4 Errori da non commettere quando inizi ad investire (PARTE 1)

Dopo 20 episodi è finalmente arrivato il momento di cominciare ad investire davvero i tuoi soldi ma le trappole sono dietro l'angolo! In questa prima parte comincereamo a conoscere gli errori più diffusi, passando dagli immobili, alle cripto, al trading ecc. Attenzione quindi ai 4 errori principali da non commettere all'inizio del tuo percorso di investimento (e che faresti bene a ricordarti anche negli anni a venire).

Difficoltà
26 minuti
The Bull - No Thumb

Risorse

Punti Chiave

Non concentrare troppo gli investimenti su pochi asset ad alto rischio.

Evita anche l'eccessiva diversificazione che aumenta costi e complessità.

Per iniziare, usa ETF globali a basso costo e diversificati.

Trascrizione Episodio

Bentornati a The Bull – Il tuo podcast di finanza personale

Mille e cinquecento!

Grazie a tutti voi che avete ascoltato oltre 1.500 episodi di The Bull in poche settimane, che a quanto pare sarebbe il 16° podcast più ascoltato su Apple Podcast nella categoria investimenti e il 22° nella categoria Carriere su Spotify (cazzo c’entra la carriera con questo podcast non mi è chiaro, ma portiamo a casa comunque).

Quindi, keep going, continuate a seguirlo, consigliatelo in giro, tanto sicuramente ciascuno di voi avrà qualche amico o parente che vorrebbe sì fare qualcosa con i propri risparmi ma non sa proprio da che parte girarsi, quindi ditegli di ascoltarsi un episodio a caso di THE BULL e già così gli si aprirà un mondo su come migliorare il proprio rapporto con i soldi.

Fine dell’autopromozione, che poi tra l’altro con THE BULL non ci guadagno un Euro, è tutta una questione di ego e anche un po’ di soddisfazione se qualcuno, grazie a questo podcast, dovesse riportare qualche piccolo o grande miglioramento nella propria vita attraverso una migliore gestione delle proprie finanze.

Allora, dove siamo arrivati nel nostro percorso di finanza personale.

Con lo scorso episodio abbiamo fatto un favore al mio amico fittiziamente chiamato Matteo e gli abbiamo spiegato in 20 minuti come risolvere quell’annoso problema che ha che fare con la prospettiva di lavorare 42 anni prima di cominciare a fare la fame con la pensione.

In pratica gli abbiamo detto: “Caro Matteo – e cari tutti gli altri Matteo lì fuori – anche se non ci vuoi capire un tubo di finanza, fai almeno queste cose e sei già un passo avanti, quindi:

1) razionalizza e ottimizza il tuo risparmio;

2) investi con continuità il più possibile e il più a lungo possibile, idealmente non ad michiam (lo dico in latino perché mi hanno redarguito che sono un po’ sboccato nel podcast) quindi non a caso, ma attraverso strumenti efficienti, diversificati e con i costi più bassi possibili (mio consiglio di default: usa degli ETF);

3) inizia subito a pensare alla previdenza complementare, che se ci pensi quando hai 65 anni stai fresco come una burrata.

Ok e fin qui ci siamo.

Poi per tutti gli approfondimenti sparati le altre 19 puntate di THE BULL che abbiamo fatto il pelo e contropelo a tutte le cose che serve sapere nel dettaglio per prendere decisioni ponderate e impostare la propria personale pianificazione finanziaria.

Adesso di cosa parliamo.

Tipicamente il problema di chi inizia ad investire, soprattutto quando capisce quattro cose e gli viene un minimo di entusiasmo, è quando passa da 0 a 100 in un battibaleno e comincia ad infilare una serie di cretinate che lo portano a dissipare il suo patrimonio.

Poi questo torna da me e mi dice “ahhh!!! non è vero che investire va bene! ho perso un sacco di soldi!”.

Eh certo, anche guidare la macchina ti porta tendenzialmente a destinazione ma se vuoi guidare bendato a 180 all’ora in autostrada contromano, non è detto che tutto vada sempre per il meglio.

In questo episodio, allora, ci occupiamo di 4 errori che NON devi commettere quando inizi ad investire e che possibilmente NON ti devi dimenticare quando continuerai ad investire e ti sentirai più tra mille virgolette “esperto”

Dunque, ERRORE NUMERO UNO: ECCESSIVA CONCENTRAZIONE.

Che significa concentrazione?

