Guida Galattica per Investitori Pigri. Tutto THE BULL in 20 minuti

Episodio dedicato agli ascoltatori più pigri che in un colpo solo vogliono la guida plug-and-play da zero a investitore in venti minuti. In tutto ciò, proveremo a rispondere ad uno dei misteri fondamentali dell'esistenza.

Difficoltà
25 minuti
Guida Galattica per Investitori Pigri. Tutto THE BULL in 20 minuti

Risorse

Punti Chiave

La libertà finanziaria (Fuck You Money) si raggiunge correggendo errori finanziari (budget, debiti) e sfruttando l'interesse composto.

La 'Guida Galattica' prevede 5 step: Budget (risparmiare 15-20% del reddito), Fondo Emergenza (3-6 mesi di spese), Estinzione Debiti (a parte il mutuo), Investimento in ETF (a lungo termine), Previdenza Complementare.

Trascrizione Episodio

Bentornati a The Bull – Il tuo podcast di finanza personale

Ventesimo episodio del Podcast!

Per prima cosa un sentito GRAZIE, dal profondo del cuore, a tutti voi che state continuando a seguirci puntualmente ogni settimana.

Vedere crescere il numero di persone che giorno dopo giorno ascoltano THE BULL è una grandissima emozione.

Certo, lo so che non mi state facendo un favore, ma che tutto sommato vi conviene ascoltare THE BULL.

Dopo 20 episodi, a meno che siate ottusi come muli, sicuramente avrete già apportato qualche aggiustamento nel vostro rapporto con i soldi e come minimo vi siete messi su una strada migliore lungo il cammino verso la vostra futura prosperità finanziaria.

Quindi, raccontatelo in giro, ascoltando THE BULL si diventa un po’ più ricchi praticamente in automatico, già solo perché vi costringerà a correggere qualche cazzata che state facendo con i vostri soldi.

Perché so che state facendo un sacco di cazzate con i soldi? Perché tutte le cazzate che state facendo voi, con ogni probabilità le ho già fatte io prima di intraprendere il mio percorso di finanza personale. Quindi so bene di cosa si tratta e a maggior ragione so bene perché è una buona idea aggiustare il prima possibile il tiro.

Spendere soldi a cazzo senza avere un budget in mente? Fatto.

Non investire i risparmi? Fatto.

Comprare una casa quando non era il momento di comprarla? Fatto.

Non preoccuparmi della previdenza complementare? Fatto.

Investire in fondi comuni di investimento attraverso non una ma ben DUE banche? Diamine se l’ho fatto! prima di fare due conti e realizzare poi le simpatiche caratteristiche che questi fondi hanno, ossia di costare una fucilata e avere rendimenti sotto la media di mercato.

Quindi, fatte tutte ste cretinate negli anni passati e trovata poi la motivazione per studiare e apprendere tutti i contenuti che prima ho applicato su me stesso e poi mi sono messo a raccontare qui a THE BULL, l’obiettivo ora è aiutare quanti più tra voi a commettere meno errori possibili e iniziare quanto prima ad imboccare la strada corretta verso la libertà finanziaria.

Qualche giorno fa però, uno dei miei più cari e storici amici mi ha detto “no fighissimo The Bull, ma non puoi fare un episodio proprio per chi come me non ne sa proprio niente e non sa da che parte cominciare?”

E io gli ho risposto “ma tutto THE BULL è esattamente pensato per chi non ne sa niente e non sa da che parte cominciare!”

E lui “no, ma devi fare proprio un episodio super basic in cui spieghi tutto in un colpo solo e dici ad uno come me esattamente cosa deve fare”.

Allora caro Matteo, nome di fantasia del mio buon amico, quest’episodio è dedicato a te e tutti coloro che, come te, hanno un livello di pigrizia cosmica e non vogliono capire le cose nel dettaglio ma vogliono solo sapere cosa devono fare con i propri soldi nel modo più essenziale possibile.

