Obbligazioni singole o ETF Obbligazionari: cosa scegliere?

Un grande dilemma affligge le nostre coscienze e tormenta i sonni di tutti gli investitori del mondo: è meglio investire in Obbligazioni Singole o in ETF Obbligazionari? In questo episodio proveremo a capire le differenze, come funzionano i due prodotti, in che caso è meglio uno e in quale potrebbe essere meglio l'altro. Tra gatti, marmellate e ingegneri edili dalle geniali intuizioni matematiche, scopriamo insieme perché la Duration potrebbe essere uno dei concetti più importanti per il vostro portafoglio che ancora non conoscevate.

Difficoltà
31 minuti
The Bull - No Thumb

Risorse

Punti Chiave

Per patrimoni limitati, gli ETF obbligazionari offrono maggiore diversificazione e gestione del rischio rispetto alle singole obbligazioni.

La Duration misura la sensibilità al prezzo delle obbligazioni ai tassi; gli ETF la mantengono costante, permettendo una migliore decorrelazione dal mercato azionario.

Trascrizione Episodio

Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di Finanza Personale.

Puntatona epica oggi a The Bull!

Fortunelli che siete qui ad ascoltarla, oggi affronteremo uno dei più grandi misteri dell’umanità e daremo la soluzione definitiva ad un dilemma che attanaglia tutto il genere umano e che come pochi altri tormenta le nostre anima e ci toglie il sonno nella vana ricerca di una risposta definitiva.

Parleremo forse di evoluzionismo contro creazionismo? No!

Proveremo a capire se la luce sia innanzitutto un’onda o se sia fatta di particelle? Manco questo!

Ci interrogheremo forse sul perché le fette biscottate cadono sempre sul tavolo dal lato della marmellata? Nada! e tra l’altro risolvere questo sarebbe da premio Nobel per la fisica.

No! oggi proveremo a dare una risposta ad uno dei più controversi temi che agitano le notti di miliardi di persone nel mondo ossia:

(SENZA MUSICA)

ma è meglio investire in obbligazioni singole o in ETF obbligazionari!

TA DA DA!!!!!!

(musica odissea nello spazio)

Tra l’altro prima di fiondarci nel cuore dell’argomento di oggi, permettetemi di salutare il mio caro amico Andrea, grande follower di The Bull, che da bravo Ingegnere anni fa mi fece notare che se si prendesse un gatto – che come tutti sanno cade sempre in piedi – e gli si attaccasse sulla schiena una fetta biscottata con la marmellata rivolta in alto – che invece quando cade si capovolge sempre – si creerebbe un paradosso fisico irrisolvibile, ai limiti delle leggi della natura.

L’esperimento non è mai stato tentato ma per quando ascolterete quest’episodio, state certi che il mio gatto Sheldon si sarà prestato suo malgrado a risolvere il mistero.

Ragazzi ma vi rendete conto che state ascoltando il podcast di finanza personale più infarcito di cazzate che sia mai stato creato sulla Terra?

Ve lo immaginate Dave Ramsey che invece che spiegare come tirar fuori gli Americani da tonnellate di debiti si mette a raccontare aneddoti su gatti legati a fette imburrate? O vi immaginate Ramit Sethi che mentre attraversa l’America per risolvere i problemi economici di cerebrolesi incapaci di comprendere il fatto che avere 12 carte di credito non moltiplica i soldi si mettesse a dire cretinate come quelle che animano ogni nostro episodio?

Impossibile!

Solo a THE BULL tutto questo!

Tra l’altro, ultima nota a margine a proposito di Ramit Sethi, poi parliamo di obbligazioni perché pure io mi sto un po’ rompendo il ca**o quindi mi immagino voi.

Vi informo che è uscita di recente la versione tradotta in Italiano di I Will Tech You to Be Rich (ossia Ti Insegno come diventare ricco).

Dall’estratto che ho potuto vedere rigorosamente gratis su Amazon sembra che il traduttore si sia preso la briga anche di contestualizzare per l’Italia alcuni contenuti specifici per il lettore americano (tipo i 401(k), i Roth IRA, ecc.).

