Come diventare Ricchi con Dave Ramsey e i 7 “Baby Steps”
Direttamente da Nashville, TN, ecco a voi il più famoso esperto di finanza personale degli Stati Uniti: Dave Ramsey. Oggi parleremo del suo leggendario programma dei "7 Baby Steps", non privo di qualche passaggio discutibile, per uscire dal debito e diventare ricchi. 7 piccoli passi che chiunque può intraprendere nella propria vita per costruire un futuro finanziarmente più solido.

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Panoramica dei 7 Baby Steps di Dave Ramsey per la finanza personale, con un'analisi critica e adattamenti per la realtà italiana.
Fondo di emergenza e investire il 15-20% del reddito sono essenziali.
Attenzione: preferire gli ETF ai fondi attivi di Ramsey.
Trascrizione Episodio
Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di Finanza Personale.
Dave Ramsey Show Intro Theme Song…
It’s The Ramsey Show
Proprio lui, care amiche e cari amici di The Bull, quello che avete sentito è il più famoso guru di finanza personale di tutti gli Stati Uniti.
Ladies and Gentlemen, permettete che vi presenti Dave Ramsey, la calda e profonda voce del Tennessee che da decenni insegna agli Americani come diventare ricchi.
Tutti i giorni va in onda il suo lunghissimo show in cui assieme alla figlia, Rachel Cruze e ad altri noti personaggi che si occupano di queste tematiche, tra tutti il simpaticissimo George Kamel, Ramsey risponde alle telefonate di migliaia di Americani che gli chiedono soluzioni ai loro intricati problemi finanziari.
Le cose che si sentono al Ramsey Show fanno venire i brividi a volte, perché sono tipiche del modello economico degli Stati Uniti, fatto di un mix di alti stipendi, basse tasse, alti debiti, alti costi per cose che in Europa sono generalmente pubbliche (come la sanità, l’Università e la pensione), un mercato del lavoro iperdinamico e così via.
Il tipico ascoltare di Ramsey che chiama in trasmissione ha di solito una situazione di questo tipo:
– L’Household income, ossia quanto a livello famigliare entra annualmente come reddito, può serenamente essere di 100 mila dollari l’anno (il reddito mediano negli Stati Uniti è infatti stimato tra 75 e 90 mila dollari).
Ricordiamo che medio e mediano sono due concetti diversi.
Se ho 100 persone di cui 99 guadagnano tra 50 e 100 mila dollari e una persona che guadagna 100 milioni di dollari, il reddito mediano può essere nell’ordine dei 75.000, ossia il valore centrale nella serie in ordine crescente dal reddito più basso a quello più alto, mentre invece il reddito medio sarebbe ben oltre il milione.
Chiaramente dire che queste persone hanno un reddito mediano di 75.000 o dire che hanno un reddito medio di 1 milione racconta due storie ben diverse.
Chiusa parentesi statistica secchiona, dicevamo:
– Reddito famigliare mediano: 75.000 dollari, quindi circa 56.000 dollari netti, con una tassazione media del 25% (eh sì, tutt’altra vita che qui in Italia dove oltre i 50.000 euro paghi il 43% di tasse + il 9% di contributi INPS)
– Debito da carte di credito: 8.000 dollari
– Car Loan, ossia rata dell’auto: circa 600 dollari al mese
– Mutuo: 1.500/2.000 dollari al mese per magari altri 15 anni
– Chi poi ha fatto il college spesso ha qualcosa come 30.000 dollari da restituire per il prestito contratto per pagarsi l’Università (in alcuni casi anche più di 100.000);
Parliamo quindi serenamente di 200.000 dollari di debito come valore mediano, con distanze enormi tra chi è quasi debt-free e chi invece si trova con cifre milionarie da dover restituire.
Ora, gli stipendi Americani sono faraonici rispetto a quelli Italiani, però qui voglio spezzare mezza lancia a favore del nostro sistema.
E’ vero che abbiamo stipendi più bassi, ci paghiamo pure sopra una tassazione allucinante e che versiamo una montagna di imposte per servizi che spesso sono scadenti, però è anche vero che rispetto agli Stati Uniti in Italia abbiamo:
– sanità fondamentalmente gratuita (lì invece i costi per le cure mediche sono tra le prime cause di fallimento finanziario delle famiglie);
– università pubbliche con dei costi irrisori rispetto ai college Americani;
– sistema previdenziale pubblico (per quanto le pensioni facciano schifo al ca**o)
– varie altre forme di welfare e sussistenza, come le casse integrazione, la tutela dei lavoratori e via dicendo.
Abbiamo mille inefficienze, sono il primo a dirlo, ma dobbiamo anche tener conto quando vediamo le retribuzioni da fantascienza degli Americani che non è tutto oro quel che luccica.
Comunque Ramsey è ben consapevole di questa situazione e del generale livello di indebitamento dell’Americano medio e, memore anche della sua bancarotta quando era un giovano imprenditore immobiliare che aveva sottostimato i rischi di un’esposizione debitoria eccessiva, detesta il debito come fosse Satana in persona e profesai da decenni un programma di costruzione della ricchezza che è diventato celebre come i “7 Baby Steps di Dave Ramsey”, 7 tappe che ciascun individuo dovrebbe percorrere per uscire dal debito e diventare Ricco.
Ciò che sentirete nell’episodio di oggi, dunque, saranno sti 7 Baby Steps, cosa è applicabile in Italia e cosa no, cosa condivido e cosa secondo me è una cazzata fotonica e quali sono i takeaway che ci possiamo portare a casa per impostare una vita finanziariamente più solida.
Prima di cominciare però, permettetemi di ringraziare il nostro partner Switcho, il più innovativo servizio che si prende cura delle bollette di Luce, Gas, Internet, Cellulare e Assicurazioni e vi trova il fornitore più conveniente per la vostra situazione, gratis e senza che dobbiate fare nulla perché fanno tutto loro.
E voi direte “ma che ca**o c’entra Switcho con Dave Ramsey?”
Non c’entra una cippa, ma un fanatico spilorcio come Ramsey, che se può farvi risparmiare mezzo dollaro all’anno vi ci costringe a costo di tirar fuori la sua pistola dalla fondina – eh sì sapete che i Repubblicani degli Stati del Sud sono rimasti affezionati al loro ferro per difendersi dagli invasori – dicevo, Ramsey un servizio come Switcho lo amerebbe alla follia perché a colpi di centinaia di euro all’anno risparmiati, nel corso di una vita diventano migliaia se investiti opportunamente.
Nel caso Ramsey mi stesse ascoltando e volesse parlare di Switcho nel suo prossimo show, gli rispiego velocemente che basta cliccare sul link che trovate negli shownote dell’episodio, atterrare così sulla pagina dedicata agli ascoltatori di The Bull, caricare le bollette dei vostri attuali fornitori di Luce, Gas, Internet e Cellulare e in breve i ragazzi di Switcho trovano le offerte migliori sul mercato per cambiare fornitore e risparmiare.
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Questo è un contenuto sponsorizzato, quindi sappiate che se usate il link Switcho mi pagherà una tale commissione che a Natale vado due settimane a sciare a St. Moritz.
Se invece questa cosa non vi piace, pensate che se vado a sciare rischio di farmi male e poi The bull non esce più e tutto sommato anche dei 10 € di Buono Amazon non vi importa più di quel tanto, andate sul sito di Switcho e fate tutto direttamente con loro, così che qua il Natale si passa a Milano che comunque Milano a Natale ha sempre il suo perché.
Allora veniamo a noi e ai 7 Baby Step di Dave Ramsey, che poi vi linko anche negli Shownote dell’episodio perché hanno fatto un milione di infografiche, così ce li avete sempre ben presenti.
Quindi, senza ulteriori indugi, ecco a voi i 7 Step per diventare ricchi, raccontando i quali Dave Ramsey ha ammassato nel tempo qualcosa come 200 milioni di dollari, tra il suo show, i libri, gli eventi, le partnership e via dicendo.
STEP UNO: Metti da parte 1.000 € per cominciare il tuo fondo di emergenza (si sarebbe in dollari ma qua convertiamo). L’idea qui è tutta psicologica. Se non hai mai risparmiato nella vita, comincia da qui a costruire il tuo mindset corretto.
Facilmente realizzabile, da qui in poi hai attivato la macchina.
STEP DUE: Paga tutti i debiti che hai, tranne il mutuo, utilizzando il metodo della palla di neve, che consiste nell’ordinare tutti i debiti dal più piccolo al più grande, pagare la rata più piccola possibile su tutti tranne che sul più piccolo, fare di tutto per estinguere il prima possibile il più piccolo e poi così via procedere su in ordine con tutti gli altri.
