Le 10 Regole d’oro per una pianificazione finanziaria di successo (PARTE 2)
Seconda parte dell'episodio dedicato alle 10 regole d'oro per una pianificazione finanziaria di successo. Oggi parliamo di quando investire, come affontare la volatilità, di previdenza complementare, assicurazioni e tanto altro.

Risorse
Punti Chiave
Non fare market timing: compra velocemente, vendi lentamente e investi con continuità per beneficiare dei giorni migliori.
Non temere la volatilità e i crolli di mercato; continua a investire secondo la strategia.
Sfrutta la previdenza complementare (fondi chiusi o aperti) per benefici fiscali e integrare la pensione futura.
Trascrizione Episodio
Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Welcome back cari affezionati ascoltatori di THE BULL, non sapete quanto sia felice di ritrovarvi ancora qui dopo 15 episodi trascorsi a parlare di cose non proprio divertenti, ammettiamolo, come risparmio, investimenti, etf, azioni, borse e compagnia bella che di solito narcotizzano la maggior parte delle persone (chiedere a mia moglie per ulteriori informazioni in merito).
E invece voi siete ancora qua! e siete dei grandi perché avete capito che seguendo questo podcast avete una scorciatoia efficace per fare quella cosa che avevate in testa da anni, non sapendo però da che parte cominciare ossia: migliorare la vostra relazione con i soldi e costruire un passo per volta la vostra futura prosperità finanziaria.
Per continuare su questa strada, allora, bando alle ciance e riprendiamo da dove avevamo lasciato una settimana fa, parlando delle 10 regole d’oro per una pianificazione finanziaria di successo.
Vi ricordate?
In pratica le prime 5 dicevano: focalizzatevi sul risparmio finché questo vi porta più soldi in tasca del rendimento dei vostri investimenti; fate del vostro meglio per aumentare i vostri guadagni; gestite con molta oculatezza i vostri debiti; investite il vostro risparmio nei mercati finanziari attraverso prodotti efficienti, diversificati e a basso costo come gli ETF e infine guardatevi bene dal concentrare i vostri soldi in singole azioni o obbligazioni che prendete solo sberle.
Veniamo allora alla
REGOLA NUMERO 6: Compra velocemente, vendi lentamente e investi il più spesso possibile.
Ora che avete capito le regole 4 e 5, la 6 è la sua naturale conseguenza.
In sostanza, caro amico mio, questa regola dice che dovresti tenere a mente tre cose:
1) quando hai dei risparmi da parte, investili il più velocemente possibile! Non stare a farti pippe mentali del tipo “eh ma forse non è il momento, c’è incertezza, preferisco aspettare che i mercati scendano un po’, voglio prima vedere se succede questo o quello e così via”.
NO!
Non provate a indovinare il timing corretto per entrare nel mercato.
In finanza si usa l’espressione “buy the dip” che significa in pratica provare a entrare nel mercato dopo che c’è stato un ribasso per poter guadagnare di più. Numeri alla mano, dato che il mercato cresce molto più frequentemente di quanto non accusi perdite (diciamo che circa 7-8 anni su 10 è positivo e 2 o 3 è negativo), farai sempre meglio ad investire ogni volta che puoi piuttosto che stare ad aspettare il “Momento giusto” e nel frattempo perdervi i rendimenti.
Su questo argomento tra l’altro c’è una statistica che mi ha sempre impressionato.
Se prendiamo il rendimento dell’S&P 500 nei 15 anni compresi tra il 2007 e il 2021 avremmo ottenuto una performance di circa il 10% all’anno, che avrebbe trasformato 10.000 !
E se invece ci fossimo persi i 20 migliori giorni, avremmo ottenuto un misero 1,6% di rendimento.
Se infine ci fossimo persi i migliori 30 giorni, saremmo addirittura in negativo.
Vedete, i mercati sono strani, si comportano in maniera assolutamente imprevedibile, soprattutto nel breve termine, e hanno un andamento che definire schizofrenico è un eufemismo.
L’impressionante rendimento dell’indice più importante del mondo, quell’oltre 10% all’anno che fa dell’S&P 500 il benchmark per eccellenza di tutta la finanza globale, è fondamentalmente dovuto a quei 30 giorni di gloria in 15 anni.
Dato che però è praticamente impossibile prevedere quali saranno i giorni da segno +, la cosa migliore che possiamo fare è rimanere investiti ogni singolo giorno, così da essere certi di portarci a casa il massimo del rendimento che il mercato può offrire.
Inoltre ricordati sempre che l’interesse composto funziona tanto meglio, quanto più a lungo si un investimento dispiega nel tempo.
Per questa coppia di ragioni che abbiamo spiegato, storicamente avresti sempre fatto molti più soldi semplicemente investendo nei mercati azionari per un lungo periodo di tempo che non provando a entrare e uscire cercando di prevedere i futuri andamenti delle borse.
Veniamo allora alla seconda cosa che devi tenere a mente:
2) se comprare velocemente è cosa buona è giusta, devi fare esattamente l’opposto quando si tratta di vendere. Fallo il più lentamente possibile, solo se è necessario perché magari ti serve liquidità e ricordati che ogni volta che vendete pagate le tasse sulle plusvalenze che avete realizzato (26% in Italia). Quindi fallo il meno possibile e massimizza così la capacità del tuo patrimonio di crescere attraverso l’interesse composto.
Infine, terza cosa:
3) investi il più frequentemente possibile. Al netto di un’attenta valutazione dei costi delle commissioni del vostro broker, cerca di investire con continuità nel mercato, così da attuare la strategia nota come “dollar cost averaging”, che consiste nel mediare il prezzo di acquisto dei vostri fondi (chiamato prezzo medio di carico).
Questa strategia, per farla breve, ti permette di introdurre gradualmente la tua liquidità nel mercato e – finché cresce – tutto ok, mentre se dovessi incappare in qualche tracollo, con questo metodo continueresti ad investire a prezzi sempre più convenienti così da accelerare il processo di recupero quando il mercato tornerà su.
Quindi, man mano che ne hai, investi!, dopodiché non star lì ad accumulare risparmio in attesa del momento buono, ma investi con continuità nel rispetto della strategia e pianificazione finanziaria che stai seguendo.
Eh sì, come abbiamo tante volte il mercato fa un po’ il cazzo che gli pare e, che ti piaccia o no, ogni tanto ha dei crolli anche belli importanti.
E’ quindi fondamentale che vi imprimiate nel cervello anche la
REGOLA NUMERO 7, ossia: non temere la volatilità del mercato.
