5 Motivi per cui abbiamo paura di investire i nostri soldi (PARTE 2)
Continuiamo la nostra rassegna delle principali paure che ci trattengono dall'investire i nostri soldi e proviamo a fare un po' di chiarezza per liberarci da timori infondati e limiti più psicologici che reali. Se dopo quest'episodio avrete ancora paura di investire, beh, che dire, riascoltatevelo altre 2 o 3 volte finché non vi siete tolti ogni dubbio, perché questo sarà un crocevia importante nella vostra strada verso la costruzione di un futuro finanziario migliore.

Risorse
Punti Chiave
Diventare milionari è un obiettivo realistico a lungo termine, sfruttando l'interesse composto e investendo regolarmente.
Prioritizza l'aumento dei guadagni e dei risparmi mensili.
L'indipendenza finanziaria si raggiunge accumulando 25x le spese annue (Regola del 4%).
Trascrizione Episodio
Bentornati a The Bull, il tuo podcast di finanza personale. Rieccoci qua cari amici e care amiche che seguite questo podcast e che so che nell’ultima settimana non avete fatto altro che struggervi interrogandovi su quali fossero le altre quattro paure che ci trattengono dall’investire i nostri soldi. Come certamente ricorderete, nello scorso episodio abbiamo parlato a lungo della paura di perdere i nostri risparmi quando li investiamo. In pratica non abbiamo detto che questa cosa non può succedere, anzi, può succedere eccome. Abbiamo però detto che c’è modo e modo di investire e soprattutto che se si adotta un approccio paziente, metodico e consapevole all’investimento, beh, dovrebbero crescere le probabilità di moltiplicare i nostri soldi piuttosto che di buttarli in fumo. Inoltre, anche se è vero che i rendimenti passati non sono indicativi dei rendimenti futuri. Abbiamo dalla nostra anche alcune statistiche confortanti che ci dicono che se ci fossimo messi ad investire, per esempio nell’S&P 500, in uno qualunque dei 100 anni alle nostre spalle, 20 anni dopo avremmo sempre guadagnato. Tanto o poco dipende, ma certamente non avremmo mai perso soldi. Certo, pretendi di guardare un video su youtube che ti svela in pochi minuti le 10 migliori azioni da tenere nel tuo portafoglio per tutta la vita e di essere a posto, in questo caso secondo me prima o poi un bel palo in faccia te lo prendi. Se invece ti informi, ragioni, pianifichi, investi in prodotti efficienti e diversificati tipo ETF e non ti affidi al famoso metodo di pianificazione finanziaria noto come ***** di cane, allora è più facile che le statistiche e la probabilità ti diano una mano. Detto questo, ho capito che investire e perdere tutto non è poi uno scenario così frequente. Veniamo alla paura numero 2. Non avere i soldi a disposizione quando mi servono. Questa deve essere una cosa particolarmente sentita perché mi viene raccontata praticamente ogni volta che parlo con qualcuno di tutta sta roba qua, del risparmio e degli investimenti. In pratica molti hanno paura di investire perché pensano che se non hanno i soldi sul conto allora non ce li hanno a disposizione. E uno vanno in sbattimento perché se dovessero servirgli non sanno come fare per recuperarli e due in generale si sentono più poveri. Tra l’altro mi fa ridere che quando qualcuno mi chiede qualche Consiglio su come investire, poi a un certo punto mi chiede, ma quand’è che posso riavere i soldi? Cioè OK, io investo, ma poi quand’è che posso ritirarli e rimetterli sul conto? Ma no, se ragioni così hai proprio frainteso in pieno il senso dell’investimento. Non dovresti mai smettere di investire, non devi proprio concepire l’investimento come qualcosa che ha un termine. Devi piuttosto abituarti a pensare ai tuoi soldi in modo diverso da come sei abituato finora, ossia non identificare la tua ricchezza con il saldo del tuo conto in banca. Cash is trash, dicono negli Stati Uniti i soldi sul conto sono spazzatura. Certo, alcune volte dicono anche cash is King. Per la verità si sa che gli americani fanno in fretta a tirar fuori slogan, però diciamo che in generale è vero che i soldi liquidi si svalutano in continuazione e tenerli lì sul conto a contemplarli come zio Paperone serve a poco. Poi dovete invece pensare al vostro intero patrimonio, che sarà in parte costituito dal vostro conto corrente, ma poi per la parte più rilevante sarà fatto di investimenti finanziari e magari anche immobili o altre asset. Veniamo però intanto alla domanda classica, ma se non ho soldi sul conto e poi mi servono, come faccio? Allora intanto diamo per scontato che tu abbia prima fatto una buona pianificazione e che tu non abbia compiuto scelte strampalate il giorno prima di dover affrontare una spesa importante. Altrimenti il problema sei tu e la tua mancanza di pianificazione, non gli investimenti. Diamo inoltre per scontato che, come abbiamo detto tante volte, il grosso dei tuoi investimenti sia in asset facilmente liquidabili. A tal proposito me la prendo spesso con gli investimenti immobiliari proprio perché nonostante per gli italiani sia l’investimento più naturale del mondo. Quando ti servono i soldi, mi spiegate come fate a liquidare una casa che avete messo in affitto? La dovete vendere e non è che sia sempre una passeggiata. E poi magari vi servono 30.000 € e vi tocca vendere una casa che ne vale 200.000, ma per l’urgenza di dover far fronte alla spesa siete costretti magari a svendere pur di portare a casa liquidità. Capite perché dicevo qualche episodio fa che l’investimento in immobili è tutt’altro che risk free, quando invece è maledettamente rischioso? Investire in immobili va benissimo, purché utilizziate una parte e magari non una parte preponderante del vostro portafoglio. Mi raccomando, non fate all-in su un singolo investimento immobiliare perché rischiate di prendervelo in quel va beh, avete capito? Con gli investimenti finanziari cosa succede invece? Immaginiamo che state investendo in un portafoglio di ETF che oggi vale 100.000 € suddivisi, che ne so, su 7O8ETF diversificati che replicano migliaia di azioni e obbligazioni e un pizzico di oro e materie prime. Ad un certo punto avete quella famosa spesa da 30.000 € cui dovete far fronte. Cosa fate? Prendete lo smartphone, accedete al vostro deposito titoli, vendete un po’ di quote di vari ETF per un controvalore di 30.000 € e dopo qualche minuto i soldi sono sul conto. Occhio che ovviamente se vendete quote di ETF in profitto pagate il 26% di tasse sulla parte di Capital Gain, quindi per avere 30.000 € netti dovrete venderne un po’ di più. Ma tutto sommato sarà un bel problema perché vuol dire che avrete realizzato dei BEI guadagni. Se invece vendete quote di ETF che sono in perdita, in quel caso l’importo è già netto. Tempo richiesto per l’intera operazione? Boh, 20 minuti, quantità di stress e sbattimento pressoché zero. Ma come faccio a essere