Come spiegare ad altri la Finanza Personale: The Bull in 30 minuti

Una volta comprese le basi della finanza personale, dell'approccio al risparmio e della teoria dell'investimento le si vuole condividere con le persone più vicine a noi, ma no sempre veniamo ascoltati. Ecco come lo spiegherei io, riassumendo tutti i concetti fondamentali di The Bull in un unico episodio.

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37 minuti
Come spiegare ad altri la Finanza Personale: The Bull in 30 minuti
The Bull - Il tuo podcast di finanza personale

158. Come spiegare ad altri la Finanza Personale: The Bull in 30 minuti

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Risorse

Punti Chiave

La finanza personale è uno strumento per la libertà, basato su un risparmio costante e un investimento mirato.

Investi mixando "Proprietà" (azioni) e "Prestiti" (obbligazioni) tramite ETF e PAC, in base a orizzonte temporale e tolleranza al rischio.

Trascrizione Episodio

Bentornati a The Bull — il tuo podcast di finanza personale

A distanza di un anno e mezzo da quando è nato questo podcast ho ricevuto quasi 15.000 messaggi da parte vostra, prevalentemente su Instagram a thebull_finance e qualcuno su LinkedIn.

Credo di aver risposto a quasi tutto, se dovessi essermene perso qualcuno fatemelo sapere.

In questi 15.000 messaggi ho letto di tutto: da richieste di chiarimenti su alcuni concetti a feedback su alcune idee di asset allocation; da domande su cosa sia meglio tra un PIC e un PAC (un PIC tra l’altro senza dubbio) a domande su come funzioni la copertura valutaria; da complimenti per cose vi erano piaciute a critiche per le cose che vi sono piaciute meno.

In mezzo a tutte queste domande, un contenuto ricorrente di tantiiiiissimi messaggi è qualcosa del tipo: “ok mi è tutto chiaro. Ma perché quando cerco di spiegarlo a qualcun altro non mi ascoltano? Perché la gente intorno a me non capisce quanto sia importante sta roba della finanza personale?”.

Eh amici miei, che volete che vi dica.

Ho messo assieme un numero con 5 zeri di persone che hanno trovato interessanti e utili questo contenuto.

Eppure ci sono ancora milioni di italiani che proprio non ne vogliono sapere.

Da una parte è fisiologico: a qualcuno, sta roba, semplicemente non interessa.

Fair enough.

Dall’altra voi che siete arrivati qui da me e che avete cominciato ad interessarvi a quest’argomento, probabilmente avevate già delle buone motivazioni per cominciare a capire come meglio gestire i vostri soldi.

Quindi chi intanto non sente il problema, difficilmente vorrà impegnarsi per comprendere la soluzione.

L’episodio di oggi ha quindi tre scopi.

– Il PRIMO è raccontare come io spiegherei, in breve, tutta la parte essenziale di quel che raccontiamo qui per cercare di innescare l’interesse ad approfondire il tema “risparmia e investi”, così che anche ciascuno di voi possa trarne spunto nella vostra attività di evangelizzazione famigliare o nella vostra cerchia di amici.

Lo so che sentite il bisogno di farlo.
Quando impari questa roba, LA VUOI RACCONTARE.

Oh, io ci ho fatto addirittura un podcast per poterla raccontare a decine di migliaia di persone al giorno.
Capisco bene l’esigenza.

– Il SECONDO scopo invece è dare un checkpoint per tutti i nuovi ascoltatori di The Bull che magari arrivano qua e si beccano episodi sui Buyback, sul Shiller Cape Ratio, sull’indice di Sharpe, sui fattori di rischio e così via e non capiscono una cippa.
Io consiglio a tutti di ascoltarsi almeno i primi 20 episodi, ascoltare poi gli episodi sui temi che più interessano facendo cherry picking e poi di ascoltare sempre gli ultimi episodi che escono.
Ma mi rendo conto che qualcuno non c’ha voglia di tornare all’episodio 1 e spararsene altri 156 per arrivare in pari.
E quindi questo è un episodio anche di recap che dovrebbe contenere in una mezzoretta proprio l’essenziale, essenziale, essenziale di tutto l’immenso corpus di argomenti di The Bull.

– Il TERZO scopo invece è per chi dopo 156 episodi rischia di andare per la tangente. C’è stato Trump, azioni, oro e bitcoin sono ai massimi. C’è nell’aria un’euforia pericolosa da un lato. Dall’altro ci sono quelli che non vedono altro se non la sventura in arrivo, come uno che a giugno inizia a mettere tutti in guardia dall’uscire in maglietta perché a gennaio potrebbe forse nevicare.
Per rasserenare tutti gli animi e scacciare tanto l’eccesso di avidità che quello di troppa prudenza, un bell’episodio sui fondamentali è la migliore terapia che mi viene in mente [e il fatto che uno tra voi mi abbia chiesto cosa ne pensi di un ETP a leva 5 sul Nasdaq facendomi accapponare la pella è del tutto casuale].