Quest’idea di Ramsey è spesso contestata da altri guru di Finanza personale, che invece sostengono sia più corretto fare l’inverso, ossia concentrarsi il più possibile sul debito più grande, o meglio quello che implica interessi maggiori, e poi via via estinguere gli altri, cosa che matematicamente, per come funziona il tasso di interessi sui debiti, ha matematicamente più senso.
Ramsey sostiene invece che il debito non sia un problema matematico, bensì un “behavioural problem”, ossia un problema comportamentale.
Quindi quando sei sotterrato dai debiti, riuscire ad estinguerne uno, il più piccolo, il più facile è un quick win per alimentare la tua motivazione a risparmiare e impegnarti per estinguere via via tutti gli altri.
Dal punto di vista economico questa cosa non ha nessun senso, mentre dal punto di vista psicologico è un’idea degna di rispetto.
Come diciamo sempre quando parliamo del tema del debito, so che a noi Italiani suona un po’ strano perché non abbiamo culturalmente la tendenza ad indebitarci.
In America invece, tra carte di credito, debiti universitari, costi sanitari, rata dell’auto e via dicendo, è abbastanza tipico che un sacco di gente viva costantemente sommersa dai debiti appesantiti da giganteschi interessi sopra.
Se però anche voi avete fatto il pieno di debiti, seguite la strada che più vi piace.
STEP TRE: e questo lo conosciamo molto bene, crea un FONDO DI EMERGENZA che copra 3-6 mesi di spese.
Questo lo diciamo sempre anche noi, è di capitale importanza avere un fondo liquido di riserva che vi protegga da qualunque imprevisto, quindi 6 mesi secondo me è la quantità giusta quando si ha una famiglia, se si è da soli forse anche 3 mesi possono bastare, se invece si ha un lavoro con entrate incerte, tante spese e una famiglia che dipende da noi, allora anche 12 mesi ci stanno.
Oggi abbiamo un’opportunità storica che non si vedeva da vent’anni, rappresentata da tassi di interesse molto alti che, da un lato, sono sì una spina nel fianco per chi deve fare un mutuo e in generale anche il mercato azionario ne ha pesantemente risentito nel 2022 e ne risentirà nel 2024 se le Banche Centrali non cominceranno a tagliarli, dall’altro però sono una manna per chi ha liquidità.
Considerate che fino all’inizio del 2022 le obbligazioni, i conti deposito, i fondi monetari e in generalo tutti gli strumenti legati alla liquidità davano rendimenti prossimi allo zero.
Oggi senza alcuna fatica e praticamente a zero rischio si possono avere facilmente interessi annui del 4-5%.
In situazioni come queste, quindi, mettere il fondo di emergenza in uno di questi strumenti permette di avere un ottimo rendimento a rischio quasi nullo.
L’idea più semplice del mondo per il fondo di emergenza, assolutamente un no-brainer, è metterlo in un conto deposito svincolabile (mi raccomando svincolabile perché se vincolate il fondo di emergenza tanto vale, i soldi devono essere subito disponibili); Illimity per esempio offre il 5% sui depositi svincolabili fino a 5 anni.
Chiaramente se prendete i soldi prima della fine del vincolo perdete gli interessi.
Ma questo è il fondo di emergenza, quindi in caso di emergenza rompere il vetro, prendere i soldi e sticazzi gli interessi.
Se invece va tutto bene vi cuccate per qualche anno un interesse corposo senza fare niente e senza rischiare troppo i vostri soldi dato che tutti i depositi in Italia sono coperti dal Fondo di Garanzia Interbancario, che garantisce fino a 100.000 €.
STEP QUATTRO: Investi il 15% del tuo reddito nella tua pensione.
In realtà qua va fatta una precisazione, perché quello che gli Americani intendono con “retirement”, che noi appunto traduciamo come pensione, non è esattamente la pensione che abbiamo in mente.
Come avevamo già spiegato in episodi passati, in America la pensione pubblica, che rientra nella Social Security, è abbastanza al limite della sopravvivenza, quindi gli Americani sono abituati a concepire l’investimento come uno strumento per poter godere di una pensione a lungo termine nella fase avanzata della vita.
Infatti i principali veicoli in cui gli Americani investono sono i cosiddetti Individual Retirement Account e le forme sponsorizzate dai datori di lavoro note come 401(k). Entrambi sono dei conti in cui gli Americani investono in prodotti finanziari e godono di ampie agevolazioni fiscali.
Quindi, investire per la pensione o investire in generale, per gli Americani non fa troppa differenza.
Lo step 4 di Ramsey, che poi è la chiave di volta di tutto il suo programma, non è infatti rivolto alla pensione quando si è vecchi, ma all’idea di investire per poter essere liberi di decidere quando smettere di lavorare.
Generalizzata, l’idea di Ramsey è cominciare ad investire il 15% del reddito familiare per costruire in qualche decennio un livello di ricchezza tale da permette di poter fare quel che si vuole, senza il rischio di ritrovarsi senza un tetto sopra la testa o di che nutrirsi.
Uno dei motivi per cui la cultura finanziaria in America è molto più evoluta che in Italia è anche questo: se gli Americani non investono, rischiano di morire di fame quando vanno in pensione. Punto.
Ok e qui vengono le cose che spara Ramsey che un po’ mi lasciano perplesso e che suonano più da imbonitore che da esperto di finanza.
Ramsey dà un sacco di consigli utili sul midset da tenere, quindi: risparmio, no debito, no spese inutili con le carte di credito, fondo di emergenza, investire con costanza eccetera.
Poi però quando si parla di dare consigli su come investire dice delle stronzate galattiche (sospetto un po’ per vendere prodotti di investimento con società partner).
Il più grave errore che commette Ramsey – e su cui molti in America gli danno contro – è il suo suggerimento di preferire i fondi comuni di investimento gestiti da asset manager rispetto agli ETF.
Ramsey dice sempre, sempre, sempre questa cosa palesemente errata – dato che i numeri spiegano esattamente il contrario – che se investi in un fondo comune gestito da un professionista otterrai risultati migliori che con gli ETF.
No! non è vero!
E’ dimostrato da una miriade di studi che su orizzonti sopra i 10 anni quasi il 90% dei fondi non riesce a battere il mercato di riferimento (replicato dall’ETF), mentre su 20 anni praticamente nessuno ci riesce, soprattutto una volta che si considerano le alte fee che tipicamente un fondo gestito attivamente richiede.
Ne ho forse già parlato qui a The BUll di questa cosa?
Boh, così, sensazione di deja vu.
Comunque, oltre a sta cazzata, Ramsey è un abile giocoliere con i numeri ma non ci vuole molto a capire dove sta il trucco.
In pratica se si dà retta ai calcoli di Ramsey, prendiamo il 15% del reddito mediano di 75.000 dollari all’anno e abbiamo circa un investimento mensile di 1.000 dollari al mese.
E Ramsey, nei suoi ferventi discorsi appassionati su quanto sia facile diventare ricchi, spara delle proiezioni del tipo:
Con un ritorno del 12% all’anno, in vent’anni superi un milione di dollari.
E come si fa a fare il 12% all’anno mi chiederete?
Vi ricordo che il rendimento storico dell’S&P 500, con tutti i dividendi sempre reinvestiti, è di circa il 10% all’anno.
Ramsey dice, niente di più semplice: con un bel fondo comune di investimento! tra l’altro la sua società può fornirvi cortesemente i contatti di validi professionisti che possono vendervi il fondo che più fa per voi! (ma guarda un po’!)
La prima volta che ho sentito sta stronzata sono impazzito e sono andato a guardarmi come diavolo potesse pensare di raccontare alla gente che fare il 12% all’anno fosse qualcosa così all’acqua di rose.
Sono andato un po’ a scavare e ho ricostruito la strategia – secondo me irrealizzabile – che propugna Ramsey.
UNO: Ramsey propone di investire per tutta la vita al 100% in azioni. E già su questa cosa, care amiche e cari amici di The Bull, sapete bene che non è realistico, perché una persona che magari aveva 60 anni nel 2000, quando è scoppiata la internet bubble, se avesse avuto un portafoglio 100% azionario avrebbe passato un decennio terribile (per via anche della crisi finanziaria del 2008) e non avrebbe rivisto il suo portafoglio recuperare prima del 2012.