sicuro che se voglio vendere i miei ETF qualcuno li compra? Buona domanda. Intanto escludiamo la situazione in cui ti metti a vendere i tuoi prodotti, magari in uno di quei giorni neri in cui le borse capicollano, perché quando c’è molta volatilità e panico è meglio chiudere tutto e andare a farsi un giro. In circostanze normali, invece, gli ETF sono prodotti estremamente liquidi e scambiati in continuazione. Per questo nell’episodio su come scegliere i migliori ETF vi dicevo di preferire quelli più grandi e con gli spread più bassi, perché sono più semplici da scambiare. Finché avete in portafoglio grandi ETF sull’azionario globale, su quello americano, su quello europeo, sui mercati emergenti o ancora su obbligazioni governative o corporate di livello investment grade e così via, questi sono scambiati in continuazione in borsa, con volumi rispetto ai quali le nostre misere poche migliaia di euro sono noccioline. Oltre a questo, però, la maggior parte degli ETF ha il cosiddetto market maker ed è molto importante capire di cosa si tratta per levarsi sta paturnia dei soldi investiti che non riesco più a sbloccare. Il market maker è un’entità finanziaria regolamentata che ha il compito di agevolare la liquidità dei mercati. In pratica sono dei soggetti che offrono costantemente la possibilità di acquistare o vendere un certo prodotto finanziario. Quando aprite il vostro deposito titoli e andate su un certo prodotto, sia esso un’azione, un’obbligazione, un ETF appunto e via dicendo, vi comparirà il cosiddetto book di negoziazione, cioè il libro ordini che mostra in tempo reale quante quote di quel prodotto sono attualmente in vendita e quante invece sono richieste per un acquisto e a, quali prezzi? Noterete che il più delle volte ci sarà un soggetto che sta offrendo la stessa quantità di quote in vendita e in acquisto. E quello è il market maker che è lì apposta ad assicurare che ogni volta che qualcuno vuole comprare o vendere certe quote di un prodotto entro certi limite di volume, ci sia sempre una controparte per chiudere la transazione velocemente. Certo, se dovete vendere 10 milioni di euro di quote di un solo ETF magari non ci vogliono pochi minuti, ma sarà un’operazione che dovrete fare un po’ per volta. Finché però siamo nell’ordine delle, diciamo, decine di migliaia di euro. Le transazioni si svolgono ad una velocità pressoché istantanea. Davvero ci mettete di più a pagare con il POS un caffè al bar che non a comprare o vendere 10.000 € di quote di un ETF sull’s and p 500? Il bello degli ETF è questo, il controvalore del vostro investimento è a vostra disposizione, praticamente come se fosse già sul vostro conto. La differenza è che fluttua statisticamente, come abbiamo detto prima, nel tempo tende a crescere, poi in alcuni momenti fa dei tonfi. Ma è qui che entra in gioco la pianificazione finanziaria, gestite bene guadagni, spese e risparmi, create il fondo di emergenza, settate il portafogli in linea con i vostri obiettivi, il vostro orizzonte temporale e tenete conto di possibili grosse spese future. E buona parte del gioco è fatto. Se invece investite di pancia sulla base dell’euforia e senza pianificazione, allora quando poi vi trovate a vendere in perdita i vostri investimenti, il problema non è degli investimenti, il problema è vostro che non avete pianificato e avete fatto un po’ di cazzate, chiaro? Investite in prodotti liquidi e diversificati e quando vi servono i soldi sono lì. Veniamo ora alla paura numero 3: non sapere cosa si sta facendo. Anche ammesso di essersi convinti ad investire e dopo aver capito che i soldi investiti non se li è portati via nessuno, un’altro possibile scoglio psicologico da superare è la paura che deriva dal fatto di non sapere esattamente cosa si sta facendo. In effetti un conto è dire devo investire i soldi in maniera corretta, un’altro è farlo per davvero, capire come funzionano gli strumenti finanziari, quali sono gli scenari in cui mi posso venire a trovare, quali sono i rischi e così via. La sensazione che si può provare è il timore di ritrovarsi alla fine con brutte sorprese, perché si pensava magari di aver capito tutto e invece poi c’era la fregatura dietro l’angolo. Il Consiglio migliore che vi posso dare qui è senza ombra di dubbio, informatevi, leggete libri sull’argomento, studiate e ovviamente continuate ad ascoltare The Bull che come noto sono qua io a farmi lo sbattimento di capire come funzionano le cose principali per voi, per poi farvi la versione semplice nei vari episodi. Niente come la conoscenza può darvi la libertà di gestire i vostri soldi nel modo migliore. Il secondo miglior Consiglio però è fate cose semplici. È incredibile quanta gente non capisce un tubo di finanza e poi scopri che avevano due soldi da parte e si sono messi a fare investimenti in prodotti derivati tipo le opzioni, senza sapere in quali rischi pazzeschi potessero incorrere. La cosa più importante che dovete assimilare è la seguente, non investite i vostri soldi in cose che non capite. Vi ho parlato in lungo e in largo di ETF, vi ho detto i vari motivi per cui secondo me sono uno strumento di investimento particolarmente valido. Ma finché non sentite di aver capito bene cosa sono e come funzionano, non investite, ma a maggior ragione non investite in roba complicata. Cose che trovate su tutte le piattaforme di trading come i prodotti a leva ICFD, cioè i contratti per differenza o le opzioni sono prodotti estremamente pericolosi e comportano il rischio serio ma serio davvero di perdere tutti i vostri soldi o anche molto di più. Giusto per fare un esempio semplice, per capire i danni che si possono fare, prendiamo le opzioni, un’opzione è un contratto tra due parti in cui, a fronte del pagamento di un determinato importo, detto premio, una delle due parti acquista il diritto ma non l’obbligo di acquistare nel caso delle opzioni dette call o vendere nel caso delle opzioni dette put. Un certo asset entro una certa data nel futuro. Nel caso io pensassi ad esempio che le azioni di, che ne so, Tesla crolleranno da qui a tre mesi, posso sottoscrivere un’opzione put che mi conferirà il diritto di vendere alla mia controparte delle azioni di Tesla che oggi non ho ad un prezzo predefinito. Facciamo un esempio facile per capirci. Se oggi le azioni di Tesla valgono circa 250 $ e sottoscrivi un’opzione put per un certo numero di azioni Tesla con un prezzo di esercizio, si dice di boh, 255 $ a fronte del pagamento di un certo premio alla controparte. Cosa succede se alla scadenza le azioni di Tesla continuano a salire? La tua controparte si mette in tasca il premio e l’opzione decade. Se invece tu avevi ragione, le azioni di Tesla crollano a, che ne so, 205. Tu compri sul mercato azioni di Tesla 205 e le rivendi alla tua