Buoni Motivi per non investire (e poi investire comunque)

C'è sempre un buon motivo per non investire! Negli ultimi 26 anni ci stati almeno 26 buone ragioni per temere i mercati e scappare via della sua incertezza. Ciononostante, 1 € investito 26 anni fa nel mercato azionario, oggi varrebbe più del quadruplo, con buona pace di Banche e Assicurazioni intente a vendere prodotti "sicuri" dai risultati "garantiti", dove sicuri e garantiti sono certamente i loro ricavi. Formula per annualizzare i rendimenti: Rendimento annuo % = (1 + Rend. Totale)^(1/anni)-1

Difficoltà
28 minuti
The Bull - No Thumb

Risorse

Punti Chiave

Dubita dei prodotti finanziari con alti costi; confronta sempre con mercato e inflazione.

Vedi la volatilità come un'opportunità per investire a lungo termine.

Durante le turbolenze, resta sul piano, non vendere in perdita e ribilancia.

Trascrizione Episodio

Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di Finanza Personale.

Cinquanta episodi! 50.000 ascolti del podcast e 50 milioni di grazie a tutti voi che state continuando a seguirci ogni settimana e che, soprattutto, ci mettete la vostra faccia a promuovere questo podcast tra i vostri conoscenti!

Grazie davvero, sono abbastanza suonato da pensare che probabilmente sarei arrivato a 50 episodi anche se non mi avesse ascoltato nessuno, giusto per soddisfare un’ossessione compulsiva verso le cifre tonde, ma volete mettere la soddisfazione di sapere che c’è anche qualcuno dall’altra parte che ascolta i mie contenuti?

Come nella famosa pubblicità della Mastercard, tutto ciò non ha prezzo!

E grazie anche a tutti coloro che mi scrivono su Instagram a thebull_finance ogni singolo giorno, continuate a farlo, fatemi sapere tutto ciò che è interessante per ciascuno di voi e cercherò man mano di costruirci degli episodi nuovi ogni volta.

Grazie infine a tutti voi che mi raccontate le vostri presenti o passate disavventure con qualche investimento finanziario, nel 99% dei casi legate a discutibili “consulenze” fatte da banche e assicurazioni, perché più ne sento più sono convinto che le cose di cui parlo qui abbiano un valore oggettivo per le tasche di tutti noi!

A tal proposito, oggi cominciamo con un aneddoto.

Prima di partire però, vi ricordo che se avete bisogno di un broker sicuro, di alta qualità e a bassissimi costi per i vostri investimenti, fino al 5 Novembre 2023 il nostro partner Scalable Capital offre il suo abbonamento premium che si chiama Prime Plus GRATIS per 6 mesi!

Se cliccate sul link negli shownote dell’episodio, in 10 minuti fate tutto quello che serve per aprire l’account e da lì in poi avete, tra le tante cose, piani di investimento in ETF a zero costi d’ordine e liquidità remunerata del 2,6% all’anno, liberi di riprendervela, investirla o farci quel che vi pare quando volete.

Come già detto, se usate il link io percepirò da Scalable una commissione, altrimenti se questa cosa vi urta il sistema nervoso, ma tutto sommato Scalable vi piace, allora andate sul sito di Scalable e fate la stessa cosa senza che un solo centesimo entri nelle mie tasche.

Veniamo al nostro aneddoto.

In pratica qualche giorno fa mi compare su LinkedIn un post di un Wealth Manager, ossia di un consulente specializzato nella gestione dei patrimoni di persone con cospicui capitali, che lavora per la divisione finanziaria di una delle più grandi società Assicurative Italiane.

Non facciamo nomi né del Wealth Manager né della grande società Assicurativa mica che mi becco una querela, ma tanto quel conta è capire come non farvi prendere per il culo da banche, assicurazioni e società di gestione del risparmio quando vi snocciolano numeri che sono solo fumo negli occhi.

Comunque sto post mi fa accapponare la pelle ma allo stesso tempo lo ringrazio perché mi ha dato lo spunto per l’episodio di oggi.

