un'Asset Allocation molto aggressiva (prevalentemente azionaria).

Contenuti del video

  • 00:00 Come investire per i figli
  • 02:07 Prima lezione: il valore della paura
  • 04:51 Seconda lezione: diversificare i rischi
  • 08:53 Terza lezione: sorprese e delusioni
  • 15:35 Gli strumenti per investire
  • 16:03 Buoni postali per minori
  • 17:18 Fondo pensione

Trascrizione Video

Bentornati a The Bull, il tuo podcast di finanza personale!

Non c’è un argomento più sentito dalle mamme e papà di tutta Italia dell’investimento per i figli.

Cosa dobbiamo fare per questi piccoletti poverini che si troveranno a dover affrontare tutti da soli il mondo brutto brutto brutto che gli avremo lasciato?

Allora, per prima cosa, il miglior investimento in assoluto che possiamo fare su di loro è … pronti? Aiutarli il meno possibile ed evitare di tirarli su protetti da ogni rischio e pericolo, tenendoli sotto una campana di vetro, che poi vengono su che non sanno stare al mondo.

La seconda cosa, soprattutto per molti di voi che sono esperti di finanza, è prendere dalla finanza alcune straordinarie lezioni senza tempo da impartire loro affinché sviluppino nei confronti della vita quella stessa attitudine che il buon investitore ha verso i propri investimenti di lungo termine.

Proprio così.

Gli stessi principi che governano il buon investimento finanziario sono formidabili principi di vita che andrebbero trasferiti a tutte le prossime generazioni.

Solo a quel punto — e a condizione che ci siano le prime due cose — allora ha senso anche costruire per loro un piccolo patrimonio (piccolo o grande, poi dipende da quanti soldi avete e soprattutto da quanti glie ne volete dare) per aiutarli a prendere qualche grande decisione.

In questo video parleremo dei tre strumenti più tipici per investire per i figli, ma prima di vederli uno per uno, ci sono 3 lezioni che la finanza mi ha insegnato e che certamente vorrei che mia figlia incorporasse nella propria visione del mondo.

Sempre tre perché le cose importanti devono sempre essere tre, fin dalla notte dei tempi.

Se però il predicone iniziale non vi interessa, ci sono i capitoli, skippate alla seconda parte del video con gli strumenti.

[prima lezione: il valore della paura]

PRIMA LEZIONE: il rischio e la paura non sono delle anomalie della vita, ma sono la linfa vitale dell’esistenza stessa e probabilmente la fonte primaria di ogni successo.

Noi cresciamo in una società, soprattutto quella europea, che ci porta a pensare che la vita debba essere come un bond governativo tripla A.

Sicuro, tranquillo e prevedibile.

Poche emozioni, ma quasi zero preoccupazioni.

La vita non è così.

O perlomeno le cose fondamentali della vita raramente accadono in un contesto risk-free.

Tutte le cose che contano davvero implicano rischio e paura.

Sposarsi, fare figli, lanciare un’impresa, cambiare lavoro, separarsi, trasferirsi, ma anche più banalmente iniziare ad imparare qualcosa di nuovo, rimettersi in forma, chiedere alla persona di cui ci siamo invaghiti di uscire e qualunque decisione che comporti una frattura con il presente e un commitment a tempo indefinito dai risultati incerti impone l’assunzione di rischio e l’accettazione di avere paura.

E mentre i social sono pieni di capitan coraggio che scrivono quanto sia bello e giusto prendersi rischi perché chi non risica non rosica, raramente leggo post in cui si celebra la paura.

La paura è uno dei sentimenti umani più importanti e nell’insieme dei programmi che madre natura ci dà nel sistema operativo di base quando veniamo al mondo, è decisamente quello più essenziale alla nostra sopravvivenza.

Tutte le decisioni fondamentali che uno prende nella vita richiedono che si abbia paura.

Se non avrai paura, allora non sarà davvero importante.