controparte a 255, il quale è obbligato a comprarle. Immaginiamo che l’opzione fosse per 100 azioni. Tu avresti guadagnato così circa 5.000 €. Mentre altrettanti ne avrebbe persi la controparte. Meno naturalmente l’importo del premio che vi siete scambiato. Quella descritta è una delle possibilità per si dice shortare un’azione che è il modo in cui chi vuole fare il ****. Parlando di finanza, definisce l’attività di vendita allo scoperto dall’inglese short selling. Andare short su un’azione vuol dire scommettere sul suo crollo e guadagnare quindi sulla differenza di prezzo. La stessa cosa naturalmente si può fare anche nei confronti di interi indici. E qui abbiamo due tipi di problema. Il problema meno grave è quando ci mettiamo a giocare con le opzioni pensando di poter prevedere il futuro e invece la stragrande maggioranza delle volte non riusciamo a prevedere un bel niente e piuttosto sperperiamo una fortuna pagando premi per opzioni che alla fine non eserciteremo, perché magari le azioni vanno in una direzione diversa da quella che ci aspettavamo o vanno sì nella direzione giusta, ma non con i tempi che noi credevamo. Il problema più grave, invece, è quando pensiamo di poter fare, diciamo, soldi facili vendendo opzioni invece che comprandole, cioè mettendoci dal lato della controparte. In questo secondo caso, molte volte probabilmente incasseremo il premio perché le azioni non verranno esercitate, ma quando la nostra controparte dovesse imbroccare la previsione, la nostra perdita rischia di essere potenzialmente illimitata. Le opzioni sembrano una cosa **** perché ci si può guadagnare un’enormità di soldi, ma siccome è una roba da cintura nera della finanza, lasciate perdere, non fa per voi, statene alla larga e non imbarcatevi in avventure spericolate di questo tipo. Tornando a noi, invece, cercate di approfondire il più possibile e di comprendere bene ciò in cui state investendo per poter affrontare con la massima serenità tutti gli eventi che possono verificarsi. Veniamo ora alla paura numero 4. Deludere EO provare umiliazione per delle perdite, anche questo è un fenomeno estremamente diffuso e perfettamente normale. È facile fare i fighi e bullarsi in giro quando si è riusciti a fare un po’ di soldi scommettendo su invidia, sui Bitcoin o sull’oro. Molto meno frequente vedere qualcuno che sbandiera ai 4 20 i soldi che ha perso facendo qualche cretinata. Mettiamola così, se perdete soldi perché fate trading o comunque perché vi mettete ad investire in maniera sconsiderata, beh, secondo me meritate delusione e umiliazione. Il meglio che potete fare è imparare dagli errori e se avete ancora dei soldi, dedicarvi a forme più ponderate di investimento d’ora in poi. Quando si tratta invece di investimenti pazienti a lungo termine, invece, non dovete avere questo tipo di preoccupazione. Una volta che avete pianificato il vostro risparmio, il fondo di emergenza e una strategia di investimento con prodotti efficienti e a basso costo, coerente con i vostri obiettivi e il vostro orizzonte temporale, basta! Avete fatto tutto giusto, nessuno può dirvi nulla se durante qualche fase del ciclo economico vi doveste trovare in negativo. Mantenete un approccio ponderato, costante e coerente e anche quando beccherete anni come il 2001, il 2009 o lo stesso 2022, non fatevi prendere dal panico. I cosiddetti “drawdown”, ossia i crolli di mercato, fanno parte dei cicli economici. Prima o poi il mercato tornerà su. Ricordiamolo ancora una volta, questo vale se avete un portafoglio diversificato, se avete puntato su qualche azione singola potreste invece aver perso tutto per sempre. L’altro Consiglio che vi posso dare, che ritengo estremamente importante, soprattutto per chi ha una famiglia, è condividere la pianificazione finanziaria e la strategia di investimento con il proprio o la propria partner. I soldi sono un tema profondamente divisivo e rappresentano uno dei principali motivi di tensione all’interno di una coppia. Essere allineati con il partner quando si tratta di finanza personale è imprescindibile. Non potete pensare di fare tutte queste cose di cui parliamo a The Bull senza che la vostra metà salga a bordo con voi. È molto facile che avrete idee diverse in merito, ma alla fine sarà importante accordarsi al 100% sulle azioni che si vogliono intraprendere, così da condividere pienamente sia i successi che i possibili momenti di frustrazione. Potrà capitare che a vostra moglie o vostro marito non importi un tubo di questi temi. Magari voi siete parsimoniosi e orientati all’investimento, mentre lei o lui sono più propensi a spendere con leggerezza e ad essere diffidenti verso gli investimenti. Alla fine sarà però importante condividere i reciproci punti di vista, trovare una base comune e costruire il proprio percorso finanziario insieme. In questo modo non ci sarà mai occasione di scatenare un conflitto per via di una divergenza di opinioni sulla gestione dei soldi o soprattutto a seguito di qualche momento di particolare svalutazione dei vostri investimenti. Infine parliamo della quinta paura, quella di commettere errori. Parliamoci chiaro, è impossibile non commettere errori. È impossibile nella vita in generale, tantomeno è impossibile in finanza. Tutti sbagliano. I migliori di tutti sono anche quelli che commettono errori da miliardi di dollari. Lo stesso Warren Buffett ha ammesso di aver commesso errori di valutazione che sono costati alla sua Berkshire 5 o sei miliardi di dollari. Certo. Dato che oggi Berkshire ha una capitalizzazione di oltre 730 miliardi di dollari, diciamo che Warren comunque si è fatto perdonare. Noi comuni mortali commetteremo invece errori di tutt’altra dimensione, ma ciononostante ci roderà forse anche di più dei 5 miliardi persi da Warren Buffett. Il punto non è non commettere errori, il punto è non commettere errori così gravi da rovinarci la vita. Potrete perdervi un certo trend, potrete scommettere sulla crescita del mercato in un anno che alla fine sarà di recessione. Potrete pensare che investire in Btp deve per forza essere una buona idea e poi ti alzano i tassi di interesse e questi perdono il 20%. Potrete fare tanti altri errori come questi. L’importante è avere un approccio all’investimento consapevole e ponderato, in maniera tale che nessun errore di valutazione potrà essere così importante da farvi saltare per aria. Se investite in un portafoglio diversificato, con il grosso distribuito tra ETF che replicano vasti indici di azioni e obbligazioni, onestamente è difficile che di punto in bianco perdiate tutti i vostri soldi. Per fare uno dei nostri soliti esempi, se negli ultimi trent’anni aveste investito in un portafoglio 60 40 fatto di azionario globale e obbligazioni governative europee, avreste avuto 7 anni