Se investite nel mercato azionario, benché tramite strumenti efficienti come gli ETF, mettete in conto che ogni tanto assisterete a dei crolli.
Nel 2000-2002 il mercato ha perso il 50% per la crisi delle dot.com, nel 2008 ha perso oltre il 40% per via della crisi finanziaria divampata con il fallimento di Lehman Brothers, ma anche nel solo Marzo del 2020 c’è stato un bel -30% a seguito dell’esplosione della pandemia di Covid-19.
Ogni tanto succede. E succederà ancora. La peggiore crisi finanziaria di tutti i tempi deve ancora capitare. Nessuno sa quando. Ma succederà.
Mettetevi il cuore in pace.
Quando succede:
– COSA NON DOVETE FARE: farvela sotto, spaventarvi, pensare di aver perso tutto e mettervi a vendere i vostri investimenti per paura di accumulare perdite.
No, le crisi sono il modo in cui il mercato, per così dire, si purifica di situazioni insostenibili, di bolle, di scommesse esagerate da parte del mondo finanziario e così via.
Il mercato crolla, alcune società falliscono, l’economia traballa e poi i mercati ripartono.
Per la cronaca, dopo la bastonata del -30% a Marzo 2020, lo stesso anno il mercato ha chiuso in positivo e ha toccato più o meno ovunque i suoi nuovi massimi nel dicembre 2021.
Poi Putin ha deciso di invadere l’Ucraina, in più c’erano già una serie di problemi legati all’inflazione galoppante, insomma tutto un casino che ha portato il 2022 a fare un altro bel tonfo di circa -15%, ma già nel primo semestre del 2023 l’azionario globale è tornato abbondantemente in positivo con alcuni indici, come il Nasdaq, che in 6 mesi ha fatto addirittura +30% e il Dax tedesco e il Nikkei giapponese che hanno sfondato i loro massimi storici!
Quindi keep calm, i mercati crollano. Nulla di nuovo. E’ sempre successo, sempre succederà.
Se invece vi spaventate e disinvestite, ecco lì sì che perdete soldi per davvero.
– COSA DOVE FARE invece: niente, continuate a comprare esattamente secondo la vostra strategia. Anzi se possibile comprate di più, perché durante le crisi i prezzi delle azioni crollano e quindi potrete comprare a sconto e accumulare maggiori guadagni quando il mercato risalirà.
Ora, le cose fondamentali su risparmio e investimenti le abbiamo dette.
Per gli approfondimenti, soprattutto su come si investe in ETF, sull’impostazione di un portafoglio, su come scegliere i diversi fondi, eccetera, ascoltatevi, se non l’avete fatto, gli episodi precedenti, in particolare gli Episodi 6, 7, 8 e 9.
Detto questo, mentre faremo di tutto per far crescere i nostri soldi attraverso i nostri investimenti, parallelamente abbiamo un’altra cosa da fare per incrementare la nostra ricchezza a lungo termine.
Quindi
REGOLA NUMERO 8: sfruttare le possibilità della previdenza complementare.
Di questo tema abbiamo parlato poco ma in effetti è particolarmente importante, soprattutto in un paese come il nostro, il cui sistema previdenziale condannato ad un futuro per nulla rassicurante.
In questo episodio cominciamo ad accennarvi, ma faremo presto un nuovo episodio dedicato espressamente ad alcuni approfondimenti.
Allora come abbiamo detto fin dai primi due episodi, uno dei motivi per cui non puoi permetterti di non investire in Italia è perché alla fine della tua carriera lavorativa presumibilmente percepirai una pensione ridicola, ammesso che ne riceverai mai una.
Il Sistema previdenziale dell’INPS è una specie di gigantesco Schema Ponzi legalizzato, avete presente no? Gli Schemi Ponzi sono quella tipologia di truffe inventate da un noto Italiano, Charles Ponzi, immigrato negli Stati Uniti all’inizio del ‘900 – oh quanto c’è da inventare un nuovo modo per fregare qualcuno, l’Italia è la Silicon Valley dell’innovazione illegale globale!
Comunque come funziona? in pratica è uno schema piramidale in cui vengono dati altissimi rendimenti costanti agli ignari investitori ma questi rendimenti non sono il frutto di un’oculata strategia finanziaria, bensì sono finanziati dai nuovi capitali che provengono da altri ignari investitori che, ingolositi dai rendimenti pazzeschi dei loro conoscenti, a loro volta vogliono entrare nella cricca della cuccagna.
Quindi i primi investitori guadagnano cifre incredibili, attirano altri che vogliono guadagnare a loro volta, questi ne attraggono altri e così via, come un’epidemia la truffa si diffonde a macchia d’olio.
Poi finché nessuno reclama indietro il capitale, non ci si accorge della truffa perché il truffatore continua a pagare regolarmente i rendimenti grazie ai costanti ingressi dei nuovi babbacchioni che per “fear of missing out”, nota come FOMO, non vogliono perdersi questo treno dorato di soldi facili.
Alla fine però, tutte gli schemi Ponzi saltano per aria quando succede qualcosa per cui troppi “investitori” contemporaneamente rivogliono indietro i loro capitali, o comunque quando il flusso di nuovi capitali si riduce e quindi non è più in grado di pagare i rendimenti degli investitori presenti.
Per la cronaca, guardate su Netflix il documentario su Bernie Madoff, una delle più autorevoli e rispettate figure a Wall Street degli anni ’80 e ’90, passato alla storia per aver messo su il più clamoroso Schema Ponzi di tutti i tempi – oh ragazzi parliamo di una truffa di quasi 65 miliardi di dollari!
La cosa assurda, tra l’altro, è che Madoff era già ricchissimo grazie alla sua società assolutamente legale che operava come Market Maker (vi ricordate? ne abbiamo parlato nella puntata sulle paure di investire. Il Market Maker è quel soggetto finanziario che agevola la liquidità dei mercati, guadagnando facendo arbitraggio sugli spread, e che in sostanza fa sì che ogni volta che qualcuno vuole comprare o vendere un asset c’è sempre questo qui a fare da controparte).
Quindi Madoff era già multimilionario ed era super rispettato a Wall Street – era stato anche uno dei fondatori del Nasdaq – poi però siccome l’avidità e l’ingordigia umana, assieme alla stupidità, non hanno mai fine, un bel giorno decise di inventarsi questa truffa parallela nello scantinato del suo ufficio insieme ad altri tre o 4 fedelissimi scagnozzi (curiosamente quasi tutti con cognomi di chiare origini Italiane – eh Madoff voleva andare sul sicuro!).
