7 Regole facili per trasformare le tue Finanze

Investire è l'obiettivo finale ma prima di questo tutta la nostra vita finanziaria deve essere organizzata per massimizzare le nostre risorse economiche. Parliamo quindi di 7 Regole facili per dare un boost alle nostre finanze, toccando anche abitudini che con le finanze (apparentemente) poco hanno a che fare ma che possono avere un impatto massivo sul valore finale del nostro patrimonio.

Difficoltà
32 minuti
The Bull - No Thumb

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Punti Chiave

Il successo finanziario si basa su abitudini: lettura, evitare "lifestyle inflation" e debiti cattivi.

Crea più fonti di reddito, paga te stesso per primo e investi costantemente per massimizzare il capitale nel tempo.

Trascrizione Episodio

Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di Finanza Personale.

Care amiche e cari amici di Th Bull, dopo aver tanto parlato di investimenti nelle ultime settimane, scendendo molto nel dettaglio specifico di portafogli, etf obbligazionari, asset allocation e via dicendo, ho sentito il bisogno di fermarmi un attimo e dedicare un episodio a tutto ciò che sta a monte della nostra strategia d’investimento.

Fare il portafoglio migliore del mondo di ETF, azioni, obbligazioni o quel che vi pare è una cosa fighissima e utilissima, ma in qualche modo questo è l’ultimo step di un processo che comincia proprio da noi stessi, dai nostri obiettivi e dalle nostre abitudini quotidiane.

E come racconteremo oggi, ci sono una serie di cose che sono di fondamentale importanza per migliorare in maniera esponenziale la nostra vita finanziaria che non sono in primis di natura finanziaria.

Prima di addentrarci, però, vi anticipo che questa puntata è stata realizzata in collaborazione con Fiscozen, che supporta il podcast ed è la soluzione che ho scelto per aprire e gestire la partita iva online, direttamente dalla sua piattaforma.

Se avete una Partita IVA o volete aprirne una per lanciare un progetto imprenditoriale, trovate negli shownote un link con un codice che vi permetterà di fissare una prima consulenza gratuita e ottenere 50 € di sconto sull’abbonamento del primo anno, qualora decideste di usare Fiscozen.

In un paio di passaggi tra quelli che affronteremo oggi, vedremo che Fiscozen potrà tornarci utile, ma intanto cominciamo!

Ora, molti di voi mi scrivono su Instagram a thebull_finance centinaia di messaggi dedicati per lo più a prodotti, dettagli tecnici sugli investimenti, broker e lamentele verso consulenti di banche e assicurazioni che in passato vi hanno fatto fare qualche cazzata, mentre io voglio essere certo, a 51 episodi arrivati e cominciando a mettere nel mirino i 100.000 ascolti del podcast, che la vostra intera vita finanziaria sia settata in modo corretto, al di là dei soldi che mettete in questo o quell’investimento.

Giusto per usare una metafora di rara originalità, che ancora mi chiedo perché non ho una via dedicata come Foscolo e Carducci, l’investimento è la punta dell’iceberg, mentre prima di questo e parallelamente a questo è la nostra intera vita che deve essere impostata in funzione degli obiettivi finanziari che vogliamo raggiungere.

Ecco allora perché oggi mettiamo insieme le 7 Regole fondamentali per essere finanziariamente nel top 1% di tutta la vostra cerchia di conoscenti, giusto per ricordarvi ancora una volta che se pensavate che per fare i soldi bastava comprare due o tre prodotti di investimento, mi spiace deludervi, ma è un lavoro fatto di impegno e disciplina che va a toccare praticamente ogni aspetto della vostra esistenza.

REGOLA NUMERO UNO: Leggi almeno 30 minuti al giorno.

Eh lo so, qua vi ho spiazzato.

L’ultima cosa che vi stavate aspettando, cari miei fedeli divoratori di podcast, è che la prima cosa di cui potessi parlare in un episodio dedicato alle abitudini più sane per una vita finanziaria con i controca**i fosse invitarvi a leggere.

Questa non è una mia idea.