Investire 100% azionario dà sul lungo termine i migliori rendimenti, ma il rischio di sprofondare in un tracollo del portafoglio e di doverlo sopportare a lungo è sempre dietro l’angolo.
DUE: Ramsey non solo dice di investire 100% azionario, ma pure di concentrare gli investimenti in Fondi che investono in società Growth, ossia ad alto tasso di potenziale crescita ma anche alto rischio (tipicamente società tecnologiche).
Dal punto di vista della pianificazione finanziaria e di una strategia d’investimento solida, questa cosa – semplicemente – non ha senso.
E qui viene il gioco di prestigio di Ramsey, che spesso cita uno dei suoi fondi preferiti che si chiama The Investment Company of America, di Capital Group.
Questo fondo esiste addirittura dal 1934, investe quasi esclusivamente in società Americane con una preferenza verso le società Growth e in effetti, caso abbastanza raro, in quasi 90 anni di vita ha reso un incredibile 11,84% all’anno.
Ecco da dove Ramsey ha tirato fuori il suo circa 12%!
E tra l’altro questo fondo, che mi sono andato a spulciare per bene, non costa neanche troppo, perché parliamo dello 0,58% di commissioni all’anno.
Decisamente più del doppio del costo medio di un ETF, ma lontano anni luce dal 2-3% dei costi dei fondi venduti dalle banche qua da noi.
E mi sono detto: “ma cazzo starò mica sbagliando qualcosa? Sta a vedere che Ramsey ha ragione e che ci sono fondi che effettivamente battono il mercato da tantissimo tempo”.
Poi però scava scava, ho trovato l’inghippo.
Sì, questo fondo fa l’11,84% da 90 anni – ed è probabilmente uno dei fondi comuni di investimento migliori della storia.
Però, piccolo dettaglio, negli ultimi 20 anni, questo fondo ha fatto l’8,6% contro il 9,6% dell’S&P 500 e tolti i costi di gestione andiamo praticamente ad un 8%, quindi quasi 2 punti percentuali meno all’anno.
Se vi sembra poco, considerate che 1000 dollari al mese investiti qui avrebbero reso
130.000 in meno che non se fossero stati investiti in un semplice ETF sull’S&P 500.
Quindi sì, esistono fondi talmente antichi che un tempo riuscivano a battere – e pure di tanto – il mercato, ma ormai questo sport è diventato sempre più difficile per via della velocità istantanea tramite la quale l’informazione si propaga nel mondo e che rende praticamente impossibile disporre di un vantaggio competitivo nella scelta dei titoli.
Infatti, da 20 anni a questa parte, pure il magico Fondo di Ramsey produce sì un buon risultato, ma lontano anni luce dal 12% che lui ha in testa.
Finito sto pippone, andiamo a prendere il buono dello Step numero 4 di Ramsey e lasciamo perdere i suoi deliri.
La cosa fondamentale qui è avere un target preciso di risparmio mensile.
15% è abbastanza ragionevole.
20% mette davvero la quarta al nostro processo di arricchimento.
10% direi che è il minimo sindacale perché i numeri abbiano un senso nel lungo termine.
In passato avevamo già fatto qualche calcolo alla buona.
Prendiamo il target della libertà finanziaria del FIRE movement, ossia avere un patrimonio equivalente a 25 volte la propria spesa annuale.
Non consideriamo le tasse e l’inflazione e prendiamo però un più conservativo rendimento del 6% all’anno (la metà dell’impossibile 12% propugnato dal nostro Cowboy).
Ammettiamo che il vostro reddito familiare medio sia stabile nel tempo (idem il costo della vostra vita) e così proprio super a spanne considerate che:
– se risparmiate e investite il 10% del vostro reddito annuo (e spendete il restante 90%), vi serviranno 45 anni per arrivare al target della libertà finanziaria;
– se risparmiate il 15% vi serviranno circa 37 anni;
– se risparmiate il 20% vi serviranno circa 32 anni;
– se risparmiate il 30% in soli, si fa per dire, 25 anni siete a posto;
– se poi, giusto perché ci piace fare i conti, perché lo so che è difficile, riuscite a risparmiare il 40% di quello che guadagnate, ecco sappiate che bastano 20 anni di sforzi per poi raggiungere il target della libertà finanziaria.
E’ ovvio che questo è un conteggio completamente inapplicabile nella vita reale perché presuppone che per svariati decenni il vostro reddito non cambi mai, le vostre spese non cambino mai e il rendimento dei vostri investimenti sia sempre 6% all’anno preciso come un treno giapponese.
La vita vera non funziona così, però se tenete presente questo schemino sapete che ci sono 2 variabili su 3 su cui potete incidere alla grande.
Il rendimento dei vostri investimenti non lo potete controllare ma molto potete fare sull’aumento della vostra capacità di risparmio incidendo sia sui vostri redditi, sia sulle vostre spese.
Se oggi vi fate una fotografia di come gestite le vostre finanze e vi rendete conto che per quanto guadagnate e spendete, potete permettervi massimo il 10% di risparmio, benissimo, meglio che un calcio in culo, ma sappiate che servono circa 45 anni da oggi prima di raggiungere un patrimonio ragguardevole.
Se questa prospettiva non vi piace, allora dateci dentro con la vostra professione, fate una bella acconciatura alle vostre mille inutili spese e provate a farcela in 20 anni.
Tra l’altro, per tutti voi che conoscete benissimo le trappole dell’inflazione, che abbiamo diffusamente discusso nell’episodio 44, un certo patrimonio tra 20 anni ha un valore mentre lo stesso patrimonio tra 45 anni varrà sicuramente molto meno.
Benissimo, capito questo, che è lo step più importante di tutto l’ambaradan che Ramsey racconta da 30 anni, andiamo allo
STEP CINQUE: Risparmia per il fondo per il College per i tuoi figli.
Questa cosa è proprio Americana al 100% perché, anche senza andare a prendere i costosissimi college dell’Ivy League come Harvard, Princeton, Yale e compagnia bella, dove con meno di 200.000 dollari è difficile riuscire a laurearsi, mediamente laurearsi negli States costa dai 50 ai 100.000 dollari.
In Italia se parliamo di Università Statali, alcune delle quali sono delle eccellenze, checché se ne dica, la formazione universitaria ha dei costi infinitamente più bassi.
Tra l’altro secondo la classifica annuale di QS, quest’anno le prime dieci università Italiane sono: il Politecnico di Milano, La Sapienza di Roma, l’Università di Bologna, quella di Padova, il Politecnico di Torino, la Statale di Milano, la Federico II di Napoli, Pisa, Firenze e la Statale di Torino.
Certo la prima italiana è la 134esima a livello mondiale ma ricordatevi anche che i criteri in base a cui sono valutate le Università si basano su dati come le dimensioni, l’internazionalizzazione, la produzione scientifica, ecc. che favoriscono sicuramente i mega college Americani rispetto alle micro università Italiane, ma non per questo un Ingegnere laureato al Politecnico di Milano ha molto da invidiare, in termini di competenze, ad un suo collega laureato al MIT.
Chiusa questa parentesi sul migliorabile mondo della formazione universitaria Italiana, comunque noi non abbiamo bisogno di creare un super fondo per mandare all’università i nostri figli, a meno che naturalmente questi non vogliano studiare all’estero in qualche Università prestigiosa.
Però allocare un certo investimento per questo scopo, sicuramente può essere una buona idea.
Un ragionamento potrebbe essere.
Se ho un figlio di 14 anni che ha iniziato la prima superiore e che sembra intenzionato a frequentare l’Università, posso valutare di allocare magari 10-20.000 € (poi dipende dall’Università che vuole fare) in qualche prodotto abbastanza sicuro dai rendimenti prevedibili.
Oggi, se io fossi in questa situazione magari investirei 20.000 € in obbligazioni governative con scadenza tra 5 anni, dato che è facile trovarne con rendimenti intorno al 4% (sì, in questo caso anche il nostro amato BTP Valore può andar bene), così so quasi di per certo che in quella specifica data tra 5 anni avrò indietro i miei 20.000 più altri 3.500 di interessi netti.
In questo caso dei tassi di interesse non mi frega nulla perché questo è uno specifico investimento fatto apposta per non essere toccato e liquidato esattamente tra 5 anni alla sua scadenza naturale.
Stesso discorso, volendo, può essere fatto con gli ETF obbligazionari a scadenza – anche se essendo corporate pagate più tasse.
Diciamo che quando ci sono obiettivi specifici di medio termine, l’investimento in obbligazioni singole funziona molto bene.
Anche un conto deposito potrebbe andare bene in questo caso, con poche differenze.