Sta truffa è andata avanti oltre 30 anni, finché nel 2008, a seguito dell’apocalisse finanziaria causata dal fallimento di Lehman Brothers che diede inizio alla grande Crisi, moltissimi investitori di Madoff chiesero indietro i loro soldi, per poi scoprire che questi soldi non esistevano più…
Per questo scherzetto Madoff è stato condannato a 150 anni di carcere. Se c’è una cosa su cui negli Stati Uniti non si può proprio scherzare sono i soldi degli Americani.
Comunque, a parte questa lunga divagazione, non avete notato niente in comune con il sistema dell’INPS?
Chiaramente l’INPS non truffa nessuno, è tutto perfettamente regolamentato e alla luce del sole. Ma il suo funzionamento è esattamente quello di uno schema ponzi.
Dato che le pensioni di chi non lavora sono finanziate da chi lavora, se il numero di lavoratori non si mantiene costantemente più alto rispetto a quello dei pensionati, ad un certo punto il banco salta.
E dato che in Italia, come anche in molti altri paesi occidentali tra l’altro, l’età media si allungherà sempre di più mentre si fanno sempre meno figli, è facile prevedere che più andremo avanti, sempre meno lavoratori saranno in grado di finanziare pensioni sempre più risicate.
Pertanto, dato che questo scenario è pressoché certo, consiglierei di cautelarsi il prima possibile da questa eventualità.
Ora ,noi da un lato vogliamo certamente investire e far crescere i nostri risparmi anche per poter beneficiare del più grande patrimonio possibile quando saremo in pensione.
Esistono però degli strumenti specifici fatti ad hoc proprio per integrare la pensione dell’INPS quando avrete 65-70 anni, che si chiamano fondi di previdenza complementare.
Ora perché potrebbe essere una buona idea investire una parte dei vostri risparmi ANCHE in un fondo pensione?
In pratica per un motivo fiscale.
I soldi che voi risparmiate e investite nei mercati finanziari, tipicamente tramite un broker online come abbiamo visto in precedenza, sono soldi già tassati su cui andrete a pagare nuovamente delle tasse una volta che vendete per “incassare” i rendimenti dei vostri investimenti (sempre che essi siano in profitto naturalmente).
Con i fondi di previdenza complementare, invece, esistono dei benefici fiscali rilevanti, che variano a secondo del tipo di fondo a cui scegliete di aderire.
In pratica avete due opzioni principali.
Se siete dipendenti, nella maggior parte dei casi potete accedere al fondo della vostra categoria (ad esempio, se lavorate per una società di servizi, con ogni probabilità il vostro fondo di categoria si chiama Fon.te; se lavorate in una realtà industriale, probabilmente il vostro fondo sarà Cometa; e così via per ogni settore).
Questi fondi si chiamano Fondi Chiusi, proprio perché potete accedervi solo se lavorate in una società che applica un contratto collettivo del lavoro previsto tra quelli per cui lo specifico fondo è disponibile. Altrimenti no.
Il vantaggio di questi fondi riguarda intanto la possibilità di versarvi il TFR.
Il TFR, come sapete, è un elemento della vostra retribuzione da dipendente che NON vedete in busta paga, perché di default viene lasciato nelle casse del vostro datore di lavoro. Grossomodo il TFR corrisponde a circa una mensilità all’anno e se viene lasciato in azienda è soggetto ad una rivalutazione annuale dell’1,5% più il 75% del tasso di inflazione di quell’anno.
In pratica, se prendiamo l’inflazione media degli ultimi 20 anni in Italia, che è stata leggermente inferiore al 2%, il vostro TFR lasciato in azienda si sarà rivalutato ogni anno di poco meno del 3% all’anno.
Quando cambiate lavoro e quindi vi dimettete, o in generale quando cessa il rapporto di lavoro con la vostra società, il TFR lasciato in azienda vi viene liquidato e assoggettato ad una tassazione separata che è nell’ordine del 23-28%, a seconda del vostro reddito.
Se però invece di lasciare il TFR in azienda chiedete di versarlo nel fondo pensione della vostra categoria otterrete questi benefici:
1) potete scegliere se investirlo nel fondo all’interno del comparto più conservativo, tipicamente a prevalenza obbligazionaria, o via via più spinto verso il mercato azionario, con l’obiettivo di beneficiare del rendimento composto nel corso degli anni; se siete ancora lontani dalla pensione, ha sicuramente più senso la seconda scelta perché come detto tante volte il mercato azionario ha avuto storicamente dei rendimenti del 7-8-9%, quindi nettamente di più della rivalutazione che ottiene il TFR stando in azienda.
La cosa curiosa è che la stragrande maggioranza degli Italiani che hanno avuto la buona idea di assegnare il TFR ad un fondo pensione, hanno poi scelto il comparto con i rendimenti più bassi per paura di perdere i soldi e questo fondamentalmente a causa della diffusa ignoranza su come funzionano i mercati finanziari.
Ironia della sorte, molti di coloro che l’anno scorso avevano i soldi investiti in obbligazioni in un fondo pensione tra virgolette “sicuro”, a seguito dell’impetuoso aumento dei tassi di interesse si sono presi una bastonata sui denti epica, perché come detto tante volte quanto i tassi salgono i valori delle obbligazioni scendono e l’anno scorso la discesa è stata anche del 20% sulle scadenze più lunghe.
Veniamo al secondo beneficio:
2) Un altro plus dell’assegnazione del TFR ad un fondo di categoria è che potete decidere di aggiungere un contributo volontario minimo (di solito è nell’ordine dello 0,5 – 1% della vostra retribuzione) e questo fa sì che anche il vostro datore di lavoro versi a sua volta una quota nel vostro fondo pensione. In pratica in questo modo il vostro datore di lavoro verserà un contributo aggiuntivo, che per voi sarà a tutti gli effetti “gratuito”, alla vostra pensione.
Terzo beneficio:
3) I versamenti volontari sono deducibili fiscalmente. In gergo tecnico, questa cosa si chiama: “soldi gratis”. Oh, ogni tanto uno dei peggiori sistemi fiscali del mondo, come quello Italiano, ha qualche piega positiva.
4) Avrete infine un duplice beneficio fiscale perché intanto invece che pagare un’aliquota superiore al 20% se il TFR viene lasciato in azienda e poi liquidato quanto vi dimettete, nel fondo pensione ha una tassazione del 9%; inoltre i rendimenti finanziari che vengono generati nel fondo sono tassati al 20% anziché al 26%, come invece accadrebbe in un normale deposito titoli.
