Come scegliere il miglior Broker per i nostri Investimenti
Episodio fondamentale per imparare a scegliere la piattaforma online per gestire i nostri investimenti. Quale broker scegliere? Meglio una banca online? Meglio una piattaforma a basso costo? Possiamo fidarci delle piattaforme di trading che non operano in Italia? Tutto questo e due dritte su come non farsi raggirare dalle promesse di soldi facili, con la partecipazione straordinaria di Sheldon.

Risorse
Punti Chiave
Scegli il broker in base a sicurezza (sede UE), costi, gestione fiscale, prodotti e usabilità.
Evita il trading speculativo.
Investi passivamente in ETF.
La chiave del successo è risparmio costante e tempo, non la piattaforma.
Trascrizione Episodio
Bentornati a The Bull – Il tuo podcast di finanza personale
Rieccoci qua insieme carissime amiche e carissimi amici che ormai fate parte di questa bella famigliola da circa 2.000 persone e che settimana dopo settimana mi state regalando il sogno di continuare a vedere il podcast crescere e espandersi come una meravigliosa epidemia.
Pensate che sto podcast è iniziato per il mio puro e semplice desiderio di parlare di finanza con qualcuno che non fossero solo mia moglie o il mio gatto Sheldon, che peraltro è più appassionato di finanza di mia moglie e ad oggi è il mio consulente quando si tratta di valutare la qualità dei fondi comuni d’investimento venduti dalle banche, vero Sheldon, che ne pensi dei fondi gestiti [verso gatto incazzato] – ecco appunto.
Dicevo è iniziato un po’ per gioco e invece grazie a voi stiamo costruendo un gruppetto di persone che condivide dubbi, richieste, ma anche idee e opinioni legati a tutta sta roba qua del risparmio e dell’investimento diffondendo sempre maggiore consapevolezza e cultura finanziaria – tra l’altro grazie 1000 ai tantissimi di voi che mi stanno scrivendo su Instagram tutto quello che vi passa per la testa, sarò felicissimo di rispondere a ciascuno di voi, almeno fino a quando non sarò diventato un celebre podcaster milionario come Tim Ferris e quel punto cari amici miei tanti saluti e ci siamo visti!
Chi è Tim Ferris?
Eh Tim Ferriss è uno di quelli che la vita gli ha detto veramente bene.
Si è laureato a Princeton, ha fatto una startup che vendeva integratori online, l’ha venduta e ha fatto subito i soldi.
Ha scritto il celeberrimo libro The 4-Hour Work Week, in cui in sostanza insegna a massimizzare gli sforzi professionali per lavorare 4 ore a settimana e fare il cazzo che vi pare ovunque per il mondo tutto il resto del tempo.
Manco a dirlo il libro è diventato un New York Times Best Seller e quindi altre palate di soldi.
Ha poi investito in fase di pre-seed in Uber, cioè prima che arrivassero i fondi di venture capital e molto prima che Uber si quotasse in borsa.
Uber a oggi è una formidabile macchina che brucia miliardi di dollari e ha fatto questo trimestre il suo primo utile da una vita, ma ciononostante, per i meravigliosi meccanismi della finanza creativa delle startup, dei fondi di Venture e delle insensate quotazioni in borsa, Ferriss si è fatto comunque i suoi fantastilioni di dollari anche qui.
Per non farsi mancare poi nulla, ha scritto altri 4 o 5 libri dal successo planetario, ha vinto tipo il campionato del mondo di tango in Argentina senza aver mai ballato il tango prima di allora, ma imparando solo a fare la mossa a cui i giudici attribuivano il punteggio più alto, ha vinto anche un campionato internazionale di Ju Jitsu in Thailandia credo, scoprendo una furbata simile e, come se non bastasse, conduce The Ferriss Show che è semplicemente uno dei podcast più seguiti del mondo.
Il motivo per cui sto parlando di The Ferriss è che un po’ rosico che questo davvero sembra uno di quei personaggi che ad ogni starnuto tira fuori un milione di dollari apparentemente senza sforzo, dall’altra perché l’episodio di oggi risponde alla richiesta che tanti tra voi mi hanno fatto di parlare dei broker con cui investire che è uno di quegli argomenti che dire che mi annoia fino allo sfinimento è un eufemismo, quindi sto procrastinando.
Io: no che palle, io non lo faccio quest’episdio
B: no devi farlo! è importante spiegare quale piattaforma utilizzare
Io: ma mi fanno cagare le recensioni!
B: fa niente! te l’hanno chiesto in tanti, quindi è importante, vedi di smetterla di rompere e fai sta puntata come si deve!
Broker online! Lo snodo fondamentale per il vostro percorso di finanza personale!
Sono felicissimo di affrontare con voi quest’argomento oggi, quindi diamoci dentro.
Pagliacciate a parte, alla fine è corretto affrontare per bene questo tema perché se mettiamo su tutta una pianificazione finanziaria con i fiocchi e poi usiamo una piattaforma del menga, eh tanto vale aver fatto tutta la fatica prima no?
Quest’episodio non sarà una recensione – RIPETO: NON SARA’ UNA RECENSIONE – quindi non vi citerò tutti i migliori broker, non vi spiegherò tutte le tariffe, non ci saranno le stelline, i voti o qualunque altra fregnaccia di solito trovate sui blog, nei video o nei reel di chi fa recensioni per campare.
L’obiettivo di questa puntata è farvi capire PERCHE’ è importante scegliere una piattaforma di investimento affidabile, conoscere QUALI siano gli aspetti da tenere in considerazione e infine vedere insieme un esempio di 5 BROKER che corrispondono grossomodo ad altrettante categorie di investimento.
Intanto per cominciare, cos’è un broker.
Quando parliamo di broker ci riferiamo ad una piattaforma online (non che siano tutte online eh, potete anche andare in banca, però se non vivete nell’età della pietra forse direi che quelle online sono una scelta più efficiente), comunque dicevo è una piattaforma online che vi permette di effettuare le operazioni di compravendita dei vostri titoli, siano essi, azioni, obbligazioni, etf, certificati o quelle amenità come i CFD, le opzioni, i futures, le cripto e così via.
Il broker è quindi l’intermediario.
Come sapete – o se non lo sapete sappiatelo – come investitori privati non avete un accesso primario ai prodotti di investimento, come invece accade per gli investitori istituzionali.
Voi potete comprare i vostri asset finanziari tendenzialmente solo sul mercato secondario, quindi avete bisogno di un intermediario che prenda i vostri soldi, vada sul mercato, compri le cose per voi e ve le tenga nella sua piattaforma.
Ora, una cosa molto importante da dire subito e che dovete tener presente nella valutazione del broker che sceglierete è che i vostri titoli per legge devono essere detenuti da un soggetto terzo.
Cioè i vostri 50.000 € in ETF, per esempio, non possono fare parte del patrimonio del broker, perché se questo salta per aria voi dovete star tranquilli che i suoi creditori non possono attingere ai vostri investimenti per recuperare il loro soldi.
E’ quindi importante andare a leggere nelle righine minuscole in fondo al sito web del broker chi detiene i vostri titoli; se si tratta di una banca nell’Unione Europea con tutti i sacri crismi, tutto ok, se invece i vostri titoli vengono depositati in una banca alle Seychelles, mmmhhh, forse non è la prima scelta che andrei a fare.
Detto questo, la prima cosa da capire prima di cominciare a metter soldi su un broker è avere ben chiaro che tipo di investimenti avete intenzione di fare, perché questo governerà la scelta della piattaforma migliore.