Non significa che ti viene l’emicrania perché sei stato troppo impegnato a pensare al tuo portafoglio, significa invece che hai concentrato eccessivamente il tuo investimento in pochi asset.

Chiedetelo a chiunque, anche il mio gatto Sheldon, peraltro grande esperto di finanza, sa che diversificare è la chiave di ogni investimento.

Ciononostante, cercate qua e là e troverete perlopiù investitori della domenica che invece, contro ogni logica, concentrano i loro investimenti in maniera del tutto insensata.

Se chiedo loro il motivo proveranno a metter su qualche supercazzola che dovrebbe supportare la loro idea di investimento ma di fatto, nella misura in cui un investimento è concentrato, nel 99% dei casi sarà strutturalmente sbagliato.

Facciamo qualche esempio tra i più tipici che ho visto con i miei occhi non perfettamente funzionanti ma sufficientemente in grado di riconoscere quando qualcuno fa cazzate macroscopiche con i propri soldi.

Su un paio di esempi di concentrazione, tra l’altro, avevamo già fatto degli episodi, in particolare il 5, quindi quelle due abitudini tipicamente italiane discusse lì, qui le richiamo solo velocemente.

Il primo grande classico è il solito investimento in immobili.

Lasciamo da parte il discorso dell’acquisto della prima casa, faremo in futuro un episodio dedicato al tema se sia meglio comprare o stare in affitto (spoiler alert: la risposta sarà DIPENDE), mentre qui parliamo dell’investimento puro finalizzato ad ottenere una rendita immobiliare attraverso l’acquisto di un appartamento da mettere in affitto.

Sembra sempre a chiunque l’idea più geniale del mondo ma, a meno che non si disponga di capitali milionari, sappiate che non sarà quasi mai la migliore soluzione d’investimento per voi.

Perché? Semplice:

1) abbiamo già fatto i conti in passato, il rendimento atteso da un rendita immobiliare è del 4-5% all’anno, se vi va bene e se gli inquilini pagano; non che sia da buttare, anzi, ma chi segue THE BULL da un po’ sa invece che il rendimento storico del mercato azionario viaggia più sul 7-8-9% all’anno (perlomeno guardandoci indietro nell’ultimo mezzo secolo);

2) ci sono una montagna di costi sommersi e difficili da preventivare (manutenzione, agenti immobiliari se gli inquilini cambiano spesso, spese legali in caso di inquilini morosi, tasse, ecc.);

3) è illiquido come un cartone di latte che lasciate fuori dal frigo per una settimana, se vi dovessero servire dei soldi improvvisamente dovete vendere tutto, forse al ribasso e magari con l’inquilino dentro e non è una cosa che fai in dieci minuti.

Non so perché oggi mi vengono solo queste metafore casearie…boh…

Comunque, se avete 100, 200, 300 mila euro e li piazzate in un immobile, state facendo all-in su un unico asset, confidando che per i prossimi 20 – 30 anni tutto andrà nel migliore dei modi e ignorando il costo opportunità che deriva dal fatto che non avrete altre disponibilità da dedicare ad altri tipi di investimento.

Poi, altro esempio tipico.

“Oh hai visto, oggi i BTP a 10 anni rendono il 4%! Io un po’ me li compro e sono a posto”.

Allora, non che sia sbagliato eh, sia chiaro, se vuoi comprarti i BTP e comprati sti BTP.

La domanda però è: hai uno specifico capitale da proteggere da qui a 10 anni e lo devi vincolare in una sorta di deposito con un buon rendimento?

Se la risposta è sì, ok magari ha senso quello che stai facendo.

Se la risposta è no, ma allora perché vuoi comprarti sti prodotti?

Ma che ti frega di avere il 4% all’anno, che non è neanche composto poi.

Se hai un milione di euro da investire e vuoi allocare una certa quota della tua parte obbligazionaria in BTP, benissimo, comprateli di varie scadenze e farai lo stesso con un po’ di Bund tedeschi, di Gilt inglesi e di Treasury Americani.

Altrimenti quando c’ho venti kappa da parte, metterli tutti in BTP così prendo il 4%, direi che è utile come un ombrello in Sicilia ad Agosto, perché oltre a concentrare il rischio mi sto fatto perdendo altre opportunità di investimento più efficienti e potenzialmente più redditizie.

Per non parlare del fatto che, al di là del rischio default dell’Italia, remoto ma non impossibile, in 10 anni i Tassi di INteresse possono andare su e giù un sacco di volte in maniera imprevedibile, quindi nessuno ti assicura che il giorno che dovessi vendere i tuoi BTP il loro valore sarà superiore a quando li hai comprati.