Scegliere di investire nel fondo pensione di categoria è sicuramente un’ottima idea per consolidare la vostra posizione previdenziale e godere di una rendita vitalizia aggiuntiva quando avrete terminato di lavorare.
L’altra opzione, adatta sicuramente ai liberi professionisti ma anche ai dipendenti che per qualche motivo non vogliono usare il fondo di categoria, si basa strumenti analoghi che si chiamano Fondi Aperti, tipicamente gestiti da banche o assicurazioni. Sono un po’ più costosi e mediamente meno efficienti per la verità, anche perché non prevedono alcuni benefici tipici dei fondi chiusi.
Ad ogni modo informatevi e magari scoprirete che per qualche ragione un fondo previdenziale privato è più idoneo per le vostre esigenze.
Ad esempio, nel fondo chiuso è obbligatorio versare il TFR, mentre nei fondi aperti non necessariamente. In alcuni casi potrebbe essere una scelta migliore per voi non versare il TFR nel fondo pensione.
Comunque, che sia tramite il fondo chiuso o un fondo aperto, il mio consiglio è di consultare un professionista esperto in materia previdenziale per trovare la soluzione migliore per integrare la vostra pensione; mi raccomando non lasciate questo dettaglio al caso!
Teoricamente esiste anche una terza opzione, che sono i PIP ovvero Piani Individuali Pensionistici, ma di questo e di tutto il resto in materia di previdenza integrativa parleremo più nel dettaglio in una puntata futura.
Parliamo ora velocemente della
REGOLA NUMERO 9, ossia: proteggiti dai rischi.
Ebbene sì, nella vita “shit happens”, purtroppo possono succedere brutte cose.
Non ci si può far nulla, fa parte del meraviglioso mistero dell’esistenza che oggi ci siamo e domani, beh, tocchiamo ferro, ma non è detto che sia così.
E’ quindi fondamentale considerare di attivare delle assicurazioni sulla vita e, se lo ritenete, anche delle assicurazioni contro un’eventuale invalidità permanente.
Mentre la seconda è molto importante per chi svolge lavori che richiedono anche una certa fisicità, la prima direi che è qualcosa che chiunque dovrebbe sottoscrivere.
Soprattutto se avete una famiglia, dei figli, un mutuo e così via, assicurare i vostri cari dell’eventualità di una vostra morte prematura è molto importante per garantire alla vostra famiglia un futuro sereno, almeno dal punto di vista finanziario.
Oggi esistono assicurazioni online, come ad esempio Vitesicure o Genertel, che con cifre davvero contenute, a seconda di quanti anni avete e dell’importo che volete assicurare, vi offrono una copertura in caso di premorienza fino tipicamente a 30 anni.
Mediamente, con circa 25 – 30 € al mese non dovreste avere difficoltà a trovare assicurazioni che vi garantiscano circa 200.000 € in caso di morte.
Quale che sia, fate un’assicurazione almeno sulla vita, per evitare che magari mettete su una pianificazione finanziaria coi fiocchi e poi di punto in bianco tirate le quoia e lasciate i vostri cari nei guai.
Infine, last but not least, non dimenticatevi la
REGOLA NUMERO 10: Il tempo è il vostro asset più importante.
Questa è per distanza la regola più importante di tutte.
Nel corso della vostra vita, soprattutto se fate le cose per bene, i soldi aumenteranno, ma per quanto riguarda il tempo, non c’è verso di farlo crescere.
Avete un certo tempo a disposizione e dovete giocarvela al meglio.
Pertanto, tutto quello che abbiamo detto funziona nel modo migliore tanto prima lo mettete in pratica e tanto più o lungo lo portate avanti.
Abbiamo visto più volte come l’interesse composto, il motore dei nostri investimenti, faccia crescere i nostri risparmi nel tempo e come proprio il tempo faccia tutta la differenza tra un rendimento modesto ed uno spettacolare.
Per citare un esempio che fa sempre Dave Ramsey.
Immaginate un ragazzo di 25 anni che investe 200 al mese però finché va in pensione a 65 anni.
In pratica il primo avrà investito di tasca propria complessivamente 24.000 , mentre il primo, contribuendo con solo un terzo rispetto al fratello ma avendo iniziato 10 anni prima, avrebbe addirittura 513.000 $!
Capito quanto è importante darsi una mossa?
Non sono tanto gli strumenti o le strategie finanziarie a fare la differenza. E’ il tempo a dominare il gioco.
Iniziate il prima possibile, non perdete tempo, prendetevi invece tutto il tempo possibile per permettere alla vostra pianificazione finanziaria di dispiegare tutti i suoi effetti benefici a lungo termine.
Cari amici di THE BULL, siamo giunti alla fine della seconda parte di questo episodio, in cui abbiamo davvero condensato tutte le basi di ciò che serve per cominciare a impostare una strategia finanziaria di successo.
Nei prossimi due episodi ci occuperemo invece di queste cose.
Faremo subito un approfondimento sulle diverse tipologie di ETF azionari e obbligazionari, perché andare un po’ più nel dettaglio e fornirvi una guida pratica per orientarvi all’interno di un dedalo fatto di oltre 1.200 prodotti diversi, per citare solo quelli disponibili su Borsa Italiana. Vedremo gli ETF sugli indici generali, quelli con strategie specifiche, gli obbligazionari High Yield e magari toccheremo velocemente anche un po’ roba strana tipo gli ETF a gestione attiva (che sembra un controsenso concettuale, dato che per definizione gli ETF sono a gestione passiva, eppure sì, esistono anche gli ETF attivi, si sa che l’immaginazione di Wall Street non ha limiti).
In quello successivo, invece, faremo un discorso un più teorico, ma molto importante secondo me, su come non cadere nelle trappole delle nostre aberrazioni mentali e delle deformazioni della nostra percezione, soprattutto quando si tratta di ragionare sulle probabilità, attività su cui il nostro cervello fa tipicamente schifo.
Mi raccomando, non smettete di seguirci e se non l’avete fatto mettete segui e attivate le notifiche al podcast su Spotify, Apple Podcast o Amazon Music e lasciate una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre guide fai-da-te contro l’autolesionismo finanziario. E soprattutto ricordatevi che noi Italiani, come detto qualche episodio fa, abbiamo sempre lo Zimbawe da superare quanto a competenza in materia.