O meglio, la condivido in pieno, ma ve ne parlo soprattutto perché è ampiamente condiviso e assodato che l’educazione finanziaria, in particolare, e lo sviluppo personale in generale, sono strettamente correlati al numero di pagine che si leggono nel corso della propria vita.

Parliamo chiaramente di “non fiction books”, ossia di saggi.

Romanzi, libri di poesie e altre cose fanno benissimo all’animo e alla propria formazione in generale, sempre che siano di qualità, ma qui ci interessa soprattutto la lettura di contenuti che possano avere un impatto diretto sul nostro miglioramento finanziario e personale.

Senza i libri che ho letto, forse non avrei mai investito un euro.

Senza i libri che ho letto, probabilmente non avrei mai compreso le cose di cui parliamo qui.

Senza i libri che ho letto, sicuramente questo podcast non esisterebbe.

Quali libri dovreste leggere?

Come ricorderete, nell’episodio 11 avevamo fatto una carrellata di almeno 5 libri fondamentali da conoscere per mettere basi di solide di finanza personale, quindi lì vi rimando se volete farvi un bel refresh.

Da lì in poi ne ho citati svariati, sempre con i link nei vari shownote e qualunque tra quelli andrà più bene per prendere sempre maggiore consapevolezza con tutti i temi che tanto cari sono a The Bull vostro.

Vi butto giù qui 10 nomi, in ordine di difficoltà, tra già citati e inediti e poi andate a guardarvi la descrizione dell’episodio che ve li scrivo, così non dovete diventar matti a trattenerli nella memoria per i prossimi 20 minuti finché l’episodio non è finito.

Allora, in Italiano o disponibili in Italiano:

– La psicologia dei soldi, di Morgan Housel;

– Investire senza trappole, di Costantino Forgione;

– Ti insegno a diventare Ricco, di Ramith Sethi

– A spasso per Wall Street, di Burton Malkiel;

– Euforia Irrazionale, di Robert Shiller.

Disponibili solo inglese, invece, perlomeno per quel che so:

– The Simple Path to Wealth, di J.L. Collins;

– Just Keep Buying, di Nick Maggiuli;

– The Bogleheads Guide to investing, di vari autori del gruppetto di seguaci di John Bogle, mitologico fondatore di Vanguard;

– The 4 Pillar of Investing, di William Bernstein e infine, il mio preferito per capire tutto, ma proprio tutto, sulle azioni, che è

– Stocks for the long Run, di Jeremy Siegel

Ovviamente questa è una selezione minuscola tra tutti i libri fondamentali che andrebbero letti per capire due cose di finanza e investimenti, ma già solo i 5 disponibili in Italiano vi faranno capire l’80% delle cose più importanti per gestire in autonomia (o quasi) la pianificazione finanziaria della vostra vita.

Ora, leggere per quel che mi riguarda è un pilastro imprescindibile per il nostro edificio finanziario.

Sì ci sono i video su Youtube, ci sono Instagram e Tik Tok, ci sono i podcast e ci sono mille altre fonti di informazione.

Ma nei libri è condensata la vera conoscenza nella sua forma più autentica.

E niente come un viaggio all’interno di un libro come quelli citati vi farà uscire trasformati quando avrete voltato l’ultima pagina.

Quindi, istruzioni pratiche.

– I libri ve li ho dati;

– trovate 30 minuti al giorno liberi da dedicare tassativamente alla lettura.

– non saltate neanche un giorno.

Non avete tempo?
le vostre giornate sono piene tra il lavoro, i bambini, la gestione famigliare e tutto il resto?

Vi svelo un segreto: si può mettere indietro di mezz’ora la sveglia che vi tira su dal letto al mattino e il gioco è fatto.

Fate fatica ad alzarvi al mattino presto?
Allora spegnete Netflix o chi per esso mezz’ora prima alla sera e investite il tempo nel libro che vi sta spiegando come smetterla di sprecare i vostri soldi!

Altrimenti ancora sfruttate il viaggio sui mezzi pubblici, oppure la pausa pranzo, oppure trovate voi la formula che più vi piace, ma non mancate mai il vostro appuntamento quotidiano con la lettura di contenuti rilevanti per le vostre finanze.