Se vi interessa fare le cose di cui parliamo qui a The Bull, quindi investimenti passivi, etf, al limite qualche azione e obbligazione, allora vi muoverete su un certo tipo di broker; se invece volete fare i fenomeni, fare trading come se non ci fosse un domani convinti che farete un pacco di soldi ogni mese grazie ai 49€ e novantanove che avete speso per un infallibile corso per fare trading con le opzioni, allora meglio andare su broker fatti apposta per sta roba qua.
A questo punto arrivati, è il momento della consueta rubrica, parliamo male di chi fa trading online.
Così, senza motivo, giusto per rimarcare alcuni concetti che magari dopo quest’episodio vi andate a spulciare qualche broker spinto sulla parte di trading e iniziate a pensare “ma che cazzo diceva quello di The BUll? altro che 6,7,8 % all’anno con gli ETF, qua si possono fare soldi veri con 15 minuti al giorno facendo trading a leva, wow! troppo fico!”
Perché, come funziona la mirabolante magia del trading online?
Ovviamente esistono una miriade di cose che si possono fare, utilizzando una miriade di strumenti e una miriade di strategie.
Le cose che vi dovete ricordare, prima di sputtanare tutti i vostri soldi in questa raffinata forma di gioco d’azzardo, sono:
UNO: il trading è un LAVORO full time. Se volete fare trading allora dovete fare i trader, ergo stare davanti ai vostri begli schermoni tutto il giorno (o la notte a seconda di quello che fate), studiarvi bene il mercato, fare operazioni ben pianificate e star dietro a tutto l’ambaradan esattamente come se faceste il vostro bel lavoro in ufficio dal lunedì mattina al venerdì sera.
Chiaro?
Non è che non si possono fare i soldi con il trading, si possono fare – in quantità MOOOLTO più limitata di quello che vi fanno immaginare su internet e sui social – ma bisogna starci dietro un botto.
Si può fare trading 15 minuti al giorno?
Sì, però al 99% finirai per perdere i tuoi soldi.
DUE: a meno che non facciate semplici operazioni di trading di azioni, attenzione che molto spesso le attività di trading sono a leva.
Che significa?
Significa che quando vi dicono “con noi puoi fare trading anche con piccoli capitali e guadagnare un botto di soldi” ciò è possibile solo attraverso la leva finanziaria, che in pratica è un meccanismo che amplifica di un certo numero di multipli il valore del vostro investimento, sia in positivo che in negativo naturalmente.
Fare operazioni che prevedono leva 5, per esempio, significa che sia il mio potenziale guadagno che la mia potenziale perdita vanno moltiplicati per 5 (più o meno, non è proprio così, ma giusto per capirci).
La simpatica caratteristica della leva finanziaria è che si vi dice bene fate tanti soldi con poco investimento.
Se vi dice male, perdete molti più soldi di quanti ne avete investiti.
Quindi occhio a soprattutto a CFD, Opzioni e tutto l’armamentario di prodotti derivati che vengono ampiamente pubblicizzati su molte piattaforme di trading e assicuratevi di comprenderne pienamente il funzionamento prima di mettervi a fare qualunque cosa perché il rischio è di perdere molto più del vostro intero capitale.
Attenzione inoltre a questo altro piccolo dettaglio.
Il problema della finanza è che, diversamente da tanti altri ambiti della vita, è caratterizzata da asimmetrie e discontinuità con le quali il nostro cervello litiga un po’.
Mi spiego:
se mi alleno con i pesi per 2 anni, 3-4 volte a settimana, mi alimento in modo corretto in surplus calorico, riposo adeguatamente e aumento progressivamente i carichi, a meno che non sia affetto da qualche patologia che impatta sullo sviluppo muscolare ho buona probabilità di metter su un po’ di massa.
Una volta che ho messo su 5-6 chili di muscoli, non può capitare che domani, mentre sono lì a fare l’ennesima sessione di panca piana, sbaglio qualcosa nell’esecuzione e improvvisamente perdo tutti i muscoli che ho messo su in due anni.
L’allenamento fisico produce un risultato cumulativo progressivo.
Pertanto se vedo i risultati sul mio corpo, mese dopo mese, ciò significa che le cose che sto facendo sono corrette.
In finanza non funziona così, soprattutto quando si tratta di finanza speculativa volta a conseguire guadagni a breve termine.
Se sono bravo, preparato, so quello che faccio e opero con tutte le cautele del caso può succedere che faccia soldi con il trading magari anche per diversi anni.
Il fatto però di fare soldi con continuità per diversi anni consecutivi non mi garantisce affatto che ad un certo punto non possa perdere tutto – o forse anche molto di più – in un’unica funesta giornata.
Come vi racconterò parlando del mio grande eroe Nassim Taleb, uno che fa pozzi di soldi quando gli altri ne perdono, quando è arrivato il Black Monday del 19 Ottobre 1987 lui ha sbancato perché non faceva soldi da anni in attesa che arrivasse un grave evento avverso da cui avrebbe beneficiato, mentre moltissimi tra i suoi illustri colleghi di Credit Suisse First Boston quel giorno, nonostante i milioni accumulati negli anni precedenti, hanno letteralmente perso tutto in una sola, folle, imprevedibile giornata negativa della borsa di New York (uno di questi, che abitava vicino a Taleb, si sarebbe gettato dalla finestra del suo appartamento la sera stessa per l’insostenibile perdita accumulata quel giorno).
Vi avevo inoltre già raccontato dell’Hedge Fund Long Term Capital Management vi ricordate?
Questo fondo, creato all’inizio degli anni ’90 da una specie di dream team che annoverava Premi Nobel per l’economia, gente con due lauree all’MIT, investitori di grandissimo successo e altre superstar, fece letteralmente una barca di soldi dal marzo del 1994 per i 52 mesi successivi.
Oh ragazzi, questi per oltre 4 anni di fila hanno fatto mediamente oltre il 40% di rendimento all’anno, più del doppio della performance sotto steroidi dei primi anni ’90 dell’S&P 500.
52 mesi di performance stellari e poi?
E poi in 5 mesi il fondo è fallito.
Nell’ottobre del 1998, il più spettacolare hedge fund del mondo guidato dalle menti più illuminate mai messe insieme in una società d’investimenti fallì, di punto in bianco, perché accadde un evento che per loro era troppo improbabile perché potesse accadere.
Peccato che, come abbiamo detto tante volte, tutte le cose eccezionali che sono accadute non erano mai accadute prima di accadere.
Quindi il fatto che qualcosa non si sia mai verificato non significa affatto che ciò sia impossibile.
E infatti gli amici di Long Term Capital Management l’hanno scoperto a loro altissime spese.
Chiaro? quindi in finanza non sai mai se quel che stai facendo lo stai facendo bene o se ti sta girando di culo.
E’ ciò può durare anche per anni.
Non siamo geneticamente programmati per ragionare in questo modo.
Pertanto attenzione a farsi prendere l’entusiasmo facile, perché non è tutto oro quel che luccica.
Ok?
Fatta la ramanzina da vecchia zia bigotta, come sapete questo è un podcast dedicato all’investimento, quindi il trading non ci interessa e lo lasciamo fare a chi lo sa fare per davvero o a chi pensa di poterlo fare un’ora al giorno e che prima o poi si scotterà le chiappe.
Veniamo invece a noi e a ste benedette piattaforme e quali usare.
Cominciamo con il dire che ci sono 5 aspetti che dovete considerare mentre farete la vostra personale recensione dei broker:
UNO: i costi ovviamente.
Quando valutate un broker dovete considerare in particolare:
– se ci sono costi di abbonamento o in generale costi fissi per il vostro account; poi
– quali sono le commissioni di negoziazione sugli asset che vi interessano (nel nostro caso, soprattutto, ETF ed eventualmente azioni e obbligazioni);
– infine leggete bene che non ci siano altri costi meno visibili legati magari agli spread che vengono applicati sulle transazioni.