Partiamo dal concetto fondamentale.

Secondo me, con i vostri futuri conoscenti, amici e parenti ai quali, se vi ascolteranno, renderete la vita migliore, bisogna partire da questo.

La finanza personale non è una questione di “in cosa investire i soldi”.

È un sistema di organizzazione della propria vita nel suo intero complesso intorno a due concetti.

Quello di Risparmio e quello di Investimento.

La differenza tra la Finanza e la Finanza Personale, se vogliamo, è tutta qua.

La Finanza ha a che fare con i mercati, le asset class, gli strumenti, gli operatori, le regolamentazioni e tutto il resto.

La Finanza personale ha che fare con la nostra vita, perché l’unico mezzo universale in grado di trasformare radicalmente la nostra esistenza — piaccia o non piaccia — sono i soldi.

I soldi non sono la risposta a tutti i nostri problemi. Tutt’altro.

Ma sono condicio sine qua non per prendere decisioni all’interno di un ventaglio sempre più alto di opzioni.

La finanza personale non è uno strumento per diventare ricchi, qualunque cosa “Ricco” voglia significare.

La finanza personale è uno strumento per diventare liberi.

Liberi di progettare la propria vita come meglio ci piace, senza la costrizione di dover per forza impiegare il nostro tempo e le nostre risorse più preziose per garantirci il sostentamento primario.

Ai vostri interlocutori io direi: ragà qui non si tratta di “fare i sordi”. Qui si tratta di decidere se la nostra vita deve ridursi al ciclo fatto di: lavora, guadagna, spendi, rilavora, riguadagna, rispendi, vai in pensione e poi game over.

O forse c’è altro.

O forse il lavoro ha altri scopi.

O forse non sono costretto a fare QUEL lavoro.

O forse il mio patrimonio non dipenderà solo dal mio stipendio.

O forse le intere scelte che prenderò per me, per la mia famiglia e per i miei figli non saranno solo una funzione del mio reddito ristretto tra le mille incognite che le spese della vita di tutti i giorni mi presenta.

Forse c’è una strada alternativa.

Semplice, ma non facile. Eppure, efficace. All’unica condizione di metterci un po’ di testa e soprattutto di pazienza.

Caro amico mio, gli direte (o le direte): “vuoi continuare a girare sulla ruota del criceto o provare a trovare delle strade alternative?”.

E qui scatterà il solito pregiudizio: “questa cosa non si può fare altrimenti la farebbero tutti, io arrivo tirato a fine mese figurati se mi metto ad investire, è arrivato il fuffaguru e così via”.

Le risposte a queste tre obiezioni sono piuttosto immediate.

– NUMERO UNO: non lo fanno tutti perché la stragrande maggioranza delle persone non conosce le cose di cui parliamo qui; non è un caso che l’Italia sia il Paese finanziariamente più ignorante dell’Ocse — o se non siamo ultimi in classifica poco ci manca. Il fatto che tutte le persone intorno a te non conoscano queste cose NON significa che questi contenuti non siano ampiamente noti in tutto il mondo.

– NUMERO DUE: la finanza personale è soprattutto per chi non ha già grandi patrimoni. Siamo tutti d’accordo che se hai pochi soldi, investirli avrà un impatto marginale sulla tua vita. Ma se andiamo a vedere PERCHE’ arrivi tirato a fine mese e COSA puoi fare per allentare le maglie della tua contabilità famigliare, ecco tutto comincia ad avere un senso. Ogni volta che parlo con qualcuno di quest’argomento che mi muove quest’obiezione, ci sono sempre qualche centinaio di euro al mese che vengono spesi per cose a basso valore aggiunto che invece investiti farebbero tutta la differenza del mondo.

– NUMERO TRE: qua non vendiamo formule magiche per diventare ricchi dopodomani facendo trading di opzioni 10 minuti al giorno. Ciò di cui parliamo qui è semplice, ma richiede impegno, costanza, dedizione, disciplina e sacrifici. Niente è gratis nella vita. E la strada raccontata da The Bull è faticosa.
Si tratta solo di decidere se vuoi prendere decisioni semplici e avere una vita difficile oppure prendere decisioni difficili per avere una vita semplice.

Fatte le debite premesse, dividiamo il resto di questo episodio che è un po’ un Bignami di The Bull nei suoi due blocchi principali: RISPARMIO e INVESTIMENTO.

La distribuzione degli episodi di questo podcast è fuorviante.

Su 158 episodi, credo che 150 buoni siano dedicati all’investimento.

Il motivo è che investire è un tema complesso, fatto di una miriade di contenuti — otlre che diciamolo: è infinitamente più appassionante parlare di mercati e portafogli che non del budget famigliare.

Però paradossalmente il risparmio è la cosa più importante.

Se risparmi tanto è investi a cazzo vai pur sempre da qualche parte.

Se risparmi a cazzo puoi anche dare lezioni di investimento a Warren Buffet, ma non vai da nessuna parte.