Questo Wealth Manager, magnificamente vestito nel suo ufficio imperiale in centro a Milano, coglie l’occasione di questi mesi in cui i mercati stanno andando maluccio – perché in effetti il trimestre Agosto-Ottobre 2023 è stato tra i peggiori degli ultimi anni – e scrive una cosa tipo: “come devi proteggere il tuo patrimonio in tempo di alta volatilità” ossia quando i mercati sono molto ballerini e tendono a scendere di valore?

Risposta epica: una polizza ramo vita, cioè un prodotto assicurativo di investimento.

L’argomentazione è splendida, perché in pratica il Wealth Manager dice che questo prodotto è adatto a navigare sui mercati quando ci sono acque agitate e che, nonostante non sia fatto per produrre grandi rendimenti, garantisce una crescita costante nel tempo, qualunque cosa succeda fuori.

Beh bellissimo! penserete.

Ok, magari non rende tantissimo, ma se non perdo mai e guadagno sempre, quasi quasi un pensiero ce lo faccio.

Bellissimo un corno, perché qui arriva il fumo negli occhi.

In pratica il Wealth Manager fa l’esempio di un portafoglio di un suo cliente che ha investito circa 100.000 € in questa roba nel 2013 e che in questi 10 anni si è portato a casa un fantastico 40% di rendimento WOW!!!!

Non male vero?

Ma non male cosa? ma povero questo cliente che in uno dei decenni più positivi delle storie delle borse mondiali crede di aver guadagnato qualcosa ma in realtà ha perso soldi!!!

Non ci credete?

Ve lo dimostro subito e non c’è neanche bisogno che conosca il prodotto di investimento citato né le sue condizioni interne.

Intanto per cominciare il 40% in 10 anni equivale al 3,4% di rendimento annuo.

Mi raccomando, quando leggete X% in tot anni, non dovete prendere l’X% e dividerlo per il numero di anni!

Questo è sbagliato, perché l’interesse è composto.

Per i più fissati con le formule matematiche, per annualizzare un rendimento basta fare: PARENTESI UNO + RENDIMENTO TOTALE chiusa PARENTESI elevato a potenza per PARENTESI UNO diviso NUMERO DI ANNI chiusa PARENTESI meno UNO.

Siccome però sono certo che la maggior parte di voi si sarà perso per strada e qualcun altro fuori strada forse avrà rischiato di finirci con la macchina mentre cercava di star dietro alla formula, ve la scrivo negli shownote dell’episodio.

Quindi dicevamo questo fantastico rendimento del 40% in dieci anni equivale al 3,4% all’anno.

A parte il fatto che parlare di un investimento per i periodi di turbolenza e prendere come esempio le performance di questo investimento in un decennio in cui qualunque investimento uno avesse fatto avrebbe guadagnato soldi, è un po’ scorretto.

Prendiamo infatti un portafoglio IPERCONSERVATIVO fatto al 70% da obbligazioni e al 30% da azioni.

Sarebbe stata un’idea folle investire al 70% in obbligazioni in un periodo con tassi di interesse quasi a zero, ma a parte ciò questo sciagurato portafoglio avrebbe comunque reso il 4,3% all’anno.

A parità di investimento, alla fine quel povero cliente avrebbe guadagnato quasi 20.000 € in più.

Piccolo dettaglio però.

Il 3,4% all’anno è al lordo dei costi.

Ora io non so quali siano i costi di quel prodotto di investimento, ma di solito i prodotti finanziari assicurativi sono i più cari che esistono sulla Terra e non è difficile trovare roba che costi anche il 4% all’anno del patrimonio.

Ma siamo buoni.

Diciamo che questo prodotto è incredibilmente economico e che il costo reale fosse dell’1,5% all’anno (assolutamente improbabile per un prodotto assicurativo, oltre al fatto che bisognerebbe considerare la fee del Wealth Manager), comunque guardate un po’ che succede.

In pratica il rendimento reale del nostro buon cliente sarebbe stato dell’1,9% all’anno.

Facciamo 2% perchè gli vogliamo bene e abbiamo pena per l’inculata che si è preso, ignaro di tutto.

In sostanza ne avrebbe investiti 100.000 € e alla fine se ne sarebbe ritrovati oggi 122.000.

E voi direte: “va beh, meglio che un calcio in culo! alla fine è un prodotto sicuro, che guadagna poco e non perde mai, alla fine ha guadagnato 22.000 €”.