DUE: la sicurezza.
Dato che ci state mettendo i vostri soldi, manco a dirlo questa è una cosa fondamentale e direi che pesa più del discorso dei costi.
Sicurezza qui vuol dire due cose:
– sicurezza informatica, ossia leggete nel sito del broker quali standard di sicurezza vengono applicati e assicuratevi che, per esempio, vengano sempre richieste almeno le autorizzazioni a due fattori prima di compiere qualunque operazione (cioè oltre alla password per entrare, deve essere richiesta sempre almeno un’ulteriore password, diversa, per autorizzare qualunque operazione).
Poi se non siete esperti di cybersecurity non ci capirete una mazza degli aspetti più tecnici, però diciamo che come regola di buon senso darei priorità a broker noti e consolidati che di per certo investono milioni nella sicurezza informatica, piuttosto che a broker sgangherati di dubbia provenienza che potrebbero non essere altrettanto sul pezzo.
– abbiamo poi la sicurezza legale, ossia attenzione a dove si trova la piattaforma.
Se la piattaforma ha sede nell’unione europea, andiamo sereni perché le normative comunitarie sono dei pali nel culo talmente rigidi che state certi che il vostro broker sarà iper vigilato e non avrete (quasi) mai sorprese.
Se la piattaforma ha sede alle isole Cayman, a Cipro, a Tallin o Dio sa dove, probabilmente saranno un po’ più leggeri e se poi succede qualcosa vi voglio vedere andarli a prendere per recuperare i vostri soldi.
TRE: Gestione fiscale.
Questa cosa è molto importante perché potrebbe rappresentare una bella seccatura.
Se usate un broker italiano che vi fornisce il servizio di regime amministrato, zero sbattimenti per voi perché vi farà da sostituto d’imposta e quindi sarà il broker a trattenervi a monte tutti gli importi da versare all’onorabile fisco Italiano.
Se usate invece un broker in regime dichiarativo o in generale un broker estero, dovete poi ogni anno dichiarare le vostre operazioni quando fate il 730.
Poi, se investite in ETF, comprate e basta e quindi non realizzate dei profitti, non ci saranno tasse da capital gain da pagare, altrimenti sì.
Ma in generale dovete comunque rendicontare quello che fate.
Non stiamo parlando di fare un trapianto di cuore, eh, ma è comunque un’operazione noiosa che dovete ricordarvi di fare ogni anno.
QUATTRO: l’offerta dei prodotti e i mercati su cui opera.
Anche qui, la cosa che governa la scelta a monte è sapere cosa avrete intenzione di fare sulla piattaforma.
Se vi interessano solo gli ETF, ci sono broker molto economici con un’ottima selezione.
Qualora invece voleste anche investire, che ne so, in azioni Americane, allora sarebbe meglio un broker che vi dà accesso anche al New York Stock Exchange e al Nasdaq.
Poi in realtà questo non è proprio vero perché le grandi aziende americane sono spesso quotate anche nelle principali borse europee, comunque fate caso ai mercati disponibili e in base a quello che volete fare scegliete di conseguenza.
Se poi nonostante il predicozzo di poco fa volete avere piattaforme evolute per fare trading con i prodotti più creativi del mondo, ecco allora ci sono specifici broker fatti apposta e altri che non si prestano per niente.
CINQUE: user experience.
Alcune piattaforme sono fighissime e hanno un’usabilità eccellente.
Altre fanno un po’ cagare e viene la morte nel cuore ogni volta che c’è da fare un’operazione.
L’usabilità non sarà forse l’aspetto più importante di tutti, ma dato che si tratta di usare una piattaforma per anni, forse decenni, se ogni volta mi deve salire il crimine quando devo fare un’operazione, ad un certo punto sacrificherò condizioni economiche magari anche vantaggiose per una piattaforma fatta come Dio comanda.
Tutto chiaro?
Queste sono le cose fondamentali da considerare.
Veniamo ora alla parte che tutti voi stavate aspettando, i NOMI!
Vediamo quindi i broker che ho selezionato, esemplificativi di diverse categorie di piattaforma in base a quello che volete fare.
Partiamo dunque con ETORO!
Come avrete capito da tutti questi mesi che sentite la mia voce due volte a settimana, per me ETORO è l’emblema dell’app da non usare, ma ciò non toglie che abbia sicuramente tanti elementi positivi.
E’ sicuramente una piattaforma solida, estremamente diffusa e con un’usabilità eccezionale.
I pro sono i costi molti bassi (loro dicono ZERO commissioni, in realtà non è vero se andate a leggere bene) e la vastissima offerta di prodotti e mercati.
Per la verità ETF pochi, ce ne sono solo 325 (e considerate che solo quelli quotati su Borsa Italiana sono arrivati ad essere oltre 1.500) e tra l’altro la maggior parte non sono armonizzati con la normativa fiscale Europea, quindi non vi conviene usarli perché paghereste un botto di tasse.
Voi infatti dovete sempre comprare ETF che nel loro nome riportano la sigla UCITS, mentre su Etoro sono veramente pochissimi quelli che potrete davvero utilizzare.
Però se volete comprare azioni o, soprattutto, prodotti complessi come i contratti per differenza (i cosiddetti CFD, ciò che Etoro spinge più di ogni altra cosa) e passare la giornata a fare scommesse a leva su tutto quello che vi passa per la testa, dalle materie prime più esotiche alle criptovalute più strampalate, ETORO è l’app che fa per voi.
Ah, dettaglio da poco.
Sede Legale di Etoro Europe, Cipro, nota piazza finanziaria europea altamente regolamentata.
Nulla di dire contro gli amici ciprioti, eh, sia chiaro, e cmq Etoro è registrata alla Consob e ha tutte le regolamentazioni, però, come dire, l’idea che i miei soldi siano là su quell’isoletta un po’ ballerina, bah, non è che proprio mi fa dormire sereno la notte.
Sì forse non sono stato molto imparziale…
Però sticazzi ragazzi, vi dico quel che penso sulla base di quel che io farei.
Poi, liberi voi di fare quel che vi pare e di avere opinioni diverse.
Veniamo ora a DEGIRO e SCALABLE.
Sono entrambe piattaforme con sede nell’Unione Europea (Degiro in Olanda e Scalable in Germania) ed entrambi custodiscono i vostri titoli presso banche tedesche.
Sono soggette alle regolamentazioni delle autorità di garanzia in Olanda e Germania e quindi, dal punto di vista della sicurezza, mi sentirei di essere più che sereno.
Metto insieme questi due broker perché sono obiettivamente molto simili e rappresentano un’ottima soluzione a prova di bomba se volete avere una piattaforma di semplicissimo utilizzo, con bassissimi costi, buona offerta di prodotti e alti standard di sicurezza.
Se dobbiamo invece trovare qualche caratteristica distintiva potremmo dire queste cose:
– Degiro offre una maggiore esposizione a mercati internazionali, ne ha oltre 65, e permette di investire su una scelta molto più ampia di prodotti quali azioni internazionali e prodotti derivati.
– Scalable invece si concentra su Gettex (la borsa di Monaco di Baviera) e Xetra (la borsa di Francoforte) e ha un’offerta decisamente più limitata, ristretta ad azioni, ETF, materie prime e fondi a gestione attiva.
Ora attenzione, il fatto che Scalable offra solo prodotti quotati nelle due piazze tedesche non è particolarmente limitante, perché la stragrande maggioranza degli ETF che vi potranno interessare nonché praticamente tutte le grandi società internazionali sono quotate anche su Gettex o Xetra.
Scalable però deve essere la vostra scelta se volete un broker a bassissimo costo per concentrarvi quasi esclusivamente sull’investimento in ETF.