Che poi non è altro se non quello che abbiamo fatto noi nell’episodio 28 parlando del suo libro.

THE BULL sempre un passo avanti.

Allora veniamo a noi.

Questo dilemma delle Obbligazioni singole o ETF Obbligazionari deve essere davvero un tema che lacera le vostre coscienze perché almeno una decina tra voi mi hanno chiesto spiegazioni in merito e molti altri mi hanno invece fatto vedere dei portafogli che, chi più che meno, erano zeppi di un’accozzaglia di obbligazioni singole di cui non sempre mi era chiara la ragione di base.

Ringrazio in particolare Marco, un mio grande fan che mi segue niente popo di meno che da San Francisco, California.

Marco potrebbe ascoltarsi i più grandi guru d’America di finanza personale, come Ramsey, Ramit o mille altri e invece no, segue religiosamente the Bull due volte a settimana e mentre io mi faccio lo sbattimento di tradurre le americanate in cose che funzionano qua da noi, lui si deve fare lo sbattimento inverso per riconvertire le cose che dico in suggerimenti adatti a chi abita negli States.

Grande Marco ti stimo.

Cmq Marco mi ha scritto che non gli sono chiare una serie di cose sugli ETF Obbligazionari e che intuitivamente gli sembrava più sensato comprare, per esempio, singoli titoli di stato americani, i cosiddetti Treasury Bonds.

Siccome per rispondergli gli stavo mandando tipo 76 messaggi su Instagram perché non avevo abbastanza spazio mi sono detto, cià! visto che tanti hanno questo tema è giunto il momento di fare un episodio dedicato così la smettiamo di fare investimenti a cazzo proprio ora che sta per essere messo in vendita il nuovo BTP Valore fresco fresco, appena sfornato dal Tesoro Italiano per provare a metterci una toppa su quel minuscolo problemino del nostro Governo che deve piazzare in tempi brevi oltre 100 miliardi di euro di debito, senza più il supporto di mamma BCE, prima che i nostri conti si sfascino del tutto e a quel punto si ride.

Per ulteriori informazioni in merito, sentirsi l’episodio precedente a questo e smetterla di ascoltare i podcast non nell’ordine in cui li pubblico.

Allora rapidissimo refresh per chi invece si fosse imbattuto oggi nel nostro podcast e non sapesse cosa sia un’obbligazione (poi se magari vuole più dettagli si spari il noioso episodio 4 in cui spieghiamo tutto quel che c’è da sapere sulle obbligazioni).

Un’obbligazione è un titolo di debito.

Investire in obbligazioni vuol dire prestare soldi all’emittente dell’obbligazione, tipicamente Stati, Enti Sovranazionali e Aziende, per un periodo di tempo predeterminato e a fronte del pagamento di un interesse fisso periodico chiamato cedola.

In realtà non tutte le obbligazioni (che in inglese si chiamano Bond, per la cronaca) dicevo non tutte prevedono interessi fissi (come ad esempio quelle indicizzate all’inflazione) e non tutte hanno una scadenza predeterminata, però diciamo che per il 99% di ciò che interessa a voi ci troviamo in questa casistica.

Ora in questo episodio non andiamo a tirare in ballo cose strane, obbligazioni subordinate, high yield e compagnia belle, ma stiamo sulle obbligazioni cosiddette “plain vanilla”, ossia quelle più basic del mondo tipo titoli di stato o governative di livello investment grade.

Facciamo l’esempio classico.

Se investo 10.000 nel BTP Salviamo l’Italia o son Cazzi a 5 anni con cedola al 4%, cosa succede?

Succede che ogni 6 mesi (3 nel caso del prossimo BTP che esce ad Ottobre, giusto per ingolosire ancora più gli investitori poco avveduti) ricevo una cedola equivalente a metà dell’interesse del 4% sul mio capitale investito (metà perché ne ricevo due all’anno, ovviamente).

Quindi in pratica ogni anno ricevo 400 € di interessi e allo scadere dei 5 anni, se l’Italia non fallisce, ricevo indietro il mio capitale di 10.000 €.

Risultato totale dell’operazione: investo 10.000 €, me ne tornano in tasca 12.000 € (in realtà meno perché devo pagare il 12,5% di tasse sugli interessi, quindi 11.750 €).