Abbiamo intitolato quest’episodio Guida Galattica per Investitori Pigri, in omaggio al celeberrimo romanzo di fantascienza di Douglas Adams (Guida Galattica per Autostoppisti). Alla fine del romanzo – faccio spoiler tanto chi tra voi non l’ha letto sicuramente non aveva in programma di leggerlo, mentre il mio amico Matteo sicuramente sì – viene chiesto al supercomputer più potente dell’universo, chiamato Pensatore Profondo, di calcolare la risposta fondamentale alla domanda sulla vita, sull’universo e su tutto quanto e questa risposta è il numero 42.

Su cosa significasse questo 42, poi, l’autore ha volutamente lasciato la spiegazione in sospeso.

Ora, siccome in questo podcast cerchiamo sempre di andare un po’ a fondo alle cose e non prenderle per buone a prima vista, ci abbiamo ragionato un po’ e alla fine ci siamo accorti che stanti le vigenti leggi in materia previdenziale in Italia, ironia della sorte il numero minimo di anni di contributi per andare anticipatamente in pensione nel nostro Bel Paese è proprio 42!

(42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 e 10 mesi per le donne, in media 42).

Ecco, quasi mezzo secolo dopo la pubblicazione del libro, abbiamo finalmente scoperto che la risposta fondamentale alla domanda sulla vita, sull’universo e su tutto quanto è proprio: 42! ossia per quanti anni dovrai farti il culo 8-9-10 ore al giorno lavorando 5 giorni su 7 per poi lasciarti i migliori anni della tua vita alle spalle e vivere di stenti grazie alla ridicola pensione che l’INPS potrà garantirti.

Se qualcuno qui la pensa come me e come me non ne avete manco per le palle di lavorare per 42 anni, ecco a voi allora la guida galattica per investitori pigri per fare in modo di impostare tutte le cose per bene e cercare di ottenere questi risultati:

1) far crescere il vostro risparmio in maniera esponenziale, grazie potere magico dell’interesse composto;

2) accumulare una sufficiente quantità di ricchezza per raggiungere ad un certo punto il proprio personale livello di “fuck you money”;

3) mettere al sicuro la propria posizione previdenziale per stare sereni negli anni in cui non avremo alcuna intenzione di fare qualunque tipo di lavoro che ci impegni più di un’ora al giorno.

Giusto per ricordarvi che qua non diciamo cose a caso ma cerchiamo sempre di fondare nei numeri i suggerimenti che vi do, 42 è anche il numero di anni che vi sarebbero serviti per trasformare un investimento di 300 € al mese nell’azionario globale in 1 milione di euro.

Certo sembra più facile di quel che è, perché l’equivalente in lire di 300 € nel 1983 sarebbero circa 900 € odierni, aggiustati per inflazione, ma ciononostante resta vero il fatto che con gli opportuni accorgimenti sul nostro risparmio, il potere dell’interesse composto fa letteralmente trasformare piccoli importi in cifre notevoli.

Quindi, caro Matteo e cari ascoltatori di THE BULL, facciamo la guida galattica super breve per risolvere il dilemma dell’esistenza e provare a trovare strade alternative a 42 anni di rotture di palle al lavoro.

Allora, STEP UNO:

Prima roba da fare, prendi un file excel e fatti un bel budget delle tue spese familiari ricorrenti.

Ricordati che mutuo o affitto, automobile e cibo sono con ogni probabilità il grosso delle tue spese mensili.

Considera poi cosa spendi mediamente di bollette per luce e gas e imposte, abbonamenti vari a internet, cellulare e streaming, eventuali rette per le scuole dei bambini, spese sanitarie ricorrenti e abbigliamento e poi fissa un paio di voci variabili che comprendono: spese per entertainment, come ristoranti, cinema, weekend via etc. e spese varie ed eventuali come acquisti online, libri, giocattoli e altra roba una tantum.

Non c’è bisogno di diventare matti e tenersi ogni scontrino, una volta che metti i big three e gli altri importi che di solito sono sempre uguali, essendo in abbonamento, per quanto riguarda invece le voci variabili ragiona per differenza, ossia: prendi il vostro reddito familiare mensile medio, togli le spese che hai calcolato, cerca di tenere da parte almeno il 15% (se riesci ad arrivare a 20% meglio) per il tuo risparmio e tutto il resto sai che puoi destinarlo serenamente alle spese non prevedibili.