Per questo episodio è tutto cari amici e care amiche e ci sentiamo presto con THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Welcome back cari affezionati ascoltatori di THE BULL, non sapete quanto sia felice di ritrovarvi ancora qui dopo 15 episodi trascorsi a parlare di cose non proprio divertenti, ammettiamolo, come risparmio, investimenti, etf, azioni, borse e compagnia bella che di solito narcotizzano la maggior parte delle persone (chiedere a mia moglie per ulteriori informazioni in merito).
E invece voi siete ancora qua! e siete dei grandi perché avete capito che seguendo questo podcast avete una scorciatoia efficace per fare quella cosa che avevate in testa da anni, non sapendo però da che parte cominciare ossia: migliorare la vostra relazione con i soldi e costruire un passo per volta la vostra futura prosperità finanziaria.
Per continuare su questa strada, allora, bando alle ciance e riprendiamo da dove avevamo lasciato una settimana fa, parlando delle 10 regole d’oro per una pianificazione finanziaria di successo.
Vi ricordate?
In pratica le prime 5 dicevano: focalizzatevi sul risparmio finché questo vi porta più soldi in tasca del rendimento dei vostri investimenti; fate del vostro meglio per aumentare i vostri guadagni; gestite con molta oculatezza i vostri debiti; investite il vostro risparmio nei mercati finanziari attraverso prodotti efficienti, diversificati e a basso costo come gli ETF e infine guardatevi bene dal concentrare i vostri soldi in singole azioni o obbligazioni che prendete solo sberle.
Veniamo allora alla
REGOLA NUMERO 6: Compra velocemente, vendi lentamente e investi il più spesso possibile.
Ora che avete capito le regole 4 e 5, la 6 è la sua naturale conseguenza.
In sostanza, caro amico mio, questa regola dice che dovresti tenere a mente tre cose:
1) quando hai dei risparmi da parte, investili il più velocemente possibile! Non stare a farti pippe mentali del tipo “eh ma forse non è il momento, c’è incertezza, preferisco aspettare che i mercati scendano un po’, voglio prima vedere se succede questo o quello e così via”.
NO!
Non provate a indovinare il timing corretto per entrare nel mercato.
In finanza si usa l’espressione “buy the dip” che significa in pratica provare a entrare nel mercato dopo che c’è stato un ribasso per poter guadagnare di più. Numeri alla mano, dato che il mercato cresce molto più frequentemente di quanto non accusi perdite (diciamo che circa 7-8 anni su 10 è positivo e 2 o 3 è negativo), farai sempre meglio ad investire ogni volta che puoi piuttosto che stare ad aspettare il “Momento giusto” e nel frattempo perdervi i rendimenti.
Su questo argomento tra l’altro c’è una statistica che mi ha sempre impressionato.
Se prendiamo il rendimento dell’S&P 500 nei 15 anni compresi tra il 2007 e il 2021 avremmo ottenuto una performance di circa il 10% all’anno, che avrebbe trasformato 10.000 !
E se invece ci fossimo persi i 20 migliori giorni, avremmo ottenuto un misero 1,6% di rendimento.
Se infine ci fossimo persi i migliori 30 giorni, saremmo addirittura in negativo.
Vedete, i mercati sono strani, si comportano in maniera assolutamente imprevedibile, soprattutto nel breve termine, e hanno un andamento che definire schizofrenico è un eufemismo.
L’impressionante rendimento dell’indice più importante del mondo, quell’oltre 10% all’anno che fa dell’S&P 500 il benchmark per eccellenza di tutta la finanza globale, è fondamentalmente dovuto a quei 30 giorni di gloria in 15 anni.
Dato che però è praticamente impossibile prevedere quali saranno i giorni da segno +, la cosa migliore che possiamo fare è rimanere investiti ogni singolo giorno, così da essere certi di portarci a casa il massimo del rendimento che il mercato può offrire.
Inoltre ricordati sempre che l’interesse composto funziona tanto meglio, quanto più a lungo si un investimento dispiega nel tempo.
Per questa coppia di ragioni che abbiamo spiegato, storicamente avresti sempre fatto molti più soldi semplicemente investendo nei mercati azionari per un lungo periodo di tempo che non provando a entrare e uscire cercando di prevedere i futuri andamenti delle borse.
Veniamo allora alla seconda cosa che devi tenere a mente:
2) se comprare velocemente è cosa buona è giusta, devi fare esattamente l’opposto quando si tratta di vendere. Fallo il più lentamente possibile, solo se è necessario perché magari ti serve liquidità e ricordati che ogni volta che vendete pagate le tasse sulle plusvalenze che avete realizzato (26% in Italia). Quindi fallo il meno possibile e massimizza così la capacità del tuo patrimonio di crescere attraverso l’interesse composto.
Infine, terza cosa:
3) investi il più frequentemente possibile. Al netto di un’attenta valutazione dei costi delle commissioni del vostro broker, cerca di investire con continuità nel mercato, così da attuare la strategia nota come “dollar cost averaging”, che consiste nel mediare il prezzo di acquisto dei vostri fondi (chiamato prezzo medio di carico).
Questa strategia, per farla breve, ti permette di introdurre gradualmente la tua liquidità nel mercato e – finché cresce – tutto ok, mentre se dovessi incappare in qualche tracollo, con questo metodo continueresti ad investire a prezzi sempre più convenienti così da accelerare il processo di recupero quando il mercato tornerà su.
Quindi, man mano che ne hai, investi!, dopodiché non star lì ad accumulare risparmio in attesa del momento buono, ma investi con continuità nel rispetto della strategia e pianificazione finanziaria che stai seguendo.
Eh sì, come abbiamo tante volte il mercato fa un po’ il cazzo che gli pare e, che ti piaccia o no, ogni tanto ha dei crolli anche belli importanti.
E’ quindi fondamentale che vi imprimiate nel cervello anche la
REGOLA NUMERO 7, ossia: non temere la volatilità del mercato.
Se investite nel mercato azionario, benché tramite strumenti efficienti come gli ETF, mettete in conto che ogni tanto assisterete a dei crolli.
Nel 2000-2002 il mercato ha perso il 50% per la crisi delle dot.com, nel 2008 ha perso oltre il 40% per via della crisi finanziaria divampata con il fallimento di Lehman Brothers, ma anche nel solo Marzo del 2020 c’è stato un bel -30% a seguito dell’esplosione della pandemia di Covid-19.
Ogni tanto succede. E succederà ancora. La peggiore crisi finanziaria di tutti i tempi deve ancora capitare. Nessuno sa quando. Ma succederà.