Passiamo poi ad un diffusissimo fenomeno di questi anni: c’ho un po’ di soldi e cosa faccio: compro i BITCOIN!!!!

Oh non parliamo mai di Cripto, colgo l’occasione qui per dire due cose in merito e anche perché non mi entusiasmano.

Intanto cosa sono i Bitcoin? Ne ha sentito parlare anche tua nonna probabilmente ma pochissimi sanno davvero di che si tratta.

Bitcoin è la più grande criptovaluta al mondo.

Una criptovaluta è una valuta virtuale che non viene emessa da una banca centrale come le valute tradizionali ma viene gestita da un programma, nel caso del Bitcoin parliamo del programma ideato dal mitologico personaggio Satoshi Nakamoto e basato su una tecnologia decentralizzata che si chiama Blockchain.

Per farla super breve – e non me ne vogliano i puristi! mi incazzo se mi fate qualche appunto quando parlo di azioni ed ETF, ma su Bitcoin ammetto di avere una conoscenza superficiale – dicevo in breve tutto l’ecosistema di Bitcoin si regge sull’attività dei “miner”, che sono tutti i soggetti che svolgono un complesso lavoro informatico per validare le transazioni, e sui “ledger”, ossia sul sistema di registri informatici decentralizzati che appunto tiene traccia di tutte le transazioni in bitcoin che vengono svolte all’interno del suo ecosistema.

In sostanza, l’idea rivoluzionaria di Bitcoin è quella di creare una moneta completamente “democratica” diciamo, dove non c’è nessun soggetto ultimo in grado di influire direttamente su di essa, sul suo valore e sui suoi tassi di interesse, e per la quale è previsto un numero limitato ben predefinito sulla massima quantità di moneta disponibile, che nella fattispecie è 21 milioni.

Quando si arriverà a 21 milioni di Bitcoin, intorno al 2140, fine, non se ne produrranno più.

Al di là del tecnicismo, comunque, Bitcoin è oggi un asset completamente speculativo il cui valore si regge unicamente sull’attribuzione di valore da parte dell’intera comunità Globale che crede in esso.

Negli ultimi anni il Bitcoin è passato da valere zero a valere oltre 64.000 dollari nel novembre 2021, per poi sprofondare a 16 mila un anno dopo e ricominciare un’impetuosa risalita che lo vede oggi sui 30.000 $.

Ricordiamo che il Bitcoin non è un asset regolamentato.

Non è una vera valuta, non è un’azione, non è un prodotto finanziario, non è niente.

E’ una roba, il cui valore si regge sul fatto che altri gli danno valore.

Tutto ciò fa di Bitcoin un tipo di investimento straordinariamente affascinante, con un potenziale di rendimento fondamentalmente illimitato e, chiaramente, con un rischio intrinseco spaventoso.

Se a qualcuno dovesse mai fregare cosa faccio nella vita, io NON investo in Bitcoin.

Allo stesso tempo, però, non mi sento di SCONSIGLIARVI di investire in esso.

Io non investo in Bitcoin perché è un tipo di prodotto che non rientra nella mia filosofia di investimento e pertanto se lo facessi dovrei allocare una quota talmente piccola del mio portafoglio che probabilmente sarebbe irrilevante.

Allo stesso tempo, però, c’è chi ha una visione molto più evoluta della mia e maggiormente orientata all’innovazione tecnologica e che ha qualche buon motivo per ritenere che Bitcoin potrà un giorno valere milioni di dollari.

Ora il tema è.

Se ho 10.000 € da investire, è corretto metterli in Bitcoin?

Come direbbe il noto analista finanziario ragioner Ugo Fantozzi sarebbe una “cagata pazzesca”!

Di solito chi investe in queste robe qua senza capirci niente, sull’onda dell’entusiasmo perché ha qualche amico che ci sta facendo bei soldi, entra sui massimi, poi tutto crolla, vende sui minimi e si sputtana tutto.

Investire in BTC, tra l’altro, non è sicuro come investire in azioni o ETF.

Non hai la banca, regolamentata, dove tutto è super sicuro.

I BTC li devi comprare su un exchange e se poi non li metti su un token fisico, un paper wallet o altri supporti esterni, rischi che l’exchange fallisca (come purtroppo è successo all’exchange italiano The Rock Trading) o che il suo proprietario dell’exchange usi i soldi degli investitori per farsi gli affari propri (come nel clamoroso caso di Sam Bankman Fried, fondatore e CEO del exchange FTX saltato per aria nel 2022).