Investire 100 € al mese per trent’anni puntando ad un rendimento del 10% all’anno porta allo stesso risultato che investire 200 € puntando ad un rendimento del 6%, con la differenza che la prima strada sarà immensamente più incerta, rischiosa e travagliata delle altre due.

Per chi capisce qualcosa di finanza è immediatamente chiaro il fatto che passare da un portafoglio che rende il 6% ad uno che rende il 10% è un’impresa estremamente complessa.

E’ invece ovvio a tutti che mettere da parte anche solo 100 € in più al mese richiede nella stragrande maggioranza dei casi solo un po’ di attenzione e disciplina.

Quindi nonostante The Bull sia fondamentalmente un podcast di finanza, l’80% della questione è il risparmio.

Se non ti spacchi la testa ogni singolo giorno della tua vita per capire come massimizzare il tuo risparmio, diventare un maestro jedi di investimenti sarà fatica sprecata.

Certo, potresti sempre investire pesantemente a leva, indebitarti e robe del genere.

Ma per queste cose hai sbagliato podcast.

Scrivi trading online su Youtube un paio di volte e puff magicamente nel tuo feed compariranno decine di corsi per generare un comodo stipendio supplementare senza sforzo.

Il corso costa 49 €, ma poi alla terza lezione salterà fuori che per sapere davvero come fare in pratica dovrai pagare 2.999 €.

La cosa furba, tra l’altro, è che questo corso funzionerà pure.

Per un bel po’ di tempo vedrai che fai due soldi e tutto contento ti metterai pure a fare una recensione stellare su Trustpilot.

Ma come ha spiegato splendidamente anche Mr Rip in un suo video recente, non conta una mazza il Win Rate, ossia è irrilevante che il “sistema magico” ti dia un rendimento positivo il 90% delle volte.

Conta solo il rendimento atteso.

Una scommessa che ha un 90% di probabilità di rendere il 10% e un 10% di probabilità di farti perdere il 90% ha rendimento atteso nullo.

E più vai avanti, più la probabilità di beccare il cigno nero che polverizza tutto il tuo patrimonio aumenta.

E nonostante ti spieghino che ci sono metodi sicuri per arginare le perdite, che ci sono gli stop loss, cje ci sono inserite voi la supercazzola che preferite, il giorno che il mercato ha un flash crash e non c’è abbastanza liquidità in giro perché stanno andando tutti a vendere nella stessa direzione, non c’è garanzia che tenga.

Perdete tutto e tanti cari saluti.

Dico questo perché tu puoi stare a spiegare tutta la teoria di come si investe con buon senso, i mercati efficienti, i bias, i portafogli bilanciati in base ai tuoi obiettivi eccetera e la gente è mediamente scettica.

Poi vede un cazzo di corso su youtube venduto da un tizio sconosciuto che ha una società con la sede legale fuori dall’Unione Europea e che promette guadagni esorbitanti eh niente oh, per qualche motivo questa cosa qua appare immediatamente più affidabile.

Va che il nostro cervello fa acqua da tutte le parti.

Però in effetti una regola nelle sceneggiature dei film è che noi siamo più portati a credere all’impossibile che non all’improbabile.

Diciamoci la verità.

Guardando gli 8 film di Harry Potter, qualcuno si è sognato di mettere in discussione la magia? Ovviamente no.

La cosa più disturbante di quella serie è che una ragazza come Hermione, aka Emma Watson, potesse mai innamorarsi di uno sfigato come Ron Weasley.

L’impossibile va bene.

L’improbabile no.

Se lavorare con impegno dedicandosi a risparmio e investimento per conseguire la libertà finanziaria appare improbabile, si tende a rigettarla come idea.

Invece alla speranza matematicamente impossibile di fare un botto di soldi con facilità, ecco, a questa una chance glie la vogliamo dare.

Chiusa la parentesi sulla follia dei sistemi di trading online e della palata di soldi che fanno quelli che li vendono — strano tra l’altro che nessuno si chiede mai: ma perché questi non si accontentano di fare i miliardi con i loro sistemi e li devono condividere con altri, sapendo che più condividi una tecnica di trading meno questa funziona?

Torniamo a noi.

Dopo che avete controbattuto anche alla scemenza di turno che il vostro scettico amico o parente vi tirerà fuori dal cilindro dopo aver visto un affidabilissimo contenuto sul suo social media preferito, torniamo a spiegargli il punto fondamentale di tutto.

Il risparmio di oggi è un moltiplicatore della tua ricchezza a lungo termine.

Spiegategli la regola del MILLE.

Un investimento mensile per trent’anni con un rendimento del 6% all’anno (un buon rendimento, ma decisamente realistico) vale 1000 volte tanto.

Ditegli di fidarsi un attimo del perché parliamo di 6%, ditegli solo che il rendimento medio annuo atteso della stragrande maggioranza dei portafogli di cui parliamo qui si collocherà grosso modo tra il 4 e l’8%, dove l’estremo inferiore è quello di un portafoglio prevalentemente obbligazionario, quello superiore naturalmente sarà quasi esclusivamente azionario.

