Da MAGA a MEGA: l’Europa surclassa gli USA e la Costanza del Cambiamento
Ciò che in finanza non cambia mai è il cambiamento stesso. Dopo anni di dominio US questi primi mesi dell'anno vedono i mercati Europei (e la Cina) correre a doppia cifra e l'S&P500 arrancare. Fuoco di paglia o svolta? sarà il tempo a dirlo. Il tutto con la costante incognita delle prossime mosse a sorpresa di DJT.

191. Da MAGA a MEGA: l’Europa surclassa gli USA e la Costanza del Cambiamento
Risorse
Punti Chiave
I mercati finanziari cambiano rapidamente; l'investimento sistematico basato su regole, non news, è fondamentale.
L'incertezza è un prerequisito per rendimenti attesi positivi, non un motivo per non investire.
Diversifica il portafoglio perché i vincitori di domani sono imprevedibili e ciò che sembra ovvio è già nei prezzi.
Trascrizione Episodio
Bentornati a The Bull — il tuo podcast di finanza personale.
Una delle cose che amo di più della finanza è che le cose cambiano ad una velocità superiore al tempo che ci serve per formulare delle interpretazioni.
Non abbiamo fatto in tempo a finire di parlare del Trump trade, di tutte le politiche del funambolico imperatore degli Stati Uniti del Mondo che avrebbero dovuto mandare alle stelle tutto ciò che aveva scritto sopra USA — e le cripto — e invece…
E invece il mercato ha una sua sottile ironia.
Si diverte come un pazzo a far credere a tutti una cosa per poi far sembrare tutti scemi un minuto dopo.
Le cose cambiano sempre in finanza.
Abituatevi.
Quando ho creato questo podcast ho scelto per la stragrande maggioranza degli episodi di non commentare eccessivamente l’attualità, sapendo che ha vita breve, preferendo invece concentrarci su temi più di lungo termine come asset allocation, principi di base del funzionamento dei mercati, rapporti con la nostra psicologia e in generale con la pianificazione delle nostre finanze.
Queste valgono per sempre, con qualche minimo adattamento from time to time, come il fatto che magari dare ogni tanto un’occhiata ai tassi di interesse ci dà qualche idea di buon senso sulla nostra asset allocation.
Ma a parte questo, i principi di investimento per costruire un portafoglio di buon senso sono più forti e decisamente più duraturi delle continue evoluzioni dei mercati finanziari.
Per questo ho detto fino alla nausea nei quasi 200 episodi fino a qua che investire in modo “sistematico”, come direbbe Larry Swedroe, ossia secondo delle regole meccaniche che non si basano sulle news finanziarie, è probabilmente la cosa migliore che uno può fare con i propri soldi.
Ciò nonostante, ritengo che comprendere cosa stia accadendo nel mondo e perché sia sempre e comunque molto importante per avere un approccio meno ingenuo verso i nostri investimenti.
Fatto sto solito etereo pippone iniziale, andiamo alle cose concrete.
Che sta succedendo sui mercati?
Che forse sia l’inizio della fine della grande bonanza degli ultimi anni?
Che forse la supremazia finanziaria indiscussa degli Stati Uniti cominci ad incriccarsi?
A brevissimo ne parliamo.
Prima però mi è comparsa su LinkedIn la facciona felice come una pasqua di Alessandro Saldutti, il country Manager di Scalable Italia, long time partner di questo podcast, che giovedì ha suonato la campana in Borsa Italiana in occasione della quotazione del loro ETF a replica ibrida su All Country World, realizzato con Xtrackers.
Da utente in primis, riconosco che Scalable sta continuando ad innovarsi e anche nel corso dell’anno avremo modo di parlare di tante novità che andranno ad introdurre e che non vi posso ancora spoilerare.
Infatti la devono smettere di dirmele prima che poi io odio tenermi i segreti.
Anzi una la dico lo stesso perché mi intriga particolarmente: tra qualche mese Scalable lancerà in Germania la possibilità di investire in ELTIF, che sono fondi europei di private markets dedicati agli investitori retail.
