Q&A – ETF a Scadenza, Come Investire per i Figli, DCA
Primo episodio dedicato alle vostre domande! 1) i nuovi ETF obbligazionari a scadenza 2) come investire per i figli 3) chiarimenti sul dollar cost averaging Scriveteci tutte le vostre domande così faremo nuovi episodi dedicati!

Risorse
Punti Chiave
L'episodio Q&A discute gli ETF obbligazionari a scadenza (pro e contro), le strategie per investire per i figli (ETF azionari vs fondi pensione con benefici fiscali) e le linee guida per il Dollar-Cost-Averaging basate su capitale e orizzonte.
Trascrizione Episodio
Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di Finanza Personale.
Rieccoci qua tutti insieme, cari amici e care amiche di questo podcast, oggi prima puntata della storia di The Bull dedicata alle vostre domande!
Mi sento ormai una celebrità ad avere addirittura un folto pubblico di persone che mi chiede ogni giorno chiarimenti e approfondimenti su tutte le cose di cui parliamo qui a The Bull, con l’obiettivo di capirne finalmente qualcosa e prendere una volta per tutte in mano la propria vita finanziaria.
Come sa chiunque di voi mi abbia mai scritto, soprattutto su Instagram a thebull_finance, rispondo sempre a qualunque domanda mi facciate cercando di essere il più dettagliato possibile, ma in effetti alcune domande richiedono un po’ troppo spazio rispetto a quello concesso dai direct message del social di Mark Zuckerberg.
A volte però, ciononostante, alcuni temi sono estremamente interessanti ma non così vasti da giustificare interi episodi – e quindi ho dovuto lasciarne qualcuno per strada sinora, senza potervi dedicare una trattazione specifica.
Poi oh, lo sapete che sarei in grado di fare un’intera puntata dicendo solo cazzate per mezz’ora e senza parlare per un secondo di finanza e investimenti, però non vorrei che a quel punto cambiaste podcast e andaste a sentirvi qualche serie su squartamenti celebri nella storia della cronaca nera italiana, che poi vi viene l’ansia, non dormite la notte e prendete decisioni del cazzo di giorno.
Quindi, puntata Q&A, mettiamo insieme tre domande che ho ricevuto un sacco di volte e che l’una con l’altra non c’entrano una mazza ma così andiamo a toccare temi un po’ per tutti i gusti.
Ve li ho già anticipati nel titolo e ve li riassumo nuovamente qui, così vi ascoltate solo quello che vi interessa, skippate il resto e ci si vede Domenica prossima.
I tre temi di oggi riguardano:
– I nuovissimi ETF Obbligazionari a scadenza di iShares, che diavolo sono e come funzionano, poi
– come investire per i nostri figli, e infine
– chiariamo come funziona il dollar-cost-averaging, quindi quanto e quando bisogna investire che su sto tema molti sono andati un po’ in sbattimento e quindi sento il bisogno di fare un po’ di chiarezza.
Facciamo che dedico circa 7-8 minuti per ciascun tema, quindi regolatevi un po’ voi da qui in poi per ascoltare quel che vi interessa.
Allora, domandona numero UNO: ETF OBBLIGAZIONARI A SCADENZA DI ISHARES.
Ma come?
E ci avevi fatto un pippone atomico qualche settimana fa a spiegarci che la differenza più importante tra le obbligazioni singole e gli ETF Obbligazionari è che le prime hanno la scadenza mentre gli ETF non scadono mai, e che è sta roba degli ETF a scadenza?
Ci avevi mentito quindi?
Anche gli ETF Obbligazionari scadono?
Allora sta cosa degli ETF a scadenza l’avete vista in mille video su youtube, sui social e in altri posti, perché effettivamente nelle ultime settimane si è parlato di questo praticamente in tutte le salse.
Puntuali molti di voi mi hanno scritto chiedendomi “ehi signor The Bull che ne pensi degli ETF Obbligazionari a Scadenza? sembrano la figata delle figate, sono diversificate come gli ETF e rimborsano alla fine il capitale come le obbligazioni, top da prendere subito!”
Dunque, per vie brevi qualcosa vi ho già risposto, cerchiamo qua di dare qualche indicazione valida per tutti.
Intanto, per chi non sapesse di che stiamo parlando io e i miei follower super aggiornati che come 4 fanatici ci scriviamo di ETF obbligazionari fino a tarda sera, questi sono un nuovo prodotto di Ishares che come sapete è la divisione ETF del più grande asset manager del mondo Blackrock.
Sono stati lanciati da poche settimane e in effetti il prodotto è una bella pensata.
Ishares ha impacchettato questi ETF nuovi di zecca che in pratica fanno quello che gli altri ETF obbligazionari non fanno, ossia rimborsano il capitale alla scadenza invece che mantenere la duration costante come fanno gli ETF obbligazionari tradizionali (o anche i fondi comuni obbligazionari).
Come abbiamo spiegato diffusamente nell’episodio 41, gli ETF Obbligazionari contengono un vasto mix di obbligazioni con determinate caratteristiche e scadenze, replicano l’andamento dei prezzi di queste obbligazioni, se sono a distribuzione distribuiscono le cedole altrimenti le reinvestono nell’ETF stesso ma quello che non fanno è appunto arrivare a scadenza e rimborsare il capitale.