Fin qui tutto facile.

Tra l’altro con il BTP Valore del duo Giorgia-Giorgetti l’Italia offre anche lo 0,5% di interesse in più come premio fedeltà se lo si detiene alla sua scadenza, come fossimo all’Esselunga.

NO MUSICA, altoparlande

“Oggi in offerta BTP valore al 4%, in omaggio set di posate e uno spremiagrumi”.

Ok?

Scherzi a parte, perché si parla del premio fedeltà?

Perché le obbligazioni, esattamente come le azioni e altri asset quotati, possono essere scambiate sul mercato secondario, ossia in borsa.

Se voi comprate i BTP al momento del collocamento, o qualunque altro Bond il vostro consulente di fiducia della banca sotto casa vi propini, lo acquisterete direttamente all’emissione e tipicamente il prezzo di vendita è – si dice – alla pari, cioè comprate ogni quota del BTP al valore nominale di 100, che è lo stesso che verrà rimborsato a scadenza.

Se invece comprate un qualunque Bond sul mercato secondario – cioè oggi aprite il vostro broker online, vi scegliete un bond che vi piace e ve lo comprate – il prezzo seguirà logiche diverse.

Occhio un attimo che questa è la cosa un po’ più rognosa delle obbligazioni, ma dovete seguirmi perché è un po’ intricata.

Tutti pensano infatti che investire in obbligazioni sia la cosa più easy del mondo – facile no? presto i soldi e me li ridanno indietro con gli interessi – e invece manco per le palle, investire in bond è una roba estremamente complessa per professionisti veri.

Mentre investire in azioni è una cosa relativamente semplice, perlomeno nella comprensione delle sue dinamiche fondamentale, investire in obbligazioni è roba da grandi, bisogna essere professionisti e il mercato dei bond risponde a logiche (e a criteri matematici) piuttosto complessi, segnando peraltro il destino di interi Governi.

Comunque dicevo seguitemi un attimo per capire come si muovono i prezzi dei bond.

Sta cosa l’abbiamo già detta ma repetita iuvant, soprattutto di sti tempi di tassi pazzi.

Allora facciamo un esempio.

Ammettiamo che un certo BTP con scadenza 10 anni e cedola annuale dello 0,6% è stato emesso nel 2021.

Se è stato emesso alla pari, ossia venduto a 100 e rimborsato a 100, anche il suo rendimento a scadenza sarà dello 0,6%.

Però voi sapete, dato che avete ascoltato 40 episodi di The Bull, che i rendimenti delle obbligazioni sono legati a doppio filo ai tassi di interesse delle banche centrali, oltre che da altri fattori come il rating dell’emittente e via dicendo.

Oggi la BCE ha portato i tassi sopra al 4%, pertanto l’interesse di tutti i prestiti si è alzato di conseguenza.

Il rendimento dei BTP decennali, per esempio, oggi è oltre il 4,5%, pertanto nessuno comprerebbe mai la mia obbligazione emessa un anno fa che, alla pari, rendeva meno dell’1%.

A meno che non venda questa obbligazione ad un prezzo sotto la pari, così da garantire al mio acquirente un rendimento del 4,5%.

Nell’episodio 32 abbiamo spiegato – in maniera non rigorosa e non proprio corretta – come si calcola la variazione del prezzo di un’obbligazione, comunque per farla semplice se vado a prendere un BTP decennale emesso intorno a Marzo del 2021, che aveva appunto quel rendimento, scopro che oggi viene scambiato a 74 €.

Quindi se oggi i BTP decennali di nuova emissione rendono il 4,5%, allora anche se compro un BTP vecchio che all’emissione rendeva meno dell’1%, oggi lo comprerò ad un prezzo tale che il mio rendimento effettivo alla scadenza sarà sempre 4,5%, ok?

Ricordatevi sempre che a parità di emittente, durata e tipologia, tutte le obbligazioni devo avere lo stesso identico rendimento, a prescindere dalle cedole.

Una parte del rendimento deriva infatti dall’interesse che maturo con le cedole, il resto con la differenza tra il prezzo di acquisto, 74€ in questo caso, e quello di rimborso, 100.

