5 Inestimabili Lezioni di Warren Buffett (e un po’ di Apple)

Puntata speciale dedicata al più grande investitore di tutti i tempi. Ladies and Gentlemen, in questo episodio troverete 5 inestimabili lezioni tratte dal pensiero e dalla filosofia di investimento di sua maestà Warren Buffett. Se quest'uomo è riuscito a mettere assieme con pazienza oltre 100 miliardi di dollari di patrimonio personale, dare ascolto a qualche suo consiglio potrebbe essere una buona idea.

Difficoltà
30 minuti
The Bull - No Thumb

Risorse

Punti Chiave

Rimani nella tua sfera di competenza e investi nella tua cultura.

Risparmia prima di spendere, sii frugale e ritarda la gratificazione.

Sii avido quando gli altri temono e timoroso quando sono avidi; investi a lungo termine.

Trascrizione Episodio

Bentornati a The Bull – Il tuo podcast di finanza personale

Ci sono solo due regole quando si investe.

REGOLA NUMERO 1: Mai perdere soldi.

REGOLA NUMERO 2: Mai dimenticarsi della regola numero 1!

Cari ascoltatori di THE BULL oggi finalmente facciamo un’intera puntata dedicata proprio a lui, al più grande di tutti, all’unico, inarrivabile, mitologico Warren Buffet, un brillante novantaduenne di Omaha, Nebraska, universalmente considerato il più grande investitore di tutti i tempi.

Quella che che avete sentito poco fa è una delle innumerevoli perle che Warren Buffett ci ha regalato nel corso dei suoi oltre 60 anni di attività e in quest’episodio vi parlerò di 5 inestimabili lezioni tratte dall’infinita saggezza finanziaria dell’investitore la cui opinione è senza dubbio la più ascoltata e stimata di chiunque altro sulla Terra.

Prima di cominciare, però, due parole su chi sia Warren Buffet e perché praticamente ad ogni puntata lo cito qua e là.

Warren Buffett è il più importante modello vivente di ciò che viene comunemente chiamato Value investing.

La sua ultradecennale strategia di investimento si regge infatti sull’idea di investire in grandi società, soprattutto Americane, in possesso di importanti vantaggi competitivi nel rispettivo settore di riferimento con l’obiettivo di beneficiare della loro crescita di valore nel lunghissimo termine.

Per Value Investing si intende infatti quella filosofia di investimento incentrata appunto sul valore intrinseco di una società e rappresenta in qualche modo l’antitesi estrema rispetto al trading.

Mentre il trader cerca di guadagnare attraverso operazioni di compravendita di azioni tendenzialmente a breve termine, con l’unico scopo di realizzare un profitto dato dalla differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita, l’investitore “Value” assume delle posizioni lunghissime nei confronti di società in possesso di determinati valori fondamentali in grado di generare guadagni per gli anni a venire.

Quando Warren Buffett investe, infatti, non investe mai con l’obiettivo di speculare sulle variazioni di prezzo di un’azione ma lo fa esclusivamente nella convinzione che una specifica società sia dotata di punti di forza talmente solidi da farne un leader di mercato praticamente invincibile con un’eccezionale profittabilità di lungo termine e con dei prodotti o servizi di qualità superiore.

Attenzione però che sarebbe riduttivo definire Warren Buffett un semplice investitore, benché la sua leggenda imperitura sarà per sempre associata alla sua inarrivabile capacità di leggere il mercato e investire nelle migliori aziende del mondo.

Warren Buffett è piuttosto un vero e proprio imprenditore.

Formalmente lui è infatti il CEO di una società nata oltre un secolo fa come azienda tessile e poi trasformata da Buffett in una sorta di holding finanziaria proprietaria di una vasta diversità di business, la famigerata Berkshire Hathaway.

Per la cronaca, Berkshire Hathaway è oggi l’ottava società più grande degli Stati Uniti, con una capitalizzazione di mercato, nel momento in cui sto registrando, di quasi 800 miliardi di dollari, quasi il doppio dell’intero FTSE MIB, il principale Indice della Borsa di Milano.