La cosa top di Scalable è poi la possibilità di creare dei piani di accumulo in etf a zero commissioni (se fate l’abbonamento da 4 € al mese), quindi è sicuramente una piattaforma molto interessante da questo punto di vista.
Se volete invece un broker sempre dai costi contenuti, ma con un’offerta di prodotti e mercati molto più vasta, Degiro può essere la piattaforma che fa per voi.
Attenzione che entrambi sono esteri, quindi dovete dichiarare ogni anno le vostre operazioni.
Tutte e due le piattaforme, però, mettono a disposizione una rendicontazione automatica di tutta la vostra attività, quindi molto semplicemente ogni anno vi scaricate il vostro report, lo date al CAF o al commercialista e siete a posto senza troppo stress.
Veniamo infine a quelle che secondo me sono le due migliori soluzioni Italiane quando si tratta di scegliere il vostro broker: FINECO e DIRECTA.
Partiamo da Fineco.
Qui, c’è veramente poco da dire.
E’ ormai un colosso bancario ultraconsolidato in Italia, alle sue spalle c’è Unicredit, ed è stata il pioniere delle banche online nel nostro Paese.
La sua offerta di prodotti è sterminata, avete accesso a 26 mercati, ha una piattaforma di trading super evoluta, davvero, con Fineco avete probabilmente la più ampia offerta di strumenti e infrastruttura che troverete mai in Italia.
Altra cosa molto valida di Fineco è che opera da sostituto d’imposta, quindi delle tasse non dovrete mai preoccuparvi.
Svantaggi?
Beh, Fineco purtroppo ha un grosso svantaggio.
Costa l’ira di Dio.
Il costo di transazione di un ETF, per esempio, è di 19 €, veramente un’enormità se confrontato con altri broker che non hanno costi di transazione o che fanno pagare magari 1 o 2 euro.
Quando parliamo di ETF, vanno però fatte due specifiche.
UNO: il piano di accumulo di Fineco, chiamato Replay, è abbastanza interessante perché a partire da 3€ al mese potete costruirvi il vostro portafoglio automatico, ottimizzando i costi.
DUE: Fineco offre una vasta offerta di ETF di Ishares, Amundi e Lyxor a zero commissioni. Pertanto con un po’ di attenzione potete limitare nettamente le commissioni scegliendo ETF che rientrano in quest’elenco (per esempio l’ETF di Ishares sull’azionario globale o quello sul Nasdaq 100 sono senza commissioni).
In sintesi, Fineco offerta top se volete il non plus ultra dal punto di vista della qualità e dell’offerta, non è il vostro broker se siete interessati a contenere al massimo i vostri costi.
Sicuramente per chi inizia, con piccoli capitali, Fineco non è forse la scelta migliore, a meno che in colpo solo non vogliate avere tutt’insieme il conto corrente e la piattaforma di investimento.
Su capitali più rilevanti, invece, allora anche l’impatto commissionale diventa meno significativo e lì Fineco mostra tutto il suo valore aggiunto in termini di offerta di prodotto e qualità della piattaforma.
Last but least, una soluzione assolutamente da tenere in considerazione è DIRECTA.
Non parlo spesso di questa piattaforma ed è un peccato, perché può rappresentare un’ottima soluzione di compromesso, soprattutto quando si parla di importi limitati, con in più la garanzia di lavorare con una piattaforma Italiana che opera da oltre 20 anni, regolamentata da Consob, perfettamente sicura e con una buona offerta di mercati e prodotti.
Sicuramente Directa non è la soluzione ideale per chi vuole fare trading ad alto livello e con prodotti complessi, l’offerta in tal senso è più limitata che su altri broker come ad esempio eToro o Degiro.
Per quello che ci interessa qui, invece, se siamo interessati ad una logica di investimento fatta prevalentemente di ETF, azioni e obbligazioni, direi che Directa è una soluzione di tutto rispetto con dei costi accettabili.
Il costo di transazione per il singolo ETF è di 5 € (rispetto ai 19 € di Fineco) e anche su Directa sono disponibili dei piani di accumulo a zero commissione su specifici ETF di Ishares, Amundi, Wisdomtree e VanEck.
Ci sono inoltre diversi ETF a zero commissioni a fronte di almeno 1.500 € di taglio minimo di acquisto.
Ha inoltre il vantaggio, non trascurabile, di fare da sostituto d’imposta.
Interfaccia grafica bruttina, ma tutto sommato accettabile.
Per chi mi sta ascoltando e che non è interessato ad avere quella Lamborghini di Fineco, mi sentirei di dire che le due migliori opzioni per rapporto qualità/prezzo sono forse Scalable e Directa, con una leggera preferenza per Directa per via della sua possibilità di fare da sostituto d’imposta.
Ora che ci siamo fatti tutto sto bel film sui principali broker tra cui vi suggerirei di guardare, che si fa?
Diciamo che, a parte eToro che è più indicato per il trading che non per l’investimento a lungo termine, una qualunque di quelle che vi ho citato andrà benissimo per chiunque tra voi.
In linea generale vi direi solo di considerare quali sono gli importi che volete investire, con quale cadenza e su quanti prodotti e valutate il broker di conseguenza, ma finché state su quelli citati, chi con qualche costo in più, chi con qualche costo in meno, alla fine sono certo che vi troverete assolutamente bene per cominciare ad intraprendere il vostro percorso di investimento (oddio magari su eToro no, gli altri ok).
Ricordatevi poi che i titoli sono sempre trasferibili, quindi se partite con, che ne so, Scalable e tra due anni volete passare a Fineco, fate il trasferimento titoli e il gioco è fatto, quindi nessuna scelta è irreversibile.
Care amiche e cari amici di The Bull, abbiamo fatto anche la puntata recensione dei broker, così ce la siamo tolta dalle palle e almeno fino al 2024 non ne parliamo più.
Fatemi sapere che ne pensate su Instagram a TheBull_Finance e se avete avuto qualche esperienza degna di nota con questi o altri broker.
Qualunque sia la scelta del broker, mi raccomando, non state tre mesi a farvi quaranta pippe mentali prima di decidere quale aprire, che nel frattempo il mondo va avanti e voi restate indietro.
La scelta del broker, a meno che non finiate su qualche piattaforma del menga, conta lo 0, percento di tutta la faccenda, mentre invece, come diciamo sempre, ciò che fa tutta, tutta, tutta la differenza sono e restano sempre e soltanto:
– la vostra capacità di risparmio e
– il tempo che state investiti.
Finché parliamo di investimenti passivi tramite ETF, più soldi mettete e più tempo state nei mercati, maggiore sarà il risultato finale e l’impatto a lungo termine dell’interesse composto sarà macroscopico rispetto alle minuzie dei costi del vostro broker.
Ricordatevi che investire 10.000 € quando avete 25 anni nell’azionario globale potrebbe trasformarli, basandoci sui rendimenti storici, in oltre 200.000 quando andrete in pensione a 65.
Se vi svegliate tardi e cominciate a 40 anni, serviranno 230 € al mese (quindi quasi 70.000 in totale) per arrivare allo stesso risultato.
Quindi, come on, scegliete il broker oggi pomeriggio e domani cominciate.
Detto questo chiudo ringraziandovi ancora una volta per il supporto costante a questo podcast e vi invito come sempre a mettere segui e attivare le notifiche sulla vostra piattaforma preferita.
Consigliate poi The Bull a tutti i vostri amici, parenti, colleghi, vicini di posto sulla metro e alla persona dietro di voi in coda alla cassa del supermercato e dite anche a loro di lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che per l’amor di dio speriamo non siano più recensioni che sono molto utili a voi ma sfrantumano gli attributi a me sempre nuovi!