Chiaramente tutto ciò presuppone un po’ di pianificazione, perché la domanda che mi potreste fare è: “ok ma da dove li caccio fuori magari 20.000 di botto per investirli in obbligazioni a 5 anni?”.
Certo, good point.
Le opzioni possono essere:
– UNO: fin da quando la creatura nasce apri un deposito titoli intestato a te ma dedicato a lei in cui investi 100 € al mese in un ETF azionario globale. Prendiamo per buono il rendimento degli ultimi 40 anni di un All World qualunque e in 14 anni fanno circa 31.000 €.
Appena capisci che il ragazzo o la ragazza è propenso ad andare all’Università, puoi fare due cose:
– o continui a mettergli i 100 euro al mese senza dirgli nulla, così il giorno che inizia l’università ci saranno circa 50.000 € pronti all’uso;
– oppure, se vuoi essere più sereno per evitare che il giorno prima che questo inizia l’università ti becchi una nuova crisi tipo 2008 e il tuo portafoglio tracolla, quando ha 14 anni liquidi l’investimento, sposti tutto in un’obbligazione a 5 anni e stai sereno. Ti costa un po’ in tasse e in rendimento, ma il risultato è sicuro.
– DUE: cominci qualche anno prima a dedicare il tuo risparmio esclusivamente per questo scopo, allocando magari 500 € al mese per tre anni in un ETF obbligazionario ultrashort o monetario e quando si decide per l’università, tac, si sposta in obbligazioni quinquennali.
– TRE: semplicemente liquidi una parte del tuo portafoglio di investimento e metti in obbligazioni quel che serve.
Ovvio che tutto sto discorso funziona molto bene oggi che i tassi di interesse sono alti e quindi le obbligazioni rendono.
Se tra 10 anni i tassi saranno nuovamente a zero, allora – mamma mia mi sta venendo l’ulcera dire quello che sto per dire – forse potete valutare qualche investimento a capitale garantito con un’assicurazione per essere certi di avere il capitale che vi serve, leggermente rivalutato, di lì a 5 anni.
Oppure li tenete su un conto deposito e basta.
Cmq anche se non rende niente probabilmente sarà perché anche l’inflazione sarà molto bassa, quindi poco vi cambia alla fine.
Detto questo, proiettiamoci quindi allo
STEP SEI: estingui il mutuo in anticipo.
Ora, questa secondo me è un’altra grandissima cazzata.
Ramsey è ossessionato dal debito e quindi per lui ogni forma di indebitamento è demoniaca, quindi gli risulta perfettamente sensato investire grossi capitali per estinguere il mutuo sulla casa e vivere debt-free.
Anche qui, in America può avere un qualche senso perché per un Americano è molto più facile trovarsi senza lavoro dalla sera alla mattina mentre in Italia, soprattutto se uno è un dipendente, obiettivamente è più difficile che di punto in bianco si trovi senza stipendio o senza neanche un sussidio di disoccupazione.
(oltre al fatto che spesso in caso di situazioni gravi i mutui si possono temporaneamente congelare).
Concettualmente però questa cosa non sempre ha senso.
Dipende da qual’è il tasso di interesse a cui vi è stato dato il mutuo.
Se state pagando il 5-6% di interesse all’anno, eh allora ci può stare perché non è semplice trovare investimenti che rendano, netti, più del 5-6% e che quindi siano in grado di giustificare l’arbitraggio tra gli interessi che pago sul debito e il rendimento dai miei investimenti.
Se però avete comprato casa tra il 2009 e il 2021, la maggior parte di voi starà pagando interessi piuttosto bassi.
Io ho comprato la casa in cui vivo ora nel 2021 con un mutuo all’1,1% a tasso fisso.
Ho amici che l’hanno fatto addirittura allo 0,9%.
Capite che in una situazione così non avrà mai alcun senso usare del capitale per estinguere il mutuo in anticipo quando quel capitale può essere investito nel mercato magari al 6, 7% di rendimento all’anno.
Vi ricordo che un moderato portafoglio 60/40 ha fatto circa il 7% negli ultimi 40 anni.
Se ogni anno guadagno il 7%, perché dovrei privarmi del capitale che mi serve per ottenerlo per risparmiare l’1,1% di interessi che pago sul mutuo?
A maggior ragione se considerate che i soldi che restituite ad una banca tra 30 anni valgono meno della stessa cifra se la restituiste oggi.
Discorsi un po’ diversi possono essere fatti nel caso in cui:
– abbiate fatto un tasso variabile e quindi oggi il vostro mutuo è schizzato al 4-5%; oppure
– stiate comprando casa oggi e quindi questi sono gli interessi che vi toccano.
Qui bisognerebbe valutare ogni situazione un po’ ad hoc e calcolare l’impatto di costi e benefici, non c’è una risposta univoca risolutiva.
Se considerate comunque che da qui ai prossimi 20-30 anni avremo ancora chissà quanti cicli di ribassi e rialzi dei tassi di interesse, difficile immaginare che non si presenterà mai più l’opportunità di rinegoziare il mutuo a condizioni migliori.
Però è anche vero che non abbiamo nessuna possibilità di prevedere il futuro, quindi ogni valutazione andrebbe fatta caso per caso per decidere la migliore strategia da mettere in campo.
Fatti tutti questi passi, arriva il momento religioso del programma di Ramsey che è lo
STEP SETTE: Costruisci la tua ricchezza e dona in maniera esagerata.
Questo ovviamente non è un tema di natura strettamente finanziaria.
Ramsey è un fervente religioso evangelico ultraconservatore, quindi questo Step rientra anche nel suo personale programma di conquista della beatitudine eterna.
L’idea in sé è più che lodevole naturalmente, ossia: una volta che sei ricco, compi più gesti di generosità possibile verso chi è meno fortunato di te.
Il motivo per cui lui lo fa e il fatto di inserirlo in un programma di finanza personale mi lasciano invece un po’ perplesso ma su questo tema lascio alla vostra sensibilità individuale ogni successiva riflessione.
Eccoci qua allora, fatti i 7 Baby Steps di Dave Ramsey, da percorrere rigorosamente in ordine, questa è stata l’occasione per avere in colpo solo davanti agli occhi un programma end-to-end che, con l’opportuna pazienza, potrebbe portare chiunque a raggiungere la propria indipendenza finanziaria definitiva e vivere una vita economicamente più solida.
Prendete di Ramsey quel che vi piace, lasciate perdere alcune stronzate che dice e implementate lo spirito del suo programma nella vostra vita che sicuramente ne trarrete benefici.
Prima di chiudere ringrazio il nostro partner Switcho, che in questo percorso ci può dare una mano aiutandoci a risparmiare sulle bollette di Luce, Gas, Internet e Cellulare, quindi se volete potete usare il link negli shownote dell’episodio e chiedere a quelli di Switcho di trovarvi fornitori migliori e occuparsi loro di fare il cambio, senza che a voi costi un solo euro e con in regalo un buono amazon da 10 € così, giusto per il disturbo di aver fatto tre click ed esservi rivolti a Switcho.
Come già detto, se usate il link il sottoscritto percepirà una commissione tale che praticamente già da settimana prossima non mi presenterò più in ufficio, altrimenti saltate a piè pari The Bull, andate direttamente sul sito di Switcho e fate tutto da lì e se ve lo chiedono negate di aver mai anche solo aver sentito parlare di questo podcast.
Grazie invece a tutti voi che come sempre e sempre più numerosi siete qui ad ascoltare quel che due volte a settimana mi metto a raccontarvi, nella convinzione di far qualcosa di buono per tutti noi e di metterci tutti sulla buona strada verso una vita finanziariamente più soddisfacente.
Per qualunque cosa vi passasse per la testa invece, da tematiche di finanza, risparmio e investimento ai consigli per vivere al meglio la Fiera dell’Artigianato di Milano, il mio evento natalizio preferito per distanza, scrivetemi su instagram a Thebull_finance.
Invito inoltre chi non l’avesse ancora fatto a mettere segui e attivare le notifiche sulla piattaforma che usa per ascoltare The Bull e di lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che vi raccontano le strategie per diventare ricchi pensate da fanatici pistoleri del Tennessee mentre risparmiate pure sulla bolletta di Luce e Gas sempre nuovi.
Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci ritroviamo qui domenica prossima, sempre che il giorno prima non sia schiattato dopo 8 ore ininterrotte a mangiare qualunque cosa mi capiti a tiro all’Artigiano in Fiera, ancora una volta, naturalmente, con The Bull – il tuo podcast di finanza personale.
Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di Finanza Personale.
Dave Ramsey Show Intro Theme Song…
It’s The Ramsey Show
Proprio lui, care amiche e cari amici di The Bull, quello che avete sentito è il più famoso guru di finanza personale di tutti gli Stati Uniti.
Ladies and Gentlemen, permettete che vi presenti Dave Ramsey, la calda e profonda voce del Tennessee che da decenni insegna agli Americani come diventare ricchi.
Tutti i giorni va in onda il suo lunghissimo show in cui assieme alla figlia, Rachel Cruze e ad altri noti personaggi che si occupano di queste tematiche, tra tutti il simpaticissimo George Kamel, Ramsey risponde alle telefonate di migliaia di Americani che gli chiedono soluzioni ai loro intricati problemi finanziari.
Le cose che si sentono al Ramsey Show fanno venire i brividi a volte, perché sono tipiche del modello economico degli Stati Uniti, fatto di un mix di alti stipendi, basse tasse, alti debiti, alti costi per cose che in Europa sono generalmente pubbliche (come la sanità, l’Università e la pensione), un mercato del lavoro iperdinamico e così via.
Il tipico ascoltare di Ramsey che chiama in trasmissione ha di solito una situazione di questo tipo:
– L’Household income, ossia quanto a livello famigliare entra annualmente come reddito, può serenamente essere di 100 mila dollari l’anno (il reddito mediano negli Stati Uniti è infatti stimato tra 75 e 90 mila dollari).
Ricordiamo che medio e mediano sono due concetti diversi.
Se ho 100 persone di cui 99 guadagnano tra 50 e 100 mila dollari e una persona che guadagna 100 milioni di dollari, il reddito mediano può essere nell’ordine dei 75.000, ossia il valore centrale nella serie in ordine crescente dal reddito più basso a quello più alto, mentre invece il reddito medio sarebbe ben oltre il milione.
Chiaramente dire che queste persone hanno un reddito mediano di 75.000 o dire che hanno un reddito medio di 1 milione racconta due storie ben diverse.
Chiusa parentesi statistica secchiona, dicevamo:
– Reddito famigliare mediano: 75.000 dollari, quindi circa 56.000 dollari netti, con una tassazione media del 25% (eh sì, tutt’altra vita che qui in Italia dove oltre i 50.000 euro paghi il 43% di tasse + il 9% di contributi INPS)
– Debito da carte di credito: 8.000 dollari
– Car Loan, ossia rata dell’auto: circa 600 dollari al mese
– Mutuo: 1.500/2.000 dollari al mese per magari altri 15 anni
– Chi poi ha fatto il college spesso ha qualcosa come 30.000 dollari da restituire per il prestito contratto per pagarsi l’Università (in alcuni casi anche più di 100.000);
Parliamo quindi serenamente di 200.000 dollari di debito come valore mediano, con distanze enormi tra chi è quasi debt-free e chi invece si trova con cifre milionarie da dover restituire.
Ora, gli stipendi Americani sono faraonici rispetto a quelli Italiani, però qui voglio spezzare mezza lancia a favore del nostro sistema.
E’ vero che abbiamo stipendi più bassi, ci paghiamo pure sopra una tassazione allucinante e che versiamo una montagna di imposte per servizi che spesso sono scadenti, però è anche vero che rispetto agli Stati Uniti in Italia abbiamo:
– sanità fondamentalmente gratuita (lì invece i costi per le cure mediche sono tra le prime cause di fallimento finanziario delle famiglie);
– università pubbliche con dei costi irrisori rispetto ai college Americani;
– sistema previdenziale pubblico (per quanto le pensioni facciano schifo al ca**o)
– varie altre forme di welfare e sussistenza, come le casse integrazione, la tutela dei lavoratori e via dicendo.
Abbiamo mille inefficienze, sono il primo a dirlo, ma dobbiamo anche tener conto quando vediamo le retribuzioni da fantascienza degli Americani che non è tutto oro quel che luccica.
Comunque Ramsey è ben consapevole di questa situazione e del generale livello di indebitamento dell’Americano medio e, memore anche della sua bancarotta quando era un giovano imprenditore immobiliare che aveva sottostimato i rischi di un’esposizione debitoria eccessiva, detesta il debito come fosse Satana in persona e profesai da decenni un programma di costruzione della ricchezza che è diventato celebre come i “7 Baby Steps di Dave Ramsey”, 7 tappe che ciascun individuo dovrebbe percorrere per uscire dal debito e diventare Ricco.
Ciò che sentirete nell’episodio di oggi, dunque, saranno sti 7 Baby Steps, cosa è applicabile in Italia e cosa no, cosa condivido e cosa secondo me è una cazzata fotonica e quali sono i takeaway che ci possiamo portare a casa per impostare una vita finanziariamente più solida.
Prima di cominciare però, permettetemi di ringraziare il nostro partner Switcho, il più innovativo servizio che si prende cura delle bollette di Luce, Gas, Internet, Cellulare e Assicurazioni e vi trova il fornitore più conveniente per la vostra situazione, gratis e senza che dobbiate fare nulla perché fanno tutto loro.
E voi direte “ma che ca**o c’entra Switcho con Dave Ramsey?”
Non c’entra una cippa, ma un fanatico spilorcio come Ramsey, che se può farvi risparmiare mezzo dollaro all’anno vi ci costringe a costo di tirar fuori la sua pistola dalla fondina – eh sì sapete che i Repubblicani degli Stati del Sud sono rimasti affezionati al loro ferro per difendersi dagli invasori – dicevo, Ramsey un servizio come Switcho lo amerebbe alla follia perché a colpi di centinaia di euro all’anno risparmiati, nel corso di una vita diventano migliaia se investiti opportunamente.
Nel caso Ramsey mi stesse ascoltando e volesse parlare di Switcho nel suo prossimo show, gli rispiego velocemente che basta cliccare sul link che trovate negli shownote dell’episodio, atterrare così sulla pagina dedicata agli ascoltatori di The Bull, caricare le bollette dei vostri attuali fornitori di Luce, Gas, Internet e Cellulare e in breve i ragazzi di Switcho trovano le offerte migliori sul mercato per cambiare fornitore e risparmiare.
In quel caso, basta cliccare sull’offerta migliore e ci pensa Switcho a gestire tutta la pratica per il cambio, senza che si debba fare nulla o che ci siano interruzioni nella fornitura.
Quanto costa tutta sta cosa?
Niente, è gratis.
Anzi se usate il link in descrizione, Switcho vi regala pure un buono Amazon da 10 € al primo cambio.
Questo è un contenuto sponsorizzato, quindi sappiate che se usate il link Switcho mi pagherà una tale commissione che a Natale vado due settimane a sciare a St. Moritz.
Se invece questa cosa non vi piace, pensate che se vado a sciare rischio di farmi male e poi The bull non esce più e tutto sommato anche dei 10 € di Buono Amazon non vi importa più di quel tanto, andate sul sito di Switcho e fate tutto direttamente con loro, così che qua il Natale si passa a Milano che comunque Milano a Natale ha sempre il suo perché.
Allora veniamo a noi e ai 7 Baby Step di Dave Ramsey, che poi vi linko anche negli Shownote dell’episodio perché hanno fatto un milione di infografiche, così ce li avete sempre ben presenti.
Quindi, senza ulteriori indugi, ecco a voi i 7 Step per diventare ricchi, raccontando i quali Dave Ramsey ha ammassato nel tempo qualcosa come 200 milioni di dollari, tra il suo show, i libri, gli eventi, le partnership e via dicendo.
STEP UNO: Metti da parte 1.000 € per cominciare il tuo fondo di emergenza (si sarebbe in dollari ma qua convertiamo). L’idea qui è tutta psicologica. Se non hai mai risparmiato nella vita, comincia da qui a costruire il tuo mindset corretto.
Facilmente realizzabile, da qui in poi hai attivato la macchina.
STEP DUE: Paga tutti i debiti che hai, tranne il mutuo, utilizzando il metodo della palla di neve, che consiste nell’ordinare tutti i debiti dal più piccolo al più grande, pagare la rata più piccola possibile su tutti tranne che sul più piccolo, fare di tutto per estinguere il prima possibile il più piccolo e poi così via procedere su in ordine con tutti gli altri.
Quest’idea di Ramsey è spesso contestata da altri guru di Finanza personale, che invece sostengono sia più corretto fare l’inverso, ossia concentrarsi il più possibile sul debito più grande, o meglio quello che implica interessi maggiori, e poi via via estinguere gli altri, cosa che matematicamente, per come funziona il tasso di interessi sui debiti, ha matematicamente più senso.