Se doveste avere problemi di motivazione, ricordate a voi stessi che la mezz’ora che dedicherete alla lettura quel giorno, sarà in prospettiva la mezz’ora in cui avrete guadagnato più soldi di qualunque altra nella giornata, perché in quella mezz’ora avrete imparato a far lavorare le vostre risorse economiche per voi e a costruirvi un futuro finanziario migliore.

Detto questo, veniamo quindi alla

REGOLA NUMERO DUE: Evita stili di vita inflattivi.

Sì ok come massima mi è uscita veramente di merda, perché questo concetto ha un’espressione perfetta in inglese che sarebbe Lifestyle Inflation, ma in Italiano rende poco.

Comunque il concetto è di evitare uno stile di vita che, parallelamente all’aumento delle risorse economiche a disposizione, in qualche modo finisce per essere eccessivamente orientato all’acquisto di cose per nostro piacere (vero o presunto tale), che però finisce per ridurre progressivamente la nostra reale ricchezza.

In altre parole, l’idea è che man mano che guadagnamo più soldi, tendiamo poi naturalmente a voler spendere in maniera più disinvolta per concederci tutto quel che ci passa per la testa.

Questo è un grave errore di pianificazione finanziaria per uno sterminato numero di motivi.

In primo luogo, è facile perdere il senso della misura e finire per costruirsi uno stile di vita progressivamente più costoso ai limiti della sostenibilità, soprattutto quando magari si esagera nel tipo di casa che si va a comprare (ignorando i costi a lungo termine per il mantenimento), oppure acquistando un’auto inutilmente costosa, così come anche consolidare abitudini dispendiose più infime e sottili riguardanti per esempio la spesa alimentare, i ristoranti, un certo standard di vacanze, abbonamenti vari, prodotti di elettronica e via dicendo.

Quando nel cervello scatta la percezione che il proprio tenore di vita può essere alzato, attenzione che è un attimo finire per ridurre la propria capacità di risparmio, creando poi delle dipendenze da un certo tipo di oggetti ed esperienze costose che non sazieranno mai il nostro desiderio.

Quindi, prima roba, escluse situazioni estreme, se guadagni di più non sentirti autorizzato a spendere di più, perché la statistica dice che probabilmente finirai per spendere in modo più che proporzionale rispetto alle tue maggiori risorse.

Il che significa che se prima guadagnavi 100 e spendevi 80, se oggi guadagni 150 è facile che finirai poi per spendere 145, se non peggio.

L’altro motivo per evitare il lifestyle inflation riguarda proprio l’inflation, ossia l’inflazione e il valore dei tuoi soldi nel tempo.

Se oggi compri un oggetto X che costa 100 €, perdi 100 € di potere d’acquisto senza ottenere un asset che si rivaluta.

Questi 100 €, quindi, sono 100 € in meno che possono essere investiti.

Ricordatevi sempre che la finanza si basa sul presupposto che i soldi non stiano mai fermi a far niente ma siano sempre in qualche modo reinvestiti in qualcosa.

Se investo questi 100 € con un rendimento del 7%, questi 100 € tra 10 anni hanno raddoppiato il loro valore e tra 40 anni parliamo di 16 volte tanto.

Quindi quando decido di spendere 100 € per qualcosa di immediato devo sempre ricordarmi che non sto spendendo 100 €, ma potenzialmente sto spendendo l’equivalente di 16 volte tanto a lungo termine, se considero la mancata opportunità di investimento.

Ora io non dico di vivere sotto pressione costantemente con l’ansia di tirar fuori un euro per ogni cosa.

Semplicemente, attenzione a modificare bruscamente il vostro stile di vita perché può avere un impatto devastante a lungo termine e in particolare attenzione all’adozione di abitudini dispendiose che possono avere ripercussioni esponenziali sulla vostra capacità di risparmio.

Ho già citato un paio di volte una regola di Nick Maggiuli che funziona molto bene.

Ogni volta che vuoi concederti una spesa eccezionale, fai in modo di risparmiare il doppio dei soldi che ti servono e investi quindi lo stesso importo che userai per quella spesa nel tuo portafoglio d’investimento.

Questo porrà un freno al tuo desiderio di acquisto compulsivo e allo stesso tempo ti imporrà di accumulare maggior risparmio per poterti concedere qualcosa a cui tieni realmente.