Ah sì??? Allora non vi siete ascoltati l’episodio 44 in cui abbiamo parlato in lungo e in largo dell’inflazione!

Ragazzi non dimentichiamoci mai l’inflazione!

I vostri soldi sono un’illusione!

Oggi ci sono, domani non ci sono più, o meglio ce ne sono di meno perché ogni secondo che passa il valore reale del vostro conto in banca si assottiglia, anche se voi vedete scritta sempre la stessa cifra.

Bene, ricordata questa cosa, quanto dovremmo avere oggi per avere lo stesso potere d’acquisto di 100.000 € del 2013?

Dovremmo averne circa 125.000 €.

Attenzione sorpresa!

Anche immaginando dei costi sicuramente più bassi di quelli sostenuti da quel ricco cliente della gloriosa società assicurativa, alla fin della fiera il nostro buon amico sarebbe più povero di quando ha iniziato ad investire.

Tutto sto pippone per dire cosa?

Semplicemente per ribadire ancora una volta che quando qualcuno vi vende un prodotto facendovi vedere i suoi mirabolanti rendimenti, probabilmente tanto mirabolanti questi rendimenti non sono e la matematica degli investimenti è un po’ infima, quindi è abbastanza facile manipolare i numeri per raccontare la storia che più ci piace.

Non fatevi fregare, spaccate sempre i numeri in quattro e assicuratevi di aver sempre compreso pienamente quel che vi stanno raccontando.

Long Story Short: se qualcuno vi sta vendendo un investimento e da quell’investimento trae un profitto, allora sapete già di per certo che quell’investimento non sarà granché.

Se vi ricordate questo, siete già a posto.

Immaginiamo che questo ricco signore avesse 50 anni nel 2013.

Purtroppo nel 2013 non c’era The Bull, quindi capisco che l’informazione finanziaria in Italia fosse assolutamente carente all’ora.

Però se avesse investito i suoi 100.000 applicando in linea di massima la formula di asset allocation che ogni tanto raccontiamo qui, cosa sarebbe successo?

Dunque nel 2013 i tassi di interesse della Fed erano ancora nell’ordine dello zero virgola.

Come diciamo spesso, quindi, 125 – i suoi anni di età (50) – il tasso di interesse della fed per 5 (che è poco più di 0).

Risultato?

Facciamo un po’ un media di tutto, considerando anche che nel decennio in questione l’età del cliente si sarebbe alzata, andando a ridurre la quota azionaria, quindi diciamo che circa un 65% poteva andare in azioni e il resto in obbligazioni.

(magari più un 70% all’inizio e gradualmente meno alla fine del decennio, con qualche aggiustamento tra 2022 e 2023 viste le impennate improvvise dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione).

Comunque vediamo un po’ un portafoglio con 65% azionario e 35% obbligazionario, tutto globale, che avrebbe fatto dal 2013 a oggi.

Oh pensa un po!

Avrebbe fatto circa il 7,8% all’anno!.

100.000 investiti 10 anni al 7,8% di rendimento annuo fa:

RULLO DI TAMBURI

227.000 €!

Che poi sono 180.000 € in valore reale agli occhi dell’investitore del 2013, una svagonata in più del super investimento a prova di bomba dell’amico Wealth Manager.

Ho terminato vostro onore.

Cosa abbiamo imparato da questa storia?

Che ci sono investimenti giusti e investimenti sbagliati?

Ovviamente no, solo a posteriori sappiamo quale sarebbe stata la cosa migliore da fare.

Abbiamo però imparato che:

1) chi vende prodotti di investimento raramente può fare qualcosa di buono per noi;

2) i rendimenti non sono buoni o cattivi in generale, ma lo sono sempre con riferimento al mercato. Se il mercato fa male e noi facciamo male, è tutto ok. Se il mercato fa bene e noi facciamo benino o malino, eh no, questo non va bene per niente!

3) fate sempre bene i conti e non fatevi fregare da mirabolanti numeroni che poi se andate a vedere alla fine sono spesso delle grandi illusioni.

Perché vi sto parlando di tutta sta pappardella però?