Se compro invece un BTP a 5 anni, tra 5 anni, se l’Italia non fallisce, mi ridanno indietro il capitale iniziale (mentre durante questi 5 anni avrò preso due volte l’anno gli interessi sotto forma di cedola).
Se invece compro un ETF che contiene BTP con scadenza media di 5 anni mi prendo comunque gli interessi delle cedole, ma il capitale non me lo rimborsa nessuno perché l’ETF ha una vita teoricamente illimitata e la sua duration rimane costante nel tempo.
Adesso non stiamo qua a dilungarci sulle altre cose, se non vi è chiaro come funzionano questi due strumenti vi rimando all’episodio 41 in cui ci siamo detti veramente tutto, ivi compreso cosa succede a gatti e fette spalmate di marmellata legati assieme.
Tornando a noi invece, ecco che Ishares ha avuto questa bella pensata e ha detto:
Ma visto che la gente non capisce mai un cazzo con gli ETF obbligazionari e che in questo momento le obbligazioni sono la cosa più hot del mondo visto che i rendimenti sono schizzati alle stelle a causa delle politiche monetarie delle banche centrali che hanno portato a tassi di interesse come non si vedevano da decenni e ad altri fattori su cui qui non mi dilungo, facciamo allora dei prodotti che sono differenziati ed efficienti come gli ETF ma anche relativamente sicuri come le obbligazioni, ossia che rimborsano il capitale a scadenza.
Bingo!
Trovato il sacro graal dei prodotti finanziari obbligazionari!
Andiamo quindi tutti a comprare gli ETF obbligazionari a scadenza di Ishares così non dovremo mai più preoccuparci delle fluttuazioni degli asset obbligazionari nel nostro portafoglio?
Dipende.
Allora diciamo che i prodotti in sé e per sé non sono male e in effetti sono una bella idea, perché in qualche modo mettono insieme il meglio di entrambi gli strumenti, ossia, la diversificazione e liquidità degli ETF con la certezza del rimborso a scadenza delle obbligazioni.
Però ci sono anche delle cose che, almeno ad oggi, non mi fanno impazzire e che per il momento non mi hanno portato a considerarli per il mio portafoglio (anche se poi vi dico in che casi potrebbero avere senso).
Dunque le cose che non mi piacciono sono le seguenti:
1) di quelli disponibili sino ad ora, soltanto uno replica obbligazioni governative e parliamo di un piccolo ETF sui Treasury americani a scadenza tra due anni; gli altri replicano invece esclusivamente obbligazioni corporate investment grade Europee o aggregate;
2) sono estremamente piccoli – ed è naturale essendo di recentissima emissione. Ad oggi però il più grande ha circa 200 milioni di capitalizzazione mentre il più piccolo è addirittura di 6 milioni, che come abbiamo detto in tanti episodi sono lontanissimi dalle dimensioni miliardarie degli ETF che citiamo più spesso e in generale lontani dalla soglia minima che spesso abbiamo consigliato di almeno 500 milioni/1 miliardo di capitalizzazione.
In sé e per sé, non che questa cosa sia un particolare problema in questo caso visto che l’obiettivo è portare gli ETF a scadenza. Ma come sempre, non potendo sapere cosa succederà nei prossimi anni, qualora volessi chiudere la mia posizione e vendere l’ETF, voglio essere certo di poter contare su un prodotto molto liquido, cosa che ad oggi questi ETF non sono.
Ancora una volta, il tema è sempre molto soggettivo e molto dipende dagli obiettivi del portafoglio e della strategia di investimento in generale.
Per esempio, se tra 5 anni mia figlia dovesse finire le superiori e mi aspetto quindi di dover sostenere delle spese per l’Università, può essere un’idea investire – che ne so – 10 o 20.000 euro in uno di questi ETF con scadenza 31/12/2028 (magari su uno di quelli in Euro, per evitare tematiche di rischio cambio) così da avere la certezza di ritrovarmi il mio capitale al momento del bisogno, ma allo stesso tempo rivalutato con un rendimento interessante.
Ad esempio, quello Corporate in euro con scadenza 2028 ad accumulazione oggi ha un rendimento effettivo a scadenza del 4,44%.
Se investo 20.000 €, tra 5 anni dovrei ritrovarmi con circa 23.500 € già al netto delle tasse.
Stessa cosa se voglio generare un flusso cedolare, allora posso comprare il medesimo prodotto a distribuzione e aspettarmi circa 650 € all’anno di cedole nette.
Quindi, in sintesi:
– prodotto interessante se voglio disporre di un certo capitale fisso da qui a 2,3,4 o 5 anni e ottenere un discreto rendimento a basso rischio (grazie alla loro diversificazione);
– non lo considero particolarmente utile invece per tutti quegli investitori che hanno una prospettiva di lungo termine;
– infine viene un po’ meno la funzione di decorrelazione rispetto agli ETF azionari di cui abbiamo parlato nell’episodio 41, per via della loro duration decrescente.
In definitiva, se vi piacciono e hanno senso nel vostro portafoglio comprateli, altrimenti potete benissimo ignorare la loro esistenza e vivrete bene comunque.
Detto questo, passiamo alla domandona numero DUE: COME INVESTIRE PER I FIGLI.
Se i dati di Spotify sono corretti, oltre l’80% di voi che mi state ascoltando ha tra i 30 e i 60 anni, quindi siete in una fase della vita dove tipicamente vi potrebbe capitare di avere dei figli, più o meno grandi.