Per questo episodio invece, è davvero tutto, e noi ci ritroviamo qui tra qualche giorno a parlare di cosa avrei voluto sapere 20 anni fa per essere un migliore investitore oggi, sempre con THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Bentornati a The Bull – Il tuo podcast di finanza personale
Rieccoci qua insieme carissime amiche e carissimi amici che ormai fate parte di questa bella famigliola da circa 2.000 persone e che settimana dopo settimana mi state regalando il sogno di continuare a vedere il podcast crescere e espandersi come una meravigliosa epidemia.
Pensate che sto podcast è iniziato per il mio puro e semplice desiderio di parlare di finanza con qualcuno che non fossero solo mia moglie o il mio gatto Sheldon, che peraltro è più appassionato di finanza di mia moglie e ad oggi è il mio consulente quando si tratta di valutare la qualità dei fondi comuni d’investimento venduti dalle banche, vero Sheldon, che ne pensi dei fondi gestiti [verso gatto incazzato] – ecco appunto.
Dicevo è iniziato un po’ per gioco e invece grazie a voi stiamo costruendo un gruppetto di persone che condivide dubbi, richieste, ma anche idee e opinioni legati a tutta sta roba qua del risparmio e dell’investimento diffondendo sempre maggiore consapevolezza e cultura finanziaria – tra l’altro grazie 1000 ai tantissimi di voi che mi stanno scrivendo su Instagram tutto quello che vi passa per la testa, sarò felicissimo di rispondere a ciascuno di voi, almeno fino a quando non sarò diventato un celebre podcaster milionario come Tim Ferris e quel punto cari amici miei tanti saluti e ci siamo visti!
Chi è Tim Ferris?
Eh Tim Ferriss è uno di quelli che la vita gli ha detto veramente bene.
Si è laureato a Princeton, ha fatto una startup che vendeva integratori online, l’ha venduta e ha fatto subito i soldi.
Ha scritto il celeberrimo libro The 4-Hour Work Week, in cui in sostanza insegna a massimizzare gli sforzi professionali per lavorare 4 ore a settimana e fare il cazzo che vi pare ovunque per il mondo tutto il resto del tempo.
Manco a dirlo il libro è diventato un New York Times Best Seller e quindi altre palate di soldi.
Ha poi investito in fase di pre-seed in Uber, cioè prima che arrivassero i fondi di venture capital e molto prima che Uber si quotasse in borsa.
Uber a oggi è una formidabile macchina che brucia miliardi di dollari e ha fatto questo trimestre il suo primo utile da una vita, ma ciononostante, per i meravigliosi meccanismi della finanza creativa delle startup, dei fondi di Venture e delle insensate quotazioni in borsa, Ferriss si è fatto comunque i suoi fantastilioni di dollari anche qui.
Per non farsi mancare poi nulla, ha scritto altri 4 o 5 libri dal successo planetario, ha vinto tipo il campionato del mondo di tango in Argentina senza aver mai ballato il tango prima di allora, ma imparando solo a fare la mossa a cui i giudici attribuivano il punteggio più alto, ha vinto anche un campionato internazionale di Ju Jitsu in Thailandia credo, scoprendo una furbata simile e, come se non bastasse, conduce The Ferriss Show che è semplicemente uno dei podcast più seguiti del mondo.
Il motivo per cui sto parlando di The Ferriss è che un po’ rosico che questo davvero sembra uno di quei personaggi che ad ogni starnuto tira fuori un milione di dollari apparentemente senza sforzo, dall’altra perché l’episodio di oggi risponde alla richiesta che tanti tra voi mi hanno fatto di parlare dei broker con cui investire che è uno di quegli argomenti che dire che mi annoia fino allo sfinimento è un eufemismo, quindi sto procrastinando.
Io: no che palle, io non lo faccio quest’episdio
B: no devi farlo! è importante spiegare quale piattaforma utilizzare
Io: ma mi fanno cagare le recensioni!
B: fa niente! te l’hanno chiesto in tanti, quindi è importante, vedi di smetterla di rompere e fai sta puntata come si deve!
Broker online! Lo snodo fondamentale per il vostro percorso di finanza personale!
Sono felicissimo di affrontare con voi quest’argomento oggi, quindi diamoci dentro.
Pagliacciate a parte, alla fine è corretto affrontare per bene questo tema perché se mettiamo su tutta una pianificazione finanziaria con i fiocchi e poi usiamo una piattaforma del menga, eh tanto vale aver fatto tutta la fatica prima no?
Quest’episodio non sarà una recensione – RIPETO: NON SARA’ UNA RECENSIONE – quindi non vi citerò tutti i migliori broker, non vi spiegherò tutte le tariffe, non ci saranno le stelline, i voti o qualunque altra fregnaccia di solito trovate sui blog, nei video o nei reel di chi fa recensioni per campare.
L’obiettivo di questa puntata è farvi capire PERCHE’ è importante scegliere una piattaforma di investimento affidabile, conoscere QUALI siano gli aspetti da tenere in considerazione e infine vedere insieme un esempio di 5 BROKER che corrispondono grossomodo ad altrettante categorie di investimento.
Intanto per cominciare, cos’è un broker.
Quando parliamo di broker ci riferiamo ad una piattaforma online (non che siano tutte online eh, potete anche andare in banca, però se non vivete nell’età della pietra forse direi che quelle online sono una scelta più efficiente), comunque dicevo è una piattaforma online che vi permette di effettuare le operazioni di compravendita dei vostri titoli, siano essi, azioni, obbligazioni, etf, certificati o quelle amenità come i CFD, le opzioni, i futures, le cripto e così via.
Il broker è quindi l’intermediario.
Come sapete – o se non lo sapete sappiatelo – come investitori privati non avete un accesso primario ai prodotti di investimento, come invece accade per gli investitori istituzionali.
Voi potete comprare i vostri asset finanziari tendenzialmente solo sul mercato secondario, quindi avete bisogno di un intermediario che prenda i vostri soldi, vada sul mercato, compri le cose per voi e ve le tenga nella sua piattaforma.
Ora, una cosa molto importante da dire subito e che dovete tener presente nella valutazione del broker che sceglierete è che i vostri titoli per legge devono essere detenuti da un soggetto terzo.
Cioè i vostri 50.000 € in ETF, per esempio, non possono fare parte del patrimonio del broker, perché se questo salta per aria voi dovete star tranquilli che i suoi creditori non possono attingere ai vostri investimenti per recuperare il loro soldi.
E’ quindi importante andare a leggere nelle righine minuscole in fondo al sito web del broker chi detiene i vostri titoli; se si tratta di una banca nell’Unione Europea con tutti i sacri crismi, tutto ok, se invece i vostri titoli vengono depositati in una banca alle Seychelles, mmmhhh, forse non è la prima scelta che andrei a fare.
Detto questo, la prima cosa da capire prima di cominciare a metter soldi su un broker è avere ben chiaro che tipo di investimenti avete intenzione di fare, perché questo governerà la scelta della piattaforma migliore.
Se vi interessa fare le cose di cui parliamo qui a The Bull, quindi investimenti passivi, etf, al limite qualche azione e obbligazione, allora vi muoverete su un certo tipo di broker; se invece volete fare i fenomeni, fare trading come se non ci fosse un domani convinti che farete un pacco di soldi ogni mese grazie ai 49€ e novantanove che avete speso per un infallibile corso per fare trading con le opzioni, allora meglio andare su broker fatti apposta per sta roba qua.
A questo punto arrivati, è il momento della consueta rubrica, parliamo male di chi fa trading online.
Così, senza motivo, giusto per rimarcare alcuni concetti che magari dopo quest’episodio vi andate a spulciare qualche broker spinto sulla parte di trading e iniziate a pensare “ma che cazzo diceva quello di The BUll? altro che 6,7,8 % all’anno con gli ETF, qua si possono fare soldi veri con 15 minuti al giorno facendo trading a leva, wow! troppo fico!”