REGOLA NUMERO TRE: Evita il debito cattivo.

Il concetto di debito buono e debito cattivo è piuttosto controverso, perché ciascuno ha la propria visione.

C’è chi sostiene che il debito sia un modo efficace per scalare la propria situazione finanziaria e conseguire risultati più velocemente e chi invece considera il debito in generale come l’incarnazione stessa del Demonio (vedi Dave Ramsey).

Se Cicerone e compagni avevano ragione, in medio stat virtus, quindi la virtù starà probabilmente nel mezzo.

Alcuni debiti sono oggettivamente cattivi, altri sono oggettivamente buoni.

Esempi di debiti cattivi:

– un indebitamento eccessivo rispetto al proprio reddito per comprare un’auto figa è cattivo debito;

– fare un prestito per pagarsi le vacanze è un cattivo debito;

– comprare online tramite Buy Now Pay Later è cattivo debito, anche se di solito non comporta interessi ma induce in comportamenti d’acquisto distorti.

In generale, tutte le forme di debito che sono finalizzate all’acquisto di beni di consumo rientrano nelle categorie del “Bad Debt” e quindi vanno limitate il più possibile.

Un tipico esempio di debito buono è il mutuo per la casa.

Dave Ramsey dice: devi fare al massimo un mutuo a tasso fisso di 15 anni e comunque appena le finanze te lo permettono chiudere il mutuo in anticipo.

Io non sono assolutamente d’accordo, per due motivi:

UNO: diversamente da Ramsey, io non ho dichiarato bancarotta per aver fatto un casino con investimenti immobiliari strampalati nel mio passato, quindi non ho questo spauracchio dei debiti che aleggia sopra la mia testa.

DUE: a volte mi sembra che Ramsey vaneggi un po’ con i numeri e non comprenda che l’effetto dell’inflazione vale anche sui debiti e non solo sui propri asset.

Facciamo un esempio, seguitemi:

Diciamo che faccio un mutuo all’80% per una casa da 300.000 euro.

Ora oggi i tassi di interesse sui mutui sono altissimi (4-5%), mentre solo nel 2021 erano ridicolmente bassi (intorno all’1%, a volte pure meno).

Prendiamo una situazione intermedia, con un tasso al 2,5%.

Se facessi un mutuo a 15 anni, avrei una pesante rata di circa 1.600 € al mese e pagherò complessivamente poco meno di 50.000 euro di interessi.

Se invece facessi un diabolico mutuo a 30 anni, avrei una rata di 950 € al mese ma pagherò circa 101.000 euro di interessi.

Ora, ad un occhio superficiale, la risposta sempre ovvia: meglio fare il mutuo a 15 anni perché altrimenti pagherei oltre il doppio di interessi.

In realtà non è del tutto corretto, per due motivi:

MOTIVO UNO: ripagare complessivamente 290.000 € di mutuo in 15 anni è molto diverso che ripagare complessivamente 341.000 € in 30 anni, perché in 30 anni quei soldi si svalutano molto di più, quindi in realtà la differenza in valore reale si assottiglia notevolmente.

Se immaginiamo un’inflazione media del 2,5%, identico al mio tasso di interesse, alla fine l’esborso in valore reale tra 15 anni o 30 anni sarà pressoché lo stesso.

C’è però una grandissima differenza, e qui vengo al

MOTIVO DUE:

Se invece di sborsare 1.600 euro al mese ne tiro fuori 950, mi restano 650 € al mese da investire.

Se investo 650 € in un portafoglio che dovesse rendere il 6% all’anno, tra trent’anni avrò generato 650.000 €, equivalenti circa a 300.000 euro in valore reale.

Per questo ritengo che con tassi di interessi medio bassi, un mutuo di trent’anni sia la scelta matematicamente più conveniente per distanza.

Diverso naturalmente è il contesto attuale, in cui chiaramente un tasso del 5% ha tutt’altro impatto sugli interessi (per non parlare dell’8% raggiunto negli Stati Uniti) ed è chiaro che interessi così alti sono anche difficili da compensare con un investimento a lungo termine.