Se ci pensate, solo chi ha una fottuta paura di qualcosa può dirsi davvero coraggioso.

Non esiste coraggio senza paura, sarebbe solo incoscienza.

E non esiste ritorno sull’investimento senza paura.

Quasi tutte le cose che hanno davvero valore nella vita richiedono di affrontare e superare una paura.

Affrontare la paura del rischio e dell’incertezza con consapevolezza è così un prerequisito tanto per fare soldi in finanza, quanto per avere successo nelle piccole e grandi sfide della vita.

Ovviamente, come in finanza, anche nella vita rischio e paura sono condizioni necessarie ma non sufficienti.

Sono condizioni necessarie per raggiungere ogni obiettivo che dà senso alla nostra esistenza.

Ma bisogna avere la consapevolezza che, come possiamo perdere soldi investendo, così anche i nostri piani potrebbero non andare come previsto.

Ciò nonostante, la prospettiva del fallimento non è un deterrente per non provarci, ma solo un importante monito da tener sempre presente che richiede di applicare l’insegnamento della prossima lezione.

[seconda lezione: diversificare i rischi]

La SECONDA LEZIONE deriva dal più importante principio di investimento di tutti: la diversificazione. E questo insegnamento si compone di due elementi:

– Il primo è: prenditi più rischi sistematici possibile, quelli che ti  costeranno paura ma ti possono esporre a delle opportunità che  altrimenti ti sarebbero precluse, però allo stesso tempo fallo con  meno rischi specifici possibile, ossia: prenditi rischi in maniera  tale che un fallimento sia un inciampo lungo la strada e non una  sentenza definitiva. Quindi diversifica la tua esposizione ai rischi  della vita in maniera tale che non ce ne sia uno solo talmente  grande che possa fagocitare tutto il resto.

– La seconda parte viene proprio dalla teoria del portafoglio ed è:  diversifica perché l’esposizione a diverse opportunità ha dei bonus  e la combinazione di più esperienze può portare più valore delle  singole esperienze prese singolarmente.

Molto spesso ci sentiamo dire che è giusto buttarsi, che è giusto seguire le proprie passioni, che è giusto dare tutto per qualcosa a cui teniamo.

Sì.

È giusto.

Ma non viviamo in un film della Disney degli anni ’90.

Nella vita vera le cose possono andare male e le leggi dell’esistenza sono crudeli e spietate.

– È giusto buttarsi, ma solo se cadendo non ci spezziamo tutte le  ossa;

– È giusto seguire le proprie passioni, ma solo se così facendo non ci  chiudiamo tutte le altre porte del mondo;

– È giusto dare tutto per qualcosa a cui teniamo, ma solo fino al  punto in cui dare tutto non va a consumare anche tutto il resto che  sta intorno a noi.

Non dimentichiamo mai il survivorship bias, che fa apparire spesso fin troppo semplice la strada del successo osservando i pochi che ce l’hanno fatta.

Sì, se vuoi avere un successo esorbitante devi prenderti un rischio specifico esorbitante.

Sì, se vuoi centuplicare i tuoi soldi in pochi anni dovevi aver comprato Nvidia o Bitcoin 10 anni fa.

Ma questo significa guardare la storia dalla prospettiva dei vincenti.

La storia dei fallimenti invece non la scrive nessuno.

Ed è un peccato perché sarebbe molto più istruttiva.

Quando vediamo qualcuno che ha successo cerchiamo sempre di trovare le CAUSE di quel successo per provare a creare una qualche formula ripetibile.

In realtà noi vediamo sempre solo una storia, non tutte le altre storie possibili che non si sono verificate.

E quindi è sempre difficile capire se una storia di successo si sia verificata PER determinati fattori o NONOSTANTE determinati fattori.

Invece che un libro sulla storia dei fallimenti sarebbe molto più istruttivo: si impara sempre poco dai successi, perché non sai mai cosa li ha davvero generati; ma dai fallimenti si impara tantissimo, perché lì sai esattamente cosa è andato storto.