Al di là del povero Wealth Manager che ho appena massacrato, che comunque continuerà a vivere e prosperare benissimo, anche se forse qualche suo cliente se ascolta The Bull presto smetterà di essere tale, la cosa che mi ha dato spunto per l’episodio di oggi non era solo l’acrobazia matematica con la quale si provava a far passare per buono un prodotto che invece è una ciofeca, quando l’idea di cavalcare il momento di difficoltà dei mercati finanziari instillando l’idea completamente sbagliata che quando c’è volatilità allora si debba correre a proteggersi.

Diamo un attimo di contesto, per chi magari tra voi non segue tutti i giorni che fanno Wall Street e le sue sorelline minori sparse per l’Europa e l’Asia.

Long story short, il mercato azionario ha toccato il suo picco a fine Luglio (anche se in realtà per noi Europei il picco è stato a inizio Settembre, sempre per la solita questione del cambio euro-dollaro che sfasa un po’ i risultati nel breve termine tra noi e gli Yankees).

Dicevo il mercato ha fatto picco a Luglio, poi da lì in poi ci sono stati tre mesi davvero da incubo, con un lento stillicidio che ha portato sia l’S&P 500 che il Nasdaq ad entrare in fase di “correzione”, come si dice nel gergo tecnico quando un indice perde più del 10% dal suo picco precedente.

Io stesso, sarò onesto, non è che sono stato esattamente felice in questi tre mesi, perché ho visto il mio portafoglio perdere un buon 5%, per la combinazione tra azionario che è sceso molto e obbligazionario che è letteralmente crollato in parallelo con l’impennata dei rendimenti soprattutto dei titoli di stato americani.

Non ha inoltre aiutato, per quanto strano possa sembrare, il fatto che l’economia americana stia crescendo ad un ritmo di quasi il 5% su base annua, che è una crescita praticamente Cinese e che non si vedeva in un paese occidentale non so da quanto.

L’economia americana va troppo bene e quindi, come già detto tante volte, il timore dei mercati è che l’inflazione resti ancora troppo alta, perché le persone continuano a spendere come se non ci fosse un domani, e quindi la Federal Reserve manterrà i tassi alti ancora a lungo e quindi ancora sia le azioni che le obbligazioni soffriranno un po’.

Quanto durerà tutto ciò? Boh eh chi lo sa.

Ma soprattutto, ma chi se ne frega.

Intendiamoci, emotivamente quando il mio portafoglio fa meno uno percento le tenebre calano dentro al mio cuore, ma razionalmente parlando, soprattutto per chi ha un orizzonte di investimento a lungo termine, paradossalmente un mercato che crolla potrebbe essere pure una buona notizia.

Molti di voi hanno iniziato ad ascoltare The Bull solo negli ultimi mesi quindi è probabile che qualcuno abbia iniziato ad investire solo da poco.

Se siete entrati nel mercato da Luglio in poi è molto probabile che oggi il vostro portafoglio sia rosso come un bel tramonto.

Ragazzi, tutto normale, state tranquilli perché quello che succede in singoli mesi, in singoli trimestri e pure in singoli anni, sarà del tutto irrilevante per voi.

Anzi!

Warren Buffett dice sempre: “ma se a me piacciono gli hamburger, sono più contento se il prezzo della carne scende o se sale? ovviamente se scende, così potrò comprare i miei amati hamburger spendendo meno. E allora perché la gente con le azioni ragiona al contrario ed è più contenta quando costano di più invece che quando costano di meno?”.

Consiglio emotivo di psicologia da quattro soldi.

Finché siete nella fase di accumulazione del vostro capitale, quando i mercati vanno bene ok siate contenti, ma ogni volta che invece vanno giù siate ancora più contenti!

Facciamo un esempio.

Mettiamo che avete fatto la vostra bella pianificazione finanziaria e che abbiate previsto che, non lo so, a dicembre investirete 2.000 € nel vostro ETF sull’S&P 500.

Mettiamo inoltre che state investendo in quello di Vanguard che in questi giorni è scambiato intorno ai 73-74 € a quota (rispetto ai 79 toccati a Settembre).

Ma voi sareste più felici di mettere questi soldi se a Dicembre l’ETF avrà un prezzo di 80€ oppure di 70€?

E’ chiaro che se costerà 80 € vorrà dire che i mercati hanno ripreso a correre, viceversa a 70€ saremo ancora in una fase calante, ma oggi l’obiettivo mio e probabilmente del 95% di voi è quello di investire il più possibile nel proprio portafoglio.