Ad oggi Berkshire Hathaway si occupa fondamentalmente di due cose:

– Da un lato investe in società private e ne diventa proprietaria al 100% o giù di lì. In particolare possiede un’importante società assicurativa di nome GEICO, una delle più grandi società negli Stati Uniti di trasporto Ferroviario (BNSF Railroad), diverse realtà in ambito utilities, una manciata di società produttrici di beni di consumo (come See’s Candies) e via dicendo l’elenco di attività non quotate è sterminato e vale diverse centinaia di miliardi di dollari.

Tra l’altro una delle, innumerevoli, idee geniali di Buffett è stata proprio quella di sfruttare la società assicurativa – che come tale raccoglie i premi all’inizio dell’anno PRIMA di pagare eventuali indennizzi agli assicurati – per finanziare a costo ZERO parte degli altri investimenti.

– Dall’altro, Berkshire investe in un portafoglio di società quotate, quasi tutte appartenenti all’indice S&P 500, e ad oggi le sue 5 partecipazioni principali, che valgono da sole circa l’80% dell’intero portafoglio azionario sono:

– Bank of America

– American Express

– Coca Cola

– Chevron e, soprattutto,

– Apple, nella quale Buffett ha investito quasi il 50% del portafoglio di Berkshire per un valore attuale di – aprite bene le orecchie – 162 miliardi di dollari!

Potevano il più grande investitore del mondo e la più grande azienda del mondo non essere uniti in una della partnership finanziarie più imponenti della storia? Ovviamente no!

Comunque Apple a parte, quando prima parlavo di investimenti a lungo termine, intendevo davvero a lungo termine.

Pensate che Buffett comprò le prime azioni di Coca Cola nel 1988 e quelle di American Express addirittura nel 1964!

Giusto per capirci: solo nel 2022 i dividendi di queste due sole società hanno portato nelle casse di Berkshire oltre 1 miliardo di dollari!

In base a cosa, quindi, Warren Buffett decide se investire in una società o meno?

Diversamente dal suo maestro Benjamin Graham, tra l’altro autore del più citato libro di finanza di sempre The Intelligent Investor (che è una lettura digeribile come una parmigiana a colazione), Buffett non cerca mai di comprare società ad un prezzo sottovalutato per poi rivendere le azioni quando esse raggiungono un certo livello di rivalutazione.

Graham in pratica diceva, con una metafora abbastanza disgustosa, “cerchiamo di comprare società che siano come i mozziconi delle sigarette gettate via ma ancora in grado di farci fare un ultimo tiro”.

Al contrario, è celeberrima l’affermazione di Buffett quando disse: “It’s far better to buy a wonderful company at a fair price, than a fair company at a wonderful price”, ossia è molto meglio comprare una società fantastica ad un buon prezzo, piuttosto che una buona società ad un fantastico prezzo.

L’idea è appunto quella di puntare su società che in qualche modo sono in grado di realizzare ciò che gli Americani chiamano Moat, scritto emme-o-a-ti, che significa “fossato”, ossia una sorta di barriera invalicabile che dovrebbe impedire ai competitor di quella società di mettere in discussione la sua posizione dominante.

Coca Cola, per fare un esempio, è una società che esiste da oltre un secolo e ancora oggi il suo brand è più forte che mai.

Al di là dell’opinione sulla qualità alimentare della Coca Cola, è innegabile che è più facile immaginarsi che nevichi ad Agosto piuttosto che un futuro prossimo senza che essa sia ancora la bevanda gassata dolciastra più consumata al mondo.

Apple poi è la quintessenza di questo ragionamento.

Tra l’altro l’investimento in Apple viene spesso mal interpretato come una rottura di Buffet con il suo pensiero tradizionale, dato che lui aveva sempre dichiarato sino a prima del 2016 di non voler investire in società tech perché di tecnologia ci capiva poco (notare infatti che Berkshire, a parte Apple e una piccola quota di Amazon, non ha un dollaro investito nelle altre Big Tech Americane tipo Google, Meta, Microsoft e compagnia bella).