Ma obiettivamente è un libro molto difficile da scrivere.

Sarebbe come scrivere la biografia del figlio ipotetico di due persone che non si sono mai incontrate.

La verità è che se fai all in su qualcosa, in finanza come nella vita, la stragrande maggioranza delle probabilità sono contro di te.

È più facile finire nel libro non scritto dei milioni di fallimenti, che in quello delle decine di storie di successo.

Il messaggio però non è “non buttarti con dedizione assoluta in qualcosa che ami”.

Anzi, fallo fino a farti sanguinare gli arti che ti servono per eccellere in quella cosa.

Ma fallo in maniera tale che la tua esposizione alle opportunità della vita sia diversificata, che tu abbia competenze in diversi ambiti e che la tua energia non sia concentrata in una cosa sola.

Perché fallire è uno scenario molto più probabile di quel l’immagine di pochi vincenti ti farebbe pensare.

Quindi persegui le tue ambizioni ma ricordati che correre rischi diversificati è una ricchezza, che correre rischi specifici è stupido e che sopravvivere è una condizione necessaria per rialzarsi e giocare la partita successiva.

[terza lezione: sorprese e delusioni ]

TERZA LEZIONE: così come in finanza ciò che muove davvero i mercati sono quasi sempre SORPRESE e DELUSIONI, il bilancio finale della vita sarà esattamente la somma algebrica delle sorprese e delle delusioni che si incontrano lungo il percorso.

La vita non è un fatto oggettivo.

La nostra vita è l’insieme di ciò che le accade PIU’ il modo in cui lo percepiamo.

E il modo in cui lo percepiamo è quasi sempre condizionato dalle aspettative che ci eravamo fatti, volenti o nolenti.

La maggior parte di noi non vive come un cactus piantato nel nulla, ma in ogni istante — che se ne accorga o no — siamo proiettati nei nostri piccoli o grandi progetti e la nostra esistenza è dilatata nella sua dimensione temporale futura, quella in cui abbiamo delle possibilità tra cui scegliere e che decidiamo più o meno consapevolmente di realizzare.

E su queste possibilità riponiamo delle aspettative, rispetto alle quali la realtà è quasi sempre diversa: ci può deludere o sorprendere in positivo.

Esattamente come i mercati, la vita tende molto spesso a deludere nel breve termine e a sorprendere nel lungo termine. E solitamente per gli stessi motivi che creano i cicli sui mercati azionari. Il più delle volte estrapoliamo da pochi segnali positivi e ci creiamo delle aspettative eccessivamente ottimistiche sulla realtà; che poi puntualmente delude ma principalmente perché la nostra barra era stata messa troppo in alto. Questo crea un brusco disincanto.

E qui si presenta il momento fondamentale: quello in cui sta a noi prendere delle decisioni, che possono essere:

– accettare lo status quo e farci andare bene le cose deludenti fino a  consumarci oppure;

– decidere di superare le avversità che hanno innescato la nostra  delusione con due possibili esiti:

– se possiamo incidere sulle cause della delusione, è giusto  impegnarsi per essere noi stessi gli artefici delle sorprese  positive future;

– se invece non possiamo incidere sulle cause della delusione,  allora è giusto prendere altre strade.

Inutile dire che la seconda è l’unica decisione giusta, indipendentemente dall’esito a cui porta.

La prima, che è invece la decisione di default della maggior parte di noi, è chi vi parla molto spesso non è stato più virtuoso della media, è sicuramente quella sbagliata.

Ci sono vari esempi in cui questa cosa si manifesta, soprattutto nelle grandi decisioni della nostra vita, come ad esempio cambiare lavoro o sposarsi:

– si parte sempre con grandi aspettative

– inevitabilmente subentrano piccole o grandi delusioni perché la vita  … beh … è complicata

– ma poi sta a noi:

– o accettare e subire la realtà per quella che è, consumandoci;

– oppure incidere su ciò che possiamo cambiare:

– a volte funzionerà e saremo felice

– a volte non funzionerà, ma saremo felici lo stesso di averci  provato.