Perché, come funziona la mirabolante magia del trading online?
Ovviamente esistono una miriade di cose che si possono fare, utilizzando una miriade di strumenti e una miriade di strategie.
Le cose che vi dovete ricordare, prima di sputtanare tutti i vostri soldi in questa raffinata forma di gioco d’azzardo, sono:
UNO: il trading è un LAVORO full time. Se volete fare trading allora dovete fare i trader, ergo stare davanti ai vostri begli schermoni tutto il giorno (o la notte a seconda di quello che fate), studiarvi bene il mercato, fare operazioni ben pianificate e star dietro a tutto l’ambaradan esattamente come se faceste il vostro bel lavoro in ufficio dal lunedì mattina al venerdì sera.
Chiaro?
Non è che non si possono fare i soldi con il trading, si possono fare – in quantità MOOOLTO più limitata di quello che vi fanno immaginare su internet e sui social – ma bisogna starci dietro un botto.
Si può fare trading 15 minuti al giorno?
Sì, però al 99% finirai per perdere i tuoi soldi.
DUE: a meno che non facciate semplici operazioni di trading di azioni, attenzione che molto spesso le attività di trading sono a leva.
Che significa?
Significa che quando vi dicono “con noi puoi fare trading anche con piccoli capitali e guadagnare un botto di soldi” ciò è possibile solo attraverso la leva finanziaria, che in pratica è un meccanismo che amplifica di un certo numero di multipli il valore del vostro investimento, sia in positivo che in negativo naturalmente.
Fare operazioni che prevedono leva 5, per esempio, significa che sia il mio potenziale guadagno che la mia potenziale perdita vanno moltiplicati per 5 (più o meno, non è proprio così, ma giusto per capirci).
La simpatica caratteristica della leva finanziaria è che si vi dice bene fate tanti soldi con poco investimento.
Se vi dice male, perdete molti più soldi di quanti ne avete investiti.
Quindi occhio a soprattutto a CFD, Opzioni e tutto l’armamentario di prodotti derivati che vengono ampiamente pubblicizzati su molte piattaforme di trading e assicuratevi di comprenderne pienamente il funzionamento prima di mettervi a fare qualunque cosa perché il rischio è di perdere molto più del vostro intero capitale.
Attenzione inoltre a questo altro piccolo dettaglio.
Il problema della finanza è che, diversamente da tanti altri ambiti della vita, è caratterizzata da asimmetrie e discontinuità con le quali il nostro cervello litiga un po’.
Mi spiego:
se mi alleno con i pesi per 2 anni, 3-4 volte a settimana, mi alimento in modo corretto in surplus calorico, riposo adeguatamente e aumento progressivamente i carichi, a meno che non sia affetto da qualche patologia che impatta sullo sviluppo muscolare ho buona probabilità di metter su un po’ di massa.
Una volta che ho messo su 5-6 chili di muscoli, non può capitare che domani, mentre sono lì a fare l’ennesima sessione di panca piana, sbaglio qualcosa nell’esecuzione e improvvisamente perdo tutti i muscoli che ho messo su in due anni.
L’allenamento fisico produce un risultato cumulativo progressivo.
Pertanto se vedo i risultati sul mio corpo, mese dopo mese, ciò significa che le cose che sto facendo sono corrette.
In finanza non funziona così, soprattutto quando si tratta di finanza speculativa volta a conseguire guadagni a breve termine.
Se sono bravo, preparato, so quello che faccio e opero con tutte le cautele del caso può succedere che faccia soldi con il trading magari anche per diversi anni.
Il fatto però di fare soldi con continuità per diversi anni consecutivi non mi garantisce affatto che ad un certo punto non possa perdere tutto – o forse anche molto di più – in un’unica funesta giornata.
Come vi racconterò parlando del mio grande eroe Nassim Taleb, uno che fa pozzi di soldi quando gli altri ne perdono, quando è arrivato il Black Monday del 19 Ottobre 1987 lui ha sbancato perché non faceva soldi da anni in attesa che arrivasse un grave evento avverso da cui avrebbe beneficiato, mentre moltissimi tra i suoi illustri colleghi di Credit Suisse First Boston quel giorno, nonostante i milioni accumulati negli anni precedenti, hanno letteralmente perso tutto in una sola, folle, imprevedibile giornata negativa della borsa di New York (uno di questi, che abitava vicino a Taleb, si sarebbe gettato dalla finestra del suo appartamento la sera stessa per l’insostenibile perdita accumulata quel giorno).
Vi avevo inoltre già raccontato dell’Hedge Fund Long Term Capital Management vi ricordate?
Questo fondo, creato all’inizio degli anni ’90 da una specie di dream team che annoverava Premi Nobel per l’economia, gente con due lauree all’MIT, investitori di grandissimo successo e altre superstar, fece letteralmente una barca di soldi dal marzo del 1994 per i 52 mesi successivi.
Oh ragazzi, questi per oltre 4 anni di fila hanno fatto mediamente oltre il 40% di rendimento all’anno, più del doppio della performance sotto steroidi dei primi anni ’90 dell’S&P 500.
52 mesi di performance stellari e poi?
E poi in 5 mesi il fondo è fallito.
Nell’ottobre del 1998, il più spettacolare hedge fund del mondo guidato dalle menti più illuminate mai messe insieme in una società d’investimenti fallì, di punto in bianco, perché accadde un evento che per loro era troppo improbabile perché potesse accadere.
Peccato che, come abbiamo detto tante volte, tutte le cose eccezionali che sono accadute non erano mai accadute prima di accadere.
Quindi il fatto che qualcosa non si sia mai verificato non significa affatto che ciò sia impossibile.
E infatti gli amici di Long Term Capital Management l’hanno scoperto a loro altissime spese.
Chiaro? quindi in finanza non sai mai se quel che stai facendo lo stai facendo bene o se ti sta girando di culo.
E’ ciò può durare anche per anni.
Non siamo geneticamente programmati per ragionare in questo modo.
Pertanto attenzione a farsi prendere l’entusiasmo facile, perché non è tutto oro quel che luccica.
Ok?
Fatta la ramanzina da vecchia zia bigotta, come sapete questo è un podcast dedicato all’investimento, quindi il trading non ci interessa e lo lasciamo fare a chi lo sa fare per davvero o a chi pensa di poterlo fare un’ora al giorno e che prima o poi si scotterà le chiappe.
Veniamo invece a noi e a ste benedette piattaforme e quali usare.
Cominciamo con il dire che ci sono 5 aspetti che dovete considerare mentre farete la vostra personale recensione dei broker:
UNO: i costi ovviamente.
Quando valutate un broker dovete considerare in particolare:
– se ci sono costi di abbonamento o in generale costi fissi per il vostro account; poi
– quali sono le commissioni di negoziazione sugli asset che vi interessano (nel nostro caso, soprattutto, ETF ed eventualmente azioni e obbligazioni);
– infine leggete bene che non ci siano altri costi meno visibili legati magari agli spread che vengono applicati sulle transazioni.
DUE: la sicurezza.
Dato che ci state mettendo i vostri soldi, manco a dirlo questa è una cosa fondamentale e direi che pesa più del discorso dei costi.
Sicurezza qui vuol dire due cose:
– sicurezza informatica, ossia leggete nel sito del broker quali standard di sicurezza vengono applicati e assicuratevi che, per esempio, vengano sempre richieste almeno le autorizzazioni a due fattori prima di compiere qualunque operazione (cioè oltre alla password per entrare, deve essere richiesta sempre almeno un’ulteriore password, diversa, per autorizzare qualunque operazione).