In linea di massima comunque, debiti come il mutuo (e pochi rari altri casi analoghi) che permettono di investire in un asset che tendenzialmente mantengono il loro valore hanno la loro logica.

Debiti di natura cattiva, invece, finalizzati esclusivamente a beni di consumo, questi sono sicuramente da evitare il più possibile.

Eccoci dunque arrivati alla

REGOLA NUMERO QUATTRO: Health is wealth, La salute è ricchezza.

Ebbene sì, dopo aver detto che bisogna prendersi cura del cervello con i libri, stesso discorso anche per quanto riguarda il corpo.

E non perché mens sana in corpore sano – oggi abuso di latino come se non ci fosse un domani – ma perché la cura del nostro organismo ha un impatto economico a lungo termine devastante.

E’ fondamentalmente incalcolabile il costo di una salute precaria sulle nostre finanze.

Ora in Italia la sanità è per lo più gratuita – e checché se ne dica, pur con tutte le sue inefficienze, è comunque una grande virtù del nostro Paese.

Come noto invece, la sanità negli Stati Uniti è pessima, almeno quella pubblica, e comunque senza un’assicurazione sanitaria ti lasciano morire davanti alla porta degli ospedali.

I costi della sanità in America, poi, sono talmente elevati che uno dei principali motivi che porta milioni di famiglie a dichiarare bancarotta negli States è proprio l’incapacità di far fronte a importanti spese sanitarie in presenza di gravi patologie.

In Italia questa cosa non accadrebbe, ma ciò non toglie che l’adozione di uno stile di vita poco sano abbia dei costi salatissimi sulle nostre tasche.

Per stile di vita poco sano intendiamo i grandi classici:

– fumo;

– abuso di alcol;

– alimentazione ipercalorica ricca di grassi saturi e zuccheri;

– carenza di esercizio fisico.

Andrebbe citato anche la scarsità di un adeguato riposo notturno di almeno 8 ore, ma dato che sono il primo che raramente supera le 5-6 ore a notte, scelgo arbitrariamente di non citare questa malsana abitudine.

Comunque se pensate sia ai costi diretti e indiretti implicati nella cura di patologie che derivano dalle cattive abitudini di cui sopra, vi renderete facilmente conto come la cura del corpo non sia solo un dettaglio estetico all’interno della vostra pianificazione finanziaria, ma uno dei suoi pilastri proprio perché i danni economici derivanti da una salute precaria sono potenzialmente incalcolabili.

Già le sfighe capitano da sole, almeno non diamo loro una mano no?

Fine del momento da vecchia zia petulante, torniamo a parlare di soldi.

Per quanto banale possa sembrare, una splendida abitudine finanziaria è proprio quella che consiste …. nel guadagnare più soldi!

applausi fantozzi Cagata pazzesca]

E qui veniamo alla

REGOLA NUMERO CINQUE: Crea diverse fonti di reddito.

Di come massimizzare le opportunità all’interno della vostra dimensione professionale parleremo diffusamente nel prossimo episodio, ma un buona buona prassi ampiamente raccomandata da tutti i grandi maestri della finanza personale è esattamente quella di differenziare i cosiddetti Income Source, ossia le fonti di guadagno.

Quindi se il vostro obiettivo di lungo termine è raggiungere prima possibile l’indipendenza finanziaria, sicuramente massimizzare i vostri guadagni fin da oggi è la singola cosa più importante su cui concentrare l’attenzione.

Al di là della massimizzazione della carriera principale, esattamente come diversificare gli investimenti è buona prassi contro il rischio di rimanere scottati da un’eccessiva concentrazione di capitale, allo stesso modo anche il proprio reddito andrebbe differenziato per quanto possibile.

Ora, è vero che in Italia non succede quella cosa che succede negli Stati Uniti per cui uno viene convocato al venerdì sera nell’ufficio del suo capo e mezz’ora dopo è in ascensore con lo scatolone contenente i suoi effetti personali, licenziato in tronco e disoccupato dal lunedì successivo.

In Italia licenziare è una pratica molto complessa e ampiamente disincentivata dalla legislazione vigente e in ogni caso esiste un sistema di welfare statale che tutela il lavoro con le casse dello stato.