Ramsey sostiene invece che il debito non sia un problema matematico, bensì un “behavioural problem”, ossia un problema comportamentale.
Quindi quando sei sotterrato dai debiti, riuscire ad estinguerne uno, il più piccolo, il più facile è un quick win per alimentare la tua motivazione a risparmiare e impegnarti per estinguere via via tutti gli altri.
Dal punto di vista economico questa cosa non ha nessun senso, mentre dal punto di vista psicologico è un’idea degna di rispetto.
Come diciamo sempre quando parliamo del tema del debito, so che a noi Italiani suona un po’ strano perché non abbiamo culturalmente la tendenza ad indebitarci.
In America invece, tra carte di credito, debiti universitari, costi sanitari, rata dell’auto e via dicendo, è abbastanza tipico che un sacco di gente viva costantemente sommersa dai debiti appesantiti da giganteschi interessi sopra.
Se però anche voi avete fatto il pieno di debiti, seguite la strada che più vi piace.
STEP TRE: e questo lo conosciamo molto bene, crea un FONDO DI EMERGENZA che copra 3-6 mesi di spese.
Questo lo diciamo sempre anche noi, è di capitale importanza avere un fondo liquido di riserva che vi protegga da qualunque imprevisto, quindi 6 mesi secondo me è la quantità giusta quando si ha una famiglia, se si è da soli forse anche 3 mesi possono bastare, se invece si ha un lavoro con entrate incerte, tante spese e una famiglia che dipende da noi, allora anche 12 mesi ci stanno.
Oggi abbiamo un’opportunità storica che non si vedeva da vent’anni, rappresentata da tassi di interesse molto alti che, da un lato, sono sì una spina nel fianco per chi deve fare un mutuo e in generale anche il mercato azionario ne ha pesantemente risentito nel 2022 e ne risentirà nel 2024 se le Banche Centrali non cominceranno a tagliarli, dall’altro però sono una manna per chi ha liquidità.
Considerate che fino all’inizio del 2022 le obbligazioni, i conti deposito, i fondi monetari e in generalo tutti gli strumenti legati alla liquidità davano rendimenti prossimi allo zero.
Oggi senza alcuna fatica e praticamente a zero rischio si possono avere facilmente interessi annui del 4-5%.
In situazioni come queste, quindi, mettere il fondo di emergenza in uno di questi strumenti permette di avere un ottimo rendimento a rischio quasi nullo.
L’idea più semplice del mondo per il fondo di emergenza, assolutamente un no-brainer, è metterlo in un conto deposito svincolabile (mi raccomando svincolabile perché se vincolate il fondo di emergenza tanto vale, i soldi devono essere subito disponibili); Illimity per esempio offre il 5% sui depositi svincolabili fino a 5 anni.
Chiaramente se prendete i soldi prima della fine del vincolo perdete gli interessi.
Ma questo è il fondo di emergenza, quindi in caso di emergenza rompere il vetro, prendere i soldi e sticazzi gli interessi.
Se invece va tutto bene vi cuccate per qualche anno un interesse corposo senza fare niente e senza rischiare troppo i vostri soldi dato che tutti i depositi in Italia sono coperti dal Fondo di Garanzia Interbancario, che garantisce fino a 100.000 €.
STEP QUATTRO: Investi il 15% del tuo reddito nella tua pensione.
In realtà qua va fatta una precisazione, perché quello che gli Americani intendono con “retirement”, che noi appunto traduciamo come pensione, non è esattamente la pensione che abbiamo in mente.
Come avevamo già spiegato in episodi passati, in America la pensione pubblica, che rientra nella Social Security, è abbastanza al limite della sopravvivenza, quindi gli Americani sono abituati a concepire l’investimento come uno strumento per poter godere di una pensione a lungo termine nella fase avanzata della vita.
Infatti i principali veicoli in cui gli Americani investono sono i cosiddetti Individual Retirement Account e le forme sponsorizzate dai datori di lavoro note come 401(k). Entrambi sono dei conti in cui gli Americani investono in prodotti finanziari e godono di ampie agevolazioni fiscali.
Quindi, investire per la pensione o investire in generale, per gli Americani non fa troppa differenza.
Lo step 4 di Ramsey, che poi è la chiave di volta di tutto il suo programma, non è infatti rivolto alla pensione quando si è vecchi, ma all’idea di investire per poter essere liberi di decidere quando smettere di lavorare.
Generalizzata, l’idea di Ramsey è cominciare ad investire il 15% del reddito familiare per costruire in qualche decennio un livello di ricchezza tale da permette di poter fare quel che si vuole, senza il rischio di ritrovarsi senza un tetto sopra la testa o di che nutrirsi.
Uno dei motivi per cui la cultura finanziaria in America è molto più evoluta che in Italia è anche questo: se gli Americani non investono, rischiano di morire di fame quando vanno in pensione. Punto.
Ok e qui vengono le cose che spara Ramsey che un po’ mi lasciano perplesso e che suonano più da imbonitore che da esperto di finanza.
Ramsey dà un sacco di consigli utili sul midset da tenere, quindi: risparmio, no debito, no spese inutili con le carte di credito, fondo di emergenza, investire con costanza eccetera.
Poi però quando si parla di dare consigli su come investire dice delle stronzate galattiche (sospetto un po’ per vendere prodotti di investimento con società partner).
Il più grave errore che commette Ramsey – e su cui molti in America gli danno contro – è il suo suggerimento di preferire i fondi comuni di investimento gestiti da asset manager rispetto agli ETF.
Ramsey dice sempre, sempre, sempre questa cosa palesemente errata – dato che i numeri spiegano esattamente il contrario – che se investi in un fondo comune gestito da un professionista otterrai risultati migliori che con gli ETF.
No! non è vero!
E’ dimostrato da una miriade di studi che su orizzonti sopra i 10 anni quasi il 90% dei fondi non riesce a battere il mercato di riferimento (replicato dall’ETF), mentre su 20 anni praticamente nessuno ci riesce, soprattutto una volta che si considerano le alte fee che tipicamente un fondo gestito attivamente richiede.
Ne ho forse già parlato qui a The BUll di questa cosa?
Boh, così, sensazione di deja vu.
Comunque, oltre a sta cazzata, Ramsey è un abile giocoliere con i numeri ma non ci vuole molto a capire dove sta il trucco.
In pratica se si dà retta ai calcoli di Ramsey, prendiamo il 15% del reddito mediano di 75.000 dollari all’anno e abbiamo circa un investimento mensile di 1.000 dollari al mese.
E Ramsey, nei suoi ferventi discorsi appassionati su quanto sia facile diventare ricchi, spara delle proiezioni del tipo:
Con un ritorno del 12% all’anno, in vent’anni superi un milione di dollari.
E come si fa a fare il 12% all’anno mi chiederete?
Vi ricordo che il rendimento storico dell’S&P 500, con tutti i dividendi sempre reinvestiti, è di circa il 10% all’anno.
Ramsey dice, niente di più semplice: con un bel fondo comune di investimento! tra l’altro la sua società può fornirvi cortesemente i contatti di validi professionisti che possono vendervi il fondo che più fa per voi! (ma guarda un po’!)
La prima volta che ho sentito sta stronzata sono impazzito e sono andato a guardarmi come diavolo potesse pensare di raccontare alla gente che fare il 12% all’anno fosse qualcosa così all’acqua di rose.
Sono andato un po’ a scavare e ho ricostruito la strategia – secondo me irrealizzabile – che propugna Ramsey.
UNO: Ramsey propone di investire per tutta la vita al 100% in azioni. E già su questa cosa, care amiche e cari amici di The Bull, sapete bene che non è realistico, perché una persona che magari aveva 60 anni nel 2000, quando è scoppiata la internet bubble, se avesse avuto un portafoglio 100% azionario avrebbe passato un decennio terribile (per via anche della crisi finanziaria del 2008) e non avrebbe rivisto il suo portafoglio recuperare prima del 2012.
Investire 100% azionario dà sul lungo termine i migliori rendimenti, ma il rischio di sprofondare in un tracollo del portafoglio e di doverlo sopportare a lungo è sempre dietro l’angolo.
DUE: Ramsey non solo dice di investire 100% azionario, ma pure di concentrare gli investimenti in Fondi che investono in società Growth, ossia ad alto tasso di potenziale crescita ma anche alto rischio (tipicamente società tecnologiche).
Dal punto di vista della pianificazione finanziaria e di una strategia d’investimento solida, questa cosa – semplicemente – non ha senso.