Chissà che non arrivi anche in Italia questa possibilità…
Nell’attesa, chi ha già Scalable, se vuole trova un link in descrizione con una guida per comprendere e sfruttare al meglio tutte le novità che hanno introdotto negli ultimi mesi, a partire dalla gestione diretta del conto titoli, alla creazione di Europe Stocks Exchange.
Per chi invece non ha Scalable e volesse una piattaforma di investimento smart, tecnologicamente avanzata e con i costi tra i più bassi in Europa, con Scalable ha piani di accumulo in ETF a zero costi d’ordine, zero costi anche sull’acquisto di singoli ETF di Ishares, Xtrackers e Amundi per ordini di almeno 250 € e interessi sulla liquidità non investita anche con il piano Free.
In descrizione c’è un link affiliato al sottoscritto per aprire un account con Scalable.
Se usate il link, non c’è nessun beneficio ulteriore per voi, ma solo ricche commissioni per me, che andranno a sostenere il vostro podcast di finanza personale preferito.
Se invece non è il preferito e non vi frega di sostenerlo, andate su www.scalable.capital .
Il contenuto che avete appena sentito è sponsorizzato da Scalable capital, investire comporta dei rischi.
Dei rischi, però quanto ci divertiamo dai?
Allora andiamo con ordine.
Cosa si aspettava il mercato all’indomani della vittoria alle presidenziali di Trump?
– Crescita del mercato azionario americano, con la società del suo buddy Elon Musk primo beneficiario;
– Rafforzamento del dollaro;
– Fuoco e fiamme su tutti gli altri mercati funestati dai dazi;
– Decollo definitivo delle cripto.
Diciamo che dal 6 novembre fino a qualche settimana fa, tutto più o meno sembrava andare in quella direzione.
Poi però il mercato si sarà detto: “ah sì? Avete tutti previsto questo e io mi giro dall’altra parte”.
Tra poco vediamo tutti i numeri, ma giusto per avere un antipasto qualitativo dei temi più rilevanti, in poche settimane dall’inizio di questo 2025 ci siamo trovati con:
– L’S&P 500 in affanno e il Nasdaq in negativo da inizio anno;
– Le magnifiche 7 che hanno fatto una più schifo dell’altra, tranne, Meta, con Tesla che poi ha quasi dimezzato il suo valore dal picco raggiunto a metà novembre;
– Nvidia, che prima si è presa la scoppola di DeepSeek e poi che non ha scaldato i cuori dopo aver pubblicato i dati del 4° trimestre del 2024, che per qualunque altra società al mondo sarebbe stati considerati spettacolari;
– Il dollaro che si è prevalentemente indebolito rispetto alle principali valute e che nei confronti dell’Euro è passato da un massimo di 1,02 l’oncia erano a un tiro di schioppo.
Invece nelle ultime due settimane ha un po’ rallentato, forse per qualche presa di profitto e reinvestimento in asset più safe, come i titoli di stato, mentre altri asset rischiosi andavano giù.
Comunque, resta un mese positivo di quasi il 2%, e da inizio anno è pur sempre su di quasi il 10%.
Ora, come sempre l’unica cosa che in finanza non cambia mai è il cambiamento stesso.
Faccio spesso speech a eventi pubblici e privati per parlare, indovinate un po’, di finanza personale, e la domanda universale che ricevo è: “ma in questo momento, vista l’incertezza, Trump, i dazi, le guerre, ecc. CONVIENE investire comunque o meglio aspettare?”.
Io non lo so se CONVIENE.
Nel senso che non posso sapere se sia meglio entrare oggi nel mercato, tra un anno o tra cinque.
Nessuno lo sa.
So solo una cosa.
Così come non so assolutamente QUANDO CONVIENE entrare nel mercato, so perfettamente QUANDO NON CONVIENE.
Non conviene investire quando ogni incertezza è dissipata.
Se per assurdo vivessimo in un mondo perfettamente in pace, governato solo da persone miti ed equilibrate, senza conflitti e in cui ogni dinamica è regolamentata nel modo più efficiente possibile, ecco, probabilmente quello sarebbe il momento di NON INVESTIRE.
Senza incertezza, il concetto di investimento viene proprio meno.
Io ricevo un rendimento dai miei investimenti perché devo venir compensato dall’assunzione di rischio che deriva dal mettere il mio capitale al lavoro per il futuro, senza garanzia di riaverlo indietro o che generi un profitto certo.