Se l’ETF costerà 80 € a quota potrò comprare al massimo 24 quote, se invece costerà 70 € potrò comprarne 28!

Non devo farmi spaventare dal fatto che i mercati prima sono andati bene e ora stanno andando male.

E’ sempre successo e sempre succederà.

Vi ricordo una statistica che abbiamo già citato.

E’ basata sulle performance dell’S&P 500 degli ultimi quasi 100 anni, ma va bene lo stesso anche per l’azionario globale, visto che l’S&P 500 pesa per oltre il 70%.

In un qualunque anno preso a caso, avete il 73% di probabilità che un investimento iniziato il primo gennaio sia positivo al 31 dicembre.

In un qualunque periodo di tre anni avete l’84% di probabilità che l’investimento alla fine sia in positivo.

In un qualunque periodo di cinque anni avete l’88% di probabilità che l’investimento alla fine sia in positivo.

In un qualunque periodo di dieci anni avete il 94% di probabilità che l’investimento alla fine sia in positivo.

Su ventanni, ad oggi non è ancora mai capitato che investimento sull’S&P 500 finisse sotto al suo punto di partenza, quindi idealmente la probabilità che alla fine sia in positivo ad oggi è del 100%.

Ciò significa che non potrà mai succedere?

No ovviamente, però ragazzi se tutti voi che mi seguite e scrivete mi dite sempre che state pensando di investire per 20-30 anni, ma che vi frega se qualche mese o qualche anno i vostri investimenti vanno male????

Ho fatto per gioco un piccolo backtest usando il solito portafoglio modello 60/40, ossia 60% azionario globale e 40% obbligazionario globale e sono andato a vedere, per un investitore europeo, se avrebbe mai perso soldi investendo una quota fissa mensile in un qualunque decennio negli ultimi 30 anni.

In pratica c’è stato un solo periodo di 10 anni consecutivi che vi avrebbe portato ad avere alla fine un portafoglio in negativo e si tratta del decennio del primo gennaio del ’99 al 31 dicembre del 2008, ovviamente per il fatto che vi sareste beccati in pieno le due peggiori crisi finanziarie dagli anni ’70.

E comunque, anche in questa nefasta coincidenza, già solo un anno dopo il portafoglio sarebbe tornato in positivo e da lì in poi tutto sarebbe andato per il meglio.

Nel caso più positivo, invece, che sarebbe stato il decennio dal 2012 a fine 2021, il vostro portafoglio sarebbe cresciuto allo spaventoso ritmo di quasi il 10% all’anno (pur con una brexit e un covid di mezzo).

Ora io con questo non voglio dirvi che è impossibile perdere soldi investendo, anzi.

Magari il prossimo decennio sarà il peggiore di tutti i tempi.

Ma se diamo un minimo di credito alla statistica di lunghi periodi di tempo, in cui in mezzo c’è stato veramente di tutto, possiamo essere abbastanza fiduciosi sul fatto che le probabilità giocano in nostro favore – mentre invece se non investiamo i soldi li perdiamo sicuramente per gli effetti dell’inflazione, oltre al fatto che senza un impegno costante verso l’investimento, probabilmente finiremmo per spenderli comunque a cazzo.

Detto questo, se ogni minimo barcollamento del mercato pensare di liquidare tutto e non investire mai più, statemi ad ascoltare un attimo e prima di investire in prodotti sicuri e garantiti del cazzo come quelli di banche e assicurazioni, state a sentire 26 ottimi motivi, uno per ciascun anno dal 1998 a oggi, ok? ve ne dico uno all’anno, che ci sarebbe stato per non investire o per vendere tutto per paura che il mondo sia per finire.

Pronti?

Via!