Sometimes you win.

Sometimes you learn.

Ogni volta che ci esponiamo al rischio e all’incertezza, come quando investiamo in azioni, ci esponiamo esattamente al rischio negativo di imbatterci in DELUSIONI per aspettative iniziali eccessive e al rischio positivo di imbatterci in SORPRESE.

Con la differenza che, rispetto ai mercati, nella nostra vita possiamo avere un ruolo molto più attivo per trasformare le delusioni in sorprese.

Lo so che è difficile.

Le DELUSIONI pesano molto di più delle SORPRESE.

I mercati crollano molto più bruscamente per una delusione di quanto velocemente risalgano per una sorpresa positiva.

E così è la vita.

Non saprei quantificare, ma secondo la prospect theory una perdita fa due volte più male di quanto faccia piacere un guadagno dello stesso importo.

Sarei quindi portato a dire che se una persona ci delude ci deve poi sorprendere in positivo almeno il doppio rispetto a quanto ci abbia deluso solo per essere pari.

E sempre per restare nell’analogia potremmo dire che questo è il motivo per cui certe delusioni non possono essere mai sanate, perché non esistono sorprese abbastanza grandi che possano valere il doppio.

Qual è quindi il messaggio?

Non è: tieni basse le tue aspettative, anzi.

Abbi aspettative sempre elevate nei confronti delle esperienze fondamentali della tua vita.

Ma aspettati delusioni.

Non sono un bug, sono parte dell’esperienza stessa della vita.

E ricordati che sapere che ci saranno non significa doverle accettare.

Significa essere pronti ad affrontarle e a fare tutto ciò che serve per dare spazio alle sorprese che ci stupiranno in positivo. Oppure per decidere di cambiare strada.

Insomma attraverso questo tre lezioni bisognerebbe insegnare ai nostri figli che la vita non è proprio una passeggiata: paura, rischi mortali, delusioni. Gli ingredienti fondamentali della vita in effetti non sono rose e fiori. E il tutto contornato da un alone di totale incertezza sul futuro. Mainagioia insomma.

Eppure, è proprio per questo che la vita, come i mercati, alla fine possono risultare dei trionfi.

È proprio perché ci sono sempre stati paura, rischi, mortali e delusioni che il mercato azionario americano è potuto crescere di 16.000 volte in un secolo.

È proprio perché nessuno ti garantisce che avrai successo che potrai realizzare qualcosa per cui varrà davvero la pena vivere.

È proprio perché il viaggio sarà incerto il motivo per cui potrà essere memorabile.

Abbi paura, prenditi rischi sistematici, diversifica quelli specifici e preparati a vivere delusioni.

E il rendimento atteso dalla tua vita sarà quello di un entusiasmante investimento azionario e non di un noioso bond governativo tripla A.

Questo è quello che vorrei insegnare a mia figlia.

Proteggerla e aiutarla il meno possibile affinché, per usare la straordinaria immagine di Taleb, da fragile diventi robusta e poi antifragile, che invece di rompersi o semplicemente di resistere si rafforza in mezzo all’incertezza e agli shock.

Perché sto dicendo tutto questo.

Perché il più grosso investimento che possiamo fare sui nostri figli non è aiutarli con mezzi materiali ma sviluppare l’antifragilità del loro capitale umano.

E niente come la finanza insegna meglio che esporsi ai rischi diversificati, accettando la paura, pronti alle delusioni e reattivi per cambiare ciò che non ci piace è una strada a senso unico per il successo.

Una strada accidentata e dalla destinazione incerta.

Ma ciononostante l’unica via da percorrere.

Detto questo, torniamo alle cose più terra terra perché, come dire: avere più soldi di solito aiuta che averne meno.