In realtà Apple, che è indubbiamente una delle realtà più all’avanguardia del mondo in fatto di tecnologia, non viene vista da Buffet – e a ragione – come una società tech, bensì come una società di prodotti di consumo.

Quel genio assoluto del suo incredibile fondatore Steve Jobs aveva infatti capito che la chiave per rendere Apple la più importante azienda del mondo era raggiungere un così alto livello di sofisticazione tecnologica da apparire clamorosamente semplice ai suoi utilizzatori finali.

Se ci pensate, quell’iPhone che avete in mano è un condensato assoluto delle tecnologie più avanzate della nostra epoca e allo stesso tempo un prodotto di una semplicità di utilizzo disarmante.

Buffett quindi non ha fatto praticamente all-in su Apple per via del suo vantaggio competitivo tecnologico ma perché nel 2016 si è reso conto che il suoi prodotti, il suo modello e il suo brand erano talmente forti che sarebbe stato più facile immaginarsi un futuro in cui la gente rinunciasse a guidare l’auto piuttosto che ad avere l’ultimo iPhone.

Oltre ad essere una cassaforte finanziaria e non avere praticamente debito, ciò che fa di Apple una realtà incredibilmente forte è il suo modello di business diversificato.

Benché il fatturato degli iPhone pesi per il 50% sui suoi circa 400 miliardi di dollari di fatturato totale, infatti, gli altri quasi 200 miliardi sono distribuiti tra:

– Mac, circa 10%

– iPad, circa 7%

– Wearable, ossia in particolare Apple Watch e Air Pods, circa il 10% e infine

– ben il 20% nei suoi vari servizi, tra cui, iTunes, Apple Store, iCloud e via dicendo.

Apple si è inoltre lanciata nel mondo fintech, con il suo servizio di Buy Now Pay Later e con l’apertura di un conto deposito, di cui abbiamo parlato nello scorso episodio, che da solo ha raccolto in 6 mesi oltre 10 miliardi di dollari.

Pazzesco se pensate che si tratta di una società che è nata in un garage in California con l’idea di fare personal computer.

Ancora più pazzesco se pensate che Steve Jobs nel corso di 40 anni avrebbe rivoluzionato per sempre, oltre all’industria dei personal computer, quella del cinema (per chi non lo sapesse Toy Story e tutti i film d’animazione che hanno di fatto salvato il culo alla Disney negli anni ’90 è roba sua), quella della musica (con l’ormai defunto iPod e iTunes, Jobs ha di fatto cambiato per sempre la musica e se oggi nessuno ha più un cd e ascolta solo musica in streaming senza doverla più scaricare illegalmente lo deve a lui) e poi ovviamente quella della telefonia, con l’invenzione dell’iPhone, il prodotto simbolo per eccellenza di tutta la nostra epoca.

Capite bene che, in attesa di vedere sul mercato il suo visore in realtà aumentata da 3.500 dollari, già oggi Apple ha un modello talmente diversificato che è difficile immaginare un competitor in grado di scalzarne a breve la supremazia globale.

Per converso, una società come Meta (proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp) è sì una macchina da soldi con dei prodotti incredibili e una situazione patrimoniale clamorosa. Ma se ci pensate quasi il 100% dei flussi di cassa di Meta derivano dalla vendita della pubblicità sui suoi social.

Se domani per qualche motivo la gente dovesse improvvisamente mollare Instagram per Tiktok, le azioni di Meta probabilmente perderebbero il 99% del valore in un batter d’occhio.

Per questa ragione, nonostante Meta abbia reso milionari un esercito di investitori nel corso degli anni, Buffett se ne sta alla larga perché evidentemente non ha visto in essa la capacità di creare quel fossato abbastanza affidabile.

La cosa incredibile con Apple, invece, è che Buffett sembra aver fatto la scoperta dell’acqua calda.

Apple è stata fondata nel 1976 e si è quotata in borsa nel 1980.