Quindi, per investire in Bitcoin, al di là dell’opportunità finanziaria, ci sono anche degli accorgimenti tecnici che devi conoscere.

Comunque anche qui, se hai 4 soldi da parte l’ultima cosa che dovresti fare è proprio metterli tutti sull’asset più speculativo e volatile della Terra, con il rischio di veder vaporizzati i tuoi risparmi magari in una singola giornata nera dove le cripto possono avere crolli così verticali che il Nasdaq al confronto sembra stabile come un’obbligazione tedesca.

Per chiudere su Bitcoin.

Non è un investimento che mi attrae. Però potrebbe essere un limite mio, lo ammetto.

Se voi invece avete 100.000 € di portafoglio, magari 2-3.000 € potete metterli su Bitcoin, o direttamente oppure comprando una specie di ETF che replica il suo valore (che per la precisione si chiama ETN).

Ogni azzardo superiore al, boh, 5% del vostro portafoglio, beh sappiate che vi espone ad un rischio speculativo importante (ma anche a possibili grandi guadagni, certo).

Detto questo, se proprio volete investire in crypto, puntate su Bitcoin, al massimo su Etherum, lasciate invece perdere tutte le altre crypto che falliscono ogni due per tre senza che neanche ve ne accorgiate.

Veniamo infine alle azioni.

Altro grande classico sono quelle persone che iniziano ad avere qualche risparmio da parte, sono mediamente smart e di buona cultura e sono convinte di avere un qualche vantaggio competitivo che si regge sulla loro capacità di “lettura dei mercati” e allora si mettono a comprare qualche azione qua e là.

Ma se hai i soliti 10.000 € da parte, quante azioni di quante società potrai mai comprare?

Collezionerai qua e là dei pezzettini irrilevanti di poche aziende, concentrando enormemente il tuo rischio e con una probabilità molto alta di avere un rendimento di gran lunga inferiore a quello medio del mercato.

Prendiamo 100 persone a caso che investono così, 1 o 2 avranno forse beccato a culo Nvidia 9 mesi fa, mentre gli altri 98-99 avranno fatto cazzate più o meno gravi e con ogni probabilità avranno avuto un rendimento inferiore alla media dell’azionario globale (o spesso negativo, come molto spesso accade ai trader improvvisati).

Investire in azioni va benissimo, è l’apoteosi dell’investimento finanziario, ma come abbiamo detto tante volte vanno tenute in considerazione queste cose:

1) Servono capitali rilevanti per investire in azioni singole. Sotto i 100.000 € di portafoglio, non starei neanche a provarci, perché il livello di diversificazione reale che riuscireste ad ottenere con meno soldi sarebbe probabilmente insufficiente (anche perché poi sarebbe sconsigliabile fare all in su un portafoglio 100% azionario fatto solo da azioni singole e 0 fondi, quindi la quota reale destinabile all’acquisto di azioni sarebbe inferiore);

2) Considerate inoltre che per investire in azioni singole serve una competenza di altissimo livello; non basta avere “buoni presentimenti”, bisogna studiarsi un decennio di annual report di un numero elevato di società in ogni settore in cui si vuole investire prima di prendere una qualunque decisione di investimento. Ergo: è un lavoro a tempo pieno e incredibilmente noioso.

3) Considerate poi che i costi di manutenzione di un portafoglio di azioni potrebbero essere molto elevati. Se avete le azioni di 500 società dentro un ETF sull’S&P 500, ogni volta che comprate e vendete pagate il costo di una singola transazione. Se dovete muovere 500 azioni una per una, parliamo di 500 transazioni.

4) Abbiamo detto già mezzo milione di volte che fare stock picking, ossia scegliere una per una le azioni da mettere in portafoglio, è un’operazione che ha una bassissima probabilità di battere la performance media del mercato. Solo 1 asset manager professionista su 10 ce la fa su orizzonti di tempo medio lunghi, per investitori retail tutte le probabilità giocano pesantemente contro di voi.

Quindi, takeaway principale.

Se avete appena iniziato ad investire NON INVESTITE IN AZIONI SINGOLE.

Non pensateci nemmeno.

Non fatelo, non è una buona idea.

Anche se vi sembra una buona idea, non lo è fidatevi.

Eh ma ho comprato Tesla ho fatto +70%! Lascia perdere, per un +70% che hai fatto (per ora!) con Tesla ci sono altri enne -20% che alla fine ti assottiglieranno, se non annulleranno, i rendimenti.