In media stat virtus, 6% per semplicità.

– Un caffè in meno al giorno? Fanno 30.000 € tra 30 anni.

– Smettere di fumare? Fa circa 50-100.000 € in più, a seconda di quante ve ne fumate.

– Chiudete uno dei 5 abbonamenti alle piattaforme di streaming? Altri 15.000 €.

L’elenco potrebbe essere sterminato e la cosa sorprendente è che la maggior parte delle persone non si concentra su spese mensili di piccolo taglio che però nel lungo termine hanno un impatto trascurabile.

[campagna .it]

Uno degli esempi più clamorosi riguarda il costo della nostra bolletta di luce e gas, che è il classico esempio di spesa a cui si presta poca attenzione senza rendersi conto del fatto che è quasi sempre possibile risparmiare sulle proprie utenze con pochissima fatica e zero spese.

È notizia di pochi giorni fa pubblicata sul portale di Arera, l’autorità per la regolamentazione dell’energia, che per i prossimi 6 mesi sono previsti rincari sulle bollette nell’ordine del 12,5%, in vista dell’arrivo dei mesi più freddi dell’anno che tipicamente prevedono un incremento nella domanda di energia elettrica e gas.

Il modo più semplice per abbattere i costi delle proprie utenze è andare sul sito di Facile.it, sponsor dell’episodio che state ascoltando, e confrontare varie offerte per scoprire se ci sono fornitori di luce e gas più convenienti per casa tua.

Una volta inseriti i dati della tua bolletta, Facile.it ti dice quanto potresti risparmiare e se hai già l’offerta migliore ti consiglia di tenerti quella che hai.

Altrimenti il cambio e gratuito, viene fatto direttamente online, senza interruzioni di fornitura ed è possibile risparmiare anche oltre 30 euro al mese, che se reinvestiti secondo la regola del mille fanno 30.000 € in più nel vostro patrimonio da qui al 2054.

In valore reale, al netto dell’inflazione, tra 30 anni vi basteranno per due settimane in un resort di lusso in Polinesia con la vostra dolce metà.

Vedetela così:

Bora Bora a zero spese. Zero sbattimenti. Zero impatto sulla qualità della vostra vita.

Giusto il tempo di aprire pc o smartphone, andare su Facile.it, inserire quattro dati e fare click.

Ci ho messo più a dirlo di quel che ci vuole a farlo.

E naturalmente lo stesso discorso vale per la tua assicurazione auto, la surroga del mutuo di casa tua, la tua connessione internet, il conto corrente … [fade out]

Questo secondo me è il singolo concetto più importante per provare a cambiare il mindset di chi vi ascolta, così come è cambiato il vostro ascoltando anche questo podcast.

Il risparmio non è il singolo euro che metti da parte oggi che non ti cambia la vita.

Il risparmio è il seme che pianti oggi e che un domani diventerà una pianta che darà i suoi frutti.

Quanti frutti.

1.000 volte tanto.

Il sacrificio di oggi, vale 1.000 volte tanto domani.

La reazione media sarà: seeee vabbé….

Ed è per questo che come non c’è giorno senza notte e non c’è Ying senza yang, non c’è risparmio senza investimento.

Cioè bisogna far capire, se il risparmio è il seme, come funziona il fertilizzante, l’investimento.

E cercare di farlo nel modo più semplice possibile, perché una delle grandi genialate dell’industria finanziaria è stata far credere che la finanza sia fatta di cose complesse.

La finanza è piena di cose complesse.

Ma quel che serve per la gestione dei soldi di un singolo risparmiatore, non lo è per niente.

Prima di passare a quello però, ricordate al vostro interlocutore queste tre cose:

– PUNTO UNO: il risparmio va pianificato con il metodo del reverse budgeting. Prendi il tuo reddito netto, togli le spese fisse (in particolari i costi della tua casa, dell’auto e del cibo ogni altra spesa fissa che impatta sul tuo bilancio mensile), alloca la parte di risparmio maggiore possibile e usa tutto il resto senza pensieri per le spese variabili.
La regola d’oro è spendere quel che resta dopo aver risparmiato, non risparmiare quel che resta dopo aver speso.

– PUNTO DUE: tagliare le spese ha senso fino al punto in cui non va ad intaccare la qualità della vostra vita. Sul fumo non transigo, ma su altre cose come ad esempio mangiare fuori, comprare abbigliamento costoso, fare viaggi ed esperienze e quel che volete, non bisogna essere avidi.
L’importante è selezionare SOLO le cose che davvero portano valore nella vita. Cosa è più importante per me: andare a cena fuori 1 volta a settimana? Comprare una borsa da 2.000 €? Andare in settimana bianca a sciare?
Tutto è ragionevole, nei limiti del vostro reddito complessivo.
La cosa fondamentale è tagliare i costi che sostenete per cose che portano poco valore aggiunto alla vostra vita e spendere tutto il resto per ciò che vi rende davvero felici, altrimenti la vita diventa miserabile.