E qui viene il gioco di prestigio di Ramsey, che spesso cita uno dei suoi fondi preferiti che si chiama The Investment Company of America, di Capital Group.
Questo fondo esiste addirittura dal 1934, investe quasi esclusivamente in società Americane con una preferenza verso le società Growth e in effetti, caso abbastanza raro, in quasi 90 anni di vita ha reso un incredibile 11,84% all’anno.
Ecco da dove Ramsey ha tirato fuori il suo circa 12%!
E tra l’altro questo fondo, che mi sono andato a spulciare per bene, non costa neanche troppo, perché parliamo dello 0,58% di commissioni all’anno.
Decisamente più del doppio del costo medio di un ETF, ma lontano anni luce dal 2-3% dei costi dei fondi venduti dalle banche qua da noi.
E mi sono detto: “ma cazzo starò mica sbagliando qualcosa? Sta a vedere che Ramsey ha ragione e che ci sono fondi che effettivamente battono il mercato da tantissimo tempo”.
Poi però scava scava, ho trovato l’inghippo.
Sì, questo fondo fa l’11,84% da 90 anni – ed è probabilmente uno dei fondi comuni di investimento migliori della storia.
Però, piccolo dettaglio, negli ultimi 20 anni, questo fondo ha fatto l’8,6% contro il 9,6% dell’S&P 500 e tolti i costi di gestione andiamo praticamente ad un 8%, quindi quasi 2 punti percentuali meno all’anno.
Se vi sembra poco, considerate che 1000 dollari al mese investiti qui avrebbero reso
130.000 in meno che non se fossero stati investiti in un semplice ETF sull’S&P 500.
Quindi sì, esistono fondi talmente antichi che un tempo riuscivano a battere – e pure di tanto – il mercato, ma ormai questo sport è diventato sempre più difficile per via della velocità istantanea tramite la quale l’informazione si propaga nel mondo e che rende praticamente impossibile disporre di un vantaggio competitivo nella scelta dei titoli.
Infatti, da 20 anni a questa parte, pure il magico Fondo di Ramsey produce sì un buon risultato, ma lontano anni luce dal 12% che lui ha in testa.
Finito sto pippone, andiamo a prendere il buono dello Step numero 4 di Ramsey e lasciamo perdere i suoi deliri.
La cosa fondamentale qui è avere un target preciso di risparmio mensile.
15% è abbastanza ragionevole.
20% mette davvero la quarta al nostro processo di arricchimento.
10% direi che è il minimo sindacale perché i numeri abbiano un senso nel lungo termine.
In passato avevamo già fatto qualche calcolo alla buona.
Prendiamo il target della libertà finanziaria del FIRE movement, ossia avere un patrimonio equivalente a 25 volte la propria spesa annuale.
Non consideriamo le tasse e l’inflazione e prendiamo però un più conservativo rendimento del 6% all’anno (la metà dell’impossibile 12% propugnato dal nostro Cowboy).
Ammettiamo che il vostro reddito familiare medio sia stabile nel tempo (idem il costo della vostra vita) e così proprio super a spanne considerate che:
– se risparmiate e investite il 10% del vostro reddito annuo (e spendete il restante 90%), vi serviranno 45 anni per arrivare al target della libertà finanziaria;
– se risparmiate il 15% vi serviranno circa 37 anni;
– se risparmiate il 20% vi serviranno circa 32 anni;
– se risparmiate il 30% in soli, si fa per dire, 25 anni siete a posto;
– se poi, giusto perché ci piace fare i conti, perché lo so che è difficile, riuscite a risparmiare il 40% di quello che guadagnate, ecco sappiate che bastano 20 anni di sforzi per poi raggiungere il target della libertà finanziaria.
E’ ovvio che questo è un conteggio completamente inapplicabile nella vita reale perché presuppone che per svariati decenni il vostro reddito non cambi mai, le vostre spese non cambino mai e il rendimento dei vostri investimenti sia sempre 6% all’anno preciso come un treno giapponese.
La vita vera non funziona così, però se tenete presente questo schemino sapete che ci sono 2 variabili su 3 su cui potete incidere alla grande.
Il rendimento dei vostri investimenti non lo potete controllare ma molto potete fare sull’aumento della vostra capacità di risparmio incidendo sia sui vostri redditi, sia sulle vostre spese.
Se oggi vi fate una fotografia di come gestite le vostre finanze e vi rendete conto che per quanto guadagnate e spendete, potete permettervi massimo il 10% di risparmio, benissimo, meglio che un calcio in culo, ma sappiate che servono circa 45 anni da oggi prima di raggiungere un patrimonio ragguardevole.
Se questa prospettiva non vi piace, allora dateci dentro con la vostra professione, fate una bella acconciatura alle vostre mille inutili spese e provate a farcela in 20 anni.
Tra l’altro, per tutti voi che conoscete benissimo le trappole dell’inflazione, che abbiamo diffusamente discusso nell’episodio 44, un certo patrimonio tra 20 anni ha un valore mentre lo stesso patrimonio tra 45 anni varrà sicuramente molto meno.
Benissimo, capito questo, che è lo step più importante di tutto l’ambaradan che Ramsey racconta da 30 anni, andiamo allo
STEP CINQUE: Risparmia per il fondo per il College per i tuoi figli.
Questa cosa è proprio Americana al 100% perché, anche senza andare a prendere i costosissimi college dell’Ivy League come Harvard, Princeton, Yale e compagnia bella, dove con meno di 200.000 dollari è difficile riuscire a laurearsi, mediamente laurearsi negli States costa dai 50 ai 100.000 dollari.
In Italia se parliamo di Università Statali, alcune delle quali sono delle eccellenze, checché se ne dica, la formazione universitaria ha dei costi infinitamente più bassi.
Tra l’altro secondo la classifica annuale di QS, quest’anno le prime dieci università Italiane sono: il Politecnico di Milano, La Sapienza di Roma, l’Università di Bologna, quella di Padova, il Politecnico di Torino, la Statale di Milano, la Federico II di Napoli, Pisa, Firenze e la Statale di Torino.
Certo la prima italiana è la 134esima a livello mondiale ma ricordatevi anche che i criteri in base a cui sono valutate le Università si basano su dati come le dimensioni, l’internazionalizzazione, la produzione scientifica, ecc. che favoriscono sicuramente i mega college Americani rispetto alle micro università Italiane, ma non per questo un Ingegnere laureato al Politecnico di Milano ha molto da invidiare, in termini di competenze, ad un suo collega laureato al MIT.
Chiusa questa parentesi sul migliorabile mondo della formazione universitaria Italiana, comunque noi non abbiamo bisogno di creare un super fondo per mandare all’università i nostri figli, a meno che naturalmente questi non vogliano studiare all’estero in qualche Università prestigiosa.
Però allocare un certo investimento per questo scopo, sicuramente può essere una buona idea.
Un ragionamento potrebbe essere.
Se ho un figlio di 14 anni che ha iniziato la prima superiore e che sembra intenzionato a frequentare l’Università, posso valutare di allocare magari 10-20.000 € (poi dipende dall’Università che vuole fare) in qualche prodotto abbastanza sicuro dai rendimenti prevedibili.
Oggi, se io fossi in questa situazione magari investirei 20.000 € in obbligazioni governative con scadenza tra 5 anni, dato che è facile trovarne con rendimenti intorno al 4% (sì, in questo caso anche il nostro amato BTP Valore può andar bene), così so quasi di per certo che in quella specifica data tra 5 anni avrò indietro i miei 20.000 più altri 3.500 di interessi netti.
In questo caso dei tassi di interesse non mi frega nulla perché questo è uno specifico investimento fatto apposta per non essere toccato e liquidato esattamente tra 5 anni alla sua scadenza naturale.
Stesso discorso, volendo, può essere fatto con gli ETF obbligazionari a scadenza – anche se essendo corporate pagate più tasse.
Diciamo che quando ci sono obiettivi specifici di medio termine, l’investimento in obbligazioni singole funziona molto bene.
Anche un conto deposito potrebbe andare bene in questo caso, con poche differenze.
Chiaramente tutto ciò presuppone un po’ di pianificazione, perché la domanda che mi potreste fare è: “ok ma da dove li caccio fuori magari 20.000 di botto per investirli in obbligazioni a 5 anni?”.
Certo, good point.
Le opzioni possono essere:
– UNO: fin da quando la creatura nasce apri un deposito titoli intestato a te ma dedicato a lei in cui investi 100 € al mese in un ETF azionario globale. Prendiamo per buono il rendimento degli ultimi 40 anni di un All World qualunque e in 14 anni fanno circa 31.000 €.