E quindi passiamo al contenuto per cui avete deciso di cliccare su questo video.

[gli strumenti per investire]

Dunque: COME INVESTIRE PER I FIGLI.

Diciamo che gli avete spiegato tutto per bene e ora però questi dicono: “sì mamma papà, bene tutto, ma cacciate fuori anche due soldi magari o vi siete sorbiti 1.400 episodi di The Bull fin da prima che nascessi per niente?”

C’avrebbero anche ragione.

Allora fondamentalmente ci sono tre strade principali che mi sentirei di raccomandare, che possono anche essere perseguite parallelamente.

[Buoni postali per minori]

La più banale di tutte e amatissima soprattutto da nonni e zii sono i BUONI POSTALI per MINORI, che sono proprio una roba pensata per creare un piccolo gruzzoletto garantito dallo Stato e tassato poco da utilizzare al raggiungimento della maggiore età.

Ora, avessi fatto questo video nel 2023, i rendimenti effettivamente erano più golosi perché chiaramente si tratta di strumenti obbligazionari a basso rischio e principalmente titoli di Stato, che oggi rendono un po’ meno di allora per motivi che conoscete bene e che se non conoscete prego riguardarsi TUTTA questa playlist.

Oggi comunque il miglior scenario è quello di acquistare il buono entro l’anno del nuovo venuto e farlo maturare sino al 18° anno.

Il 5% lordo composto si ottiene solo tenendo il buono per almeno 17 anni, altrimenti il rendimento è decisamente inferiore.

Quali sono i rischi:

– in realtà sono ben pochi.

– L’unica cosa è che hai un titolo vincolato per 18 anni e che se  dismetti prima avrà un rendimento decisamente inferiore — e tra  l’altro credo che serva un’autorizzazione del giudice minorile per  disinvestirli.

Però, come regalo dei parenti più anziani ai vostri figlioletti, che vi devo dire, meglio di tante altre cose.

[fondo pensione]

Veniamo invece alla seconda opzione: un FONDO PENSIONE.

Proprio così.

Certo uno dice: “oh manco è nata tra un po’ e già vostra figlia deve pensare alla pensione”.

Eh sì, perché come tutti voi sapete, la pensione è una chimera, è una meravigliosa illusione che sostiene la nostra capacità di sopportare ogni mese che il nostro stipendio lordo venga prosciugato per pagare le pensioni di chi oggi in pensione ci è già, ma come sapete è difficile che noi una pensione decente ce la potremo mai avere da qui ai prossimi decenni.

Vi ricordo che nel 2050 ci sarà un pensionato ogni lavoratore.

Pertanto, è matematicamente impossibile che i contributi di una ventina di milioni di lavoratori possano pagare una pensione decente ad un’altrettanta ventina di milioni di pensionati.

Quindi, un fondo pensione potrebbe essere un’idea di buon senso per offrire ai vostri figli una soluzione indipendente al problema della loro pensione futurissima.

Questo strumento ha una serie di vantaggi:

– In primis è una delle pochissime cose che potete intestare  direttamente al minore e che questo si può tenere teoricamente per  sempre;

– Secondo vantaggio, forse il più importante di tutti, è che il  neonato inizia a maturare anzianità contributiva praticamente da  quando apre gli occhi — e tra l’altro si porta avanti su tutti i  vincoli temporali tipici del fondo pensione:

– Dopo 35 anni raggiunge il massimo beneficio fiscale per quanto  riguarda la tassazione della rendita da pensione — che è il 9%  vi ricordo, e anche qui praticamente ci arriva quando all’età  pensionabile gli mancano ancora decenni

– Dopo 8 anni i soldi si possono prelevare per comprare casa,  quindi quando davvero vorrà comprare casa potrà sicuramente  attingere da lì

– E poi appunto sempre dopo 8 anni si può prendere il 30% senza  alcuna motivazione.