– PUNTO TRE: tagliare le spese va bene, ma c’è un limite. Metà dello sforzo va su questo, l’altra metà va sull’investimento sulla propria carriera professionale, sulla negoziazione di uno stipendio migliore o di migliori condizioni con i vostri clienti, sulla creazione di un business parallelo al vostro lavoro principale. Aumentare il vostro reddito SENZA aumentare proporzionalmente il costo della vostra vita è il Sacro Graal della finanza personale.

Bene.

Il vostro amico, marito, compagno, conoscente e idem al femminile dovrebbe aver capito che il risparmio è la chiave di tutto.

100 € risparmiati e investiti ogni mese sono 100.000 tra 30 anni.

500 € al mese fanno 500.000.

1.000 € al mese fanno 1 milione.

E questo partendo da zero, perché chiaramente se avevate già, che ne so, 50.000 euro da parte da investire subito, il risultato cambia nettamente.

100 € al mese, aggiunti ai 50.000 iniziali, fanno 400.000 tra 30 anni.

500 € al mese, fanno 800.000.

1000 € al mese, fanno 1 milione e 3.

Se non è chiaro perché concentrarsi ogni singolo giorno sul risparmiare e investire il più possibile è dannatamente più importante del vostro portafoglio, mi spiace ma per il vostro interlocutore non c’è speranza.

Bene.

Ok.

Ti seguo.

Ma come si fa?

Ora sono 158 episodi che abbiamo sviscerato una montagna di roba su tutto questo tema.

Quando avevo deciso di trovare un’idea semplice per condensare il tutto ero un po’ in sbattimento, finché non è arrivato in mio soccorso un’altra grandissima leggenda di Wall Street: Howard Marks.

Marks è il fondatore di un hedge fund chiamato Oaktree.

Ora non è tanto importante né chi sia, né cosa abbia fatto nella vita.

Vi basti sapere che i suoi “memo”, cioè delle note che più o meno ogni mese scrive per i suoi investitori e per chiunque le voglia leggete, in cui esprime il suo punto di vista sui mercati, sull’investimento o su quel che gli passa per la testa, vengono letti avidamente da sua maestà Warren Buffet.

Cioè Buffet, per prendere migliori decisioni di investimento, legge le cose che Marks scrive.

Quindi se Marks scrive qualcosa, val la pena di leggerlo.

Qualche giorno fa è uscito uno suo memo in cui lui, dopo mezzo secolo e passa speso nel mondo della finanza, racconta di aver avuto un’epifania in Australia, un’illuminazione.

Più o meno dice: di tutte le innumerevoli asset class e sottocategorie di asset class che esistono, in realtà tutta la faccenda si può ridurre a solo due di esse.

Non esistono, in termini generali, diverse asset class.

Se andiamo al nocciolo, all’essenza dell’investimento, esistono solo due cose: PROPRIETA’ e PRESTITI.

Con i vostri risparmi, la dico alla buona, o COMPRATE COSE o li PRESTATE.

Fine.

Questa è tutta la finanza.

Se vogliamo essere un po’ più puntigliosi potremmo dire che esistono:

– Proprietà che generano flussi di cassa: in particolare azioni di società quotate, private equity e real estate; le azioni pagano dividendi, gli immobili generano delle rendite. Poi abbiamo

– Proprietà che non generano flussi di cassa, come: materie prime, oro e criptovalute. Infine, abbiamo

– Il Credito, il fatto che prestiamo soldi e ci aspettiamo degli interessi: in particolare obbligazioni governative, obbligazioni societari, obbligazioni garantite da altri asset (in particolare da asset immobiliari) e credito privato.

Qui c’è dentro tutto.

Il nostro portafoglio non sarà altro che un mix di proprietà e prestiti.

Come sapete bene tutti voi che con affetto e pazienza mi seguite da interminabili ore, ridotto ulteriormente all’osso il portafoglio minimo che probabilmente risponde all’esigenza della maggior parte dei comuni mortali sulla terra è fatto di due cose.

– Azioni, ossia proprietà di società quotate che generano flussi di cassa; e

– Obbligazioni governative, ossia prestiti a stati solidi che generano interessi prevedibili.

Fine.

Questo è tutto quello che deve capire chi inizia ad investire.

Perché probabilmente la sua ragionevolissima domanda sarà: ok, ma chi mi dice che investire ha un rendimento atteso positivo, diversamente dal trading del cazzaro di turno di cui sopra?

Allora con certezza non te lo dice nessuno, ma nessuno ti dice con certezza che tra 10 minuti il tuo cuore continuerà a battere.

Al netto di scenari estremi, però, il tuo portafoglio — purché rispetti le regole che riassumiamo tra poco — avrà un rendimento ATTESO positivo per questi due motivi.

– Perché le società di cui possiedi le azioni producono e vendono beni e servizi ottenendo dei profitti, di cui tu otterrai una parte proporzionale al tuo investimento.