Come avevamo già velocemente accennato nell’episodio 42, sugli obiettivi finanziari in base a diverse fasce di età, investire per i figli, soprattutto da piccolissimi, può essere per loro una straordinaria opportunità di avere un futuro finanziariamente sereno e si tratta di un’occasione once in a lifetime, poiché non avranno più un orizzonte temporale così lungo come quando sono bambini.
Facciamo un esempio un po’ stupido, ma giusto per capirci.
Immaginate 10.000 € lasciati investiti nell’S&P 500 da oggi che nasce il vostro primo figlio, per tutti i prossimi 65 anni, auspicando che tra 65 anni sia ancora questa l’età per andare in pensione.
Tra 65 anni questi 10.000 € saranno diventati quasi 5 milioni che, in termini reali epurati dagli effetti di un’inflazione tra il 2 e il 3%, sarebbero l’equivalente di qualcosa compreso tra 800 mila e 1,5 milioni di euro odierni.
Non avrà mai più vostro figlio o vostra figlia la possibilità di godersi ancora in vita un investimento di 10.000 moltiplicato tra le 80 e le 150 volte!
Quella per i figli è quindi un’opportunità più unica che rara perché grazie al potere miracoloso della crescita esponenziale dell’interesse composto, investimenti davvero molto contenuti potranno diventare qualcosa di clamorosamente grande nel loro futuro.
Quali sono quindi le strade principali per investire per i figli?
Fondamentalmente ci sono due strade principali che mi sentirei di raccomandare, che possono anche essere perseguite parallelamente.
Se mi state seguendo da oltre 45 episodi, saprete bene che opinione possa avere di libretti di risparmio e qualunque altra cagata a zero rendimento che le banche possono offrire, quindi di queste cose obsolete neanche perdo tempo a parlarvene.
L’unica cosa che esisteva già quando le mie defunte nonne erano ancora delle arzille signore nel fiore degli anni e che tutto sommato mantiene ancora la sua dignità sono i Buoni Postali, che per via del mix di discreti rendimenti e tassazione agevolata possono essere una soluzione non proprio da buttare per i primi 18 della vostra creatura.
Anche qui però se vi interessa informatevi da soli perché faccio un podcast di finanza personale nel 2023 e quindi dirvi di investire in buoni delle poste mi fa venire l’ulcera.
Veniamo invece alle due idee più solide che mi sono venute in mente.
IDEA SOLIDA NUMERO UNO: Aprite un secondo deposito titoli rispetto a quello che già avete e su cui state investendo …
PERCHè AVETE GIA’ APERTO UN DEPOSITO TITOLI E STATE INVESTENDO VERO????
Ok, quindi dicevo gli aprite un secondo deposito titoli, comprate un ETF azionario Globale (o sull’S&P 500 se siete yankees anche nell’anima oppure uno sullo Stoxx 600 se l’azzurro e le stelline sono la vostra bandiera del cuore) e fate un bel PAC finché il pargoletto non comincia a lavorare e si leva finalmente dal ca**o – ehm volevo dire finché non lascia tristemente il nido per spiccare il volo.
In alternativa, se non volete fare un PAC perché magari state già facendo mille sacrifici per investire nel vostro portafoglio principale, cacciate dentro questo fondo tutti i soldini che arrivano da nonni e parenti e magari quando vi chiedono che regalino possono fare al marmocchio, invece della centoquarantaseiesima puttanata con cui giocherà per 12 secondi e che poi resterà a prender polvere in un angolino della cameretta, chiedete di regalarvi qualche quota dell’ETF per rimpinguare il portafoglietto del vostro erede.
L’MSCI World ha avuto un rendimento dell’8% all’anno dal 1987 ad oggi e a dire il vero in Europa ha superato il 10% per via di un cambio euro/dollaro mediamente più favorevole per noi.
Facciamo finta che tutto va a putt**e e che nei prossimi 24 anni della sua vita, da quando cioè sarà nato o nata a quando verosimilmente avrà finito l’Università, l’MSCI dovesse riportare un molto più modesto 6% di rendimento.
Anche solo una media di 100 € al mese farebbe sì che la nostra cucciolina si ritroverebbe con altri 60.000 € lordi nella saccoccia a fine Università senza aver fatto una cippa di niente (che saranno circa tra 30 e 40.000 euro in valore reale).
Non che a quel punto possa permettersi di non lavorare – e anzi due sberle se solo dovesse balenarle quest’idea – ma capite bene che già la sua vita adulta parte in discesa e abbiamo già detto tante volte quanto quest’investimento, lasciato correre sulle sue gambe per i 20-30 anni successivi, che cifre enormi può raggiungere.
Non so quante famiglie italiane, il giorno della laurea del proprio figlio e della propria figlia, sarebbero in grado di cacciar fuori sull’unghia l’equivalente di 30-40.000 € odierni.
Sì ok poi bisogna togliere il 26% di tasse, ma solo se vengono liquidati.
Se restano investiti continuano a crescere tax-free.
Chiaro?
L’unico tema – dato che in Italia le cose belle e semplici diventano orribili e complesse quando ci sono la legge e la burocrazia di mezzo – è che non potete intestare il deposito titoli ai vostri figli minorenni.
Esistono delle complesse vie legali per una sorta di regime di co-intestazione genitore-figlio o figlia, ma già solo per il fatto che richiede un giudice lascerei perdere.
La soluzione più semplice?