Già in quegli anni Buffett era un grande investitore ben noto a Wall Street ma ci ha messo ben 40 anni prima di decidere che fosse giunto il momento di comprare azioni di Apple. E ci aveva visto bene dato che Apple era praticamente fallita negli anni ’90, finché poi nel ’97 Jobs fu richiamato a guidare la società che aveva fondato – e da cui era stato cacciato negli anni ’80 dall’allora CEO ex Pepsi John Scully – e dagli inizi degli anni 2000 le azioni di Apple ricominciarono a prendere quota, grazie all’introduzione sul mercato di un capolavoro dietro l’altro come il primo iMac, il primo iPod, il primo iPhone, il primo iPad e così via sino ad oggi.

Non è poi un caso che da quando Buffett ha messo le mani su Apple, dal 2016 a oggi il valore delle sue azioni è cresciuto di quasi 8 volte, da circa 24 dollari a oltre 190.

Su una cosa non ci sono dubbi: Warren Buffett è un maestro Jedi di pazienza, costanza, sangue freddo e incredibile lungimiranza.

Inoltre è forse la rappresentazione umana più emblematica del potere miracoloso dell’interesse composto nel lungo termine.

Se volessimo dare una risposta banale, riduttiva e allo stesso tempo incredibilmente vera alla domanda su come abbia fatto Warren Buffett ad ammassare una tale fortuna ci basterebbe dire: “perché ha iniziato a investire quand’era ancora adolescente e ha atteso con pazienza, mettendo insieme un mix micidiale di vita frugale e investimenti ponderati, che il valore dei suoi investimenti si ricapitalizzasse nel tempo in maniera esponenziale”.

Ora, perché vi sto parlando di un ricchissimo signore novantenne del Nebraska e di Apple?

La risposta su Apple è che ogni volta che posso ne parlo con entusiasmo perché la sua è forse la più incredibile storia imprenditoriale di tutti i tempi, motivo per cui ne sono appassionato e ne parlo ogni volta che posso per mio piacere personale.

Per inciso – straconsiglio la biografia di Jobs scritta da Walter Isaacson, illuminante per comprendere sia la persona (pessima) che l’imprenditore (geniale e sovrumano).

Per quanto riguarda Buffett invece, la sua voce è una delle più autorevoli che potrete mai sentire per orientare il vostro comportamento nei confronti dei soldi, del risparmio, dell’investimento e in generale per aiutarvi a comprendere i pilastri alla base di qualunque strategia di arricchimento a lungo termine.

Non pensate che quello che vale per mister oltre 100 miliardi di dollari non valga per me o per voi.

In qualche modo, la sua attitudine verso il risparmio e gli investimenti è la stessa che ciascuno dovrebbe adottare per massimizzare le proprie possibilità di far crescere la propria ricchezza.

Vediamo allora 5 insegnamenti fondamentali tratti dalla vita incredibile e dal pensiero illuminato di Warren Buffett.

PRIMO INSEGNAMENTO: Stick with your circle of competence, ossia rimani all’interno della tua sfera di competenza.

Uno dei capisaldi del pensiero di Buffett, come dicevamo prima introducendo l’investimento in Apple, è appunto il fatto che lui e il socio Charlie Munger non investono mai in settori o in società che non sono in grado di comprendere in maniera semplice.

In questo podcast non consigliamo di investire in singole aziende ma se mai, ciononostante, vorrete farlo lo stesso non mettetevi ad investire in cose che non conoscete, che non capite e che sono lontane dalla vostra esperienza quotidiana ma cercate di stare vicini a ciò che vi è più familiare.

Se per esempio vi occupate di digital e innovazione, allora magari può avere un senso investire in realtà tech perché potreste avere una comprensione superiore alla media delle dinamiche del settore.

Se invece per qualche strano motivo vi mettete ad investire nel settore healthcare, allora di fatto stareste investendo alla cieca perché non avreste nessun vantaggio competitivo nella comprensione delle società e delle peculiarità di quel settore, dato che non rientrano nella vostra sfera di competenza.