Poi se non siete esperti di cybersecurity non ci capirete una mazza degli aspetti più tecnici, però diciamo che come regola di buon senso darei priorità a broker noti e consolidati che di per certo investono milioni nella sicurezza informatica, piuttosto che a broker sgangherati di dubbia provenienza che potrebbero non essere altrettanto sul pezzo.
– abbiamo poi la sicurezza legale, ossia attenzione a dove si trova la piattaforma.
Se la piattaforma ha sede nell’unione europea, andiamo sereni perché le normative comunitarie sono dei pali nel culo talmente rigidi che state certi che il vostro broker sarà iper vigilato e non avrete (quasi) mai sorprese.
Se la piattaforma ha sede alle isole Cayman, a Cipro, a Tallin o Dio sa dove, probabilmente saranno un po’ più leggeri e se poi succede qualcosa vi voglio vedere andarli a prendere per recuperare i vostri soldi.
TRE: Gestione fiscale.
Questa cosa è molto importante perché potrebbe rappresentare una bella seccatura.
Se usate un broker italiano che vi fornisce il servizio di regime amministrato, zero sbattimenti per voi perché vi farà da sostituto d’imposta e quindi sarà il broker a trattenervi a monte tutti gli importi da versare all’onorabile fisco Italiano.
Se usate invece un broker in regime dichiarativo o in generale un broker estero, dovete poi ogni anno dichiarare le vostre operazioni quando fate il 730.
Poi, se investite in ETF, comprate e basta e quindi non realizzate dei profitti, non ci saranno tasse da capital gain da pagare, altrimenti sì.
Ma in generale dovete comunque rendicontare quello che fate.
Non stiamo parlando di fare un trapianto di cuore, eh, ma è comunque un’operazione noiosa che dovete ricordarvi di fare ogni anno.
QUATTRO: l’offerta dei prodotti e i mercati su cui opera.
Anche qui, la cosa che governa la scelta a monte è sapere cosa avrete intenzione di fare sulla piattaforma.
Se vi interessano solo gli ETF, ci sono broker molto economici con un’ottima selezione.
Qualora invece voleste anche investire, che ne so, in azioni Americane, allora sarebbe meglio un broker che vi dà accesso anche al New York Stock Exchange e al Nasdaq.
Poi in realtà questo non è proprio vero perché le grandi aziende americane sono spesso quotate anche nelle principali borse europee, comunque fate caso ai mercati disponibili e in base a quello che volete fare scegliete di conseguenza.
Se poi nonostante il predicozzo di poco fa volete avere piattaforme evolute per fare trading con i prodotti più creativi del mondo, ecco allora ci sono specifici broker fatti apposta e altri che non si prestano per niente.
CINQUE: user experience.
Alcune piattaforme sono fighissime e hanno un’usabilità eccellente.
Altre fanno un po’ cagare e viene la morte nel cuore ogni volta che c’è da fare un’operazione.
L’usabilità non sarà forse l’aspetto più importante di tutti, ma dato che si tratta di usare una piattaforma per anni, forse decenni, se ogni volta mi deve salire il crimine quando devo fare un’operazione, ad un certo punto sacrificherò condizioni economiche magari anche vantaggiose per una piattaforma fatta come Dio comanda.
Tutto chiaro?
Queste sono le cose fondamentali da considerare.
Veniamo ora alla parte che tutti voi stavate aspettando, i NOMI!
Vediamo quindi i broker che ho selezionato, esemplificativi di diverse categorie di piattaforma in base a quello che volete fare.
Partiamo dunque con ETORO!
Come avrete capito da tutti questi mesi che sentite la mia voce due volte a settimana, per me ETORO è l’emblema dell’app da non usare, ma ciò non toglie che abbia sicuramente tanti elementi positivi.
E’ sicuramente una piattaforma solida, estremamente diffusa e con un’usabilità eccezionale.
I pro sono i costi molti bassi (loro dicono ZERO commissioni, in realtà non è vero se andate a leggere bene) e la vastissima offerta di prodotti e mercati.
Per la verità ETF pochi, ce ne sono solo 325 (e considerate che solo quelli quotati su Borsa Italiana sono arrivati ad essere oltre 1.500) e tra l’altro la maggior parte non sono armonizzati con la normativa fiscale Europea, quindi non vi conviene usarli perché paghereste un botto di tasse.
Voi infatti dovete sempre comprare ETF che nel loro nome riportano la sigla UCITS, mentre su Etoro sono veramente pochissimi quelli che potrete davvero utilizzare.
Però se volete comprare azioni o, soprattutto, prodotti complessi come i contratti per differenza (i cosiddetti CFD, ciò che Etoro spinge più di ogni altra cosa) e passare la giornata a fare scommesse a leva su tutto quello che vi passa per la testa, dalle materie prime più esotiche alle criptovalute più strampalate, ETORO è l’app che fa per voi.
Ah, dettaglio da poco.
Sede Legale di Etoro Europe, Cipro, nota piazza finanziaria europea altamente regolamentata.
Nulla di dire contro gli amici ciprioti, eh, sia chiaro, e cmq Etoro è registrata alla Consob e ha tutte le regolamentazioni, però, come dire, l’idea che i miei soldi siano là su quell’isoletta un po’ ballerina, bah, non è che proprio mi fa dormire sereno la notte.
Sì forse non sono stato molto imparziale…
Però sticazzi ragazzi, vi dico quel che penso sulla base di quel che io farei.
Poi, liberi voi di fare quel che vi pare e di avere opinioni diverse.
Veniamo ora a DEGIRO e SCALABLE.
Sono entrambe piattaforme con sede nell’Unione Europea (Degiro in Olanda e Scalable in Germania) ed entrambi custodiscono i vostri titoli presso banche tedesche.
Sono soggette alle regolamentazioni delle autorità di garanzia in Olanda e Germania e quindi, dal punto di vista della sicurezza, mi sentirei di essere più che sereno.
Metto insieme questi due broker perché sono obiettivamente molto simili e rappresentano un’ottima soluzione a prova di bomba se volete avere una piattaforma di semplicissimo utilizzo, con bassissimi costi, buona offerta di prodotti e alti standard di sicurezza.
Se dobbiamo invece trovare qualche caratteristica distintiva potremmo dire queste cose:
– Degiro offre una maggiore esposizione a mercati internazionali, ne ha oltre 65, e permette di investire su una scelta molto più ampia di prodotti quali azioni internazionali e prodotti derivati.
– Scalable invece si concentra su Gettex (la borsa di Monaco di Baviera) e Xetra (la borsa di Francoforte) e ha un’offerta decisamente più limitata, ristretta ad azioni, ETF, materie prime e fondi a gestione attiva.
Ora attenzione, il fatto che Scalable offra solo prodotti quotati nelle due piazze tedesche non è particolarmente limitante, perché la stragrande maggioranza degli ETF che vi potranno interessare nonché praticamente tutte le grandi società internazionali sono quotate anche su Gettex o Xetra.
Scalable però deve essere la vostra scelta se volete un broker a bassissimo costo per concentrarvi quasi esclusivamente sull’investimento in ETF.
La cosa top di Scalable è poi la possibilità di creare dei piani di accumulo in etf a zero commissioni (se fate l’abbonamento da 4 € al mese), quindi è sicuramente una piattaforma molto interessante da questo punto di vista.
Se volete invece un broker sempre dai costi contenuti, ma con un’offerta di prodotti e mercati molto più vasta, Degiro può essere la piattaforma che fa per voi.
Attenzione che entrambi sono esteri, quindi dovete dichiarare ogni anno le vostre operazioni.