Mettetevi il cuore in pace.
Quando succede:
– COSA NON DOVETE FARE: farvela sotto, spaventarvi, pensare di aver perso tutto e mettervi a vendere i vostri investimenti per paura di accumulare perdite.
No, le crisi sono il modo in cui il mercato, per così dire, si purifica di situazioni insostenibili, di bolle, di scommesse esagerate da parte del mondo finanziario e così via.
Il mercato crolla, alcune società falliscono, l’economia traballa e poi i mercati ripartono.
Per la cronaca, dopo la bastonata del -30% a Marzo 2020, lo stesso anno il mercato ha chiuso in positivo e ha toccato più o meno ovunque i suoi nuovi massimi nel dicembre 2021.
Poi Putin ha deciso di invadere l’Ucraina, in più c’erano già una serie di problemi legati all’inflazione galoppante, insomma tutto un casino che ha portato il 2022 a fare un altro bel tonfo di circa -15%, ma già nel primo semestre del 2023 l’azionario globale è tornato abbondantemente in positivo con alcuni indici, come il Nasdaq, che in 6 mesi ha fatto addirittura +30% e il Dax tedesco e il Nikkei giapponese che hanno sfondato i loro massimi storici!
Quindi keep calm, i mercati crollano. Nulla di nuovo. E’ sempre successo, sempre succederà.
Se invece vi spaventate e disinvestite, ecco lì sì che perdete soldi per davvero.
– COSA DOVE FARE invece: niente, continuate a comprare esattamente secondo la vostra strategia. Anzi se possibile comprate di più, perché durante le crisi i prezzi delle azioni crollano e quindi potrete comprare a sconto e accumulare maggiori guadagni quando il mercato risalirà.
Ora, le cose fondamentali su risparmio e investimenti le abbiamo dette.
Per gli approfondimenti, soprattutto su come si investe in ETF, sull’impostazione di un portafoglio, su come scegliere i diversi fondi, eccetera, ascoltatevi, se non l’avete fatto, gli episodi precedenti, in particolare gli Episodi 6, 7, 8 e 9.
Detto questo, mentre faremo di tutto per far crescere i nostri soldi attraverso i nostri investimenti, parallelamente abbiamo un’altra cosa da fare per incrementare la nostra ricchezza a lungo termine.
Quindi
REGOLA NUMERO 8: sfruttare le possibilità della previdenza complementare.
Di questo tema abbiamo parlato poco ma in effetti è particolarmente importante, soprattutto in un paese come il nostro, il cui sistema previdenziale condannato ad un futuro per nulla rassicurante.
In questo episodio cominciamo ad accennarvi, ma faremo presto un nuovo episodio dedicato espressamente ad alcuni approfondimenti.
Allora come abbiamo detto fin dai primi due episodi, uno dei motivi per cui non puoi permetterti di non investire in Italia è perché alla fine della tua carriera lavorativa presumibilmente percepirai una pensione ridicola, ammesso che ne riceverai mai una.
Il Sistema previdenziale dell’INPS è una specie di gigantesco Schema Ponzi legalizzato, avete presente no? Gli Schemi Ponzi sono quella tipologia di truffe inventate da un noto Italiano, Charles Ponzi, immigrato negli Stati Uniti all’inizio del ‘900 – oh quanto c’è da inventare un nuovo modo per fregare qualcuno, l’Italia è la Silicon Valley dell’innovazione illegale globale!
Comunque come funziona? in pratica è uno schema piramidale in cui vengono dati altissimi rendimenti costanti agli ignari investitori ma questi rendimenti non sono il frutto di un’oculata strategia finanziaria, bensì sono finanziati dai nuovi capitali che provengono da altri ignari investitori che, ingolositi dai rendimenti pazzeschi dei loro conoscenti, a loro volta vogliono entrare nella cricca della cuccagna.
Quindi i primi investitori guadagnano cifre incredibili, attirano altri che vogliono guadagnare a loro volta, questi ne attraggono altri e così via, come un’epidemia la truffa si diffonde a macchia d’olio.
Poi finché nessuno reclama indietro il capitale, non ci si accorge della truffa perché il truffatore continua a pagare regolarmente i rendimenti grazie ai costanti ingressi dei nuovi babbacchioni che per “fear of missing out”, nota come FOMO, non vogliono perdersi questo treno dorato di soldi facili.
Alla fine però, tutte gli schemi Ponzi saltano per aria quando succede qualcosa per cui troppi “investitori” contemporaneamente rivogliono indietro i loro capitali, o comunque quando il flusso di nuovi capitali si riduce e quindi non è più in grado di pagare i rendimenti degli investitori presenti.
Per la cronaca, guardate su Netflix il documentario su Bernie Madoff, una delle più autorevoli e rispettate figure a Wall Street degli anni ’80 e ’90, passato alla storia per aver messo su il più clamoroso Schema Ponzi di tutti i tempi – oh ragazzi parliamo di una truffa di quasi 65 miliardi di dollari!
La cosa assurda, tra l’altro, è che Madoff era già ricchissimo grazie alla sua società assolutamente legale che operava come Market Maker (vi ricordate? ne abbiamo parlato nella puntata sulle paure di investire. Il Market Maker è quel soggetto finanziario che agevola la liquidità dei mercati, guadagnando facendo arbitraggio sugli spread, e che in sostanza fa sì che ogni volta che qualcuno vuole comprare o vendere un asset c’è sempre questo qui a fare da controparte).
Quindi Madoff era già multimilionario ed era super rispettato a Wall Street – era stato anche uno dei fondatori del Nasdaq – poi però siccome l’avidità e l’ingordigia umana, assieme alla stupidità, non hanno mai fine, un bel giorno decise di inventarsi questa truffa parallela nello scantinato del suo ufficio insieme ad altri tre o 4 fedelissimi scagnozzi (curiosamente quasi tutti con cognomi di chiare origini Italiane – eh Madoff voleva andare sul sicuro!).
Sta truffa è andata avanti oltre 30 anni, finché nel 2008, a seguito dell’apocalisse finanziaria causata dal fallimento di Lehman Brothers che diede inizio alla grande Crisi, moltissimi investitori di Madoff chiesero indietro i loro soldi, per poi scoprire che questi soldi non esistevano più…
Per questo scherzetto Madoff è stato condannato a 150 anni di carcere. Se c’è una cosa su cui negli Stati Uniti non si può proprio scherzare sono i soldi degli Americani.