Teoricamente con i titoli di stato è così — e infatti i rendimenti sono più limitati — ma anche lì delle incertezze strutturali sussistono.
Dire, visto che oggi il mondo è incerto è meglio non investire è proprio la quintessenza dei controsensi.
Mi verrebbe da rispondere: proprio perché c’è incertezza, l’investimento ha un rendimento atteso positivo. Poi quella realizzato è un’altra cosa, ma in linea di principio il mio expected return è collegato all’assunzione di rischio che mi prendo oggi in vista di un beneficio possibile ma non garantito domani.
Come avevamo detto anche in passato, ad esempio nell’episodio 160, sorprese ed errori sono il principale driver del rendimento soprattutto degli asset più rischiosi.
Quindi in qualche modo l’incertezza è un prerequisito perché in generale investire abbia senso.
Certo, magari ci rende un po’ nervosi, però investire richiede questo, non sarà mai una tranquilla passeggiata sul lungomare al tramonto, sarà una scarpinata per arrivare al rifugio a 3000 metri, con lo zaino in spalla, sentieri accidentati, qualche inciampo, fatica, sudore e fiducia che alla fine della salita ci aspetta lo stinco con la polenta (o quel che vi piace mangiare nei rifugi in montagna).
Purtroppo, l’unica cosa che si può fare è avere una diversificazione di buon senso che, come abbiamo visto in questi due mesi, ci tenga esposta a mercati che fino all’altro ieri sembravano i più sfigati di questa terra, senza concentrare tutti i nostri risparmi in quegli asset che invece ci sembrano troppo solidi per non essere i migliori possibili.
Ecco questa forse è il più importante principio invariabile dell’investimento finanziario: se ti sembra OVVIO investire qualcosa perché sei convinto che quel qualcosa sia il naturale vincitore, ecco, probabilmente le cose sono due:
– Se hai ragione, il rendimento non sarà granché, perché ciò che tu ritieni ovvio e scontato si trova già nei prezzi;
– Se invece hai torto — e spesso è così visto che i vincitori di oggi diventano ad un certo punto i perdenti di domani — avere un’eccessiva concentrazione lì porterà al disastro.
Ti andrà bene solo se gli ovvi vincitori sapranno stupire ancora di più di quel che hanno già fatto per meritarsi lo status di ovvio vincitore.
Ma milioni di parole sono state scritte da accademici e investitori per spiegare che la regressione verso la media dei rendimenti e l’insostenibilità a lungo termine di tassi abnormi di crescita sono due forze particolarmente stabili e pervasive nei mercati azionari.
Diversifichiamo non perché sappiamo quali siano gli asset migliori del domani.
Diversifichiamo perché non sappiamo cosa accadrà domani e perché probabilmente accadranno cose che oggi ci sembrano improbabili e che invece con il senno di poi ci sembreranno ovvie.
Bene amiche e amici miei, grazie mille per essere stati qui con me anche oggi.
Spero come sempre che l’episodio sia stato utile per avere uno spaccato di quel che sta succedendo e perché e per ricordarsi i soliti buoni motivi per starsene tranquilli con i propri soldi.
A proposito di eventi, invece, vi informo che il 6 marzo sarà ospite all’evento organizzato da BNP Paribas presso la sede di Borsa Italiana. L’evento è gratuito, inizia alle 9:30 e prevede interessanti interventi di Intermonte, BNP Paribas, la stessa Borsa Italiana e del sottoscritto.
Seguirà tour della sede di Borsa Italiana e pranzo a buffet.
Ci sono ancora pochissimi posti, chi vuole può registrarsi al link che trova in descrizione.
Prima di lasciarci vi invito come sempre a mettere segui e attivare le notifiche su Spotify, Apple Podcast o dove ci ascoltate e a lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che tra le mille incertezze, delusioni, sorprese e colpi di scena saranno ancora a lungo il vostro costante compagno di viaggio sempre nuovi.
Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci risentiamo mercoledì prossimo con una puntata pazzesca con un ospite pazzesco, il super cattivo che da anni sta cercando di spiegare al mondo perché l’investimento passivo potrebbe scassare il mercato, straordinario investitore al fianco di col ossi come Peter Thiel e George Soros, vincitore assoluto durante la bolla del volmageddon del 2018, il gigante buono dagli occhi di ghiaccio Michael Green. Sempre qui naturalmente con The Bull il tuo podcast di finanza personale
Bentornati a The Bull — il tuo podcast di finanza personale.
Una delle cose che amo di più della finanza è che le cose cambiano ad una velocità superiore al tempo che ci serve per formulare delle interpretazioni.
Non abbiamo fatto in tempo a finire di parlare del Trump trade, di tutte le politiche del funambolico imperatore degli Stati Uniti del Mondo che avrebbero dovuto mandare alle stelle tutto ciò che aveva scritto sopra USA — e le cripto — e invece…
E invece il mercato ha una sua sottile ironia.
Si diverte come un pazzo a far credere a tutti una cosa per poi far sembrare tutti scemi un minuto dopo.
Le cose cambiano sempre in finanza.
Abituatevi.
Quando ho creato questo podcast ho scelto per la stragrande maggioranza degli episodi di non commentare eccessivamente l’attualità, sapendo che ha vita breve, preferendo invece concentrarci su temi più di lungo termine come asset allocation, principi di base del funzionamento dei mercati, rapporti con la nostra psicologia e in generale con la pianificazione delle nostre finanze.
Queste valgono per sempre, con qualche minimo adattamento from time to time, come il fatto che magari dare ogni tanto un’occhiata ai tassi di interesse ci dà qualche idea di buon senso sulla nostra asset allocation.
Ma a parte questo, i principi di investimento per costruire un portafoglio di buon senso sono più forti e decisamente più duraturi delle continue evoluzioni dei mercati finanziari.
Per questo ho detto fino alla nausea nei quasi 200 episodi fino a qua che investire in modo “sistematico”, come direbbe Larry Swedroe, ossia secondo delle regole meccaniche che non si basano sulle news finanziarie, è probabilmente la cosa migliore che uno può fare con i propri soldi.
Ciò nonostante, ritengo che comprendere cosa stia accadendo nel mondo e perché sia sempre e comunque molto importante per avere un approccio meno ingenuo verso i nostri investimenti.
Fatto sto solito etereo pippone iniziale, andiamo alle cose concrete.
Che sta succedendo sui mercati?
Che forse sia l’inizio della fine della grande bonanza degli ultimi anni?
Che forse la supremazia finanziaria indiscussa degli Stati Uniti cominci ad incriccarsi?
A brevissimo ne parliamo.
Prima però mi è comparsa su LinkedIn la facciona felice come una pasqua di Alessandro Saldutti, il country Manager di Scalable Italia, long time partner di questo podcast, che giovedì ha suonato la campana in Borsa Italiana in occasione della quotazione del loro ETF a replica ibrida su All Country World, realizzato con Xtrackers.
Da utente in primis, riconosco che Scalable sta continuando ad innovarsi e anche nel corso dell’anno avremo modo di parlare di tante novità che andranno ad introdurre e che non vi posso ancora spoilerare.
Infatti la devono smettere di dirmele prima che poi io odio tenermi i segreti.
Anzi una la dico lo stesso perché mi intriga particolarmente: tra qualche mese Scalable lancerà in Germania la possibilità di investire in ELTIF, che sono fondi europei di private markets dedicati agli investitori retail.
Chissà che non arrivi anche in Italia questa possibilità…
Nell’attesa, chi ha già Scalable, se vuole trova un link in descrizione con una guida per comprendere e sfruttare al meglio tutte le novità che hanno introdotto negli ultimi mesi, a partire dalla gestione diretta del conto titoli, alla creazione di Europe Stocks Exchange.
Per chi invece non ha Scalable e volesse una piattaforma di investimento smart, tecnologicamente avanzata e con i costi tra i più bassi in Europa, con Scalable ha piani di accumulo in ETF a zero costi d’ordine, zero costi anche sull’acquisto di singoli ETF di Ishares, Xtrackers e Amundi per ordini di almeno 250 € e interessi sulla liquidità non investita anche con il piano Free.
In descrizione c’è un link affiliato al sottoscritto per aprire un account con Scalable.