Chiaro?

Ora, capito tutto questo, veniamo agli ETF Obbligazionari.

Come per gli ETF Azionari, quelli obbligazionari sono un paniere che replica l’andamento di un indice, in questo caso però di obbligazioni.

Se ad esempio compro l’ETF di Ishares chiamato Euro Government Bond 7-10, avrò un contenitore di titoli di stato europei con scadenze comprese tra 7 e 10 anni.

Attenzione però a questo passaggio.

Mentre azioni singole ed ETF azionari funzionano più o meno allo stesso modo, con le obbligazioni la storia cambia.

Mi spiego.

Al di là delle complessità tecniche, teoricamente comprare un ETF sull’S&P 500 o comprare in pesi proporzionali le azioni delle 500 società dell’S&P 500, grossomodo dovrebbe darmi gli stessi risultati perché la performance dell’ETF si muove in sincronia con il suo sottostante.

Con le obbligazioni invece è un cazzo di casino gigante – occhio che qui viene la parte più difficile da capire, se capite questa siamo a posto – dicevo con le obbligazioni è diverso perché:

– le obbligazioni singole hanno una scadenza fissa, quindi la loro DURATION (tra un attimo vi spiego cosa significa) si riduce man mano che mi avvicino alla data di scadenza;

– gli ETF obbligazionari invece, tranne alcuni casi molto particolari, non scadono mai! ma hanno una DURATION perlopiù costante.

Nel caso dell’ETF di Ishares citato prima, l’emittente dell’ETF svolge un’attività che si chiama roll-over, tramite cui continuerà a vendere e comprare nuove obbligazioni governative europee facendo sì che l’ETF contenga solo obbligazioni con scadenze comprese tra 7 e 10 anni.

Quando una certa obbligazione inizia a scadere prima di 7 anni, essa viene venduta e sostituita da una con scadenza compresa nel range 7-10.

Chiaro?

Quindi il meccanismo per cui con l’obbligazione faccio un prestito, prendo le cedole e poi se l’emittente non fallisce mi restituisce i soldi, con gli ETF non esiste, perché non avrò mai il rimborso alla scadenza.

Capito?

Quindi investire in singole obbligazioni o in ETF obbligazionari è molto diverso.

In pratica quindi è come se l’ETF obbligazionario fosse una sorta di azione il cui valore oscilla in base a quel che succede ai rendimenti delle obbligazioni sottostanti, soprattutto rispetto alle variazioni dei tassi di interesse delle banche centrali.

A questo punto, cari miei investitori sprovveduti, mi potreste dire:

“ma allora che senso ha comprare etf obbligazionari? mi compro delle obbligazioni singole, così sono certo di avere un rendimento fisso e alla scadenza mi restituiscono i soldi, oltre al fatto che se tengo le obbligazioni fino alla scadenza me ne sbatto di quello che succede ai tassi di interesse perché i tassi di interesse influiscono sulle obbligazioni di nuova emissione e di conseguenza sui prezzi di tutte le obbligazioni scambiate sul mercato secondario, mentre se la mia obbligazione me la tengo fino alla fine guadagno esattamente quello che era stato previsto all’inizio quando l’ho comprata”.

Ammazza che frase lunga che vorreste dirmi!

Comunque per quanto strano possa sembrare, non è che avreste detto proprio una cazzata, cioè questa cosa è corretta.

Ciononostante per il 99% di voi che mi state ascoltando, fareste probabilmente meglio ad investire in ETF obbligazionari piuttosto che in obbligazioni singole – e per l’amor di dio piuttosto che in BTP!

Vediamo perché.

Intanto per cominciare, a meno che non abbiate un patrimonio investito nell’ordine di alcune centinaia di migliaia di euro, con ogni probabilità non ha senso investire in singoli bond (tra l’altro quest’indicazione l’ho trovata anche sul sito di Fidelity che è una delle più importanti società americane che si occupa di prodotti di investimento).

Il motivo?

Il motivo è che buona norma di ogni investimento finanziario come Dio comanda è che abbia un adeguato livello di diversificazione.