Sì ok bisognerebbe spiegare che una parte del tuo rendimento sono dividendi oppure buyback mentre un’altra parte è la crescita della valutazione della tua azione, ma non stiamo a complicarci la vita.

Perché investire in azioni ha un rendimento atteso positivo.

Perché le società che ci stanno sotto fanno profitti.

Punto.

Nel breve termine è tutta una questione di aspettative e scommesse.

Nel lungo termine conta solo il fatto che le società generano utili.

– L’altro motivo per cui investire ha un rendimento atteso positivo è che se presti soldi ad uno stato affidabile — noi che siamo bravi diciamo: con rating investment grade — questo paga un reddito fisso e peraltro “reddito fisso” è un modo tipico per chiamare l’asset class obbligazionaria (fixed income). Si chiama reddito fisso perché c’è un contratto che dice che a fronte di un investimento X, percepirò un interesse Y e la restituzione del mio capitale nel momento Z.
Se l’emittente non fallisce, la certezza il reddito prodotto sia davvero fisso e quasi assoluta.

Ora il secondo passaggio è spiegargli come mixare PROPRIETA’ e PRESTITI.

Perché vanno mixati?

Perché bisogna dirgli che in finanza c’è una regola pressoché inviolabile che lega rischio e rendimento.

Più una cosa rende, più ha un rischio implicito; meno rischio, invece, meno rendimento.

Investire in PROPRIETA’ significa assumersi più rischi in vista di un maggior rendimento atteso.

Investire in PRESTITI significa assumersi meno rischio in vista di un minor rendimento atteso.

“Ah, ma quindi c’è un rischio! No no no, non avevo capito che c’erano dei rischi. Io non voglio rischiare di perdere i miei soldi”.

Avessi un euro per ogni volta che ho sentito una frase come questa, beh, forse avrei 200 o 300 euro in più, non è che proprio ho la fila fuori casa di gente che non aspetta altro che dirmi sta roba.

Però insomma è un pregiudizio abbastanza tipico.

Per contrastare questo pregiudizio dovete spiegare che in finanza “rischio” non rappresenta tanto la possibilità di perdere i tuoi soldi.

In senso stretto, corri questo rischio se:

– Investi in una singola azione — sì anche in Tesla.

– Investi in una singola obbligazione — sì anche in un BTP.

– Investi in una singola casa — sì anche se è a Milano o

– Investi in Bitcoin — sì anche ora che viaggia sui 90.000 dollari e Trump ha promesso di fondare gli Stati Uniti sulle criptovalute.

Ma al netto di fare investimenti concentrati come questi, che si portano dietro il potenziale per evaporare tutti i vostri soldi, ciò che noi qua chiamiamo rischio specifico, all’interno di un portafoglio con i controcazzi, che è il nome tecnico in finanza per definire un portafoglio correttamente diversificato, “rischio” definisce — sentite bene — l’ampiezza del ventaglio dei possibili esiti del vostro investimento complessivo.

E qui distinguiamo tra rischio a breve termine e rischio a lungo termine.

Un portafoglio in cui il peso predominante è quello delle PROPRIETA’ nel breve termine avrà un ampio range di risultati possibili.

Prendiamo la performance annua degli ultimi 4 anni interi dell’S&P 500, dal 2020 al 2023: +18%, +28,5%, -18%, + 26%.

Dal risultato migliore, quello del 2021, al risultato peggiore, quello del 2022, passano in mezzo oltre 46 punti percentuali.

Un’enormità.

Un investimento in cui, in un singolo anno, puoi tranquillamente fare +28% o -18% (e in realtà pure molto peggio) è tecnicamente un investimento rischioso nel senso finanziario, cioè un investimento con un’elevata volatilità.

Un portafoglio composto prevalentemente di PRESTITI, invece, per definizione sarà relativamente meno rischioso, perché il rendimento di un’obbligazione governativa è nettamente più prevedibile di quello di un’azione.

Qui andrebbero fatte un milione di precisazioni, però per non complicarci la vita ed escludendo movimenti shock dei tassi di interesse come quelli del 2022, partiti a zero e finiti a 5% e fischia in America, lo yield to maturity di un portafoglio obbligazionario rappresenta una buona approssimazione del suo rendimento in un orizzonte temporale prossimo alla sua duration media. Ovviamente questo è tanto più vero, quanto minore è la duration.

Però stiamo già sovracomplicando, il nostro amico con questa frase si è già perso.

Chiediamogli di fidarsi.

Se il tuo portafoglio è fatto prevalentemente di prestiti a stati solidi, rischierai poco, guadagnerai poco, ma avrai anche poche sorprese.

In teoria.

Su orizzonti più lunghi però cosa succede?

Succede che il ventaglio delle probabilità si restringe.

Se investire in azioni in ogni singolo anno può dare i risultati più disparati, su orizzonti molto lunghi il range si compatta.

Per esempio, il rendimento a 30 anni dell’S&P 500 va da un minimo di circa 7% ad un massimo di circa 15% medio composto all’anno.