– Terzo vantaggio, pure i contributi che versate al fondo pensione dei  figli sono deducibili fino a 5.164 € all’anno.  Attenzione però, fanno cumulo con quelli del singolo genitore.  Quindi se nel vostro fondo pensione già avete raggiunto la soglia  massima, quelli del figlio non sono ulteriormente deducibili. Anche  se comunque il futuro pensionato avrà delle agevolazioni fiscali al  momento della liquidazione del fondo se non ha già goduto delle  deduzioni prima.  Se invece i contributi al suo fondo sono deducibili, stesso discorso  che facevamo in questo video, ossia la parte recuperata dalle tasse  può essere reinvestita e aumentare il rendimento complessivo.

Tutto quello che dovete fare è intestare a vostro figlio o vostra figlia un fondo previdenziale aperto, tipicamente gestito da un’entità bancaria, assicurativa o da una società di asset management.

E’ teoricamente possibile farlo anche con il fondo chiuso della propria categoria, ma considerato l’orizzonte temporale lunghissimo dei vostri figli, non è detto che voi apparterrete a quella categoria per tutta la vostra vita professionale residua, quindi in una situazione a lungo termine come questa propenderei per tenermi flessibile.

E soprattutto, come avevamo detto nell’altro video, i fondi chiusi generalmente hanno comparti molto poco aggressivi, mentre è più facile trovare quasi dei 100% azionari con i fondi aperti.

Trattandosi di investimento a lunghissimo termine, ci sono poche discussioni sul fatto che l’asset allocation dovrebbe essere piuttosto aggressiva.

Se volete aprire il fondo pensione a vostra figlia di un anno e scegliere un comparto “garantito”, beh amici miei, che vi devo dire, se proprio volete fare fatelo, però… boh… forse oltre a questo video è il caso che vediate anche gli altri su questo canale…

Veniamo infine alla terza opzione, che però non è esattamente uno Strumento per i figli.

È semplicemente un’etichetta su una componente del vostro patrimonio famigliare investito.

Stiamo parlando di un piano di accumulo in ETF.

Perché dico questo?

Per due ragioni, una LEGALE e una CONCETTUALE:

– Quella legale è che non può essere aperto un conto titoli ad un  minore (se non in circosante eccezionali e con una complessa  procedura che deve coinvolgere il tribunale dei minori) di  conseguenza si tratta di usare un workaround, cioè

– voi aprite un conto titoli a parte rispetto al vostro e lì fate  i pac per i figli

– oppure ancora più semplice scegliete uno strumento e il PAC su  quello lo considerate appunto destinato alla vostra prole e lo  considerate a parte

– Dal punto di vista concettuale, però, il discorso è appunto che fare  questo è “Mental accounting” — contabilità mentale.  Cosa significa?  Significa che i soldi sono fungibili, sono tutti uguali.  1.000 € sono 1.000 €, in qualunque investimento si trovino e a  qualunque scopo siano destinati.    Per qualcuno è importante assegnare ai figli un conto ad hoc per una  questione di ordine mentale, come se quei soldi fossero a parte.  La verità però è che alla fine si tratta sempre dei vostri soldi,  sono parte sempre dello stesso ed unico patrimonio famigliare.    io stesso l’ho fatto, eh, quindi sono il meno titolato al mondo per  dire di non farlo.  Mia figlia ha un PAC su un conto che io e mia moglie abbiamo aperto  il giorno dopo il parto che ancora eravamo in ospedale.  Ma è più una roba di forma che di sostanza.  è un modo per avere un posto chiaramente dedicato a lei in cui  quando i nonni fanno i regali sanno che i soldi non finiscono nel  calderone di famiglia, ma in un account destinato alla nipote.

Al di là però degli aspetti simbolici, resta il fatto che sia dal punto di vista legale che dal punto di vista finanziario, quel mini portafoglio non è altro che una parte del portafoglio generale dei genitori.

Questo discorso vale a tutti i livelli.