Per ottenere una buona diversificazione dovreste quindi comprare diversi bond, di diversi emittenti, con diverse scadenze, diversi rating e così via.

Poi il taglio minimo dei BTP, per esempio, è di 1.000 €, mentre ci sono bond societari che arrivano magari anche a 100.000 € come importo minimo per poterli comprare.

Ma anche solo con i nostri BTP, ammesso che sia in generale una buona idea comprarli, capite che se avete un patrimonio da 50.000 € e volete investire il 30% in obbligazioni, con 15.000 € come diavolo fate a diversificare come si deve?

Riuscireste a comprare solo una manciata di titoli concentrando enormemente il rischio su specifici emittenti o su determinate scadenze.

E voi mi direte: ma figurati se l’Italia (o maggior ragione la Germania o gli Stati Uniti) falliscono.

Su Germania e Stati Uniti ci metto anche la mano sul fuoco, già sull’Italia meno visto che nel 2011 ci siamo salvati il culo in calcio d’angolo, ma non è che i rendimenti di oggi siano molto lontani da quelli di allora eh? siamo li li. L’unica differenza è che allora lo spread con la Germania era arrivato a oltre 570 punti (cioè se il bund rendeva zero, il BTP rendeva 5,7%), ma oggi con i rendimenti al 4,5% non è che c’è tanto da stare allegri anche se lo spread è sotto i 200 punti.

Ci sono poi una serie di complessità tecniche nella gestione di una portafoglio di bond.

– dovete sapere selezionare gli emittenti;

– dovete saper valutare correttamente i prezzi;

– dovete saper interpretare correttamente la curva dei rendimenti sui tassi di interesse, ossia capire le differenze tra le aspettative di rendimento a breve, medio e lungo termine e un sacco di altre cose.

Inoltre c’è un altro problema.

Non ragionate sul fatto che “tengo l’obbligazione fino a scadenza, quindi chissene di quel che succede nel mondo, tanto tra 10 anni mi ridanno i soldi e intanto mi cucco gli interessi”.

Che ne sapete di che vi succede nei prossimi 10 anni?

Se per caso avete bisogno immediato di liquidità e in quel momento i tassi sono più alti venderete ad un prezzo più basso e realizzerete una perdita.

Quindi il discorso delle variazioni dei tassi di interesse non interessa solo gli ETF, interessa anche le singole obbligazioni nella misura in cui potreste doverle vendere prima della scadenza.

Per questo vi dicevo che se avete un patrimonio da un milione, allora sì ha senso avere una porzione di obbligazioni singole, sapendo che saranno una parte minoritaria del portafoglio e che possono essere utili anche per compensare eventuali minusvalenze sugli altri ETF in portafoglio (tradotto: se vengo quote in perdita di un etf posso compensare parte di queste perdite a livello fiscale con una detrazione sulle tasse che andò a pagare sugli interessi delle obbligazioni singole.).

Se avete grandi patrimoni, allora sarete in grado di comporre un portafoglio di bond ben differenziato e con buona probabilità di portare tutto a scadenza.

Per noi brava gente invece che per ora il milione (o anche il mezzo milione) forse lo vediamo con il binocolo, è fisicamente impossibile fare questa cosa.

Poi c’è un altro punto e qui bisogna capire che cazzo è la DURATION di un’obbligazione.

DISCLAIMER: i 2 minuti che seguiranno potranno causare, soprattutto agli ascoltatori di sesso maschile, un aumento improvviso del volume nella zona del basso ventre, sonnolenza e l’irresistibile tentazione di svenire per noia.

Se state guidando mentre ascoltate il podcast, è vivamente consigliato fermarvi onde evitare che un colpo di sonno vi faccia finire nell’altra corsia.

Se invece state guidando a Milano per andare o tornare dal lavoro, tutto ok tanto sarete sicuramente fermi in coda, quindi un sonnellino non potrà farvi che bene.

Comunque, vediamo di far fuori sta cosa velocemente, Duration e durata, giusto per fare un po’ di confusione altrimenti era troppo semplice, non sono la stessa cosa.

Per farla breve la duration è una metrica, espressa in anni, che ci dice quanto tempo serve per recuperare il capitale investito, considerato sia il capitale che le cedole.