Se lo intestano i genitori e quando il figlio compie 18 anni trasferiscono i titoli sul suo conto.
Fine.
Se genitore 1 e genitore 2 non si scannano prima del tempo, dovrebbe funzionare.
Volete zero sbattimenti, costi bassissimi e una funzionalità semplicissima?
Aprite un conto con Scalable Capital, che è senza dubbio oggi la miglior soluzione in Europa per investimenti in ETF per rapporto qualità/prezzo e siete a posto.
Ok questa era la prima strada.
Vantaggi:
– massima libertà di investire in quello che vi pare;
– costi bassissimi;
– ampia flessibilità.
Svantaggi:
– non potete intestarlo alla creature;
– genitori non dovete scornarvi prima del tempo;
– non ci sono agevolazioni fiscali.
Veniamo alla seconda strada.
E qui coup de theatre!
Vostra figlia è appena nata e voi le aprire ………… un fondo pensione!!!!
eh sì proprio lui!
PICCININI PROPRIO LUI!!! INCREDIBILE
Grazie Sandro, per essere il mio insostituibile compagno di viaggio in questo podcast.
Comunque, Fondo Pensione.
Manco è nata tra un po’ e già vostra figlia deve pensare alla pensione.
Eh sì, perché come tutti voi Bullower sapete, la pensione è una chimera, è una meravigliosa illusione che sostiene la nostra capacità di sopportare ogni mese che il nostro stipendio venga depredato per pagare le pensioni di chi oggi in pensione ci è già, ma come sapete è quasi matematicamente impossibile che noi una pensione decente ce la potremo mai avere.
Vi ricordo che nel 2050 ci sarà un pensionato ogni lavoratore.
Pertanto, è matematicamente impossibile che i contributi di una ventina di milioni di lavoratori possano pagare una pensione decente ad un’altrettanta ventina di milioni di pensionati.
Quindi, cerchiamo di trovare una soluzione indipendente dalla scarsa lungimiranza della politica Italiana.
Per quanto riguarda voi adulti, qualcosa vi ho già detto, poi la prossima settimana parliamo più dettagliatamente di questo tema.
Per quanto riguarda i bambini, invece, c’è una soluzione piuttosto semplice, anche qui con pro e contro.
Tutto quello che dovete fare è intestare a vostro figlio o vostra figlia un fondo previdenziale aperto, tipicamente gestito da un’entità bancaria, assicurativa o da una società di asset management.
E’ teoricamente possibile farlo anche con il fondo chiuso della propria categoria, ma considerato l’orizzonte temporale lunghissimo dei vostri figli, non è detto che voi apparterrete a quella categoria per tutta la vostra vita professionale residua, quindi in una situazione a lungo termine come questa propenderei per tenermi flessibile.
Per spiegarvi tutta la pappardella, facciamo un esempio con uno specifico fondo.
Attenzione: non vi sto consigliando il fondo di cui sto per parlare, né questo è un contenuto sponsorizzato.
Ho scelto però un fondo di Anima Sgr, che è una delle più importanti società in Italia nel risparmio gestito, basandomi su una recensione tutto sommato positiva di Altroconsumo.
Il fondo si chiama Anima Arti e Mestieri, Comparto Crescita 25+.
Vi parlo di questa cosa attraverso questo fondo solo perché è più semplice farlo con un esempio, ma poi andate a scegliervi quello che più vi aggrada.
In pratica come funziona:
Anima e Arti e Mestieri Crescita 25+ è un fondo di previdenza complementare che investe prevalentemente nel mercato azionario. Nel momento in cui stiamo parlando la sua asset allocation è:
– 50% MSCI World con copertura valutaria in Euro;
– 30% MSCI World
– 20% mercato monetario area Euro, ossia titoli di stato a breve termine
Se andiamo a guardare i rendimenti degli ultimi anni scopriamo che dal settembre 2013, data di avvio del fondo, ad oggi, il fondo si è portato a casa circa un 86% di crescita.
E voi direte: “ammazza che bel rendimento!!!”
E io vi rispondo:
“MA CHE E’ MA CHE STAI A Dì”
Ragazzi i rendimenti non si valutano in valore assoluto, vanno sempre confrontati a quello che fa il mercato.
Da Settembre 2013 a Oggi l’MSCI World ha fatto complessivamente il 168%.
Quindi l’86% di questo fondo è praticamente la metà.
Se poi facciamo un portafoglio simile, quindi con un 20% di obbligazioni europee ma senza copertura valutaria in euro sulla parte azionaria, comunque avremmo fatto oltre il 120%.
86%, in 10 anni, non è che sia poi molto, vuol dire che avrebbe fatto circa il 6,5% all’anno, in un periodo in cui un portafoglio 80/20 avrebbe fatto oltre l’8 e mezzo.
E poi abbiamo un altro piccolo problema.
Essendo un fondo gestito, quelli che dalla prima puntata vi sto dicendo di NON comprare, ha dei costi esorbitanti rispetto a quanto siamo abituati con gli ETF.
Mentre un portafoglio di ETF di quel tipo vi costerebbe circa lo 0,2% all’anno, il fondo di Anima costa l’1,6% all’anno, più tutta una serie di costi fissi amministrativi che non si capisce bene cosa siano.
Capite che se il fondo ha fatto 6,5% all’anno e da questo devo togliere 1,6, alla fine il mio bel rendimento sarà stato circa 5% all’anno, in un momento in cui l’azionario globale avrebbe fatto oltre il 10%.