Giusto o sbagliato che sia, è comunque un fatto che quando una società americana decide che ha un 10% di lavoratori di troppo, senza troppi problemi migliaia di lavoratori perdono il lavoro dal venerdì al lunedì, in Italia invece ci sarebbe la cassa integrazione e tutta una serie di altre cose funzionali a garantire la continuità lavorativa anche in imprese con difficoltà economiche.

Questa è un’altra di quelle ragioni di base per cui gli Americani sono estremamente sensibili al tema della finanza personale.

– Se non investono, non hanno una pensione

– Se non hanno un fondo di emergenza, quando vengono licenziati muoiono di fame

– Se non hanno a budget l’assicurazione sanitaria, finiscono in bancarotta per un’appendicite

– E quindi se hanno una sola fonte di reddito sono a rischio.

Prendiamo quindi solo il buono del sistema americano e portiamoci a casa quest’idea estremamente valida della diversificazione del reddito.

In uno scenario ideale, le fonti di reddito di ciascuno sarebbero almeno tre, ossia:

– il proprio lavoro principale;

– il proprio portafoglio di investimento (benché per decenni tendenzialmente accumuli e basta e non produca flussi di cassa); e poi

– un side-hustle, ossia un lavoretto parallelo a quello principale in cui vengono sfruttate competenze di varia natura per generare una fonte alternativa di reddito.

I side-hustle sono infiniti.

Da lavori di natura manuale per chi magari ha specifiche capacità tecniche o lavori più intellettuali come la programmazione, il digital marketing, la vendita tramite e-commerce, traduzioni, consulenze e via l’elenco è sterminato.

In Italia però, molto importante questa cosa, se vuoi avere una fonte di reddito non occasionale nella stragrande maggioranza dei casi devi aprire una partita Iva.

Sembra una cosa complessa, ingestibile ed economicamente insostenibile, ma in realtà non è niente di tutto ciò, anzi avere una partita Iva, anche se si è dipendenti nel proprio lavoro principale, può dare delle opportunità.

Quindi SE AVETE UNA PARTITA IVA OPPURE STATE PENSANDO DI APRIRLA, [per farvi aiutare in tutto questo con zero sbattimenti, una buona idea potrebbe essere cliccare sul link nello shownote dell’episodio, fissare una consulenza gratuita con il nostro partner Fiscozen e ottenere uno sconto di 50 € sull’abbonamento del primo anno.

Fiscozen vi mette a disposizione un commercialista dedicato a voi, a cui potete rivolgervi ogni volta che avete bisogno del suo supporto al telefono e via mail, e lui o lei vi gestirà in totale serenità tutta la dimensione fiscale della vostra attività, aiutandovi a non fare errori costosi e, soprattutto, a sfruttare ogni opportunità di beneficio fiscale.

Inoltre, grazie alla piattaforma digitale, è possibile creare e inviare fatture elettroniche, e avere il calcolo delle tasse in tempo reale, e anche la dichiarazione dei redditi è inclusa nel servizio e ve la fa il vostro commercialista di Fiscozen.

Quindi, shownote dell’episodio, clic sul link e già avete fatto il grosso del lavoro.
Al resto ci pensa Fiscozen.

Moltiplicare le fonti di reddito è dunque un grande acceleratore nel processo di crescita finanziaria, a patto naturalmente che le entrate vengano gestite nel modo corretto e qui veniamo alla

REGOLA NUMERO SEI: Pay yourself first.

Che poi è un modo come un altro per dire: adotta abitudini finanziarie sane che comprendano un budget e la regola di allocare le proprie risorse economiche innanzitutto nella generazione di valore per sé – e soprattutto per il sé di domani – e solo in ultima istanza alle spese.

Di questo tema abbiamo parlato in lungo e in largo in tantissimi episodi, quindi richiamo qui le idee principali e vi rimando poi agli episodi 5, 14, 24, 33 e 38 giusto per citarne alcuni.

UNO: fare un reverse budget, ossia togliere dai guadagni mensili le spese fisse (soprattutto abitazione, auto e cibo), assegnare una quota di risparmio da dedicare agli investimenti e utilizzare la parte restante per le spese variabili.