negativi su 30 e solo tre anni avreste avuto perdite a doppia cifra. Detto questo, nonostante il -16% del 2002, il -19% del 2008 e il -13% del 2022, 10.000 euro investiti all’inizio sarebbero diventati 80.000 alla fine dei 30 anni. Potevi guadagnare di più? Certo! Se invece di usare un portafoglio moderatamente rischioso come il 60/40, avessi investito 10.000 euro solo sull’S&P500, dopo 30 anni invece di 80.000 euro te ne saresti ritrovati 185.000. Con il senno di poi sarebbe stato un errore perdersi ben 100.000 € di rendimento? Teoricamente sì, ma evidentemente 60 40 era il portafoglio giusto per il vostro profilo di rischio, per i vostri obiettivi e per il vostro orizzonte temporale. Con l’s P 500 avreste sì fatto il botto, ma avrei anche voluto vedere la vostra reazione quando nel 2002 e nel 2008 avreste perso oltre il 30% in ciascun anno. Vedete? Quindi non dovete farvi il sangue amaro, facendovi venire la fomo e l’ansia di perdervi qualche cavallo vincente. Siate felici di far crescere pian piano i vostri soldi, con l’approccio giusto per voi, coraggioso ma coerente con la vostra situazione. Aver trasformato 10.000 euro in 80.000 invece che 185.000 non sarebbe stato un errore, ma un grande successo. Aver lasciato quei 10.000 euro sul conto sarebbe stato, sì, un errore invece. Averli investiti in Nokia sarebbe stato un errore. Averli investiti nelle azioni di Telecom Italia sarebbe stato un errore. Gli unici errori davvero gravi che potrete commettere sono causati tipicamente da due motivazioni, o ingordigia o ignoranza. Nel primo caso rischiate di sottovalutare i rischi e di sopravvalutare le vostre capacità, intraprendendo operazioni pericolose con l’obiettivo di fare tanti soldi subito, con esiti spesso nefasti. Nel secondo caso, semplicemente vi mettete a fare cose che non capite e vi ritrovate poi alla fine con brutte e dolorose sorprese. Se poi siete sia ignoranti che ingordi, beh, lì ragazzi siete ******* perché farete dei danni incalcolabili. Allora, cari amici e care amiche, siamo arrivati alla fine di questo speciale episodio in due puntate a cui tenevo molto per provare a darvi qualche spunto su cui lavorare per vincere le vostre paure quando si tratta di far lavorare i soldi al posto vostro. Mi raccomando, il messaggio che deve passare non deve essere, ma sì, investi sereno, che fai i soldi sicuro e non rischi niente. No, investire comporta dei rischi, altrimenti non esisterebbero i rendimenti. Ma anche guidare in autostrada comporta rischi, così come mangiare carne rossa, sciare o fare figli. La nostra vita, affinché possa essere chiamata tale, è costantemente esposta a dei rischi e affrontarli nella maniera giusta, con un’adeguata preparazione e con un bilanciamento sostenibile tra costi e opportunità, è il modo corretto per viverla appieno. Con gli investimenti è un po’ la stessa cosa. Diventate sempre più consapevoli e assumetevi dei ragionevoli rischi con l’obiettivo di costruirvi una vita migliore. Anche perché poi, in fondo, la qualità della vostra vita è il vero obiettivo di tutto sto discorso sui soldi che stiamo facendo. I soldi non sono mai un fine, ma vanno sempre considerati come un mezzo per realizzare qualcosa che abbia un impatto significativo nella nostra vita. Certo, più ne abbiamo, più siamo liberi, più possiamo permetterci di vivere la vita che desideriamo ad ogni livello, ma non è detto che il nostro livello di felicità aumenti proporzionalmente all’infinito man mano che accumuliamo ricchezza. In microeconomia esiste il concetto di utilità marginale decrescente, Matematicamente è un po’ complesso perché mette in relazione l’utilità di un certo bene con la derivata parziale del consumo di quel bene. Lo so che non ci avete capito niente, ma per farla super breve, che poi si sa che l’economia è un grandissimo esercizio di doping matematico, tra brillanti accademici che fanno la gara a chi ce l’ha più grosso, ma per poi sovra complicare cose che tutto sommato sono piuttosto semplici, dicevo, per farla breve. Utilità marginale decrescente significa che la soddisfazione che traete dal consumo di un certo bene si riduce sempre di più via via che quel consumo incrementa. In pratica, se comprate, che ne so, una Tesla vi renderà incredibilmente felici, perché magari quello era il vostro sogno, comprare poi anche una Maserati. Non vi renderà felici il doppio, così come in generale l’incremento progressivo del vostro stile di vita in relazione alla vostra crescente ricchezza non vi porterà ad essere felici all’infinito. Ma più accumulerete cose grazie alle vostre maggiori disponibilità, sempre meno percepirete un incremento di felicità. Tutto sto ******* per dire cosa? Che l’accumulo di ricchezza deve essere funzionale a realizzare obiettivi di vita significativi per voi. I rischi che dovrete prendervi e in generale la pianificazione finanziaria che dovete strutturare, dovranno sempre essere in funzione di questi obiettivi, affinché i soldi siano davvero un mezzo al servizio della vostra vita, magari appunto di una versione migliore di essa, e non affinché la vostra vita sia al servizio dell’accumulo dei soldi. La pianificazione finanziaria va inserita sempre e comunque all’interno della pianificazione generale della vostra vita rispetto agli obiettivi più significativi che volete raggiungere. Siamo comunque d’accordo che i soldi è meglio averli che non averli e averne di più, almeno fino ad un certo limite, è meglio che averne di meno. In particolare, il milione di euro di patrimonio è simbolicamente la soglia oltre la quale inizia ad avere un senso compiuto l’idea di aver raggiunto un’importante livello di libertà finanziaria. Per questa ragione, nel prossimo episodio parleremo proprio di questo, ossia di come fare a costruire un patrimonio da un milione di euro e della regola nota negli Stati Uniti come regola del 4%. Credete sia una buffonata? Un episodio su come costruire un patrimonio da un milione di euro sembra uno di quei contenuti che si trovano sui social, tipo come perdere 10 chili in quattro settimane senza sforzo e mangiando solo pizze. Beh, vedrete invece che ha una logica e che benché l’impresa non sia affatto semplice e immediata, con i giusti mezzi, la giusta preparazione e un solido mix di pazienza e costanza, raggiungere il milione di euro è un obiettivo meno irrealizzabile di quel che si può pensare. Intanto, come sempre, vi ricordo di mettere segui e attivare le notifiche su Spotify ed Apple Podcast e di lasciare una recensione a cinque stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre istruzioni per una vita migliore e finanziariamente più libera sempre nuove. Per il momento ci siamo detti tutto. Questo episodio finisce qui e ci ritroviamo presto con The Bull, il tuo podcast di finanza personale.