Poi magari scarica un app con cui tieni traccia ogni mese di ogni singola spesa, così ti assicuri che il tuo budget sia coerente con il tuo stile di vita reale.

Se il tuo reddito familiare fosse, a puro titolo di esempio, 4.000 € al mese, fai in modo di risparmiare circa 500-600 € al mese e goditi la vita con tutto il resto.

Ah una cosa importante.

Con un po’ di pazienza, tutti gli abbonamenti che hai (luce e gas, internet, assicurazioni, ecc.) hanno un costo che quasi sempre si può ridurre.

Ti consiglio un sito che si chiama SWITCHO (esse, vudoppia, i, ti ci, acca, o) che ti aiuta, meglio di un comparatore classico, a trovare alternative più convenienti.

poi

STEP DUE:

Fai il fondo di emergenza.

Se spendi in media 3.500 € al mese, la prima cosa da fare è accumulare un importo equivalente a 3-6 mesi di spese, quindi una via di mezzo tra 10.000 e 18.000 € dovrebbe andare.

Questo ti servirà per spese eccezionali impreviste, qualche problema al lavoro, la necessità di far fronte ad un costo sanitario inatteso e così via.

Mi raccomando, ricordati di mettere quest’importo in un conto diverso da quello che usi per fare spese, altrimenti lo fai fuori senza neanche accorgertene.

Usa magari un fondo deposito svincolabile così hai un minimo di rendimento.

STEP TRE:

A parte il mutuo, se hai altri debiti al consumo cerca di estinguerli il prima possibile.

Mi riferisco in particolare a cose tipo le rate dell’automobile o finanziamenti per l’acquisto di beni onerosi come elettrodomestici, arredamento o quella mega TV in 4K più grande della parete del salotto.

Gli interessi sui finanziamenti di questo tipo sono di solito molto onerosi, soprattutto in questo periodo di tassi di interesse molto alti, quindi estingui questi debiti prima di metterti ad investire perché è difficile contare su un rendimento dei tuoi investimenti che sia in grado di compensare interessi magari dell’8-10%.

Se invece hai fatto finanziamenti a tasso zero, assicurati che il tasso sia effettivamente ZERO, dopodiché ok, non c’è fretta, anche se in generale non avere debiti (mutuo a parte) è un prerequisito fondamentale per il tuo percorso di finanza personale.

Fatto tutto questo,

STEP QUATTRO:

Investi il prima possibile, quanto più possibile, il più a lungo possibile.

Perché devi investire?

Intanto perchè l’inflazione si mangia annualmente una quota del valore dei tuoi soldi, quindi tenerli in banca equivale ad avere delle perdite certe al 100%.

A parte questi ultimi due anni con l’inflazione che avrà complessivamente eroso il 15% del valore che il tuo patrimonio aveva nel 2021, in generale ogni anno metti in conto un 2-3% di svalutazione dei tuoi risparmi.

Se ti sembra poca roba, sappi che tanto basta a trasformare 10.000 € che hai oggi sul conto in meno di 8.000 € tra dieci anni.

In secondo luogo, se non investi i tuoi soldi questi non crescono.

E so che a te piace farli crescere.

Quindi investi as much as you can!

Vediamo velocemente quali sono le opzioni che hai a disposizione.

OPZIONE 1)

Non hai voglia di pensare assolutamente a nulla e non ti interessa assolutamente cosa sta succedendo ai tuoi soldi?

L’opzione di default dell’Italiano Medio è andare in banca e affidarsi ad un consulente che gli comporrà un portafoglio bilanciato di azioni e obbligazioni attraverso fondi comuni di investimento.

Ho dedicato numerose puntate a spiegare perché questa non sarà MAI, MAI e poi MAI la scelta migliore che potrai fare.