O perlomeno, dati storici alla mano, questo è quel che è successo rispettivamente nel trentennio peggiore e in quello migliore.

Range più ristretto e, cosa più importante, positivo anche nel caso peggiore.

Di qui arriva la conclusione fondamentale a cui dobbiamo portare il nostro interlocutore.

Scegli la miglior combinazione di PROPRIETA’ e PRESTITI per il tuo portafoglio a seconda di due parametri:

– Quanta variabilità nel breve sei disposto a sopportare e

– Dove si posizionano nel tempo i vari obiettivi che i tuoi investimenti devono contribuire a realizzare.

E qui, per semplificargli la vita, potremmo proporgli un paio di regole e poi suggerirgli come adattare il portafoglio.

PRIMA REGOLA: quella di William Bernstein.

Prendi la perdita massima che sei disposto a sopportare nel breve e moltiplicala per 2,5. Quella sarà la quantità di PROPRIETA’ (cioè azioni, o un mix di azioni, real estate e private equity a seconda di quanto ti vuoi complicare la vita) che metterai nel portafoglio.

– Puoi tollerare di perdere al massimo il 20%? Allora massimo 50% la quota di PROPRIETA’

– Puoi tollerare di perdere anche oltre il 40%? Allora puoi anche permetterti un portafoglio fatto solo di PROPRIETA’.

SECONDA REGOLA: quella di The Bull.

125 — i tuoi anni — il risk free rate moltiplicato per 5 (usa l’Euribor o i T Bills a 3 mesi in base a come ti sei svegliato quel giorno, non cambia poi tanto).

Quella sarà la tua quota di proprietà.

Hai 40 anni e oggi il risk free rate in America è intorno al 5%?

Benissimo, 125 — 40 — 25 = 60. 60% in azioni.

Il vantaggio della prima regola è che considera la mia predisposizione soggettiva.

Il vantaggio della seconda è che incorpora sia l’orizzonte temporale che le implicazioni dei tassi d’interesse, soprattutto per evitare di avere la pancia piena di obbligazioni con tassi a zero.

Ad ogni modo, usa la formula che più ti sta simpatica e poi applica la seguente correzione.

Prendi i tuoi obiettivi da qui ai prossimi 10 anni, fai una stima dei soldi che ti servono per realizzarli e adatta l’asset allocation del portafoglio cercando di far sì che la quota investita in PRESTITI sia capiente per le tue esigenze di spesa.

Questo non vuol dire che se tra 5 anni vuoi comprare una macchina disinvestirai necessariamente le tue obbligazioni.

Magari sono 5 anni che il mercato azionario spacca e deciderai di vendere proprio un po’ di azionario che ti ha fatto guadagnare un pacco di soldi.

Il punto è che non sai, da qui ai prossimi 5 anni, se il tuo portafoglio azionario sarà in positivo o in negativo, mentre invece puoi realisticamente aspettarti che quello obbligazionario sia in positivo.

Quindi fai in modo che la quota di PRESTITI sia sempre adatta a coprire le tue esigenze mentre invece quella di PROPRIETA’ porterà il rendimento vero lungo termine.

Ogni 6-12 mesi, mettiti lì un quarto d’ora, guarda come è messo il portafoglio rispetto ai tuoi obiettivi futuri e valuta se la tua parte di PRESTITI è capiente al punto giusto, se è precaria o se magari è addirittura eccessiva e ribilancia di conseguenza.

Dì al tuo amico che: sticazzi le previsioni macroeconomiche, le stime degli analisti, il rendimento dei treasury a 10 anni, l’earning yield, il PIL, la disoccupazione, l’inflazione, le tensioni geopolitiche, la Cina, la Russia, la Corea del nord, Marte, Saturno e l’Universo intero.

Il portafoglio si fa considerando:

– Quanto rischio ti puoi o vuoi prendere, ossia quanto ampio vuoi che sia il ventaglio dei possibili risultati e

– Quali obiettivi hai da realizzare e quando.

Sì ok se usi la regola di The Bull anche un minimo i tassi di interesse, ma non poi così tanto dopo tutto.

Queste sono le cose più importanti da considerare.

Tutto il resto è inutile perché tanto, per citare Niels Bohr, prevedere è difficilissimo, in particolare prevedere il futuro.

Detto questo, più o meno dovrebbe avere in mano tutta la teoria di base dell’asset allocation, versione for dummies.

Infine, giustamente ti chiederà: “ok ma come si fa?”.

Anche qui, due risposte.

PRIMA RISPOSTA:

– apri un conto titoli con un broker o una banca che abbiano buoni strumenti di trading e buone condizioni economiche;

– utilizza strumenti a bassissimo costo e alta efficienza — e qui faccio fatica a trovare qualcosa di alternativo agli ETF;

– scegli da 1 a infiniti ETF che replicano indici di azioni internazionali e da 1 a infiniti ETF che replicano indici di obbligazioni governative o un mix di governative e societarie internazionali;

– se proprio ci tieni, esistono ETF (o ETC) che replicano anche la categoria intermedia che abbiamo trattato poco, ossia proprietà che non generano flussi di cassa, tipo l’oro.