Bentornati a The Bull, il tuo podcast di finanza personale. Rieccoci qua cari amici e care amiche che seguite questo podcast e che so che nell’ultima settimana non avete fatto altro che struggervi interrogandovi su quali fossero le altre quattro paure che ci trattengono dall’investire i nostri soldi. Come certamente ricorderete, nello scorso episodio abbiamo parlato a lungo della paura di perdere i nostri risparmi quando li investiamo. In pratica non abbiamo detto che questa cosa non può succedere, anzi, può succedere eccome. Abbiamo però detto che c’è modo e modo di investire e soprattutto che se si adotta un approccio paziente, metodico e consapevole all’investimento, beh, dovrebbero crescere le probabilità di moltiplicare i nostri soldi piuttosto che di buttarli in fumo. Inoltre, anche se è vero che i rendimenti passati non sono indicativi dei rendimenti futuri. Abbiamo dalla nostra anche alcune statistiche confortanti che ci dicono che se ci fossimo messi ad investire, per esempio nell’S&P 500, in uno qualunque dei 100 anni alle nostre spalle, 20 anni dopo avremmo sempre guadagnato. Tanto o poco dipende, ma certamente non avremmo mai perso soldi. Certo, pretendi di guardare un video su youtube che ti svela in pochi minuti le 10 migliori azioni da tenere nel tuo portafoglio per tutta la vita e di essere a posto, in questo caso secondo me prima o poi un bel palo in faccia te lo prendi. Se invece ti informi, ragioni, pianifichi, investi in prodotti efficienti e diversificati tipo ETF e non ti affidi al famoso metodo di pianificazione finanziaria noto come ***** di cane, allora è più facile che le statistiche e la probabilità ti diano una mano. Detto questo, ho capito che investire e perdere tutto non è poi uno scenario così frequente. Veniamo alla paura numero 2. Non avere i soldi a disposizione quando mi servono. Questa deve essere una cosa particolarmente sentita perché mi viene raccontata praticamente ogni volta che parlo con qualcuno di tutta sta roba qua, del risparmio e degli investimenti. In pratica molti hanno paura di investire perché pensano che se non hanno i soldi sul conto allora non ce li hanno a disposizione. E uno vanno in sbattimento perché se dovessero servirgli non sanno come fare per recuperarli e due in generale si sentono più poveri. Tra l’altro mi fa ridere che quando qualcuno mi chiede qualche Consiglio su come investire, poi a un certo punto mi chiede, ma quand’è che posso riavere i soldi? Cioè OK, io investo, ma poi quand’è che posso ritirarli e rimetterli sul conto? Ma no, se ragioni così hai proprio frainteso in pieno il senso dell’investimento. Non dovresti mai smettere di investire, non devi proprio concepire l’investimento come qualcosa che ha un termine. Devi piuttosto abituarti a pensare ai tuoi soldi in modo diverso da come sei abituato finora, ossia non identificare la tua ricchezza con il saldo del tuo conto in banca. Cash is trash, dicono negli Stati Uniti i soldi sul conto sono spazzatura. Certo, alcune volte dicono anche cash is King. Per la verità si sa che gli americani fanno in fretta a tirar fuori slogan, però diciamo che in generale è vero che i soldi liquidi si svalutano in continuazione e tenerli lì sul conto a contemplarli come zio Paperone serve a poco. Poi dovete invece pensare al vostro intero patrimonio, che sarà in parte costituito dal vostro conto corrente, ma poi per la parte più rilevante sarà fatto di investimenti finanziari e magari anche immobili o altre asset. Veniamo però intanto alla domanda classica, ma se non ho soldi sul conto e poi mi servono, come faccio? Allora intanto diamo per scontato che tu abbia prima fatto una buona pianificazione e che tu non abbia compiuto scelte strampalate il giorno prima di dover affrontare una spesa importante. Altrimenti il problema sei tu e la tua mancanza di pianificazione, non gli investimenti. Diamo inoltre per scontato che, come abbiamo detto tante volte, il grosso dei tuoi investimenti sia in asset facilmente liquidabili. A tal proposito me la prendo spesso con gli investimenti immobiliari proprio perché nonostante per gli italiani sia l’investimento più naturale del mondo. Quando ti servono i soldi, mi spiegate come fate a liquidare una casa che avete messo in affitto? La dovete vendere e non è che sia sempre una passeggiata. E poi magari vi servono 30.000 € e vi tocca vendere una casa che ne vale 200.000, ma per l’urgenza di dover far fronte alla spesa siete costretti magari a svendere pur di portare a casa liquidità. Capite perché dicevo qualche episodio fa che l’investimento in immobili è tutt’altro che risk free, quando invece è maledettamente rischioso? Investire in immobili va benissimo, purché utilizziate una parte e magari non una parte preponderante del vostro portafoglio. Mi raccomando, non fate all-in su un singolo investimento immobiliare perché rischiate di prendervelo in quel va beh, avete capito? Con gli investimenti finanziari cosa succede invece? Immaginiamo che state investendo in un portafoglio di ETF che oggi vale 100.000 € suddivisi, che ne so, su 7O8ETF diversificati che replicano migliaia di azioni e obbligazioni e un pizzico di oro e materie prime. Ad un certo punto avete quella famosa spesa da 30.000 € cui dovete far fronte. Cosa fate? Prendete lo smartphone, accedete al vostro deposito titoli, vendete un po’ di quote di vari ETF per un controvalore di 30.000 € e dopo qualche minuto i soldi sono sul conto. Occhio che ovviamente se vendete quote di ETF in profitto pagate il 26% di tasse sulla parte di Capital Gain, quindi per avere 30.000 € netti dovrete venderne un po’ di più. Ma tutto sommato sarà un bel problema perché vuol dire che avrete realizzato dei BEI guadagni. Se invece vendete quote di ETF che sono in perdita, in quel caso l’importo è già netto. Tempo richiesto per l’intera operazione? Boh, 20 minuti, quantità di stress e sbattimento pressoché zero. Ma come faccio a essere sicuro che se voglio vendere i miei ETF qualcuno li compra? Buona domanda. Intanto escludiamo la situazione in cui ti metti a vendere i tuoi prodotti, magari in uno di quei giorni neri in cui le borse capicollano, perché quando c’è molta volatilità e panico è meglio chiudere tutto e andare a farsi un giro. In circostanze normali, invece, gli ETF sono prodotti estremamente liquidi e scambiati in continuazione. Per questo nell’episodio su come scegliere i migliori ETF vi dicevo di preferire quelli più grandi e con gli spread più bassi, perché sono più semplici da scambiare. Finché avete in portafoglio grandi ETF sull’azionario globale, su quello americano, su quello europeo, sui mercati emergenti o ancora su obbligazioni governative o corporate di livello investment grade e così via, questi sono scambiati in continuazione