La coppia di motivazioni alla base di questa considerazione è composta dal fatto che, da un lato, i fondi comuni di investimento gestiti dalle banche costano mediamente il 2% (quando sono azionari) e circa l’1% (se obbligazionari) e in diversi casi prevedono costi d’ingresso, costi d’uscita, costi di performance e un’ulteriore commissione, di solito un’altro 1%, al tuo consulente;

dall’altro, per motivi su cui non torniamo in questa breve guida galattica, ricordati che i fondi attivi hanno performance inferiori rispetto alla media del mercato. Su orizzonti di tempo superiori a 10 anni meno di 2 fondi su 10 riesce a fare meglio di quanto farebbe un investimento passivo che si limitasse a replicare la performance media dei mercati finanziari.

Se non ti fidi consulta il report annuale di Standard and Poors’s che si chiama SPIVA Scorecard o il Semiannual Barometer di Morningstar.

Se però, per qualche motivo perverso che faticherei a comprendere, vuoi comunque affidarti ad un consulente di una banca e non ti gira il culo che tu ti assumerai il 100% del rischio e consulente, banca e gestore del fondo si prenderanno un terzo, o forse anche metà, del tuo rendimento, beh allora sicuramente meglio investirli qui che tenerli a far la muffa sul conto.

OPZIONE 2)

Usa un roboadvisor tipo Moneyfarm.

Come abbiamo già raccontato, Moneyfarm offre 7 portafogli preconfezionati ai suoi clienti (e da quest’anno anche dei portafogli tematici) composti esclusivamente da ETF, ossia da fondi comuni a gestione passiva che replicano la performance di un benchmark sottostante.

Certamente saprai dagli episodi precedenti che essi sono fondi a bassissimo costo, circa 0,2-0,3% come commissione media annua, che replicano l’andamento di interi indici di azioni, obbligazioni e altre cose.

Sono estremamente trasparenti – nel senso che, diversamente dai fondi comuni di cui sopra, sai sempre cosa c’è dentro – super liquidi, dato che sono scambiati in borsa e quindi gli investimenti sono liquidabili praticamente all’istante in ogni momento, e hanno dimostrato negli anni di avere performance superiori ai corrispondenti fondi gestiti in maniera attiva.

Moneyfarm ti fa scegliere il tuo profilo di rischio, ti consiglia il portafoglio più idoneo per le tue caratteristiche, tu metti in soldi (tutti insieme o tramite piano di accumulo mensile) e poi fanno tutto loro.

Costo medio: poco più dell’1% all’anno.

OPZIONE 3)

Ti apri un bel deposito titoli su una banca online come Dio comanda, tipo Fineco, o attraverso un broker a basso costo che non abbia una sede alle Isole Vergini, tipo Degiro, Scalable o altri broker nell’Unione Europea, e ti fai da solo il tuo bel portafoglio.

Il mio consiglio di default, per piccoli e medi investitori come me e te, che quindi non hanno milioni da investire né sono professionisti che per lavoro si occupano di finanza e investimenti, è di concentrare l’80-90% dell’investimento in ETF, perché sono il modo più semplice per far lavorare a lungo termine i propri soldi senza troppi rischi di fare cazzate devastanti.

Qui, in questa breve guida galattica non posso andare ulteriormente nel dettaglio, altrimenti non avrei fatto 19 episodi prima di questo a spiegarti per filo e per segno tutto quello che c’è da sapere sugli ETF.

Però diciamo che, se non sai da dove partire, fai queste mosse:

1. Assicurati di non esserti dimenticato degli STEP UNO, DUE e TRE, altrimenti fai danni;

2. Definisci il tuo orizzonte temporale, ossia qual è l’orizzonte di riferimento dei tuoi investimenti. Se è a lungo termine puoi tendenzialmente prediligere un portafoglio a maggioranza azionario, viceversa, può aver senso tenere una maggiore quota di fondi obbligazionari. Per ulteriori dettagli riascoltati gli episodi 6, 7, 8, 9 e pure il 17 che non fa male.