Il più semplice dei portafogli sarà quindi composto da 1 ETF che replica indici come MSCI World o MSCI All Country, oppure i corrispondenti FTSE Developed World o FTSE All Country World. E qui abbiamo il grosso dell’azionario mondiale.

E poi da un 1 ETF che replica indici come il Bloomberg Global Aggregate Bond o il Bloomberg Euro Government Treasury o ancora il FTSE World Government Bond.

Una cosa ancora più semplice, se sei di una pigrizia madornale, è utilizzare pacchetti già pronti come i prodotti Lifestrategy di Vanguard, che hanno dal 20 all’80% di azioni e che selezionerai in base a dove si posiziona il giusto mix per te tra PROPRIETA’ e PRESTITI.

La SECONDA RISPOSTA è: rivolgiti ad un consulente indipendente o comunque ad una società di Wealth management indipendente che utilizza strumenti a basso costo.

“Tipo la mia banca va bene?”

Nngghhh…

Insomma… di questo però magari ne parliamo un’altra volta…

Ultima cosa: quanto posso aspettarmi di guadagnare facendo tutto quello che mi hai detto?

Allora, certezze a questo mondo ce ne sono poche.

Diciamo che, se i rendimenti passati sono di qualche guida per il futuro, la parte azionaria del tuo portafoglio potrebbe avere un rendimento atteso di lungo termine tra il 5 e il 9% come rendimento medio annuo composto.

Quella obbligazionaria tra il 3 e il 5%.

Se il mix del tuo portafoglio fosse 60% PROPRIETA’ e 40% PRESTITI, diciamo che un rendimento atteso di buon senso potrebbe essere circa 6% di media all’anno.

Così ora hai capito perché ogni cazzo di pacchetto di sigarette non ti costa 5 € ma centinaia di migliaia.

“Ah quindi ogni anno il mio patrimonio crescerà del 6%”.

Ma proprio per niente amico mio!

Sarà un bel viaggio fatto di saliscendi.

Metti in conto che la quota azionaria del tuo portafoglio:

– si beccherà in media un anno negativo ogni 4;

– ogni 5 o 6 anni avrà un crollo di almeno di circa il 30% del suo valore;

– e questi periodi allegri dureranno in media circa 300 giorni.

Allo stesso tempo, però, rallegrati sapendo che su orizzonti di 10 anni hai un 95% di probabilità che il valore della tua quota azionaria sia positivo, che sale al 100% su orizzonti di 20 anni.

Una volta che hai deciso come impostare il tuo portafoglio, ricordati che la parte più importante è quanti soldi gli metti dentro.

Risparmia il più possibile e investi il più possibile, il prima possibile e il più a lungo possibile.

Ecco a te la ricetta della felicità finanziaria.

“Si ma che palle, io non ho voglia di star lì ogni due per tre a occuparmi del mio portafoglio”.

Infatti non devi.

I migliori broker online e le migliori banche offrono la possibilità di attivare i cosiddetti Piani di Accumulo Capitale, detti PAC, che una volta impostati investono automaticamente la quota di risparmio che tu decidi nel portafoglio che hai scelto.

Idealmente anche per tutta la vita senza che tu ti preoccupi di altro se non di assicurarti che sul conto ci siano sempre soldi da investire.

Fine.

Con questo abbiamo spiegato tutto The Bull in 30 minuti, anzi mi sa qualcosa in più.

Se credete in tutto questo e pensate di fare un favore a qualcuno di importante per voi condividendo questi contenuti che voi faticosamente avete appresso stando appresso al mio podcast per 158 episodi, concentratevi su queste cose per toccare tutti i punti nevralgici della questione e innescare anche in lui o in lei il desiderio di intraprendere l’affascinante percorso che avete intrapreso voi per primi.

Grazie per avermi seguito in questo recap.

Il giorno precedente l’uscita di quest’episodio The Bull era il podcast numero uno in Italia su Apple Podcast e il numero 5 su Spotify, non potrò mai ringraziare abbastanza ciascuno di voi per avermici fatto arrivare.

Non si vince niente — eh — però avere dietro mostri sacri come Alessandro Cattelan o la Zanzara fa un certo effetto.

Per continuare la scalata vi invito come sempre a mettere segui e attivare le notifiche su Spotify, Apple podcast o dove ci ascoltate e lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che non solo vi spiegano la finanza personale ma vi spiegano pure come spiegarla sempre nuovi.

Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci risentiamo domenica prossima per un nuovo appuntamento assieme a parlare di finanza e investimenti sempre qui, naturalmente, con The Bull il tuo podcast di finanza personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.

Lorenzo, 13 Mar 2025

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!

Giorgia R., 23 Gen 2025

Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.

Andrea V., 22 Set 2025

Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai

Matteo C., 3 Set 2025

Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.

Giulia N., 11 Ago 2025

Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!

Massimiliano, 29 Mag 2024

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025
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