in borsa, con volumi rispetto ai quali le nostre misere poche migliaia di euro sono noccioline. Oltre a questo, però, la maggior parte degli ETF ha il cosiddetto market maker ed è molto importante capire di cosa si tratta per levarsi sta paturnia dei soldi investiti che non riesco più a sbloccare. Il market maker è un’entità finanziaria regolamentata che ha il compito di agevolare la liquidità dei mercati. In pratica sono dei soggetti che offrono costantemente la possibilità di acquistare o vendere un certo prodotto finanziario. Quando aprite il vostro deposito titoli e andate su un certo prodotto, sia esso un’azione, un’obbligazione, un ETF appunto e via dicendo, vi comparirà il cosiddetto book di negoziazione, cioè il libro ordini che mostra in tempo reale quante quote di quel prodotto sono attualmente in vendita e quante invece sono richieste per un acquisto e a, quali prezzi? Noterete che il più delle volte ci sarà un soggetto che sta offrendo la stessa quantità di quote in vendita e in acquisto. E quello è il market maker che è lì apposta ad assicurare che ogni volta che qualcuno vuole comprare o vendere certe quote di un prodotto entro certi limite di volume, ci sia sempre una controparte per chiudere la transazione velocemente. Certo, se dovete vendere 10 milioni di euro di quote di un solo ETF magari non ci vogliono pochi minuti, ma sarà un’operazione che dovrete fare un po’ per volta. Finché però siamo nell’ordine delle, diciamo, decine di migliaia di euro. Le transazioni si svolgono ad una velocità pressoché istantanea. Davvero ci mettete di più a pagare con il POS un caffè al bar che non a comprare o vendere 10.000 € di quote di un ETF sull’s and p 500? Il bello degli ETF è questo, il controvalore del vostro investimento è a vostra disposizione, praticamente come se fosse già sul vostro conto. La differenza è che fluttua statisticamente, come abbiamo detto prima, nel tempo tende a crescere, poi in alcuni momenti fa dei tonfi. Ma è qui che entra in gioco la pianificazione finanziaria, gestite bene guadagni, spese e risparmi, create il fondo di emergenza, settate il portafogli in linea con i vostri obiettivi, il vostro orizzonte temporale e tenete conto di possibili grosse spese future. E buona parte del gioco è fatto. Se invece investite di pancia sulla base dell’euforia e senza pianificazione, allora quando poi vi trovate a vendere in perdita i vostri investimenti, il problema non è degli investimenti, il problema è vostro che non avete pianificato e avete fatto un po’ di cazzate, chiaro? Investite in prodotti liquidi e diversificati e quando vi servono i soldi sono lì. Veniamo ora alla paura numero 3: non sapere cosa si sta facendo. Anche ammesso di essersi convinti ad investire e dopo aver capito che i soldi investiti non se li è portati via nessuno, un’altro possibile scoglio psicologico da superare è la paura che deriva dal fatto di non sapere esattamente cosa si sta facendo. In effetti un conto è dire devo investire i soldi in maniera corretta, un’altro è farlo per davvero, capire come funzionano gli strumenti finanziari, quali sono gli scenari in cui mi posso venire a trovare, quali sono i rischi e così via. La sensazione che si può provare è il timore di ritrovarsi alla fine con brutte sorprese, perché si pensava magari di aver capito tutto e invece poi c’era la fregatura dietro l’angolo. Il Consiglio migliore che vi posso dare qui è senza ombra di dubbio, informatevi, leggete libri sull’argomento, studiate e ovviamente continuate ad ascoltare The Bull che come noto sono qua io a farmi lo sbattimento di capire come funzionano le cose principali per voi, per poi farvi la versione semplice nei vari episodi. Niente come la conoscenza può darvi la libertà di gestire i vostri soldi nel modo migliore. Il secondo miglior Consiglio però è fate cose semplici. È incredibile quanta gente non capisce un tubo di finanza e poi scopri che avevano due soldi da parte e si sono messi a fare investimenti in prodotti derivati tipo le opzioni, senza sapere in quali rischi pazzeschi potessero incorrere. La cosa più importante che dovete assimilare è la seguente, non investite i vostri soldi in cose che non capite. Vi ho parlato in lungo e in largo di ETF, vi ho detto i vari motivi per cui secondo me sono uno strumento di investimento particolarmente valido. Ma finché non sentite di aver capito bene cosa sono e come funzionano, non investite, ma a maggior ragione non investite in roba complicata. Cose che trovate su tutte le piattaforme di trading come i prodotti a leva ICFD, cioè i contratti per differenza o le opzioni sono prodotti estremamente pericolosi e comportano il rischio serio ma serio davvero di perdere tutti i vostri soldi o anche molto di più. Giusto per fare un esempio semplice, per capire i danni che si possono fare, prendiamo le opzioni, un’opzione è un contratto tra due parti in cui, a fronte del pagamento di un determinato importo, detto premio, una delle due parti acquista il diritto ma non l’obbligo di acquistare nel caso delle opzioni dette call o vendere nel caso delle opzioni dette put. Un certo asset entro una certa data nel futuro. Nel caso io pensassi ad esempio che le azioni di, che ne so, Tesla crolleranno da qui a tre mesi, posso sottoscrivere un’opzione put che mi conferirà il diritto di vendere alla mia controparte delle azioni di Tesla che oggi non ho ad un prezzo predefinito. Facciamo un esempio facile per capirci. Se oggi le azioni di Tesla valgono circa 250 $ e sottoscrivi un’opzione put per un certo numero di azioni Tesla con un prezzo di esercizio, si dice di boh, 255 $ a fronte del pagamento di un certo premio alla controparte. Cosa succede se alla scadenza le azioni di Tesla continuano a salire? La tua controparte si mette in tasca il premio e l’opzione decade. Se invece tu avevi ragione, le azioni di Tesla crollano a, che ne so, 205. Tu compri sul mercato azioni di Tesla 205 e le rivendi alla tua controparte a 255, il quale è obbligato a comprarle. Immaginiamo che l’opzione fosse per 100 azioni. Tu avresti guadagnato così circa 5.000 €. Mentre altrettanti ne avrebbe persi la controparte. Meno naturalmente l’importo del premio che vi siete scambiato. Quella descritta è una delle possibilità per si dice shortare un’azione che è il modo in cui chi vuole fare il ****. Parlando di finanza, definisce l’attività di vendita allo scoperto dall’inglese short selling. Andare short su un’azione vuol dire scommettere sul suo crollo e guadagnare quindi sulla differenza di prezzo. La stessa cosa naturalmente si può fare anche nei confronti di interi indici. E qui abbiamo due tipi di problema. Il problema meno grave è quando ci mettiamo a giocare con le opzioni pensando di poter prevedere il futuro e invece