Esempio:

– obbligazione a 5 anni;

– interesse annuo del 5%;

– valore nominale dell’obbligazione 1000 €.

La duration sarà di 4,25 anni.

Vi salto il calcoli, fidatevi è così.

In pratica significa che servono 4,25 anni per recuperare il vostro capitale.

Se dividiamo quest’importo per 1 + il rendimento dell’obbligazione (che nell’esempio è 5%) otteniamo una mostruosità che si chiama Duration Modificata, che in sostanza esprime la variazione del prezzo dell’obbligazione al variare di un punto percentuale dei tassi di interesse.

Se non avete capito un tubo vi faccio rispiegare la formula da un grande divulgatore scientifico:

INGEGNER CANE

Si lo so avevo messo l’Ingegner Cane anche la scorsa settimana, solo che cercando qualche cagata da inserire nello scorso episodio avevo trovato anche questa, non ce la facevo a lasciarla lì.

Abbiate pazienza, ultima volta prometto.

Comunque, scherzi a parte, la duration o la duration modificata, a seconda di quel che vi piace di più per dire cose facili in modo difficile, esprime il fatto che più un’obbligazione ha una scadenza in là nel tempo, più il suo prezzo varia in funzione delle variazioni dei tassi di interesse.

Avete presente che a marzo sono fallite un po’ di banche negli stati uniti, tra cui una banchetta regionale che gestiva oltre 200 miliardi di dollari di nome Silicon Valley Bank – banchetta regionale una cippa, peraltro, in Italia sarebbe stata la nostra terza banca più grande.

Perché è fallita?

Come sicuramente saprete – RISATA FUORI CAMPO – dicevo come sicuramente saprete questi erano specializzati nella gestione dei soldi che i fondi di venture capital riversavano nelle start-up della Silicon Valley, là dove praticamente tutte la grandi Big Tech Americane sono nate, da Apple a Google a Facebook e così via.

In pratica cosa è successo.

I furboni della banca avevano pensato, durante il decennio a tassi bassissimi precedente il 2022, di investire i loro depositi in titoli di stato americano a lunghissima scadenza (molti anche a 30 anni), giusto per racimolare un punticino percentuale di rendimento ogni anno, in un periodo in cui le obbligazioni non valevano una fava.

Quando poi è iniziato questo ciclo di rialzi monstre della Federal Reserve, ovviamente il valore di questi titoli di stato è crollato sotto terra.

Immaginatevi titoli con scadenza a 30 anni e rendimenti intorno all’1% che tracollo di prezzo hanno avuto quando la Fed è passata da tassi quasi a zero a tassi oltre il 4% (oggi poi sono oltre il 5).

In sostanza questi titoli erano messi in bilancio alla voce HTM – che sta per held-to-maturity e che significa che non si possono vendere ma vanno tenuti fino a scadenza.

Nel momento in cui però, con il rialzo monstre del costo del denaro, da una parte tutto l’ecosistema delle start-up tech che vive di finanziamenti ha iniziato a scricchiolare, dall’altro si sono create alcune tensioni nel mondo bancario in generale, insomma tutti i correntisti milionari di Silicon Valley Bank hanno cominciato velocemente a chiedere indietro i loro soldi a colpi di decine di milioni di dollari alla volta e a quel punto la banca non ha potuto fare altro che provare a recuperare soldi vendendo a prezzi stracciati questi titoli registrando così in bilancio delle perdite miliardarie in pochi giorni e fallendo miseramente nell’arco di un paio di settimane.

Questo aneddoto era giusto per spiegarvi come la duration di un’obbligazione esprima la potenziale variazione di prezzo in funzione alla variazione dei tassi d’interesse.

Più le scadenze sono lunghe, più i prezzi variano.

Veniamo a noi.

Quindi? Obbligazioni singole o ETF obbligazionari?

Allora, con patrimoni contenuti ETF senza neanche pensarci perché altrimenti è impossibile diversificare e riempite di rischio il portafoglio senza beneficiare di un corrispondente aumento di rendimento.