98: default della Russia e crisi dei mercati asiatici;

99: paranoia per il millenium bug

2000: scoppio della bolla delle dot.com

2001: 11 settembre

2002: scandali contabili di Enron e di grandi multinazionali americane

2003: Invasione dell’Iraq

2004: Impennata dei tassi di interesse

2005: Uragano Katrina

2006: Plutone viene declassato e non è più un pianeta

2007: inizio della crisi immobiliare

2008: fallimento di Lehman Brothers e inizio della peggiore crisi economica del dopoguerra

2009: recessione economica globale e record di disoccupazione negli Stati Uniti

2010: inizio della crisi della Grecia e flash crash di Wall Street

2011: Crisi del debito sovrano in Europa

2012: fallimento della Grecia e rischio default per i paesi PIGS

2013: rischio default del debito degli Stati Uniti

2014: esplosione dell’ISIS

2015: rischio di deflazione globale e rallentamento della Cina

2016: Brexit e Trump presidente degli Stati Uniti

2017: rischio escalation con la Corea del Nord

2018: Guerra commerciale dei dazi tra Stati Uniti e Cina

2019: Rallentamento dell’economia globale

2020: Covid-19 e lockdown in tutto il mondo

2021: Impennata dell’inflazione e paralisi dell’economia cinese per i Lockdown

2022: Invasione dell’Ucraina e esplosione dell’inflazione

E infine nel

2023: impennata dei tassi di interesse, tensioni Usa-Cine e guerra in medio oriente.

Vi basta?

In tutto ciò, un portafoglio 60/40 dal 1998 a oggi avrebbe reso complessivamente circa il 270%.

Tanti saluti a tutti e soprattutto a chi vuole vendervi prodotti sicuri e garantiti a prezzi folli per navigare le agitate acque dei mercati.

[ma mi faccia il piacere TOTO]

Ok?

Quindi se il vostro giovane portafoglio non sta andando bene, keep calm! non dovete preoccuparvi adesso, così come non dovreste essere troppo felice se stesse andando a mervaglia.

Warren Buffett dice sempre che il mercato azionario “in the short run is a voting machine. In the long run it’s a weighing machine”, che ovviamente significa che nel breve quello che succede sul mercato nel breve non è il altro che il risultato delle opinioni degli investitori, mentre nel lungo termine prevalgono i valori fondamentali delle società.

Se avete costruito un portafoglio solido, diversificato e coerente con la vostra situazione finanziaria, basta state sereni, continuate a investire soprattutto quando le cose vanno male e ricordatevi sempre che il mercato è uno strumento per trasferire denaro dagli impazienti ai pazienti – anche questa “parola di Warren Buffett”.

Detto questo ricordiamoci le regole d’oro da applicare, in particolare, durante le fasi di turbolenza del mercato.

REGOLA UNO: Mantenere la rotta e continuare ad investire secondo la pianificazione e asset allocation impostata.

REGOLA DUE: Non vendere gli investimenti in perdita per nessun diavolo di motivo! Se avete un ETF sull’S&P 500 e questo sta perdendo soldi, non vendete! altrimenti realizzate delle perdite reali invece che teoriche. Abbiate pazienza, continuate a investire secondo programma in attesa del prossimo ciclo rialzista del mercato.

REGOLA TRE: In presenza di forti scossoni, ribilanciare il portafoglio per ripristinare l’asset allocation. Ad esempio se le azioni fanno -20% e le obbligazioni +10% (e tipicamente questo succede quando il mercato tracolla e quindi le banche centrali tagliano i tassi per rianimare l’economia) allora venderò un po’ di obbligazioni che hanno guadagnato quel che dovevano guadagnare per ripristinare la corretta quantità di azioni che nel frattempo saranno in vendita a prezzi molto più convenienti.

Viceversa, se si innesca un nuovo bull market con le azioni che vanno alle stelle e le obbligazioni che iniziano a scendere (tipicamente perché l’economia si surriscalda, l’inflazione sale e quindi le Banche centrali iniziano ad alzare i tassi), anche lì ragionamento inverso, liquido un po’ di quota azionaria che è cresciuta parecchio e ripristino quella obbligazionaria.

Su questo un paio note prima che qualcuno di voi smatti per sta cosa del ribilanciamento:

– non state a ribilanciare ogni due settimane! valutate di ribilanciare una volta l’anno, oppure quando la vostra asset allocation sballa di almeno un 10%.
Mi spiego, se il vostro portafoglio, giusto per voi, è 60/40, non state a ribilanciare se dopo un po’ l’asset allocation risulta 63/37, perché non ne vale la pena. Ribilanciate invece se ad un certo punto vi rendete conto che magari è diventata 72/28, allora lì sì che gli equilibri vanno ristabiliti.