3. Stesso discorso per quanto riguarda il tuo carattere. Se soffri ogni volta che il mercato fa -2%, allora punta su un portafoglio con rendimenti attesi più bassi ma più stabile (tipicamente con più obbligazioni), se invece vivi sereno anche quando si presentano crisi importanti tipo 2008, Marzo 2020 o 2022, allora spingi pure sull’azionario, sapendo che probabilmente avrai rendimenti migliori ma sarai un po’ di più sulle montagne russe.

4. Per non saper né leggere né scrivere, investi in ETF azionari una quota percentuale equivalente al numero dei tuoi anni e tutto il resto in obbligazioni. Non è una regola scritta nella pietra ma è comunque un principio guida che ti impedirà di costruire asset allocation completamente strampalate.

5. Parti magari da un ETF sull’azionario globale (tipo uno che replica l’indice MSCI World) e da un ETF obbligazionario aggregate Europeo (così hai dentro un po’ di tutto, tra obbligazioni governative e corporate e con diverse scadenze);
assegna a ciascuno il peso che ritieni in base ai punti precedenti e poi man mano che il tuo patrimonio investito cresce puoi valutare di aggiungere altri ETF sull’azionario americano (tipo S&P 500), oppure sull’azionario Europeo (Stoxx 600) o sui Mercati Emergenti. Stesso discorso per la parte obbligazionaria, che puoi integrare con ETF di diverse tipologie e aree geografiche e magari anche con un piccola quota di obbligazionari high yield (ossia ad alto rendimento perché fatto da obbligazioni di società un po’ traballanti); se ritieni, puoi anche aggiungere un 5-10% di oro o materie prime.

6. Almeno una volta all’anno da un occhio a come sono andati gli investimenti e se qualche asset class dovesse essere crescita molto più delle altre allora ribilancia il portafoglio (ad esempio: se eri partito con 60% azioni e 40% obbligazioni e alla fine dell’anno le azioni sono andate molto bene e le obbligazioni meno bene, magari ti ritrovi con 70% azioni e 30% obbligazioni; a quel punto compra un po’ più di ETF obbligazionari per ribilanciare i pesi oppure, scelta di solito non ottimale, vendi un po’ di ETF azionari per riequilibrare).

Come si compra un ETF mi chiederai?

Vai sul deposito titoli del tuo broker o della tua banca online, seleziona il prodotto che ti interessa inserendo il codice ISIN (scritto ISIN) o il ticker, che è una sigla alfabetica di 3 o 4 lettere, clicca su “Ordina”, inserisci il numero di quote che vuoi comprare, lancia l’ordine e qualche secondo dopo sarai proprietario del tuo ETF, congratulazioni!

Due consigli:

– per scegliere quali ETF comprare, il già citato sito Justetf.it è molto comodo perché vi dà tutte le informazioni possibili e immaginabili su ogni ETF. Ne volete uno che replica, che ne so, lo Stoxx 600? Scrivetelo nella barra di ricerca e lui vi mostra tutti quelli disponibili, con caratteristiche, costi, dimensioni, ecc. Ricordati di prediligere sempre quelli più grandi (almeno oltre 500 milioni) e con i costi più bassi (0,2%-0,3% è abbastanza la norma);

– altro consiglio, fai i tuoi acquisti tra le quattro e le cinque del pomeriggio, momento in cui sono aperte contemporaneamente sia la borsa di milano, dove compri i tuoi ETF, sia la borsa di New York, dove sono quotate la maggior parte delle cose che i tuoi ETF andranno a replicare.

Detto questo, se vuoi fare tutto in automatico ogni mese senza stare a pensarci e usi ad esempio Fineco puoi usare il piano Replay che ti permette di comporre il tuo portafoglio di ETF, gli dici quanto vuoi investire ogni mese e come ripartire l’investimento tra i diversi fondi, e Fineco ogni mese automaticamente investe i tuoi soldi in base all’allocazione che hai scelto.

Ad oggi, le commissioni di Fineco per attivare un piano Replay con 3 o 4 ETF è di 7 € al mese.

Cancella Diseny Plus o fai un paio colazioni in meno al bar e te lo sei già ripagato.