Se usate il link, non c’è nessun beneficio ulteriore per voi, ma solo ricche commissioni per me, che andranno a sostenere il vostro podcast di finanza personale preferito.
Se invece non è il preferito e non vi frega di sostenerlo, andate su www.scalable.capital .
Il contenuto che avete appena sentito è sponsorizzato da Scalable capital, investire comporta dei rischi.
Dei rischi, però quanto ci divertiamo dai?
Allora andiamo con ordine.
Cosa si aspettava il mercato all’indomani della vittoria alle presidenziali di Trump?
– Crescita del mercato azionario americano, con la società del suo buddy Elon Musk primo beneficiario;
– Rafforzamento del dollaro;
– Fuoco e fiamme su tutti gli altri mercati funestati dai dazi;
– Decollo definitivo delle cripto.
Diciamo che dal 6 novembre fino a qualche settimana fa, tutto più o meno sembrava andare in quella direzione.
Poi però il mercato si sarà detto: “ah sì? Avete tutti previsto questo e io mi giro dall’altra parte”.
Tra poco vediamo tutti i numeri, ma giusto per avere un antipasto qualitativo dei temi più rilevanti, in poche settimane dall’inizio di questo 2025 ci siamo trovati con:
– L’S&P 500 in affanno e il Nasdaq in negativo da inizio anno;
– Le magnifiche 7 che hanno fatto una più schifo dell’altra, tranne, Meta, con Tesla che poi ha quasi dimezzato il suo valore dal picco raggiunto a metà novembre;
– Nvidia, che prima si è presa la scoppola di DeepSeek e poi che non ha scaldato i cuori dopo aver pubblicato i dati del 4° trimestre del 2024, che per qualunque altra società al mondo sarebbe stati considerati spettacolari;
– Il dollaro che si è prevalentemente indebolito rispetto alle principali valute e che nei confronti dell’Euro è passato da un massimo di 1,02 l’oncia erano a un tiro di schioppo.
Invece nelle ultime due settimane ha un po’ rallentato, forse per qualche presa di profitto e reinvestimento in asset più safe, come i titoli di stato, mentre altri asset rischiosi andavano giù.
Comunque, resta un mese positivo di quasi il 2%, e da inizio anno è pur sempre su di quasi il 10%.
Ora, come sempre l’unica cosa che in finanza non cambia mai è il cambiamento stesso.
Faccio spesso speech a eventi pubblici e privati per parlare, indovinate un po’, di finanza personale, e la domanda universale che ricevo è: “ma in questo momento, vista l’incertezza, Trump, i dazi, le guerre, ecc. CONVIENE investire comunque o meglio aspettare?”.
Io non lo so se CONVIENE.
Nel senso che non posso sapere se sia meglio entrare oggi nel mercato, tra un anno o tra cinque.
Nessuno lo sa.
So solo una cosa.
Così come non so assolutamente QUANDO CONVIENE entrare nel mercato, so perfettamente QUANDO NON CONVIENE.
Non conviene investire quando ogni incertezza è dissipata.
Se per assurdo vivessimo in un mondo perfettamente in pace, governato solo da persone miti ed equilibrate, senza conflitti e in cui ogni dinamica è regolamentata nel modo più efficiente possibile, ecco, probabilmente quello sarebbe il momento di NON INVESTIRE.
Senza incertezza, il concetto di investimento viene proprio meno.
Io ricevo un rendimento dai miei investimenti perché devo venir compensato dall’assunzione di rischio che deriva dal mettere il mio capitale al lavoro per il futuro, senza garanzia di riaverlo indietro o che generi un profitto certo.
Teoricamente con i titoli di stato è così — e infatti i rendimenti sono più limitati — ma anche lì delle incertezze strutturali sussistono.
Dire, visto che oggi il mondo è incerto è meglio non investire è proprio la quintessenza dei controsensi.
Mi verrebbe da rispondere: proprio perché c’è incertezza, l’investimento ha un rendimento atteso positivo. Poi quella realizzato è un’altra cosa, ma in linea di principio il mio expected return è collegato all’assunzione di rischio che mi prendo oggi in vista di un beneficio possibile ma non garantito domani.