Cioè se oggi comprate obbligazioni che rendono il 4% o un ETF obbligazionario che contiene obbligazioni con rendimento medio a scadenza del 4%, nel breve termine ottenete lo stesso risultato, ma con le obbligazioni singole vi prendete un rischio estremamente più alto perché non diversificate.

Se invece guardiamo più in là nel tempo e ipotizziamo di avere un patrimonio più consistente, quindi almeno nell’ordine di oltre 200-300 mila euro, qui bisogna comprendere cosa succede.

Nel caso in cui avessi bisogno di ottenere un rendimento certo entro una determinata data stabilita, entro la quale so già che avrò bisogno di riavere indietro il mio capitale, allora ci sta comporre un portafoglio di obbligazioni singole, scelte oculatamente in base al mio obiettivo.

Per esempio se tra 5 anni vorrò comprare – che ne so? – un immobile, può avere senso investire in obbligazioni diversificate con scadenza tra 5 anni per essere (quasi) certo, se non falliscono gli emittenti, di riavere indietro i miei soldi nei tempi giusti e nel frattempo portarmi a casa un certo rendimento.

Se però non ho un obiettivo specifico tra tot anni, allora viene un po’ meno il senso delle obbligazioni singole e, al contrario, ci perdiamo una grande opportunità se non optiamo per gli ETF.

Abbiate ancora due minuti di pazienza che ho quasi finito, state attenti a questo passaggio.

Come abbiamo detto le obbligazioni singole hanno una duration che si riduce via via che essa si avvicina alla data di scadenza, mentre l’ETF mantiene una duration costante, quindi la sua sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse resta stabile nel tempo.

Ammettiamo di avere un portafoglio composto al 60% da azioni e 40% obbligazioni, giusto per essere originali.

E sempre per essere originali diciamo che questo è composto da un ETF sull’azionario globale e da quello di Ishares citato prima con Obbligazioni Governative con scadenze tra 7 e 10 anni.

Oggi i tassi sono piuttosto alti ovunque, ma se ad un certo punto dovesse esserci una pesante crisi economico finanziaria – tipo 2001, 2008 o 2020 – ecco che le banche centrali abbasseranno di botto i tassi di interesse per cercare di dare stimolo all’economia (che oggi invece lotta con il problema opposto, ossia che corre troppo e l’inflazione non va giù).

A quel punto cosa succede.

Durante una crisi le azioni sprofondano mentre se le banche centrali intervengono e abbattono i tassi di interesse, il mio portafoglio obbligazionario ne beneficia, capito?

vi ricordate? quando i tassi vanno giù, i prezzi delle obbligazioni vanno su.

Se io ho solo obbligazioni singole comprate un tot di anni prima, chiaramente la duration a quel punto sarà inferiore e l’aumento di prezzo delle mie obbligazioni sarà più contenuto.

Se invece ho un ETF obbligazionario come quello dell’esempio con duration di circa 8 anni, anche un tot di anni dopo continuerà ad avere duration di 8 anni e quindi un brusco taglio ai tassi di interesse farà schizzare il valore dei miei ETF.

Facciamo un esempio ipersemplificato giusto per capirci (poi nella realtà non funziona in modo così netto):

diciamo che ho 30.000 € investiti nell’azionario globale e 20.000 € nell’ETF obbligazionario Europeo 7-10.

Arriva la crisi dopo pochi mesi mi trovo l’azionario sotto del 20%.

A questo punto ho 24.000 € sull’azionario e sempre 20.000 € in obbligazioni.

Come prevedibile, la BCE taglia i tassi di interesse e dal 4,5% di oggi li porta all’1,5%, quindi giù tre punti.

Se il mio ETF obbligazionario ha duration di circa 8 (e duration modificata di circa 7,7), ecco allora che un taglio di tre punti farà alzare il prezzo di 7,7 per 3 = circa il 23%.

Il mio portafoglio si troverà quindi ad avere:

– 24.000 € sull’etf azionario e

– 24.600 € sull’etf obbligazionario.

Capito? Quindi il mio etf obbligazionario mi ha salvato in buona parte le chiappe a fronte di un tracollo dell’azionario.