Al di là dell’investimento in senso stretto, comunque, l’estensione di questo principio va a toccare l’importanza suprema che per Buffett riveste l’educazione, la formazione e, in particolare, la cultura (soprattutto attraverso i libri).

E’ infatti risaputo che Buffett dedica 5-6 ore al giorno solo alla lettura.

Per lui infatti il rendimento composto della cultura è forse ancora più determinante di quello degli investimenti finanziari, perché solo la conoscenza – conseguita attraverso uno studio maniacale – gli avrebbe permesso di conseguire risultati così straordinari.

Cosa legge Buffett?

Pare che ogni giorno si immerga in qualche centinaio di pagine di bilanci di società (che studia per anni prima di metterci un dollaro dentro), ma è anche un voracissimo lettore di saggi di ogni genere (soprattutto finanza e business naturalmente), oltre che di giornali (ne leggi 6 ogni giorno).

Investire in se stessi e dedicarsi alla propria crescita culturale, così da allargare il più possibile la propria sfera di competenza, può sembrare uno di quei cliché che va sempre bene dire e che nessuno si metterà mai a contestare.

Ma quando a promuovere questa cosa è un signore che ritiene che essa sia stata uno dei fattori principali ad avergli permesso di accumulare oltre 100 miliardi di dollari nella sua vita, beh, io ci presterei un po’ di attenzione.

Quindi, volete diventare ricchi?

La prima cosa da fare non è investire in Apple o in American Express.

La prima cosa da fare è divorare tonnellate di libri.

Parola di Warren Buffett.

Veniamo ora al

SECONDO INSEGNAMENTO: Do not save what is left over after spending, but spend what is left over after saving.

Vi ricordate? Avevamo citato questa frase in uno dei primi episodi dedicati al risparmio.

Buffett, che oltre ad essere uno dei 10 uomini più ricchi del mondo ha anche uno stile di vita parsimonioso e frugale manco fosse l’ultimo dei garzoni, ama spesso ripetere che è fondamentale RISPARMIARE prima di mettersi a SPENDERE, mentre la maggior parte della gente fa esattamente il contrario.

Una delle cose fondamentali per far correre la vostra macchina finanziaria è invece proprio quella di allocare al risparmio la massima quota possibile che i vostri guadagni e la vostra situazione personale vi consentono e solo DOPO mettersi a spendere quel che resta.

Se vi ricordate, in ogni episodio dedicato a come risparmiare, ivi compreso l’ultimo in cui abbiamo parlato di Ramit Sethi, abbiamo sempre detto che avere un budget e allocare una quota di risparmio a monte sono una delle chiavi principali per avere successo nell’accrescimento del proprio patrimonio.

Ogni volta che parlo con qualcuno di quest’argomento vedo la morte nel cuore nei suoi occhi.

Lo so già! La sola idea di mettersi a fare un budget, assegnare al risparmio dei soldi che verranno inevitabilmente sottratti ai vostri acquisti di ogni genere di gingillo, sfizio e vizio vi fa tremare i polsi fino dentro alle arterie.

Però ragazzi è così, non c’è niente da fare, se il risparmio non è la priorità numero UNO nella vostra strategia finanziaria, tutto il resto sarà inevitabilmente depotenziato.

Cmq Le idee di Buffett le abbiamo condivise anche noi spesso qui a THE BULL, in particolare:

– Pay Yourself First, ossia fate che la prima voce di allocazione dei vostri soldi sia nel risparmio per voi stessi;

– Evitate il Debito, ossia fate il minor ricorso possibile a forme di indebitamento per prodotti di consumo, come carte di credito o prestiti, con l’unica eccezione per il mutuo per la prima casa (riascoltarsi l’episodio su Comprare Casa o Vivere in Affitto, di qualche settimana fa);

– Ritardate la gratificazione; l’idea della delayed gratification è molto diffusa in numerosi testi di finanza personale ed una delle caratteristiche tipiche dei milionari così come descritte dal famoso the Millionaire Next Door.
Ciò che Buffett suggerisce è di rinunciare, nei limiti del buon senso, a spendere soldi per soddisfare desideri immediati per investirli piuttosto in asset di cui potremo beneficiare, in misura maggiore, nel futuro;