Ogni tanto mi chiedete: “ma se siamo una coppia è meglio fare un conto unico o due conti separati? L’interesse composto funziona meno se i conti sono due?”.

Ragazzi non cambia niente.

Se avete 100.000 € investiti, che siano investiti in un solo strumento o in 100 strumenti distribuiti su 10 conti non cambia assolutamente nulla, a parità di rendimento chiaramente e al netto di costi operativi.

Ma dal punto di vista strettamente finanziario è irrilevante.

È il solito discorso di assegnare porzioni del portafoglio o singoli strumenti a specifici obiettivi.

Se fa bene alla vostra serenità mentale e alla vostra disciplina di investitori bene.

Altrimenti l’unica cosa che conta, come sempre, è l’unico portafoglio composto di tutti i suoi elementi.

Stesso discorso di chi ogni tanto mi chiede: “ma se con metà del portafoglio faccio 80/20 e con l’altra metà un All Weather o un Goldenbutterfly, che ne pensi?”.

Eh che ne penso, penso che non hai nessuno dei tre.

Hai solo un minestrone dato dalla somma di tutti gli asset.

Il fatto che tu li dividi mentalmente è irrilevante dal punto di vista finanziario.

Piuttosto, se questa è la strada che volete intraprendere, considerate anche l’orizzonte temporale dei figli nei ragionamenti di asset allocation.

Cioè se avete 40 è chiaro che non ragionerete come uno di 20.

Ma se una parte di quel patrimonio è destinata ai figli, allora in proporzione il vostro orizzonte temporale sarà più ampio e quindi la vostra risk capacity, la vostra capacità di assumervi rischi sarà superiore.

Questo è un ragionamento che ha senso.

Fare invece un PAC “per i figli” è più una cosa più simbolica, tanto comunque quel PAC è solo un pezzetto del PAC più grosso che voi stessi state già facendo.

Ad ogni modo, se proprio volete fare un PAC per il marmocchio, su cosa investiamo?

Vale tutto ovviamente, però magari qualche accorgimento di buon senso:

Investire tutto nell’S&P 500 va bene? Non posso dire di no… ma neanche di sì.

Alla fine vostro figlio è più probabile che abiti a Garbagnate Milanese che non a Boston, e quindi avrà delle liabilities, delle passività a cui far fronte in euro, non in dollari — sperando che l’euro ci sia ancora.

S&P 500 fichissimo, però intanto si aggiunge un rischio valutario completamente concentrato. E poi c’è un rischio idiosincratico. L’S&P 500 è un mercato enorme, ma pur sempre di un unico Paese, con un’unica giurisdizione e che va bene che siamo alleati da tanto, ma vedete che non a tutti i presidenti stiamo simpatici.

Dovendo investire per i prossimi magari 20-30-40 anni in quella roba lì, boh, forse mi terrei un po’ più diversificato a livello globale.

Ora, non è che voglio dirvi “in cosa dovete investire”.

Investite in quello che vi pare.

Però non potendo prevedere il futuro a lunghissimo termine, concettualmente sarei più orientato ad avere un’esposizione globale, che non una locale — peraltro nemmeno della mia regione geografica di appartenenza.

Al di là di come impacchettate formalmente la cosa, quanto può fare la differenza per i vostri figli?

Beh, ammettiamo che i prossimi 25 anni si ripetano esattamente come i primi 25 di questo millennio, inaugurato da un decennio disastroso con due delle più grandi crisi finanziarie di tutti i tempi.

Un pac di 100 € al mese sull’MSCI All country world, dal gennaio 2000 al dicembre del 2024, avrebbe raggiunto quasi 113.000 €, a fronte di 30.000 € investiti.

113.000 € tra 25 anni saranno grossomodo 70.000 € in valore reale.

Non che a quel punto possa permettersi di non lavorare, ma capite bene che già la sua vita adulta parte in discesa e abbiamo già detto tante volte quanto quest’investimento, lasciato correre sulle sue gambe per i 20-30 anni successivi, che cifre enormi può raggiungere.