Comunque, a parte questa lunga divagazione, non avete notato niente in comune con il sistema dell’INPS?
Chiaramente l’INPS non truffa nessuno, è tutto perfettamente regolamentato e alla luce del sole. Ma il suo funzionamento è esattamente quello di uno schema ponzi.
Dato che le pensioni di chi non lavora sono finanziate da chi lavora, se il numero di lavoratori non si mantiene costantemente più alto rispetto a quello dei pensionati, ad un certo punto il banco salta.
E dato che in Italia, come anche in molti altri paesi occidentali tra l’altro, l’età media si allungherà sempre di più mentre si fanno sempre meno figli, è facile prevedere che più andremo avanti, sempre meno lavoratori saranno in grado di finanziare pensioni sempre più risicate.
Pertanto, dato che questo scenario è pressoché certo, consiglierei di cautelarsi il prima possibile da questa eventualità.
Ora ,noi da un lato vogliamo certamente investire e far crescere i nostri risparmi anche per poter beneficiare del più grande patrimonio possibile quando saremo in pensione.
Esistono però degli strumenti specifici fatti ad hoc proprio per integrare la pensione dell’INPS quando avrete 65-70 anni, che si chiamano fondi di previdenza complementare.
Ora perché potrebbe essere una buona idea investire una parte dei vostri risparmi ANCHE in un fondo pensione?
In pratica per un motivo fiscale.
I soldi che voi risparmiate e investite nei mercati finanziari, tipicamente tramite un broker online come abbiamo visto in precedenza, sono soldi già tassati su cui andrete a pagare nuovamente delle tasse una volta che vendete per “incassare” i rendimenti dei vostri investimenti (sempre che essi siano in profitto naturalmente).
Con i fondi di previdenza complementare, invece, esistono dei benefici fiscali rilevanti, che variano a secondo del tipo di fondo a cui scegliete di aderire.
In pratica avete due opzioni principali.
Se siete dipendenti, nella maggior parte dei casi potete accedere al fondo della vostra categoria (ad esempio, se lavorate per una società di servizi, con ogni probabilità il vostro fondo di categoria si chiama Fon.te; se lavorate in una realtà industriale, probabilmente il vostro fondo sarà Cometa; e così via per ogni settore).
Questi fondi si chiamano Fondi Chiusi, proprio perché potete accedervi solo se lavorate in una società che applica un contratto collettivo del lavoro previsto tra quelli per cui lo specifico fondo è disponibile. Altrimenti no.
Il vantaggio di questi fondi riguarda intanto la possibilità di versarvi il TFR.
Il TFR, come sapete, è un elemento della vostra retribuzione da dipendente che NON vedete in busta paga, perché di default viene lasciato nelle casse del vostro datore di lavoro. Grossomodo il TFR corrisponde a circa una mensilità all’anno e se viene lasciato in azienda è soggetto ad una rivalutazione annuale dell’1,5% più il 75% del tasso di inflazione di quell’anno.
In pratica, se prendiamo l’inflazione media degli ultimi 20 anni in Italia, che è stata leggermente inferiore al 2%, il vostro TFR lasciato in azienda si sarà rivalutato ogni anno di poco meno del 3% all’anno.
Quando cambiate lavoro e quindi vi dimettete, o in generale quando cessa il rapporto di lavoro con la vostra società, il TFR lasciato in azienda vi viene liquidato e assoggettato ad una tassazione separata che è nell’ordine del 23-28%, a seconda del vostro reddito.
Se però invece di lasciare il TFR in azienda chiedete di versarlo nel fondo pensione della vostra categoria otterrete questi benefici:
1) potete scegliere se investirlo nel fondo all’interno del comparto più conservativo, tipicamente a prevalenza obbligazionaria, o via via più spinto verso il mercato azionario, con l’obiettivo di beneficiare del rendimento composto nel corso degli anni; se siete ancora lontani dalla pensione, ha sicuramente più senso la seconda scelta perché come detto tante volte il mercato azionario ha avuto storicamente dei rendimenti del 7-8-9%, quindi nettamente di più della rivalutazione che ottiene il TFR stando in azienda.
La cosa curiosa è che la stragrande maggioranza degli Italiani che hanno avuto la buona idea di assegnare il TFR ad un fondo pensione, hanno poi scelto il comparto con i rendimenti più bassi per paura di perdere i soldi e questo fondamentalmente a causa della diffusa ignoranza su come funzionano i mercati finanziari.
Ironia della sorte, molti di coloro che l’anno scorso avevano i soldi investiti in obbligazioni in un fondo pensione tra virgolette “sicuro”, a seguito dell’impetuoso aumento dei tassi di interesse si sono presi una bastonata sui denti epica, perché come detto tante volte quanto i tassi salgono i valori delle obbligazioni scendono e l’anno scorso la discesa è stata anche del 20% sulle scadenze più lunghe.
Veniamo al secondo beneficio:
2) Un altro plus dell’assegnazione del TFR ad un fondo di categoria è che potete decidere di aggiungere un contributo volontario minimo (di solito è nell’ordine dello 0,5 – 1% della vostra retribuzione) e questo fa sì che anche il vostro datore di lavoro versi a sua volta una quota nel vostro fondo pensione. In pratica in questo modo il vostro datore di lavoro verserà un contributo aggiuntivo, che per voi sarà a tutti gli effetti “gratuito”, alla vostra pensione.
Terzo beneficio:
3) I versamenti volontari sono deducibili fiscalmente. In gergo tecnico, questa cosa si chiama: “soldi gratis”. Oh, ogni tanto uno dei peggiori sistemi fiscali del mondo, come quello Italiano, ha qualche piega positiva.
4) Avrete infine un duplice beneficio fiscale perché intanto invece che pagare un’aliquota superiore al 20% se il TFR viene lasciato in azienda e poi liquidato quanto vi dimettete, nel fondo pensione ha una tassazione del 9%; inoltre i rendimenti finanziari che vengono generati nel fondo sono tassati al 20% anziché al 26%, come invece accadrebbe in un normale deposito titoli.
Scegliere di investire nel fondo pensione di categoria è sicuramente un’ottima idea per consolidare la vostra posizione previdenziale e godere di una rendita vitalizia aggiuntiva quando avrete terminato di lavorare.
L’altra opzione, adatta sicuramente ai liberi professionisti ma anche ai dipendenti che per qualche motivo non vogliono usare il fondo di categoria, si basa strumenti analoghi che si chiamano Fondi Aperti, tipicamente gestiti da banche o assicurazioni. Sono un po’ più costosi e mediamente meno efficienti per la verità, anche perché non prevedono alcuni benefici tipici dei fondi chiusi.