– Iniziate ad investire il prima possibile per permettere all’interesse composto di sprigionare il suo potere moltiplicatore nel tempo; infine

– Evitate quella che lui chiama Lifestyle Inflation, ossia fate sì che il vostro stile di vita non si appesantisca con la crescita della vostra ricchezza ma mantenete delle abitudini il più possibili FRUGALI per poter aumentare sempre di più al quota di risparmio da dedicare ai vostri investimenti.

By the way, la FRUGALITA’ è forse il concetto più importante descritto da Thomas Stanley in The Millionaire Next Door e di cui parleremo diffusamente, per vostra gioia cari miei amici spendaccioni, tra un paio di settimane.

TERZO INSEGNAMENTO: Be greedy when others are fearful and be fearful when others are greedy.

Questa è un’altra delle più celebri citazioni di Buffett, che da sempre suggerisce di essere aggressivi negli investimenti mentre tutti gli altri hanno paura e di essere conservativi mentre tutto il resto del mondo mostra avidità e si sta gettando a capofitto ad investire in un mercato probabilmente sopravvalutato e a rischio bolla.

Buffett è perfettamente consapevole del fatto che l’investimento è molto spesso più una questione di emotività che non di calcoli.

Qual è infatti il comportamento tipico dell’investitore medio:

– quando si accorge che i mercati stanno correndo e che le valutazioni delle aziende stanno salendo, allora si mette ad investire con avidità per paura di restare giù dal treno e nella convinzione che un mercato che sta sale continuerà a salire per sempre. Di solito a quel punto i mercati raggiungono i massimi, le bolle scoppiano e il mercato crolla, lasciando gli sprovveduti investitori con un pugno di mosche;

– per converso, quando i mercati iniziano ad andare giù gli stessi sprovveduti investitori vendono tutto per paura di accumulare ulteriori perdite e quindi non fanno altro che prepararsi alla disfatta definitiva quando al ciclo successivo i mercati risaliranno e loro si troveranno fuori, pronti a ricominciare a commettere nuovi errori di avidità e paura.

Buffett, invece, per quanto strano possa sembrare, ama quando i mercati vanno giù, perché quella è per lui l’occasione per fare i migliori investimenti, in momenti in cui le azioni costano meno.

Il suo insegnamento si può quindi riassumere così: NON fatevi ingolosire da momenti di euforia di mercato perché è esattamente in quei momenti che si fanno i danni più gravi; allo stesso tempo SIATE coraggiosi durante le fasi di ribasso dei mercati, anzi accoglietele con favore, non vendete per nessun motivo al mondo i vostri titoli in ribasso e anzi aumentate il più possibile i vostri investimenti per poterne beneficiare nel lungo termine.

Con ogni probabilità, soprattutto se avete fiducia nei contenuti di questo podcast, voi non vi troverete a dover prendere decisioni particolari su questa o quell’azione perché investirete quasi tutti i vostri soldi in indici.

Ma anche in questo caso, se state investendo nell’S&P 500, quando questo crollerà (e prima o poi crollerà, statene certi), non sognatevi di disinvestire ma al contrario cercate di aumentare la vostra posizione così da poter ottenere maggiori profitti quando l’indice ricomincerà a salire.

Ricordatevi che, come diceva il buon Leopardi, del doman non v’è certezza, pertanto nessuno vi può garantire i rendimenti futuri dei mercati azionari.

Ma ricordatevi anche che negli ultimi 100 anni, tra mille crisi e tracolli, il mercato è andato in una direzione sola e non c’è mai stata una sola sequenza di 20 anni consecutivi in cui un investimento nel mercato azionario sarebbe terminato in perdita.

Abbiate pazienza e il tempo giocherà a vostro favore.

Come ci ricorda sempre Buffett, il mercato azionario è infatti un formidabile strumento per trasferire denaro dagli impazienti ai pazienti.