E quindi mi direte: “perché allora ci stai parlando di sta roba?”
Eh, mo ci arrivo.
Se mi chiedeste se questo fondo potrebbe essere una buona idea per voi vi risponderei “ma manco per niente!”.
Per i marmocchi invece la cosa è un po’ diversa.
Vediamo perché:
UNO: potete intestare il fondo effettivamente a vostra figlia, quindi fin da minorenne sarà titolare del suo bel portafoglio di investimento.
DUE: come tutti i fondi pensione, gode di deduzioni fiscali, cioè in pratica fino a 5.164 euro all’anno i versamenti possono essere dedotti dalla vostra base imponibile.
Tradotto: se guadagnate, che ne so, 50.000 € all’anno e versate 5.000 € nel fondo pensione del vostro erede, ecco che voi pagherete le vostre tasse su 45.000 €, quindi in pratica risparmiate ben 1.750 € di tasse.
Perché 1.750?
Perché oltre i 28.000 euro di reddito annuo lordo il nostro amato Stato ci chiede di pagare il 35% di IRPEF, quindi per ogni euro che guadagnate oltre i 28.000 allo Stato dovete restituire 35 centesimi.
il 35% di 5.000 è quindi quanto risparmiate di tasse.
Questo significa che se versate 5.000 € nel fondo del bambino o della bambina, in realtà a voi costa solo 3.250 €.
Questa cosa però non funziona se voi state già versando nel vostro fondo di previdenza complementare.
In questo caso, se avete già raggiunto il limite di 5.164 € non vi beccate più nessuna agevolazione.
Ciononostante – e qui dovremmo entrare un po’ nel tecnico ma chi c’ha voglia – il futuro pensionato avrà comunque delle agevolazioni fiscali al momento della liquidazione del fondo se non ha già goduto delle deduzioni.
Va beh comunque il discorso è che o avete dei benefici fiscali subito o ce li avete dopo.
Se voi per qualche motivo non state investendo in un fondo pensione per voi stessi e avete quindi questo plafond di 5.164 € da sfruttare ogni anno per il bimbo, ecco sappiate che una parte è gratis in base all’aliquota fiscale che vi spetta.
Inoltre abbiamo poi un altro beneficio, sempre tipico di tutti i fondi di previdenza complementare, che riguarda l’imposizione fiscale.
In pratica invece di pagare il 26% sul capital gain, i rendimenti dei fondi pensione sono tassati al 20%.
Pertanto se è vero che il fondo di Anima costa l’1,6% mortacci loro e ha un performance non da prima della classe, allo stesso tempo c’è una parziale compensazione dovuta al beneficio fiscale.
Cosa ci fa poi il nostro pargoletto con il suo bel fondo pensione?
Allora, come con tutti i fondi pensione può avere diverse forme di liquidazione una volta raggiunta l’età pensionabile, che vanno dalla liquidazione totale e parziale alla rendita vitalizia a forme intermedie di rendita garantita.
Dopo 8 anni dall’inizio dei versamenti, inoltre, c’è la possibilità di liquidare fino al 75% del capitale a fronte di determinate situazioni, tra cui la più classica è l’acquisto per la prima casa.
Ammettiamo che tra voi e lei per 25 anni investite 1.200 € all’anno nel fondo, dato che magari 5.000 € è una cifra non alla portata di tutti, Se il rendimento restasse lo stesso che abbiamo visto, al netto delle commissioni avremmo quasi 60.000 €.
Il 75% sarebbe quindi 45.000 €.
Togliamo il 20% di tasse che sono circa 4.000 €, lei dovrebbe ritrovarsi con circa 40.000 € puliti, utili magari per versare l’acconto per l’acquisto di una casa da 200.000 €.
Capito come funziona?
In conclusione, meglio aprire un conto titoli su un broker online o fare fondo pensione?
Risposta breve: non ne ho la più pallida idea.
Se devo confrontare il rendimento di un ETF 100% azionario globale con quello di un fondo come questo, l’ETF vincerà in quasi in tutti gli scenari anche perché mi gioco quello che volete che le perfomance del fondo non saranno mai in grado di compensare l’1,6% di commissioni, pur con tutti i benefici fiscali del caso.
Allo stesso tempo investire tramite un broker richiede un minimo di manutenzione – mentre il fondo è “set it and forget it” – e soprattutto non può essere intestato al figlio, ma deve essere intestato ad uno o entrambi i genitori.
Se siete persone equilibrate in grado di gestire questa cosa senza scannarvi a vicenda allora zero problemi, se invece il dubbio che questo deposito titoli possa essere oggetto di contenzioso tra genitori vi turba il sonno, allora fate il fondo pensione.
Diciamo che secondo me tutto il vantaggio del fondo pensione per i figli si ha se i genitori non beneficiano già della piena deduzione nei propri fondi pensione, altrimenti viene un po’ meno l’incentivo fiscale.
Se poi avete abbastanza disponibilità economiche per fare entrambe le cose, anche questa può essere un’idea.
E anche cosa fare per i figli ce lo siamo detti.
Veniamo alla DOMANDONA NUMERO TRE: QUANTO E QUANDO INVESTIRE.
In pratica metà delle domande che ricevo da voi è sul meccanismo del Dollar-Cost-Averaging, ossia quella pratica di investire gradualmente nel mercato per proteggersi in caso di crolli e quindi comprare a sconto nei momenti di ribasso.