Non so quante famiglie italiane, ai 25 anni dei propri figli sarebbero in grado di cacciar fuori sull’unghia l’equivalente di 70.000 € odierni — una cosa che può servire per l’acconto per una casa, per andare all’estero, per pagare un MBA o semplicemente per vivere una vita più serena invece che nutrirsi di bacche e licheni perché l’equivalente futuro di 1.500 € al mese se ne vanno per pagare l’affitto.

Chiaro?

L’unico tema – dato che in Italia le cose belle e semplici diventano orribili e complesse quando ci sono la legge e la burocrazia di mezzo – è che come dicevamo non potete intestare il deposito titoli ai vostri figli minorenni.

La soluzione più semplice?

Se lo intestano i genitori e quando il figlio compie 18 anni trasferiscono i titoli sul suo conto oppure — ancora più semplicemente — si liquidano, si pagano le tasse e si trasferiscono, cosa che probabilmente avverrebbe anche con un trasferimento fatto con atto notarile.

Questa cosa è curiosa perché con azioni e titoli di stato funziona in modo diverso, mentre con fondi e etf il destinatario del portafoglio si ritrova il prezzo medio di carico del giorno che riceve il capitale e deve pagare le tasse sul capital gain, anche se non realizzato.

Va beh, follie del nostro sistema tributario che riserva assurdità ad ogni angolo.

In conclusione, posto che il buono postale è un po’ un discorso a sé perché arriva fino ai 18 anni, meglio aprire un conto titoli su un broker online o fare fondo pensione?

Risposta breve: non c’è una risposta breve.

– Se devo confrontare il rendimento di un ETF 100% azionario globale  con quello di un fondo come questo, l’ETF vincerà in quasi in tutti  gli scenari anche perché mi gioco quello che volete che le  performance del fondo non saranno mai in grado di compensare l’1-2%  di commissioni, pur con tutti i benefici fiscali del caso.

– Se però riesco a dedurre fiscalmente una quota alta dei versamenti e  li reinvesto in un portafoglio azionario, allora teoricamente la  combinazione di fondo pensione e pac in ETF funziona meglio, benché  abbia più vincoli.

– Allo stesso tempo investire tramite un broker richiede un minimo di  manutenzione – mentre il fondo pensione è “set it and forget it” – e  soprattutto non può essere intestato al figlio, ma deve essere  intestato ad uno o entrambi i genitori.

Se siete persone equilibrate in grado di gestire questa cosa senza scannarvi a vicenda allora zero problemi, se invece il dubbio che questo deposito titoli possa essere oggetto di contenzioso tra genitori vi turba il sonno, allora fate il fondo pensione che è meglio e che solitamente non è pignorabile.

Se poi avete abbastanza disponibilità economiche per fare entrambe le cose, anche questa può essere un’idea.

Bene cari colleghi genitori o aspiranti tali, fine dell’episodio di oggi che spero vi sia piaciuto e che abbia dato qualche risposta da una delle domande più ricorrenti quanto si inizia ad addentrarsi nel mondo della finanza personale.

Ancora una volta vi invito a iscrivervi al canale, mettere like e attivare le notifiche per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che vi spiegano come investire per i figli anche se in realtà investire per i figli è soprattutto mental accounting mentre insegnar loro ad abbracciare la paura, il rischio e le delusioni è il miglior investimento in assoluto che potremmo fare sempre nuovi.

Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci rivediamo nei prossimi video di questa playlist dedicata alle domande più gettonate sulla gestione delle finanze di tutti i giorni, sempre qui naturalmente con The Bull il tuo podcast di finanza personale

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025

Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva

Gianluca G., 11 Set 2025

Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.

Lorenzo, 13 Mar 2025

Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai

Matteo C., 3 Set 2025

Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!

Giorgia R., 23 Gen 2025

Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai

Francesca B., 6 Apr 2024

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.

Giulia N., 11 Ago 2025
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