Una volta che però i tassi sono scesi così tanto, ecco allora che potrebbe aver senso ristabilire l’asset allocation iniziale (anzi forse sbilanciarla di più sull’azionario che nel frattempo è sceso molto e che con tassi bassi tenderà a risalire) e quindi venderò una parte di quote dell’ETF obbligazionario per investire sull’azionario, a prezzi a questo punto più convenienti.

Chiaro?

Quindi gli ETF Obbligazionari rappresentano uno strumento migliore delle singole obbligazioni per sfruttare la decorrelazione rispetto alla parte azionaria del portafoglio.

Ovviamente c’è anche l’altro lato della medaglia.

In caso di rialzo dei tassi di interesse in uno scenario diverso, le obbligazioni singole con duration inferiore soffrono meno degli ETF che hanno mantenuto una duration costante.

Diciamo quindi che per tutta quella fase della nostra vita in cui ci occupiamo di accumulazione, ossia di far crescere il valore del nostro patrimonio sfruttando soprattutto il rendimento a lungo termine della parte azionaria, probabilmente gli ETF obbligazionari saranno quasi sempre la scelta migliore.

In una fase più avanzata invece, in cui magari mi troverò ad avere importanti capitali da proteggere, allora lì potrebbe avere senso investire maggiormente in obbligazioni singole ben differenziate e con scadenze intermedie, meno esposte alle variazioni dei tassi e con una probabilità estremamente alta di riavere sempre indietro il mio capitale entro date prestabilite.

Per tutte queste ultime riflessioni, in particolare sul tema della duration e della decorrelazione nel portafoglio, sono debitore di Danilo Zanni, che è l’amministratore delegato di IoInvesto SCF, società di consulenza indipendente che ho già citato in passato, e che un annetto fa fece un bel video su youtube sull’argomento.

Allora eccoci qua, abbiamo fatto tutto lo spiegone, quindi il prossimo che vuole investire

10.000 € e mi dice che ha comprato un po’ di obbligazioni singole sa già quale sarà la mia risposta.

Idem per chi a Ottobre andrà a comprare in collocamento il nuovo BTP valore.

Se la vostra banca vi chiama e vi propone di comprarlo, sappiate che loro si cuccano una commisione e che al 90% a voi quel prodotto non servirà.

Se però per motivi patriottici volete comprarlo lo stesso e accollarvi l’onere di sostenere il malandato debito pubblico Italiano, ma chi sono io per giudicare? avanti tutta e accollatevi pure l’italico fardello!

INNO DI MAMMELI

Care amiche e cari amici di questo podcast, ci stiamo avviando alla fine di quest’episodio che spero vi abbia chiarito definitivamente come funziona tutta sta storia delle obbligazioni e degli ETF obbligazionari.

Così non fosse, scrivetemi tutti i vostri dubbi su Instragram a thebull_finance e proviamo a chiarirli.

Detto questo, zitti zitti, quatti quatti, grazie a tutti voi siamo ad un passo dall’ingresso nella TOP 100 dei podcast più ascoltati d’Italia su Spotify.

Quindi continuate a spargere la voce, entrare in top 100 sarebbe epico e da lì in poi sky is the limit!

Per fare ciò, sarebbe molto bello se che mettiate segui e attiviate le notifiche al podcast su qualunque piattaforma lo ascoltiate. Vi invito inoltre a lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che vi fanno capire cose assurde come la duration modificata delle obbligazioni mentre scoprite paradossi quantistici su felini e confetture sempre nuovi.

Per questo episodio è davvero tutto e noi ci ritroviamo mercoledì prossimo, con una nuova tappa del nostro incredibile viaggio insieme alla scoperta di quello che potete fare con i vostri soldi, sempre qui, ovviamente, a THE BULL – Il tuo podcast di finanza personale.

Recensioni

Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!

Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro

Massimo D., 23 Set 2025

Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!

Massimiliano, 29 Mag 2024

Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente

Amalia A., 17 Set 2025

Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!

Giorgia R., 23 Gen 2025

Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.

Lorenzo, 13 Mar 2025

Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.

Giulia N., 11 Ago 2025

La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!

Luca G. 10 Ott 2025

Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.

Andrea V., 22 Set 2025

Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai

Francesca B., 6 Apr 2024
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