Come avevamo detto anche in passato, ad esempio nell’episodio 160, sorprese ed errori sono il principale driver del rendimento soprattutto degli asset più rischiosi.
Quindi in qualche modo l’incertezza è un prerequisito perché in generale investire abbia senso.
Certo, magari ci rende un po’ nervosi, però investire richiede questo, non sarà mai una tranquilla passeggiata sul lungomare al tramonto, sarà una scarpinata per arrivare al rifugio a 3000 metri, con lo zaino in spalla, sentieri accidentati, qualche inciampo, fatica, sudore e fiducia che alla fine della salita ci aspetta lo stinco con la polenta (o quel che vi piace mangiare nei rifugi in montagna).
Purtroppo, l’unica cosa che si può fare è avere una diversificazione di buon senso che, come abbiamo visto in questi due mesi, ci tenga esposta a mercati che fino all’altro ieri sembravano i più sfigati di questa terra, senza concentrare tutti i nostri risparmi in quegli asset che invece ci sembrano troppo solidi per non essere i migliori possibili.
Ecco questa forse è il più importante principio invariabile dell’investimento finanziario: se ti sembra OVVIO investire qualcosa perché sei convinto che quel qualcosa sia il naturale vincitore, ecco, probabilmente le cose sono due:
– Se hai ragione, il rendimento non sarà granché, perché ciò che tu ritieni ovvio e scontato si trova già nei prezzi;
– Se invece hai torto — e spesso è così visto che i vincitori di oggi diventano ad un certo punto i perdenti di domani — avere un’eccessiva concentrazione lì porterà al disastro.
Ti andrà bene solo se gli ovvi vincitori sapranno stupire ancora di più di quel che hanno già fatto per meritarsi lo status di ovvio vincitore.
Ma milioni di parole sono state scritte da accademici e investitori per spiegare che la regressione verso la media dei rendimenti e l’insostenibilità a lungo termine di tassi abnormi di crescita sono due forze particolarmente stabili e pervasive nei mercati azionari.
Diversifichiamo non perché sappiamo quali siano gli asset migliori del domani.
Diversifichiamo perché non sappiamo cosa accadrà domani e perché probabilmente accadranno cose che oggi ci sembrano improbabili e che invece con il senno di poi ci sembreranno ovvie.
Bene amiche e amici miei, grazie mille per essere stati qui con me anche oggi.
Spero come sempre che l’episodio sia stato utile per avere uno spaccato di quel che sta succedendo e perché e per ricordarsi i soliti buoni motivi per starsene tranquilli con i propri soldi.
A proposito di eventi, invece, vi informo che il 6 marzo sarà ospite all’evento organizzato da BNP Paribas presso la sede di Borsa Italiana. L’evento è gratuito, inizia alle 9:30 e prevede interessanti interventi di Intermonte, BNP Paribas, la stessa Borsa Italiana e del sottoscritto.
Seguirà tour della sede di Borsa Italiana e pranzo a buffet.
Ci sono ancora pochissimi posti, chi vuole può registrarsi al link che trova in descrizione.
Prima di lasciarci vi invito come sempre a mettere segui e attivare le notifiche su Spotify, Apple Podcast o dove ci ascoltate e a lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che tra le mille incertezze, delusioni, sorprese e colpi di scena saranno ancora a lungo il vostro costante compagno di viaggio sempre nuovi.
Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci risentiamo mercoledì prossimo con una puntata pazzesca con un ospite pazzesco, il super cattivo che da anni sta cercando di spiegare al mondo perché l’investimento passivo potrebbe scassare il mercato, straordinario investitore al fianco di col ossi come Peter Thiel e George Soros, vincitore assoluto durante la bolla del volmageddon del 2018, il gigante buono dagli occhi di ghiaccio Michael Green. Sempre qui naturalmente con The Bull il tuo podcast di finanza personale
Recensioni
Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!
Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente
Amalia A., 17 Set 2025Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!
Massimiliano, 29 Mag 2024Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!
Giorgia R., 23 Gen 2025Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai
Matteo C., 3 Set 2025Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro
Massimo D., 23 Set 2025Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.
Giulia N., 11 Ago 2025Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.
Andrea V., 22 Set 2025La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!
Luca G. 10 Ott 2025Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.
Lorenzo, 13 Mar 2025