OPZIONE 4)

Se non te la senti di farlo da solo ma allo stesso tempo non vuoi regalare a vita i soldi alle banche e neanche i robo advisor ti fanno impazzire, allora affidati ad un consulente indipendente a cui pagherai un importo fisso annuale e lui o lei ti aiuterà a capire cosa stai facendo e perché.

Non è economicissimo, difficile che te la cavi con meno di 500 € all’anno, ma ritengo sia un buon investimento sulla tua formazione finanziaria e sulla tua serenità.

Il vantaggio qual è, tra l’altro?

Che se investi con un consulente bancario in un portafoglio X e gli devi dare il 2% all’anno quel 2% all’anno glie lo darai finché campi o finché non disinvesti.

Con il consulente indipendente, se ad un certo punto non vuoi più avvalerti del suo lavoro BASTA, nessuno preleverà più un centesimo dai tuoi investimenti e questi continueranno a crescere per la loro strada.

Se non sai dove trovarne uno, IoInvesto SCF è una società composta da validi consulenti indipendenti che possono darti una mano.

Ora, quali sono le aspettative di rendimento di questo tipo di investimento? Assolutamente impossibile da dirlo.

Un portafoglio fatto da due ETF, impostato al 60% sull’azionario globale e al 40% sull’obbligazionario Europeo, negli ultimi 40 anni avrebbe reso poco più del 7% all’anno e avrebbe quindi trasformato 10.000 € investiti all’inizio in circa 160.000 €.

Anche nel futuro andrà così?

Non c’è nessun modo di saperlo.

Negli ultimi 100 anni il mercato azionario globale è sempre cresciuto, tanto o poco, perché l’economia in generale tende naturalmente a crescere.

Lo sforzo comune dell’umanità sarà sicuramente proteso anche nel futuro verso la crescita, quindi possiamo aspettarci che la direzione continuerà ad essere la stessa.

Allo stesso tempo alcune stime, come quelle fatte da Vanguard, una delle più grandi società di asset management del mondo, ritengono che le performance delle azioni nei prossimi 10 anni saranno inferiori a quelle degli ultimi 10-20 anni, fosse anche solo per il fatto che è difficile immaginare un altro lunghissimo periodo di tassi d’interesse pressoché a 0 come è stato per il primo ventennio degli anni Duemila.

I tassi di interesse a 0 sono una condizione propizia per la crescita del valore delle azioni, perché alimentano la crescita delle società che esse rappresentano, stimolate dal costo praticamente nullo del denaro necessario a queste società per fare investimenti per il proprio sviluppo.

Se invece i tassi per i prossimi anni resteranno “higher for longer”, come da diversi mesi si dice negli ambienti finanziari, ciò avrà verosimilmente qualche ripercussione sui rendimenti delle azioni.

Detto questo, dato che come abbiamo detto mille volte, è assolutamente impossibile prevedere cosa succederà domani, non stiamo neanche a farci mille pippe mentali più di tanto che a furia di perdere tempo a fare analisi rischiamo solo una paralisi e nel frattempo ci perdiamo i treni che passano.

Cosa succederà domani è impossibile dirlo e tanto per cambiare, nonostante la sovrabbondanza di tecnologia e intelligenza tra i soggetti finanziari che contano, le previsioni a inizio 2023 parlavano di recessione, mercati azionari deboli e altre brutte cose e intanto nel momento in cui stiamo parlando l’S&P 500, l’indice delle 500 società più grandi quotate negli Stati Uniti, ossia l’indice più importante del mondo, è su del 17% da inizio anno e tanti saluti…

Certo, vale anche il contrario. Ricordo bene quando a inizio 2022 c’erano stime che proiettavano il valore di fine anno dell’S&P 500 oltre i 5.000 punti e poi ha chiuso a 3.800.

Come scrive Nassim Taleb, la bellezza di “sbagliare le previsioni con grandissima precisione”.

Ok, tutto chiaro?

STEP CINQUE:

Mentre fai tutta sta roba sui tuoi investimenti a lungo termine preoccupati della previdenza complementare.

Se sei un dipendente valuta il fondo chiuso della tua categoria, dove versare il TFR ed eventuali contributi aggiuntivi per beneficiare di notevoli opportunità fiscali.