Ad ogni modo informatevi e magari scoprirete che per qualche ragione un fondo previdenziale privato è più idoneo per le vostre esigenze.
Ad esempio, nel fondo chiuso è obbligatorio versare il TFR, mentre nei fondi aperti non necessariamente. In alcuni casi potrebbe essere una scelta migliore per voi non versare il TFR nel fondo pensione.
Comunque, che sia tramite il fondo chiuso o un fondo aperto, il mio consiglio è di consultare un professionista esperto in materia previdenziale per trovare la soluzione migliore per integrare la vostra pensione; mi raccomando non lasciate questo dettaglio al caso!
Teoricamente esiste anche una terza opzione, che sono i PIP ovvero Piani Individuali Pensionistici, ma di questo e di tutto il resto in materia di previdenza integrativa parleremo più nel dettaglio in una puntata futura.
Parliamo ora velocemente della
REGOLA NUMERO 9, ossia: proteggiti dai rischi.
Ebbene sì, nella vita “shit happens”, purtroppo possono succedere brutte cose.
Non ci si può far nulla, fa parte del meraviglioso mistero dell’esistenza che oggi ci siamo e domani, beh, tocchiamo ferro, ma non è detto che sia così.
E’ quindi fondamentale considerare di attivare delle assicurazioni sulla vita e, se lo ritenete, anche delle assicurazioni contro un’eventuale invalidità permanente.
Mentre la seconda è molto importante per chi svolge lavori che richiedono anche una certa fisicità, la prima direi che è qualcosa che chiunque dovrebbe sottoscrivere.
Soprattutto se avete una famiglia, dei figli, un mutuo e così via, assicurare i vostri cari dell’eventualità di una vostra morte prematura è molto importante per garantire alla vostra famiglia un futuro sereno, almeno dal punto di vista finanziario.
Oggi esistono assicurazioni online, come ad esempio Vitesicure o Genertel, che con cifre davvero contenute, a seconda di quanti anni avete e dell’importo che volete assicurare, vi offrono una copertura in caso di premorienza fino tipicamente a 30 anni.
Mediamente, con circa 25 – 30 € al mese non dovreste avere difficoltà a trovare assicurazioni che vi garantiscano circa 200.000 € in caso di morte.
Quale che sia, fate un’assicurazione almeno sulla vita, per evitare che magari mettete su una pianificazione finanziaria coi fiocchi e poi di punto in bianco tirate le quoia e lasciate i vostri cari nei guai.
Infine, last but not least, non dimenticatevi la
REGOLA NUMERO 10: Il tempo è il vostro asset più importante.
Questa è per distanza la regola più importante di tutte.
Nel corso della vostra vita, soprattutto se fate le cose per bene, i soldi aumenteranno, ma per quanto riguarda il tempo, non c’è verso di farlo crescere.
Avete un certo tempo a disposizione e dovete giocarvela al meglio.
Pertanto, tutto quello che abbiamo detto funziona nel modo migliore tanto prima lo mettete in pratica e tanto più o lungo lo portate avanti.
Abbiamo visto più volte come l’interesse composto, il motore dei nostri investimenti, faccia crescere i nostri risparmi nel tempo e come proprio il tempo faccia tutta la differenza tra un rendimento modesto ed uno spettacolare.
Per citare un esempio che fa sempre Dave Ramsey.
Immaginate un ragazzo di 25 anni che investe 200 al mese però finché va in pensione a 65 anni.
In pratica il primo avrà investito di tasca propria complessivamente 24.000 , mentre il primo, contribuendo con solo un terzo rispetto al fratello ma avendo iniziato 10 anni prima, avrebbe addirittura 513.000 $!
Capito quanto è importante darsi una mossa?
Non sono tanto gli strumenti o le strategie finanziarie a fare la differenza. E’ il tempo a dominare il gioco.
Iniziate il prima possibile, non perdete tempo, prendetevi invece tutto il tempo possibile per permettere alla vostra pianificazione finanziaria di dispiegare tutti i suoi effetti benefici a lungo termine.
Cari amici di THE BULL, siamo giunti alla fine della seconda parte di questo episodio, in cui abbiamo davvero condensato tutte le basi di ciò che serve per cominciare a impostare una strategia finanziaria di successo.
Nei prossimi due episodi ci occuperemo invece di queste cose.
Faremo subito un approfondimento sulle diverse tipologie di ETF azionari e obbligazionari, perché andare un po’ più nel dettaglio e fornirvi una guida pratica per orientarvi all’interno di un dedalo fatto di oltre 1.200 prodotti diversi, per citare solo quelli disponibili su Borsa Italiana. Vedremo gli ETF sugli indici generali, quelli con strategie specifiche, gli obbligazionari High Yield e magari toccheremo velocemente anche un po’ roba strana tipo gli ETF a gestione attiva (che sembra un controsenso concettuale, dato che per definizione gli ETF sono a gestione passiva, eppure sì, esistono anche gli ETF attivi, si sa che l’immaginazione di Wall Street non ha limiti).
In quello successivo, invece, faremo un discorso un più teorico, ma molto importante secondo me, su come non cadere nelle trappole delle nostre aberrazioni mentali e delle deformazioni della nostra percezione, soprattutto quando si tratta di ragionare sulle probabilità, attività su cui il nostro cervello fa tipicamente schifo.
Mi raccomando, non smettete di seguirci e se non l’avete fatto mettete segui e attivate le notifiche al podcast su Spotify, Apple Podcast o Amazon Music e lasciate una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre guide fai-da-te contro l’autolesionismo finanziario. E soprattutto ricordatevi che noi Italiani, come detto qualche episodio fa, abbiamo sempre lo Zimbawe da superare quanto a competenza in materia.
Per questo episodio è tutto cari amici e care amiche e ci sentiamo presto con THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.
Recensioni
Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!
Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva
Gianluca G., 11 Set 2025Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!
Massimiliano, 29 Mag 2024Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.
Lorenzo, 13 Mar 2025Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.
Giulia N., 11 Ago 2025Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai
Francesca B., 6 Apr 2024Dovrebbero ascoltarlo buona parte degli italiani e io avrei dovuto scoprirlo con qualche anno in anticipo ma meglio tardi che mai
Matteo C., 3 Set 2025Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente
Amalia A., 17 Set 2025Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro
Massimo D., 23 Set 2025La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!
Luca G. 10 Ott 2025