Questa cosa ha mandato molti in confusione, perché mi sono reso conto che ha creato un po’ di dubbi su quanto investire, quando e come.
Allora, non c’è naturalmente una risposta one fits all, quindi ogni situazione merita un approfondimento specifico.
In linea di massima, le linee guida che mi sentirei di dare sono:
SCENARIO UNO: zero capitale e avete appena iniziato ad investire.
Qui poco da dire, investite un po’ per volta, mensilmente o ogni quarter, in base alla vostra capacità di risparmio e andate avanti finché la vostra situazione finanziaria non dovesse cambiare drasticamente – auspicabilmente in meglio.
Se per esempio i vostri guadagni aumentassero in maniera rilevante o doveste ricevere delle eredità, allora lì entriamo nei prossimi scenari.
SCENARIO DUE: capitale rilevante, ma non esorbitante, già disponibile e orizzonte temporale lungo.
In questo caso, se avete 30/40 anni e disponete di qualche decina di migliaia di euro, vi direi di investire tutto subito (o al massimo in 2-3 tranche nell’arco di qualche mese) e da lì in poi di investire mensilmente la vostra quota di risparmio.
Se vi prendete subito un drawdown del mercato vi girerà il culo, ma con 20-30 anni davanti a voi avrete tutto il tempo per recuperare ampiamente le perdite e in generale avere più capitale investito subito e lasciarlo investito per più tempo probabilmente porterà più benefici.
SCENARIO TRE: capitale rilevante già disponibile e orizzonte più limitato.
Nel caso in cui abbiate magari capitali nell’ordine di 50, 100 mila euro o anche di più, andrebbe fatto qualche ragionamento ad hoc.
In generale tenderei a entrare sul mercato in maniera graduale, magari in più tranche nel corso magari di 12-18 mesi, soprattutto se la quota non investita riesco comunque a farla rendere all’interno di un deposito o magari con dei prodotti obbligazionari a breve scadenza.
Allo stesso tempo, soprattutto se l’orizzonte non è lunghissimo, bisogna fare più attenzione all’asset allocation che non al tema se fare o no dollar-cost-averaging.
Esempio:
se ho 100.000 € da investire e ho 50 anni, è chiaro che dovrò optare per un portafoglio bilanciato, perché se entro di botto sul mercato con un’esposizione azionaria del 70-80% il rischio di accusare perdite notevoli non è trascurabile.
In una fase come questa, con tassi di interesse in America oltre il 5%, forse suggerirei un’asset allocation 50% azioni e 50% obbligazioni e anche qui credo che diluirei l’ingresso sul mercato nell’arco di un annetto.
Conta anche la situazione finanziaria generale naturalmente.
Se finanziariamente sono a posto e questi 100.000 € sono frutto per esempio di un’eredità, posso anche investirli tutti di botto nel Nasdaq, paradossalmente, poiché probabilmente non mi serviranno per mantenere la qualità attuale della mia vita, mentre se mi dice bene e il Nasdaq continua a fare il suo bel 13-14% di rendimento medio annuo, questi 100.000 in 20 anni diventano 1 milione e mezzo solo con le loro gambe.
Se invece questi 100.000 euro mi cambiano la vita, allora è più importante tutelare il loro potere d’acquisto e adattare l’asset allocation alla fase storica del mercato (e ai suoi tassi di interesse) e soprattutto all’orizzonte temporale.
Tutto chiaro?
Come sempre, se avete dubbi scrivetemi su Instagram a thebull_finance e sarò felice di darvi la mia insignificante opinione.
Il tempo a nostra disposizione invece sta per scadere e a dirlo non è Spotify o Apple Podcast ma sono io che alle ore 6:00 di Domenica mattina sono qua semi al buio a registrare la puntata di mercoledì e sono un po’ alla frutta, quindi volgiamo alla conclusione.
Spero che questo episodio dai contenuti misti vi sia piaciuto, fatemi sapere che ne pensate e se avete dubbi, domande, perplessità o curiosità di qualunque genere, scrivetemi così in futuro raccogliamo nuovi quesiti che tormentano le vostre anime e facciamo una nuova sessione di Q&A.
Come sempre, vi ringrazio per essere ancora qui con me e per continuare a far crescere questo grande gruppo di appassionati di finanza personale e vi invito a mettere segui e attivare le notifiche su qualunque piattaforma utilizziate, per non perdervi neanche un minuto del mix di cazzate e informazioni finanziariamente preziose che ogni 3-4 giorni condivido con voi.
Se poi volete anche lasciare una recensione a 5 stelle, vi stimo infinitamente perché grazie ad esse possiamo continuare a produrre contenuti che mettendo insieme temi un po’ a cazzo tra un ETF a scadenza e un fondo pensione costoso come un Tartufo di Alba vi risolvono i vostri dubbi amletici e vi rendono ancora più solidi e consapevoli nella gestione delle vostre finanze sempre nuovi.
Per questo episodio invece, è davvero tutto, e noi ci ritroviamo tra qualche giorno a scrivere insieme un nuovo capitolo del nostro diario di viaggio, sempre qui, ovviamente, con The Bull – Il tuo podcast di finanza personale.
Bentornati a THE BULL – Il tuo podcast di Finanza Personale.