Se per affrontare una spesa variabile devo ridurre la mia quota di risparmio, allora la spesa variabile va a fare in c**o.

DUE: tenere traccia di tutte le spese con una bella app tipo Monefy o qualcosa del genere per capire mese dopo mese dove state buttando via i soldi;

TRE: ottimizzare le spese valutando attentamente offerte di diversi fornitori, modificando le abitudini di consumo o semplicemente smettendo di comprare cose a caso senza collegare il cervello alla mano che si sta infilando nel portafogli (o che sta sbloccando l’iPhone per pagare con la carta se preferite l’espressione meno boomer).

E’ probabilmente dal primo minuto del primo episodio che vado ripetendo la cosa che secondo me è di gran lunga la più importante tra tutte quelle che ci diciamo sempre.

Investire bellissimo eh, la finanza è fighissima e gli ETF e il resto sono uno spasso.

Però ricordatevi sempre che il motore dei vostri investimenti è il risparmio.

Ottimizzare quello e adottare delle abitudini finanziarie virtuose avrà un impatto massivo sui risultati a lungo termine.

La quantità di risparmio che viene investita e il tempo che gli investimenti hanno a disposizione alla fin della fiera avranno molta più importanza dell’impostazione degli investimenti stessi, dell’asset allocation, dei prodotti e tutto il resto.

(certo, al netto di non fare cose strampalate lontane da quelle che raccontiamo qua.

Ed è proprio qui che arriviamo alla

REGOLA NUMERO SETTE, che naturalmente non poteva che essere,

INVESTI, INVESTI e ancora INVESTI.

Eh beh oh ragazzi, l’originalità non è il mio forte.

Però siamo d’accordo che è meglio parlare di cose noiose che hanno un impatto sulle vostre tasche piuttosto che di cose originali che non ci servono ad una cippa?

I sei punti precedenti hanno la loro ragion d’essere finale in quest’ultima cosa, che è poi il contenuto principale del nostro bel podcast.

L’investimento non è solo questione di come fare il portafoglio, quanti azioni mettere, quale broker usare e così via.

Tutti questi sono dettagli operativi e sull’operatività ci siamo spesi e ci spenderemo ancora in futuro parecchio.

L’investimento deve essere innanzitutto un mindset, un sistema di abitudini finalizzato a realizzare obiettivi a lungo termine e ancorato a tutte le 6 precedenti abitudini di cui abbiamo parlato.

– Leggiamo di più per prendere decisioni di investimento migliori;

– Evitiamo la lifestyle inflation per far crescere il valore del nostro patrimonio nel tempo;

– Stiamo alla larga da debiti cattivi e usiamo quelli buoni per liberare risorse per i nostri investimenti;

– Curiamo la nostra salute per non incorrere in spese future che intacchino il nostro patrimonio;

– Creiamo diverse fonti di reddito per avere maggiori disponibilità da allocare nel nostro portafoglio e infine

– Viviamo secondo una pianificazione finanziaria e un budget affinché tutto il nostro sistema di guadagni e spese sia regolato dall’obiettivo di assegnare la massima quota di risparmio possibile ai nostri investimenti.

Come mi è già capitato di raccontare in passato, molto spesso chi scopre che ho questo podcast e che mi occupo di queste cose mi chiede consigli di investimento (che puntualmente non do) e mi fa domande tipo: “ma se metto 2.000 € va bene?”.

Eh che ti devo dire amico mio, e metti quello che ti pare dove ti pare.

Ma questo non è investire, questo è fare cose a caso senza sapere cosa si stia facendo e perché.

“Mettere 2.000 €” non vuol dire assolutamente nulla.

L’investimento deve essere compreso come un modo di vivere che si dispiegherà per tutto il resto della vostra vita.

Al di là di come investite, dei prodotti che scegliete, della vostra tolleranza al rischio, dell’orizzonte temporale e dei vostri obiettivi, fate che l’investimento sia la vostra modalità standard di pensare ai soldi.

Pensate sempre ai vostri soldi non semplicemente come mezzi per comprare cose, ma come potenziali risorse per moltiplicare il vostro patrimonio.