Appena capisci che il ragazzo o la ragazza è propenso ad andare all’Università, puoi fare due cose:
– o continui a mettergli i 100 euro al mese senza dirgli nulla, così il giorno che inizia l’università ci saranno circa 50.000 € pronti all’uso;
– oppure, se vuoi essere più sereno per evitare che il giorno prima che questo inizia l’università ti becchi una nuova crisi tipo 2008 e il tuo portafoglio tracolla, quando ha 14 anni liquidi l’investimento, sposti tutto in un’obbligazione a 5 anni e stai sereno. Ti costa un po’ in tasse e in rendimento, ma il risultato è sicuro.
– DUE: cominci qualche anno prima a dedicare il tuo risparmio esclusivamente per questo scopo, allocando magari 500 € al mese per tre anni in un ETF obbligazionario ultrashort o monetario e quando si decide per l’università, tac, si sposta in obbligazioni quinquennali.
– TRE: semplicemente liquidi una parte del tuo portafoglio di investimento e metti in obbligazioni quel che serve.
Ovvio che tutto sto discorso funziona molto bene oggi che i tassi di interesse sono alti e quindi le obbligazioni rendono.
Se tra 10 anni i tassi saranno nuovamente a zero, allora – mamma mia mi sta venendo l’ulcera dire quello che sto per dire – forse potete valutare qualche investimento a capitale garantito con un’assicurazione per essere certi di avere il capitale che vi serve, leggermente rivalutato, di lì a 5 anni.
Oppure li tenete su un conto deposito e basta.
Cmq anche se non rende niente probabilmente sarà perché anche l’inflazione sarà molto bassa, quindi poco vi cambia alla fine.
Detto questo, proiettiamoci quindi allo
STEP SEI: estingui il mutuo in anticipo.
Ora, questa secondo me è un’altra grandissima cazzata.
Ramsey è ossessionato dal debito e quindi per lui ogni forma di indebitamento è demoniaca, quindi gli risulta perfettamente sensato investire grossi capitali per estinguere il mutuo sulla casa e vivere debt-free.
Anche qui, in America può avere un qualche senso perché per un Americano è molto più facile trovarsi senza lavoro dalla sera alla mattina mentre in Italia, soprattutto se uno è un dipendente, obiettivamente è più difficile che di punto in bianco si trovi senza stipendio o senza neanche un sussidio di disoccupazione.
(oltre al fatto che spesso in caso di situazioni gravi i mutui si possono temporaneamente congelare).
Concettualmente però questa cosa non sempre ha senso.
Dipende da qual’è il tasso di interesse a cui vi è stato dato il mutuo.
Se state pagando il 5-6% di interesse all’anno, eh allora ci può stare perché non è semplice trovare investimenti che rendano, netti, più del 5-6% e che quindi siano in grado di giustificare l’arbitraggio tra gli interessi che pago sul debito e il rendimento dai miei investimenti.
Se però avete comprato casa tra il 2009 e il 2021, la maggior parte di voi starà pagando interessi piuttosto bassi.
Io ho comprato la casa in cui vivo ora nel 2021 con un mutuo all’1,1% a tasso fisso.
Ho amici che l’hanno fatto addirittura allo 0,9%.
Capite che in una situazione così non avrà mai alcun senso usare del capitale per estinguere il mutuo in anticipo quando quel capitale può essere investito nel mercato magari al 6, 7% di rendimento all’anno.
Vi ricordo che un moderato portafoglio 60/40 ha fatto circa il 7% negli ultimi 40 anni.
Se ogni anno guadagno il 7%, perché dovrei privarmi del capitale che mi serve per ottenerlo per risparmiare l’1,1% di interessi che pago sul mutuo?
A maggior ragione se considerate che i soldi che restituite ad una banca tra 30 anni valgono meno della stessa cifra se la restituiste oggi.
Discorsi un po’ diversi possono essere fatti nel caso in cui:
– abbiate fatto un tasso variabile e quindi oggi il vostro mutuo è schizzato al 4-5%; oppure
– stiate comprando casa oggi e quindi questi sono gli interessi che vi toccano.
Qui bisognerebbe valutare ogni situazione un po’ ad hoc e calcolare l’impatto di costi e benefici, non c’è una risposta univoca risolutiva.
Se considerate comunque che da qui ai prossimi 20-30 anni avremo ancora chissà quanti cicli di ribassi e rialzi dei tassi di interesse, difficile immaginare che non si presenterà mai più l’opportunità di rinegoziare il mutuo a condizioni migliori.
Però è anche vero che non abbiamo nessuna possibilità di prevedere il futuro, quindi ogni valutazione andrebbe fatta caso per caso per decidere la migliore strategia da mettere in campo.
Fatti tutti questi passi, arriva il momento religioso del programma di Ramsey che è lo
STEP SETTE: Costruisci la tua ricchezza e dona in maniera esagerata.
Questo ovviamente non è un tema di natura strettamente finanziaria.
Ramsey è un fervente religioso evangelico ultraconservatore, quindi questo Step rientra anche nel suo personale programma di conquista della beatitudine eterna.
L’idea in sé è più che lodevole naturalmente, ossia: una volta che sei ricco, compi più gesti di generosità possibile verso chi è meno fortunato di te.
Il motivo per cui lui lo fa e il fatto di inserirlo in un programma di finanza personale mi lasciano invece un po’ perplesso ma su questo tema lascio alla vostra sensibilità individuale ogni successiva riflessione.
Eccoci qua allora, fatti i 7 Baby Steps di Dave Ramsey, da percorrere rigorosamente in ordine, questa è stata l’occasione per avere in colpo solo davanti agli occhi un programma end-to-end che, con l’opportuna pazienza, potrebbe portare chiunque a raggiungere la propria indipendenza finanziaria definitiva e vivere una vita economicamente più solida.
Prendete di Ramsey quel che vi piace, lasciate perdere alcune stronzate che dice e implementate lo spirito del suo programma nella vostra vita che sicuramente ne trarrete benefici.
Prima di chiudere ringrazio il nostro partner Switcho, che in questo percorso ci può dare una mano aiutandoci a risparmiare sulle bollette di Luce, Gas, Internet e Cellulare, quindi se volete potete usare il link negli shownote dell’episodio e chiedere a quelli di Switcho di trovarvi fornitori migliori e occuparsi loro di fare il cambio, senza che a voi costi un solo euro e con in regalo un buono amazon da 10 € così, giusto per il disturbo di aver fatto tre click ed esservi rivolti a Switcho.
Come già detto, se usate il link il sottoscritto percepirà una commissione tale che praticamente già da settimana prossima non mi presenterò più in ufficio, altrimenti saltate a piè pari The Bull, andate direttamente sul sito di Switcho e fate tutto da lì e se ve lo chiedono negate di aver mai anche solo aver sentito parlare di questo podcast.
Grazie invece a tutti voi che come sempre e sempre più numerosi siete qui ad ascoltare quel che due volte a settimana mi metto a raccontarvi, nella convinzione di far qualcosa di buono per tutti noi e di metterci tutti sulla buona strada verso una vita finanziariamente più soddisfacente.
Per qualunque cosa vi passasse per la testa invece, da tematiche di finanza, risparmio e investimento ai consigli per vivere al meglio la Fiera dell’Artigianato di Milano, il mio evento natalizio preferito per distanza, scrivetemi su instagram a Thebull_finance.
Invito inoltre chi non l’avesse ancora fatto a mettere segui e attivare le notifiche sulla piattaforma che usa per ascoltare The Bull e di lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che vi raccontano le strategie per diventare ricchi pensate da fanatici pistoleri del Tennessee mentre risparmiate pure sulla bolletta di Luce e Gas sempre nuovi.
Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci ritroviamo qui domenica prossima, sempre che il giorno prima non sia schiattato dopo 8 ore ininterrotte a mangiare qualunque cosa mi capiti a tiro all’Artigiano in Fiera, ancora una volta, naturalmente, con The Bull – il tuo podcast di finanza personale.
Recensioni
Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!
Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!
Giorgia R., 23 Gen 2025Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai
Matteo C., 3 Set 2025Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!
Massimiliano, 29 Mag 2024Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.
Giulia N., 11 Ago 2025Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva
Gianluca G., 11 Set 2025Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai
Francesca B., 6 Apr 2024Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.
Lorenzo, 13 Mar 2025Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente
Amalia A., 17 Set 2025Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro
Massimo D., 23 Set 2025