A questo punto chi potevamo chiamare in causa se non il nostro più grande eroe, il leggendario Warren Buffet?

Quando si parla di investire in azioni, lui è l’autorità suprema a livello globale.

Se vuoi supportare una tesi, cita Warren Buffet e nessuno ti contraddirà mai.

Allora abbiamo parlato per 10 minuti del fatto di non concentrare gli investimenti in azioni, poi andiamo a vedere il portafoglio di Berkshire Hataway, la società di Buffet e del socio Charlie Munger, e scopriamo che l’86% del portafoglio è composto da sole 10 aziende e che addirittura il 46% degli investimenti azionari di Berkshire è in Apple (per la modica cifra di oltre 175 miliardi di dollari).

Se ascoltate qualche speech di Buffet, capiterà spesso sentirgli dire che per lui diversificare è sbagliato!

O meglio, se sai cosa stai facendo – dice Buffet – devi concentrare gli investimenti in pochi asset di valore, anziché disperderli diversificando.

Il punto però è esattamente: “sapere cosa si sta facendo”. E questa è una cosa maledettamente difficile.

Infatti allo stesso tempo Buffet dice anche che il 99% degli investitori, soprattutto non professionisti, non dovrebbero fare altro se non comprare un Index Fund o un ETF sull’S&P 500 e non fare assolutamente nulla di più.

Quello che fa Warren Buffet lo può fare solo Warren Buffet – e pochi altri. Per tutti i comuni mortali come me e voi invece, lasciate perdere.

Se voi voleste barare e copiare pari pari il suo portafoglio – a parte che vi servirebbero migliaia di dollari anche solo per comprare una singola azione di tutte le società – cmq se copiate il suo portafoglio e poi il mercato ha qualche correzione importante, voi rischiate di vedere una parte del vostro capitale polverizzata mentre per Warren Buffet si tratterebbe solo di un brutto martedì.

Chiaro?

Quindi, lezione da portarsi a casa: a meno che tu non abbia la pretesa di essere uno dei più grandi investitori di tutti i tempi, non concentrare i tuoi investimenti in qualsivoglia prodotto ma mantieni la migliore esposizione possibile al mercato, attraverso strumenti liquidi, efficienti, diversificati e a basso costo.

Veniamo dunque all’ ERRORE NUMERO DUE: ECCESSIVA DIVERSIFICAZIONE.

Ma come? e tutto il discorso sulla concentrazione degli investimenti? Non hai detto che bisogna diversificare altrimenti concentri troppo il rischio ed è pericoloso?

Esattamente sì!

Ma così come concentrare gli investimenti è sbagliato, è sbagliato anche diversificare eccessivamente, perché il rischio è quello di frammentare o addirittura polverizzare il vostro portafoglio.

E’ sempre una questione di buon senso e proporzioni.

Se avete seguito i vari ragionamenti che abbiamo fatto sugli ETF negli episodi precedenti, poi non fatevi prendere la mano perché è un attimo trovarsi a comprare: quello sull’azionario globale, l’s&p 500, i mercati emergenti, l’europa, l’India e il Vietnam che non si sa mai, poi l’etf sull’intelligenza artificiale, quello sui semiconduttori, quello sul lusso, quello sul litio, l’oro, le cripto, obbligazioni di ogni sorta, materie prime, un pizzico di sale, infornare a 180° per 40 minuti e il pasticcio è pronto.

Come sempre, dipende dal capitale che volete investire, dai vostri obiettivi e dall’orizzonte temporale.

Avete 10.000 €? comprate al massimo un paio di ETF generali su azioni e obbligazioni (o anche solo azionario se siete giovani e all’inizio del percorso di accumulazione).

Se ne avete 200.000 invece ci può stare differenziare un po’.

Ma in ogni caso sempre con criterio e buon senso, perché ricordatevi che più un portafoglio è articolato più è costoso, più richiede manutenzione e più correte il rischio, cercando di ottenere una sovraperformance facendo scommesse specifiche, di perdervi il rendimento medio del mercato.

Considerate poi che la diversificazione ha senso finché si regge sul concetto di decorrelazione.

Che vuol dire?

Allora due asset sono tra loro decorrelati se hanno un comportamento indipendente l’uno dall’altro e tendenzialmente antitetico.

Ad esempio il rapporto tra mercato azionario e oro è abbastanza emblematico, con l’oro che tipicamente tende ad apprezzarsi nei momenti in cui il mercato azionario ha delle flessioni e viceversa.