la stragrande maggioranza delle volte non riusciamo a prevedere un bel niente e piuttosto sperperiamo una fortuna pagando premi per opzioni che alla fine non eserciteremo, perché magari le azioni vanno in una direzione diversa da quella che ci aspettavamo o vanno sì nella direzione giusta, ma non con i tempi che noi credevamo. Il problema più grave, invece, è quando pensiamo di poter fare, diciamo, soldi facili vendendo opzioni invece che comprandole, cioè mettendoci dal lato della controparte. In questo secondo caso, molte volte probabilmente incasseremo il premio perché le azioni non verranno esercitate, ma quando la nostra controparte dovesse imbroccare la previsione, la nostra perdita rischia di essere potenzialmente illimitata. Le opzioni sembrano una cosa **** perché ci si può guadagnare un’enormità di soldi, ma siccome è una roba da cintura nera della finanza, lasciate perdere, non fa per voi, statene alla larga e non imbarcatevi in avventure spericolate di questo tipo. Tornando a noi, invece, cercate di approfondire il più possibile e di comprendere bene ciò in cui state investendo per poter affrontare con la massima serenità tutti gli eventi che possono verificarsi. Veniamo ora alla paura numero 4. Deludere EO provare umiliazione per delle perdite, anche questo è un fenomeno estremamente diffuso e perfettamente normale. È facile fare i fighi e bullarsi in giro quando si è riusciti a fare un po’ di soldi scommettendo su invidia, sui Bitcoin o sull’oro. Molto meno frequente vedere qualcuno che sbandiera ai 4 20 i soldi che ha perso facendo qualche cretinata. Mettiamola così, se perdete soldi perché fate trading o comunque perché vi mettete ad investire in maniera sconsiderata, beh, secondo me meritate delusione e umiliazione. Il meglio che potete fare è imparare dagli errori e se avete ancora dei soldi, dedicarvi a forme più ponderate di investimento d’ora in poi. Quando si tratta invece di investimenti pazienti a lungo termine, invece, non dovete avere questo tipo di preoccupazione. Una volta che avete pianificato il vostro risparmio, il fondo di emergenza e una strategia di investimento con prodotti efficienti e a basso costo, coerente con i vostri obiettivi e il vostro orizzonte temporale, basta! Avete fatto tutto giusto, nessuno può dirvi nulla se durante qualche fase del ciclo economico vi doveste trovare in negativo. Mantenete un approccio ponderato, costante e coerente e anche quando beccherete anni come il 2001, il 2009 o lo stesso 2022, non fatevi prendere dal panico. I cosiddetti “drawdown”, ossia i crolli di mercato, fanno parte dei cicli economici. Prima o poi il mercato tornerà su. Ricordiamolo ancora una volta, questo vale se avete un portafoglio diversificato, se avete puntato su qualche azione singola potreste invece aver perso tutto per sempre. L’altro Consiglio che vi posso dare, che ritengo estremamente importante, soprattutto per chi ha una famiglia, è condividere la pianificazione finanziaria e la strategia di investimento con il proprio o la propria partner. I soldi sono un tema profondamente divisivo e rappresentano uno dei principali motivi di tensione all’interno di una coppia. Essere allineati con il partner quando si tratta di finanza personale è imprescindibile. Non potete pensare di fare tutte queste cose di cui parliamo a The Bull senza che la vostra metà salga a bordo con voi. È molto facile che avrete idee diverse in merito, ma alla fine sarà importante accordarsi al 100% sulle azioni che si vogliono intraprendere, così da condividere pienamente sia i successi che i possibili momenti di frustrazione. Potrà capitare che a vostra moglie o vostro marito non importi un tubo di questi temi. Magari voi siete parsimoniosi e orientati all’investimento, mentre lei o lui sono più propensi a spendere con leggerezza e ad essere diffidenti verso gli investimenti. Alla fine sarà però importante condividere i reciproci punti di vista, trovare una base comune e costruire il proprio percorso finanziario insieme. In questo modo non ci sarà mai occasione di scatenare un conflitto per via di una divergenza di opinioni sulla gestione dei soldi o soprattutto a seguito di qualche momento di particolare svalutazione dei vostri investimenti. Infine parliamo della quinta paura, quella di commettere errori. Parliamoci chiaro, è impossibile non commettere errori. È impossibile nella vita in generale, tantomeno è impossibile in finanza. Tutti sbagliano. I migliori di tutti sono anche quelli che commettono errori da miliardi di dollari. Lo stesso Warren Buffett ha ammesso di aver commesso errori di valutazione che sono costati alla sua Berkshire 5 o sei miliardi di dollari. Certo. Dato che oggi Berkshire ha una capitalizzazione di oltre 730 miliardi di dollari, diciamo che Warren comunque si è fatto perdonare. Noi comuni mortali commetteremo invece errori di tutt’altra dimensione, ma ciononostante ci roderà forse anche di più dei 5 miliardi persi da Warren Buffett. Il punto non è non commettere errori, il punto è non commettere errori così gravi da rovinarci la vita. Potrete perdervi un certo trend, potrete scommettere sulla crescita del mercato in un anno che alla fine sarà di recessione. Potrete pensare che investire in Btp deve per forza essere una buona idea e poi ti alzano i tassi di interesse e questi perdono il 20%. Potrete fare tanti altri errori come questi. L’importante è avere un approccio all’investimento consapevole e ponderato, in maniera tale che nessun errore di valutazione potrà essere così importante da farvi saltare per aria. Se investite in un portafoglio diversificato, con il grosso distribuito tra ETF che replicano vasti indici di azioni e obbligazioni, onestamente è difficile che di punto in bianco perdiate tutti i vostri soldi. Per fare uno dei nostri soliti esempi, se negli ultimi trent’anni aveste investito in un portafoglio 60 40 fatto di azionario globale e obbligazioni governative europee, avreste avuto 7 anni negativi su 30 e solo tre anni avreste avuto perdite a doppia cifra. Detto questo, nonostante il -16% del 2002, il -19% del 2008 e il -13% del 2022, 10.000 euro investiti all’inizio sarebbero diventati 80.000 alla fine dei 30 anni. Potevi guadagnare di più? Certo! Se invece di usare un portafoglio moderatamente rischioso come il 60/40, avessi investito 10.000 euro solo sull’S&P500, dopo 30 anni invece di 80.000 euro te ne saresti ritrovati 185.000. Con il senno di poi sarebbe stato un errore perdersi ben 100.000 € di rendimento? Teoricamente sì, ma evidentemente 60 40 era il portafoglio giusto per il vostro profilo di rischio, per i vostri obiettivi e per il vostro orizzonte temporale. Con l’s P 500 avreste sì fatto il botto, ma avrei anche voluto vedere la vostra reazione quando nel 