Tutte e due le piattaforme, però, mettono a disposizione una rendicontazione automatica di tutta la vostra attività, quindi molto semplicemente ogni anno vi scaricate il vostro report, lo date al CAF o al commercialista e siete a posto senza troppo stress.
Veniamo infine a quelle che secondo me sono le due migliori soluzioni Italiane quando si tratta di scegliere il vostro broker: FINECO e DIRECTA.
Partiamo da Fineco.
Qui, c’è veramente poco da dire.
E’ ormai un colosso bancario ultraconsolidato in Italia, alle sue spalle c’è Unicredit, ed è stata il pioniere delle banche online nel nostro Paese.
La sua offerta di prodotti è sterminata, avete accesso a 26 mercati, ha una piattaforma di trading super evoluta, davvero, con Fineco avete probabilmente la più ampia offerta di strumenti e infrastruttura che troverete mai in Italia.
Altra cosa molto valida di Fineco è che opera da sostituto d’imposta, quindi delle tasse non dovrete mai preoccuparvi.
Svantaggi?
Beh, Fineco purtroppo ha un grosso svantaggio.
Costa l’ira di Dio.
Il costo di transazione di un ETF, per esempio, è di 19 €, veramente un’enormità se confrontato con altri broker che non hanno costi di transazione o che fanno pagare magari 1 o 2 euro.
Quando parliamo di ETF, vanno però fatte due specifiche.
UNO: il piano di accumulo di Fineco, chiamato Replay, è abbastanza interessante perché a partire da 3€ al mese potete costruirvi il vostro portafoglio automatico, ottimizzando i costi.
DUE: Fineco offre una vasta offerta di ETF di Ishares, Amundi e Lyxor a zero commissioni. Pertanto con un po’ di attenzione potete limitare nettamente le commissioni scegliendo ETF che rientrano in quest’elenco (per esempio l’ETF di Ishares sull’azionario globale o quello sul Nasdaq 100 sono senza commissioni).
In sintesi, Fineco offerta top se volete il non plus ultra dal punto di vista della qualità e dell’offerta, non è il vostro broker se siete interessati a contenere al massimo i vostri costi.
Sicuramente per chi inizia, con piccoli capitali, Fineco non è forse la scelta migliore, a meno che in colpo solo non vogliate avere tutt’insieme il conto corrente e la piattaforma di investimento.
Su capitali più rilevanti, invece, allora anche l’impatto commissionale diventa meno significativo e lì Fineco mostra tutto il suo valore aggiunto in termini di offerta di prodotto e qualità della piattaforma.
Last but least, una soluzione assolutamente da tenere in considerazione è DIRECTA.
Non parlo spesso di questa piattaforma ed è un peccato, perché può rappresentare un’ottima soluzione di compromesso, soprattutto quando si parla di importi limitati, con in più la garanzia di lavorare con una piattaforma Italiana che opera da oltre 20 anni, regolamentata da Consob, perfettamente sicura e con una buona offerta di mercati e prodotti.
Sicuramente Directa non è la soluzione ideale per chi vuole fare trading ad alto livello e con prodotti complessi, l’offerta in tal senso è più limitata che su altri broker come ad esempio eToro o Degiro.
Per quello che ci interessa qui, invece, se siamo interessati ad una logica di investimento fatta prevalentemente di ETF, azioni e obbligazioni, direi che Directa è una soluzione di tutto rispetto con dei costi accettabili.
Il costo di transazione per il singolo ETF è di 5 € (rispetto ai 19 € di Fineco) e anche su Directa sono disponibili dei piani di accumulo a zero commissione su specifici ETF di Ishares, Amundi, Wisdomtree e VanEck.
Ci sono inoltre diversi ETF a zero commissioni a fronte di almeno 1.500 € di taglio minimo di acquisto.
Ha inoltre il vantaggio, non trascurabile, di fare da sostituto d’imposta.
Interfaccia grafica bruttina, ma tutto sommato accettabile.
Per chi mi sta ascoltando e che non è interessato ad avere quella Lamborghini di Fineco, mi sentirei di dire che le due migliori opzioni per rapporto qualità/prezzo sono forse Scalable e Directa, con una leggera preferenza per Directa per via della sua possibilità di fare da sostituto d’imposta.
Ora che ci siamo fatti tutto sto bel film sui principali broker tra cui vi suggerirei di guardare, che si fa?
Diciamo che, a parte eToro che è più indicato per il trading che non per l’investimento a lungo termine, una qualunque di quelle che vi ho citato andrà benissimo per chiunque tra voi.
In linea generale vi direi solo di considerare quali sono gli importi che volete investire, con quale cadenza e su quanti prodotti e valutate il broker di conseguenza, ma finché state su quelli citati, chi con qualche costo in più, chi con qualche costo in meno, alla fine sono certo che vi troverete assolutamente bene per cominciare ad intraprendere il vostro percorso di investimento (oddio magari su eToro no, gli altri ok).
Ricordatevi poi che i titoli sono sempre trasferibili, quindi se partite con, che ne so, Scalable e tra due anni volete passare a Fineco, fate il trasferimento titoli e il gioco è fatto, quindi nessuna scelta è irreversibile.
Care amiche e cari amici di The Bull, abbiamo fatto anche la puntata recensione dei broker, così ce la siamo tolta dalle palle e almeno fino al 2024 non ne parliamo più.
Fatemi sapere che ne pensate su Instagram a TheBull_Finance e se avete avuto qualche esperienza degna di nota con questi o altri broker.
Qualunque sia la scelta del broker, mi raccomando, non state tre mesi a farvi quaranta pippe mentali prima di decidere quale aprire, che nel frattempo il mondo va avanti e voi restate indietro.
La scelta del broker, a meno che non finiate su qualche piattaforma del menga, conta lo 0, percento di tutta la faccenda, mentre invece, come diciamo sempre, ciò che fa tutta, tutta, tutta la differenza sono e restano sempre e soltanto:
– la vostra capacità di risparmio e
– il tempo che state investiti.
Finché parliamo di investimenti passivi tramite ETF, più soldi mettete e più tempo state nei mercati, maggiore sarà il risultato finale e l’impatto a lungo termine dell’interesse composto sarà macroscopico rispetto alle minuzie dei costi del vostro broker.
Ricordatevi che investire 10.000 € quando avete 25 anni nell’azionario globale potrebbe trasformarli, basandoci sui rendimenti storici, in oltre 200.000 quando andrete in pensione a 65.
Se vi svegliate tardi e cominciate a 40 anni, serviranno 230 € al mese (quindi quasi 70.000 in totale) per arrivare allo stesso risultato.
Quindi, come on, scegliete il broker oggi pomeriggio e domani cominciate.
Detto questo chiudo ringraziandovi ancora una volta per il supporto costante a questo podcast e vi invito come sempre a mettere segui e attivare le notifiche sulla vostra piattaforma preferita.
Consigliate poi The Bull a tutti i vostri amici, parenti, colleghi, vicini di posto sulla metro e alla persona dietro di voi in coda alla cassa del supermercato e dite anche a loro di lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che per l’amor di dio speriamo non siano più recensioni che sono molto utili a voi ma sfrantumano gli attributi a me sempre nuovi!
Per questo episodio invece, è davvero tutto, e noi ci ritroviamo qui tra qualche giorno a parlare di cosa avrei voluto sapere 20 anni fa per essere un migliore investitore oggi, sempre con THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Recensioni
Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!
La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!
Luca G. 10 Ott 2025Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai
Matteo C., 3 Set 2025Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente
Amalia A., 17 Set 2025Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.
Andrea V., 22 Set 2025Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.
Giulia N., 11 Ago 2025Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai
Francesca B., 6 Apr 2024Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!
Giorgia R., 23 Gen 2025Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!
Massimiliano, 29 Mag 2024Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva
Gianluca G., 11 Set 2025