– altra cosa, il ribilanciamento può avvenire o liquidando quote dell’asset che ha guadagnato per compare quelle dell’asset che ha perso, oppure solo comprando quote dell’asset che ha perso.
Difficile dire cosa sia meglio, il primo metodo è forse più coerente con l’andamento dei cicli di mercati mentre il secondo è fiscalmente più efficiente, perché non avete tasse da pagare sugli asset in guadagno che vendete.

Forse vi suggerire di ragionare così:
– se siete ancora nella fase di accumulazione del capitale, usate il secondo metodo e non vendete nulla;
– se siete invece in una fase più avanzata, con capitali più rilevanti e un orizzonte temporale inferiore, probabilmente propenderei per il primo metodo.

Comunque per capire bene che diavolo avete nel portafoglio, quali asset, che tipo di azioni e obbligazioni sottostanti e fare tutti i vostri bei ragionamenti del caso, vi ricordo che il nostro partner di The Bull Scalable Capital ha da poco lanciato la funzionalità Insights che, realizzata assieme a Blackrock, vi consente di analizzare il vostro portafoglio in maniera chirurgica e aiutarvi a prendere decisioni migliori.

Quanto costa sta cosa?

Beh, fino al 5 Novembre l’abbonamento premium a Scalable – che si chiama Prime Plus – è gratis per 6 mesi e in questi 6 mesi, oltre a poter fare piani di investimento in ETF senza costi d’ordine, quindi gratis pure qui, potete provare tutte le funzionalità di Scalable Insight in lungo e in largo fino a che non vi si infiamma il tunnel carpale a furia di usare il mouse o lo smartphone.

Ah, come se non bastasse la vostra liquidità parcheggiata su Scalable viene remunerata del 2,6% all’anno. In attesa che decidiate cosa fare con i vostri soldi, Scalable vi paga comunque per non fare niente.

Se poi tra 6 mesi tutto ciò non vi ha convinto, potete passare all’abbonamento FREE di Scalable facendo 3 click di numero e non dovete pagare nulla.

Per avere tutto questo, vi ricordo che avete tempo per aprire l’Account su Scalable fino al 5 Novembre e potete farlo in due modi.

O cliccate sul link che trovate nella descrizione dell’episodio che state ascoltando – e in questo caso chi vi parla riceverà una commissione tale che il giorno dopo ha già comprato un’isola alle Fiji – oppure dite “no, quello di The Bull deve fare i podcast gratis e muto però Scalable lo voglio lo stesso” e allora andate sul sito di Scalable e fate tutto da lì e The Bull non si becca nulla.

Il risultato per voi naturalmente è assolutamente identico in entrambi i casi.

Care amiche e cari amici di questo podcast, siamo giunti alla fine anche del cinquantesimo episodio e quindi non posso che ringraziarvi per le oltre 50.000 volte che voi avete deciso di dedicare il vostro tempo ad ascoltare quel che avevo da dire.

Come sempre, vi invito a mettere segui e ad attivare le notifiche su qualunque piattaforma su cui ascoltiate il podcast e a consigliarlo in giro a più non posso per aiutare zii, cugini, fidanzati, amici, nemici e chi volete voi a prendere sempre più consapevolezza sulla propria vita finanziaria.

Se poi volete anche mettere una recensione a 5 stelle, la mia stima per voi toccherà livelli da commozione, e come sapete in questo modo ci supportate e ci permette di continuare a produrre contenuti che smascherano le fregnacce matematiche di elegantissimi wealth manager e salvano poveri investitori ignari che pensando di proteggersi dalle tempeste dei mercati in realtà non fanno altro che pagare qualcuno per fargli invece perdere soldi sempre nuovi.

Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci rivediamo presto per affrontare insieme una nuova tappa della nostra caccia al tesoro alla ricerca dell’indipendenza finanziaria, ancora una volta qui, ancora una volta migliaia di investitori che tutti insieme vogliono rivoluzionare la propria vita, ancora una volta con The Bull – Il tuo podcast di finanza personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai

Francesca B., 6 Apr 2024

Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.

Andrea V., 22 Set 2025

Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva

Gianluca G., 11 Set 2025

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!

Giorgia R., 23 Gen 2025

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025

Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.

Giulia N., 11 Ago 2025

Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!

Massimiliano, 29 Mag 2024
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