Il cugino di questo insegnamento non può che quindi essere il suo

QUARTO INSEGNAMENTO ossia: Investire è come un matrimonio cattolico, è per sempre.

Ecco, sulla stabilità del matrimonio lui non è forse il migliore esempio del mondo, dato che ha avuto una relazione un po’ particolare che ha coinvolto sia sua moglie sia ad una certo punto un’altra donna che poi Buffett avrebbe sposato qualche anno fa nelle sue seconde nozze.

Però negli investimenti la sua fedeltà è leggendaria.

Il suo matrimonio con American Express e Coca Cola è stato decisamente più lungo di quello con sua moglie e potete star certi che il buon Warren passerà a miglior vita prima di liquidare il suo investimento in Apple.

Abbiate quindi una prospettiva di lunghissimo termine.

Avevo già raccontato nell’episodio sulla Paura di Investire che una delle domande tipiche che mi vengono poste quando parlo con qualcuno di tutta sta roba della finanza personale è: “ma quando posso riavere indietro i miei soldi dopo che li ho investiti?”.

Già allora dissi che questa domanda riflette esattamente un’impostazione del tutto sbagliata nei confronti dell’investimento in generale.

I vostri soldi devono essere investiti con l’obiettivo di rimanere investiti il più a lungo possibile per permettere loro di crescere al massimo moltiplicandosi grazie all’interesse composto.

Ricordatevi che se investiste 500 euro al mese per 30 anni nell’azionario globale, ammesso che l’azionario globale per i prossimi 30 anni continui a rendere l’8,25% come è stato dal 1987 a oggi, vi ritrovereste alla fine con quasi 800.000 €.

Se iniziate a 30 anni, probabilmente la vostra meritata pensione inizierà molto prima che non aspettando la cara grazia dell’INPS.

Chiaro?

Ovviamente questo funziona se tenete sempre ben chiaro e solido in mente l’obiettivo di continuare a investire tutta la vita senza sosta e non vi mettete a entrare e uscire dal mercato in maniera schizofrenica.

Allo stesso tempo, l’investimento deve essere sempre ponderato, paziente, con un rischio conforme al vostro orizzonte temporale, al vostro carattere e alla vostra situazione personale e nel rispetto dei requisiti espressi più volte, ossia: avere il fondo di emergenza, non avere un mutuo con importi strampalati rispetto al vostro reddito, avere un’assicurazione sulla vita se non siete soli, ecc.

Buffett ha fatto una fortuna investendo solo in azioni, peraltro di poche aziende.

Tutto si può dire fuorché che non si sia preso dei rischi.

Ma allo stesso tempo Buffett non è un amante del rischio e non invita nessuno ad esserlo.

E qui viene il QUINTO e ultimo INSEGNAMENTO che voglio condividere con voi, ossia: Don’t risk what you have and need for what you don’t have and don’t need.

Non vale la pena, ripeto e sottolineo, non vale la pena rischiare ciò che abbiamo e di cui abbiamo bisogno per ottenere ciò che non abbiamo e di cui non abbiamo bisogno.

Quest’insegnamento di Warren Buffett è tanto valido negli investimenti quanto nella vita in generale.

Molto spesso finiamo infatti accecati dall’idea di raggiungere determinati obiettivi, senza nemmeno accorgerci che stiamo mettendo a repentaglio per arrivarci cose inestimabili che anche conseguire quell’obiettivo non potrebbe compensarle.

La storia è piena di milionari che hanno poi perso tutto (e per tutto intendo, soldi, famiglia, amici e reputazione) per la cieca ossessione nell’avere sempre di più hanno fatto qualche cazzata e sono finiti con il culo per terra.

Vi ricordate che qualche episodio fa avevamo citato Bernie Madhoff, l’autore della più grande truffa basata sullo Schema Ponzi della storia, dal valore di oltre 67 miliardi di dollari.

Madhoff era milionario ed estremamente rispettato a Wall Street.