E al netto del fondo di emergenza e di quel poco che va tenuto sul conto per le spese correnti, non lasciate mai fermi i vostri soldi ma fateli lavorare per voi, mentre voi fate il vostro vero lavoro e vi occupate di altro nella vita.

I soldi sono fatti per essere tenuti in movimento.

Fermi ammuffiscono e fuor di metafora ciò significa che perdono costantemente valore.

Quando vengono fatti correre, ossia investiti (sia in un sicurissimo deposito, che in una rischiosa azione), essi hanno il potenziale per generare un valore che si può moltiplicare in maniera esponenziale nel tempo.

Pensate ai soldi in questo modo.

Fate che le vostre abitudini di vita siano organizzate in funzione della massimizzazione delle risorse che potete dedicare all’investimento, il prima possibile e nella maggior quantità possibile.

Tutto ciò conta immensamente di più dei rendimenti, delle strategie, dei cicli economici e di tutto quanto, soprattutto perché le performance future dei mercati sono imperscrutabili e avvolte nel mistero, mentre il capitale che riuscite ad investire nel corso della vostra vita è tutto ciò che avete sotto controllo.

Breve dimostrazione pratica.

Se mettete per 30 anni 500€ al mese in un portafoglio che dovesse dare dei risultati stellari, diciamo un 10% all’anno per tutto questo tempo (praticamente impossibile, a meno che non investiate 100% azionario e che la fortuna vi assista), alla fine avrete messo insieme oltre 1 milione cento mila euro.

Ma questo è il best of the best scenario.

Se invece adottate sistematicamente quanto detto in questo episodio e magari vi rendete conto che la vostra capacità di investimento arriva a 1.000 € al mese, allora anche un ben più conservativo ritorno del 6% vi porterà comunque al milione.

Nel primo caso, se i prossimi 30 anni non saranno particolarmente brillanti non potrete poi tornare indietro e rifare il percorso da capo.

Nel secondo, se fin da subito sfruttate al 100% ogni singola opportunità che avete per la strada di incrementare i vostri investimenti, sapete di per certo che state massimizzando le possibilità di crescita del portafoglio, senza troppo stress rispetto a se fare 60/40, 70/30, 80/20, se comprare o no l’oro, se è meglio fare più s&p 500 o globale e così via.

Detto anche questo, cari amici e care amiche di The Bull, spero che i contenuti di questo episodio vi siano piaciuti e che possano avervi dato degli spunti per intervenire fin da subito sul vostro stile di vita per armonizzarlo al meglio con i vostri obiettivi finanziari a lungo termine.

Ringrazio il nostro Partner Fiscozen per aver partecipato allo sviluppo di quest’episodio e vi ricordo, subito dopo averlo ascoltato, di andare negli shownote e cliccare sul link per fissare una consulenza gratuita e ottenere 50 € di sconto sull’abbonamento del primo anno per avere in un colpo solo: commercialista dedicato, consulenze illimitate e una piattaforma online per gestire tutta la fatturazione e gli adempimenti fiscali per la vostra partita Iva, in totale serenità.

Ancora una volta invece, ringrazio ciascun singolo ascoltatore tra tutti voi che in migliaia continuate a seguirmi e vi invito come sempre a mettere segui e attivare le notifiche su Spotify, Apple Podcast, Amazon Music o dove meglio credete così da non perdervi mai nessun episodio che puntualmente ogni mercoledì e ogni domenica viene sfornato per voi.

Vi ringrazio inoltre se metterete una valutazione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che vi fanno capire che evitare i dolci e andare in palestra farà rendere il vostro portafoglio più di una consulenza con Warren Buffett sempre nuovi.

Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci ritroviamo ancora una volta qui, ancora una volta tutti insieme a sviscerare il mondo dei soldi per ghermirne i segreti più nascosti e costruirci un futuro finanziariamente migliore, ancora una volta con The Bull – Il tuo podcast di finanza personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!

Massimiliano, 29 Mag 2024

Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva

Gianluca G., 11 Set 2025

Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.

Giulia N., 11 Ago 2025

Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.

Andrea V., 22 Set 2025

Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.

Lorenzo, 13 Mar 2025

Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!

Giorgia R., 23 Gen 2025

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025
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