Rieccoci qua tutti insieme, cari amici e care amiche di questo podcast, oggi prima puntata della storia di The Bull dedicata alle vostre domande!
Mi sento ormai una celebrità ad avere addirittura un folto pubblico di persone che mi chiede ogni giorno chiarimenti e approfondimenti su tutte le cose di cui parliamo qui a The Bull, con l’obiettivo di capirne finalmente qualcosa e prendere una volta per tutte in mano la propria vita finanziaria.
Come sa chiunque di voi mi abbia mai scritto, soprattutto su Instagram a thebull_finance, rispondo sempre a qualunque domanda mi facciate cercando di essere il più dettagliato possibile, ma in effetti alcune domande richiedono un po’ troppo spazio rispetto a quello concesso dai direct message del social di Mark Zuckerberg.
A volte però, ciononostante, alcuni temi sono estremamente interessanti ma non così vasti da giustificare interi episodi – e quindi ho dovuto lasciarne qualcuno per strada sinora, senza potervi dedicare una trattazione specifica.
Poi oh, lo sapete che sarei in grado di fare un’intera puntata dicendo solo cazzate per mezz’ora e senza parlare per un secondo di finanza e investimenti, però non vorrei che a quel punto cambiaste podcast e andaste a sentirvi qualche serie su squartamenti celebri nella storia della cronaca nera italiana, che poi vi viene l’ansia, non dormite la notte e prendete decisioni del cazzo di giorno.
Quindi, puntata Q&A, mettiamo insieme tre domande che ho ricevuto un sacco di volte e che l’una con l’altra non c’entrano una mazza ma così andiamo a toccare temi un po’ per tutti i gusti.
Ve li ho già anticipati nel titolo e ve li riassumo nuovamente qui, così vi ascoltate solo quello che vi interessa, skippate il resto e ci si vede Domenica prossima.
I tre temi di oggi riguardano:
– I nuovissimi ETF Obbligazionari a scadenza di iShares, che diavolo sono e come funzionano, poi
– come investire per i nostri figli, e infine
– chiariamo come funziona il dollar-cost-averaging, quindi quanto e quando bisogna investire che su sto tema molti sono andati un po’ in sbattimento e quindi sento il bisogno di fare un po’ di chiarezza.
Facciamo che dedico circa 7-8 minuti per ciascun tema, quindi regolatevi un po’ voi da qui in poi per ascoltare quel che vi interessa.
Allora, domandona numero UNO: ETF OBBLIGAZIONARI A SCADENZA DI ISHARES.
Ma come?
E ci avevi fatto un pippone atomico qualche settimana fa a spiegarci che la differenza più importante tra le obbligazioni singole e gli ETF Obbligazionari è che le prime hanno la scadenza mentre gli ETF non scadono mai, e che è sta roba degli ETF a scadenza?
Ci avevi mentito quindi?
Anche gli ETF Obbligazionari scadono?
Allora sta cosa degli ETF a scadenza l’avete vista in mille video su youtube, sui social e in altri posti, perché effettivamente nelle ultime settimane si è parlato di questo praticamente in tutte le salse.
Puntuali molti di voi mi hanno scritto chiedendomi “ehi signor The Bull che ne pensi degli ETF Obbligazionari a Scadenza? sembrano la figata delle figate, sono diversificate come gli ETF e rimborsano alla fine il capitale come le obbligazioni, top da prendere subito!”
Dunque, per vie brevi qualcosa vi ho già risposto, cerchiamo qua di dare qualche indicazione valida per tutti.
Intanto, per chi non sapesse di che stiamo parlando io e i miei follower super aggiornati che come 4 fanatici ci scriviamo di ETF obbligazionari fino a tarda sera, questi sono un nuovo prodotto di Ishares che come sapete è la divisione ETF del più grande asset manager del mondo Blackrock.
Sono stati lanciati da poche settimane e in effetti il prodotto è una bella pensata.
Ishares ha impacchettato questi ETF nuovi di zecca che in pratica fanno quello che gli altri ETF obbligazionari non fanno, ossia rimborsano il capitale alla scadenza invece che mantenere la duration costante come fanno gli ETF obbligazionari tradizionali (o anche i fondi comuni obbligazionari).
Come abbiamo spiegato diffusamente nell’episodio 41, gli ETF Obbligazionari contengono un vasto mix di obbligazioni con determinate caratteristiche e scadenze, replicano l’andamento dei prezzi di queste obbligazioni, se sono a distribuzione distribuiscono le cedole altrimenti le reinvestono nell’ETF stesso ma quello che non fanno è appunto arrivare a scadenza e rimborsare il capitale.
Se compro invece un BTP a 5 anni, tra 5 anni, se l’Italia non fallisce, mi ridanno indietro il capitale iniziale (mentre durante questi 5 anni avrò preso due volte l’anno gli interessi sotto forma di cedola).
Se invece compro un ETF che contiene BTP con scadenza media di 5 anni mi prendo comunque gli interessi delle cedole, ma il capitale non me lo rimborsa nessuno perché l’ETF ha una vita teoricamente illimitata e la sua duration rimane costante nel tempo.
Adesso non stiamo qua a dilungarci sulle altre cose, se non vi è chiaro come funzionano questi due strumenti vi rimando all’episodio 41 in cui ci siamo detti veramente tutto, ivi compreso cosa succede a gatti e fette spalmate di marmellata legati assieme.