Se sei un libero professionista, chiama un consulente esperto in materia previdenziale e fatti consigliare la soluzione migliore per dedicare una quota del tuo risparmio a specifici investimenti destinati alla previdenza complementare che tipicamente hanno dei notevoli vantaggi fiscali.

Fine.

Abbiamo fatto la Guida Galattica per investitori pigri in 20 minuti, più facile di così si muore cosa dici?

Ricordati la puntata su come diventare milionari, dove abbiamo fatto qualche calcolo per capire quanto ci metteresti ad accumulare un milione di euro con i tuoi investimenti.

Come sempre diciamo, è impossibile pronosticare quanto ci metteresti da qui in poi, possiamo solo fare un backtest e calcolare quanto ci avresti messo nel passato.

Considera però che con un portafoglio non particolarmente aggressivo, tipo 60/40, con 600 € al mese avresti accumulato in 30 anni oltre 600.000 €.

E se invece di 600 fossi riuscito ad investirne 1.000 al mese, in trent’anni avresti sfondato il milione e avresti certamente risolto il grande enigma sul senso della vita, dell’universo e tutto quanto di Douglas Adams.

Mi raccomando, nessuno può garantirti che le cose andranno così anche per i prossimi 30 anni.

Ma nessuno poteva garantire neanche a chi 30 anni fa avesse cominciato questo viaggio.

E il trentennio alle nostre spalle non è che sia stato esente da momenti traumatici nel mondo finanziario.

Pensa che se avessi iniziato l’investimento di cui sopra il primo gennaio del 2000, il 31 dicembre del 2009, quindi esattamente 10 anni dopo, saresti stato in positivo solo dello 0,8%, praticamente tanto quanto mettere i soldi in un vaso.

Ciononostante, benché negli ultimi 30 anni 10 siano passati alla storia come il decennio perduto, alla fine chi ha avuto pazienza è stato abbondantemente ripagato.

Quindi, niente paturnie mentali; se investire comporta il rischio di perdere soldi (o di non guadagnarne tanti come vorremmo), non investire comporta la certezza di vedere il valore dei nostri soldi consumati dall’inflazione.

Pertanto, comunque sia direi che ti conviene dare una chance ai tuoi risparmi di regalarti una vita finanziariamente più serena.

Caro mio e cari ascoltatori di THE BULL, abbiamo siamo giunti alla fine di quest’episodio semiserio in cui abbiamo condensato un po’ di tutto tra le tante cose che abbiamo raccontato nel 19 episodi precedenti.

Quando consiglierete a qualche amico il podcast, se sapete che, come Matteo, è pigro come il bradipo di Zootropolis, ditegli di sentirsi solo quest’episodio, così magari inizia ad alzare le antenne, a destarsi dal suo torpore finanziario ultradecennale e, come l’omino del celeberrimo mito della caverna di Platone che fissava tutto il tempo le ombre riflesse sul muro, magari anche lui si girerà dall’altra parte e comincerà ad intraprendere un percorso di consapevolezza per costruirsi un futuro finanziario migliore.

E magari si ascolta anche le altre 19 puntate e a sua volta le consiglia in giro, no?

Come sempre, grazie per essere giunti fino a qui, vi ricordo di mettere segui e attivare le notifiche su Spotify, Apple Podcast, Amazon Audible, iHeart, Google Podcast o qualunque altra piattaforma utilizziate e di lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre guide galattiche per investitori pigri che risolvano grandi misteri dell’esistenza e soprattutto ci permettano di alzare il dito medio di fronte all’idea di lavorare per 42 anni sempre nove.

Questo episodio finisce qui e ci ritroviamo presto con THE BULL, il tuo podcast di finanza personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai

Matteo C., 3 Set 2025

Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai

Francesca B., 6 Apr 2024

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025

Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!

Massimiliano, 29 Mag 2024

Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!

Giorgia R., 23 Gen 2025

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva

Gianluca G., 11 Set 2025

Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.

Giulia N., 11 Ago 2025

Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.

Andrea V., 22 Set 2025
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