Anche azioni e obbligazioni sono generalmente decorrelate, tranne nei casi, come nel 2022, in cui un’alta inflazione e un brusco rialzo dei tassi di interesse ha penalizzato contemporaneamente entrambe le asset class e parliamo di un evento accaduto solo un’altra manciata di volte nella storia.

Se però comprate 20 fondi diversi di tipo azionario, è vero che alcuni settori vanno meglio e altri peggio, ma in generale c’è una forte correlazione e quindi comprando troppi prodotti di investimento non si ottiene una vera diversificazione ma solo una costosa frammentazione.

Siamo d’accordo?

L’abbiamo detto tante volte.

Keep it simple.

Fate le cose più semplici del mondo e il più delle volte si rivelerà la risposta migliore.

Se avete appena iniziato, vi piace questa cosa degli ETF di cui parliamo sempre, volete investire 200 € al mese e avete un orizzonte piuttosto lungo, scegliete un ETF a basso costo, molto grande e liquido che replica un indice diversificato di azioni internazionali, compratelo attraverso un broker solido o una banca online con commissioni accettabili e non riesco a vederci alcuna controindicazione (al netto di tutte le cose che diciamo sempre sulla pianificazione finanziaria personale in generale).

Poi man mano che il vostro portafoglio crescerà, aumenterete via via il numero di strumenti, magari inizierete a introdurre la parte obbligazionaria, poi forse una maggiore diversificazione azionaria internazionale, quindi un 5-10% di oro e via dicendo.

Come sempre, tutte queste indicazioni che do sono a scopo puramente esemplificative e non vanno intese come raccomandazioni di investimento.

A tal proposito, visto che in questi giorni si parla tanto del tema degli influencer nel settore finanziario, approfitto per puntualizzare che qui a THE BULL facciamo una cosa molto diversa.

Intanto nessuno mi paga, quindi ogni parere espresso qui, per quanto cerchiamo sempre di portare numeri piuttosto che semplici opinioni, è puramente indipendente.

Se vi dico che l’opzione A è meglio dell’opzione B, ciò riflette un mio ragionamento sulle due opzioni. Se poi voi scegliete effettivamente A invece che B non mi viene in tasca nulla e francamente mi importa anche poco.

Inoltre non citiamo MAI specifici strumenti e anche quando parliamo di allocazioni ci riferiamo sempre alle categorie di asset, mai agli specifici prodotti che li rappresentano.

Lo scopo di THE BULL è divulgativo. Il suo obiettivo è darvi gli strumenti per ragionare con la vostra testa e prendere voi le vostre specifiche decisioni finanziarie.

Quindi prendete sempre le indicazioni che ricevete qui come delle linee guida e, come già detto in altre puntate, non prendete per oro colato tutto quello che sentite ma sottoponete sempre ogni contenuto al giudizio critico della vostra ragione.

Ora, volevo cavarmela in 20 minuti con questi 4 errori e poi mi sono fatto prendere ed è meglio darci un taglio.

Allora, i primi due li abbiamo detti, quindi attenzione a non concentrare gli investimenti, che per quanto vi possano sembrare buoni, il rischio di prenderselo in quel posto non è mai così remoto come sembra e attenzione a non diversificare troppo, altrimenti finite per spendere una montagna di soldi di commissioni, investire un sacco di tempo nella gestione del portafoglio e, soprattutto, rischiare di mancare il rendimento del mercato puntando sulle cose sbagliate.

Nel prossimo episodio, invece, parleremo degli altri due errori che invece sono un po’ più di impostazione e vanno a toccare la sfera più ampia della vostra dimensione finanziaria.

Intanto grazie per essere arrivati fino a qui e perché continuate a seguire questo podcast.

Vi ricordo come sempre di mettere segui e attivare le notifiche su qualunque piattaforma utilizziate per ascoltarlo e di lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che vi dicono cosa non dovete fare con i vostri soldi anche se nessuno me l’ha chiesto sempre nuovi.

Per questo episodio è tutto e noi ci ritroviamo non appena cliccate sulla seconda parte del contenuto, quindi quando parte la sigla chiudete e andate al prossimo, sempre qui a THE BULL, il tuo podcast di finanza personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai

Matteo C., 3 Set 2025

Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!

Massimiliano, 29 Mag 2024

Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.

Andrea V., 22 Set 2025

Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.

Lorenzo, 13 Mar 2025

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva

Gianluca G., 11 Set 2025

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.

Giulia N., 11 Ago 2025
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