E’ incredibile pensare che, senza nessun buon motivo apparente, sia finito all’ergastolo (e poi morto in carcere) per avere architettato una truffa pazzesca per guadagnare dei soldi di cui non aveva nessun bisogno.

Ma senza arrivare a questi estremi, è sempre importante essere ponderati e proporzionati nella propria attività finanziaria.

Le regolo d’oro sono:

– abbiate una pianificazione ben fondata e rivedetela periodicamente per adattarla ad eventuali cambiamenti di rilievo nella vostra vita;

– siate fedeli a vostri obiettivi e non perdete la rotta;

– non strafate nel vano tentativo di fare jackpot e raggiungere prima risultati che richiedono tempo. Il più delle volte finirà male.

– abbiate pazienza, costruite la vostra ricchezza un po’ per volta e fate che la costruzione della ricchezza sia uno degli obiettivi della vostra vita e NON l’obiettivo della vostra vita; altrimenti, della vostra vita resterà ben poco oltre ai soldi.

Con questa morale da quattro soldi siamo così giunti anche alla fine di quest’episodio.

Se quest’episodio ha stimolato la vostra curiosità su Warren Buffett, non vi cito alcun libro perché ce ne sono centinaia in giro, oltre a video su youtube, podcast, documentari, davvero potete accedere alla sua vita, ai suoi investimenti e alla sua filosofia da un’infinità di fonti diverse.

Se però volete una scorciatoia, vi consiglio caldamente di leggere la sua mitologica Letter to Shareholders, che è la lettera che ogni anno Buffett scrive agli azionisti di Berkshire per raccontare lo stato di salute della società, le sue riflessioni sul momento storico dell’economia e quale direzione intende intraprendere.

Prendete per esempio l’ultima, quella relativa al 2022, è avrete in poche pagine un condensato di saggezza finanziaria e umorismo che varrà davvero la mezz’ora che gli dedicherete (vi lascio comunque il link in descrizione).

Ah piccolo post scriptum: non è vero che Warren Buffett è il più grande investitore di tutti i tempi.

Esiste infatti negli Stati Uniti un fondo, chiamato Medallion, della società Renaissance Technlogies che per oltre 30 anni ha riportato un rendimento annuo medio del – NON STO SCHERZANDO – 66% all’anno.

Sapete quando fa un dollaro rivalutato del 66% all’anno per 30 anni?

Fa oltre 4 milioni di dollari.

Quindi per ogni dollaro investito in Medallion, un investitore se ne sarebbe portati a casa 4 milioni.

Si dice che Warren Buffett abbia raggiunto il suo primo milione nel 1962.

Se invece del suo invidiabile 20% all’anno, Buffet fosse riuscito a far crescere quel milione al ritmo del 66% all’anno oggi il suo patrimonio sarebbe di circa 27 miliardi di miliardi di dollari.

E allora perché Buffett è considerato il più grande investitore di sempre mentre James Simmons, il fondatore di Medallion, è semisconosciuto ai più (oltre che molto meno ricco di Buffett)?

Semplicemente perché Buffett ha iniziato prima e quindi ha raggiunto un patrimonio che Simmons non riuscì a mettere insieme per via dell’inesorabile legge del tempo dell’interesse composto.

Quindi, se ancora non l’aveste capito, iniziate ad investire il prima possibile!

Tempo batte rendimento.

Fine.

Prima di lasciarci, come sempre vi invito a mettere segui e attivare le notifiche su qualunque piattaforma su cui stiate ascoltando il podcast e a lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e continuare a produrre contenuti per imparare come diventare degli incredibili investitori di successo miliardari anche se non lo diventerete mai sempre nuovi.

Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci ritroviamo tra qualche giorno, sempre qui, con THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.

Giulia N., 11 Ago 2025

Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.

Lorenzo, 13 Mar 2025

Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!

Massimiliano, 29 Mag 2024

Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai

Matteo C., 3 Set 2025

Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai

Francesca B., 6 Apr 2024

Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva

Gianluca G., 11 Set 2025

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025
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