2002 e nel 2008 avreste perso oltre il 30% in ciascun anno. Vedete? Quindi non dovete farvi il sangue amaro, facendovi venire la fomo e l’ansia di perdervi qualche cavallo vincente. Siate felici di far crescere pian piano i vostri soldi, con l’approccio giusto per voi, coraggioso ma coerente con la vostra situazione. Aver trasformato 10.000 euro in 80.000 invece che 185.000 non sarebbe stato un errore, ma un grande successo. Aver lasciato quei 10.000 euro sul conto sarebbe stato, sì, un errore invece. Averli investiti in Nokia sarebbe stato un errore. Averli investiti nelle azioni di Telecom Italia sarebbe stato un errore. Gli unici errori davvero gravi che potrete commettere sono causati tipicamente da due motivazioni, o ingordigia o ignoranza. Nel primo caso rischiate di sottovalutare i rischi e di sopravvalutare le vostre capacità, intraprendendo operazioni pericolose con l’obiettivo di fare tanti soldi subito, con esiti spesso nefasti. Nel secondo caso, semplicemente vi mettete a fare cose che non capite e vi ritrovate poi alla fine con brutte e dolorose sorprese. Se poi siete sia ignoranti che ingordi, beh, lì ragazzi siete ******* perché farete dei danni incalcolabili. Allora, cari amici e care amiche, siamo arrivati alla fine di questo speciale episodio in due puntate a cui tenevo molto per provare a darvi qualche spunto su cui lavorare per vincere le vostre paure quando si tratta di far lavorare i soldi al posto vostro. Mi raccomando, il messaggio che deve passare non deve essere, ma sì, investi sereno, che fai i soldi sicuro e non rischi niente. No, investire comporta dei rischi, altrimenti non esisterebbero i rendimenti. Ma anche guidare in autostrada comporta rischi, così come mangiare carne rossa, sciare o fare figli. La nostra vita, affinché possa essere chiamata tale, è costantemente esposta a dei rischi e affrontarli nella maniera giusta, con un’adeguata preparazione e con un bilanciamento sostenibile tra costi e opportunità, è il modo corretto per viverla appieno. Con gli investimenti è un po’ la stessa cosa. Diventate sempre più consapevoli e assumetevi dei ragionevoli rischi con l’obiettivo di costruirvi una vita migliore. Anche perché poi, in fondo, la qualità della vostra vita è il vero obiettivo di tutto sto discorso sui soldi che stiamo facendo. I soldi non sono mai un fine, ma vanno sempre considerati come un mezzo per realizzare qualcosa che abbia un impatto significativo nella nostra vita. Certo, più ne abbiamo, più siamo liberi, più possiamo permetterci di vivere la vita che desideriamo ad ogni livello, ma non è detto che il nostro livello di felicità aumenti proporzionalmente all’infinito man mano che accumuliamo ricchezza. In microeconomia esiste il concetto di utilità marginale decrescente, Matematicamente è un po’ complesso perché mette in relazione l’utilità di un certo bene con la derivata parziale del consumo di quel bene. Lo so che non ci avete capito niente, ma per farla super breve, che poi si sa che l’economia è un grandissimo esercizio di doping matematico, tra brillanti accademici che fanno la gara a chi ce l’ha più grosso, ma per poi sovra complicare cose che tutto sommato sono piuttosto semplici, dicevo, per farla breve. Utilità marginale decrescente significa che la soddisfazione che traete dal consumo di un certo bene si riduce sempre di più via via che quel consumo incrementa. In pratica, se comprate, che ne so, una Tesla vi renderà incredibilmente felici, perché magari quello era il vostro sogno, comprare poi anche una Maserati. Non vi renderà felici il doppio, così come in generale l’incremento progressivo del vostro stile di vita in relazione alla vostra crescente ricchezza non vi porterà ad essere felici all’infinito. Ma più accumulerete cose grazie alle vostre maggiori disponibilità, sempre meno percepirete un incremento di felicità. Tutto sto ******* per dire cosa? Che l’accumulo di ricchezza deve essere funzionale a realizzare obiettivi di vita significativi per voi. I rischi che dovrete prendervi e in generale la pianificazione finanziaria che dovete strutturare, dovranno sempre essere in funzione di questi obiettivi, affinché i soldi siano davvero un mezzo al servizio della vostra vita, magari appunto di una versione migliore di essa, e non affinché la vostra vita sia al servizio dell’accumulo dei soldi. La pianificazione finanziaria va inserita sempre e comunque all’interno della pianificazione generale della vostra vita rispetto agli obiettivi più significativi che volete raggiungere. Siamo comunque d’accordo che i soldi è meglio averli che non averli e averne di più, almeno fino ad un certo limite, è meglio che averne di meno. In particolare, il milione di euro di patrimonio è simbolicamente la soglia oltre la quale inizia ad avere un senso compiuto l’idea di aver raggiunto un’importante livello di libertà finanziaria. Per questa ragione, nel prossimo episodio parleremo proprio di questo, ossia di come fare a costruire un patrimonio da un milione di euro e della regola nota negli Stati Uniti come regola del 4%. Credete sia una buffonata? Un episodio su come costruire un patrimonio da un milione di euro sembra uno di quei contenuti che si trovano sui social, tipo come perdere 10 chili in quattro settimane senza sforzo e mangiando solo pizze. Beh, vedrete invece che ha una logica e che benché l’impresa non sia affatto semplice e immediata, con i giusti mezzi, la giusta preparazione e un solido mix di pazienza e costanza, raggiungere il milione di euro è un obiettivo meno irrealizzabile di quel che si può pensare. Intanto, come sempre, vi ricordo di mettere segui e attivare le notifiche su Spotify ed Apple Podcast e di lasciare una recensione a cinque stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre istruzioni per una vita migliore e finanziariamente più libera sempre nuove. Per il momento ci siamo detti tutto. Questo episodio finisce qui e ci ritroviamo presto con The Bull, il tuo podcast di finanza personale.
Recensioni
Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!
Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.
Andrea V., 22 Set 2025Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente
Amalia A., 17 Set 2025Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.
Lorenzo, 13 Mar 2025Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva
Gianluca G., 11 Set 2025Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro
Massimo D., 23 Set 2025Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai
Francesca B., 6 Apr 2024Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!
Giorgia R., 23 Gen 2025Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai
Matteo C., 3 Set 2025Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!
Massimiliano, 29 Mag 2024