Tornando a noi invece, ecco che Ishares ha avuto questa bella pensata e ha detto:
Ma visto che la gente non capisce mai un cazzo con gli ETF obbligazionari e che in questo momento le obbligazioni sono la cosa più hot del mondo visto che i rendimenti sono schizzati alle stelle a causa delle politiche monetarie delle banche centrali che hanno portato a tassi di interesse come non si vedevano da decenni e ad altri fattori su cui qui non mi dilungo, facciamo allora dei prodotti che sono differenziati ed efficienti come gli ETF ma anche relativamente sicuri come le obbligazioni, ossia che rimborsano il capitale a scadenza.
Bingo!
Trovato il sacro graal dei prodotti finanziari obbligazionari!
Andiamo quindi tutti a comprare gli ETF obbligazionari a scadenza di Ishares così non dovremo mai più preoccuparci delle fluttuazioni degli asset obbligazionari nel nostro portafoglio?
Dipende.
Allora diciamo che i prodotti in sé e per sé non sono male e in effetti sono una bella idea, perché in qualche modo mettono insieme il meglio di entrambi gli strumenti, ossia, la diversificazione e liquidità degli ETF con la certezza del rimborso a scadenza delle obbligazioni.
Però ci sono anche delle cose che, almeno ad oggi, non mi fanno impazzire e che per il momento non mi hanno portato a considerarli per il mio portafoglio (anche se poi vi dico in che casi potrebbero avere senso).
Dunque le cose che non mi piacciono sono le seguenti:
1) di quelli disponibili sino ad ora, soltanto uno replica obbligazioni governative e parliamo di un piccolo ETF sui Treasury americani a scadenza tra due anni; gli altri replicano invece esclusivamente obbligazioni corporate investment grade Europee o aggregate;
2) sono estremamente piccoli – ed è naturale essendo di recentissima emissione. Ad oggi però il più grande ha circa 200 milioni di capitalizzazione mentre il più piccolo è addirittura di 6 milioni, che come abbiamo detto in tanti episodi sono lontanissimi dalle dimensioni miliardarie degli ETF che citiamo più spesso e in generale lontani dalla soglia minima che spesso abbiamo consigliato di almeno 500 milioni/1 miliardo di capitalizzazione.
In sé e per sé, non che questa cosa sia un particolare problema in questo caso visto che l’obiettivo è portare gli ETF a scadenza. Ma come sempre, non potendo sapere cosa succederà nei prossimi anni, qualora volessi chiudere la mia posizione e vendere l’ETF, voglio essere certo di poter contare su un prodotto molto liquido, cosa che ad oggi questi ETF non sono.
Ancora una volta, il tema è sempre molto soggettivo e molto dipende dagli obiettivi del portafoglio e della strategia di investimento in generale.
Per esempio, se tra 5 anni mia figlia dovesse finire le superiori e mi aspetto quindi di dover sostenere delle spese per l’Università, può essere un’idea investire – che ne so – 10 o 20.000 euro in uno di questi ETF con scadenza 31/12/2028 (magari su uno di quelli in Euro, per evitare tematiche di rischio cambio) così da avere la certezza di ritrovarmi il mio capitale al momento del bisogno, ma allo stesso tempo rivalutato con un rendimento interessante.
Ad esempio, quello Corporate in euro con scadenza 2028 ad accumulazione oggi ha un rendimento effettivo a scadenza del 4,44%.
Se investo 20.000 €, tra 5 anni dovrei ritrovarmi con circa 23.500 € già al netto delle tasse.
Stessa cosa se voglio generare un flusso cedolare, allora posso comprare il medesimo prodotto a distribuzione e aspettarmi circa 650 € all’anno di cedole nette.
Quindi, in sintesi:
– prodotto interessante se voglio disporre di un certo capitale fisso da qui a 2,3,4 o 5 anni e ottenere un discreto rendimento a basso rischio (grazie alla loro diversificazione);
– non lo considero particolarmente utile invece per tutti quegli investitori che hanno una prospettiva di lungo termine;
– infine viene un po’ meno la funzione di decorrelazione rispetto agli ETF azionari di cui abbiamo parlato nell’episodio 41, per via della loro duration decrescente.
In definitiva, se vi piacciono e hanno senso nel vostro portafoglio comprateli, altrimenti potete benissimo ignorare la loro esistenza e vivrete bene comunque.
Detto questo, passiamo alla domandona numero DUE: COME INVESTIRE PER I FIGLI.
Se i dati di Spotify sono corretti, oltre l’80% di voi che mi state ascoltando ha tra i 30 e i 60 anni, quindi siete in una fase della vita dove tipicamente vi potrebbe capitare di avere dei figli, più o meno grandi.
Come avevamo già velocemente accennato nell’episodio 42, sugli obiettivi finanziari in base a diverse fasce di età, investire per i figli, soprattutto da piccolissimi, può essere per loro una straordinaria opportunità di avere un futuro finanziariamente sereno e si tratta di un’occasione once in a lifetime, poiché non avranno più un orizzonte temporale così lungo come quando sono bambini.
Facciamo un esempio un po’ stupido, ma giusto per capirci.
Immaginate 10.000 € lasciati investiti nell’S&P 500 da oggi che nasce il vostro primo figlio, per tutti i prossimi 65 anni, auspicando che tra 65 anni sia ancora questa l’età per andare in pensione.
Tra 65 anni questi 10.000 € saranno diventati quasi 5 milioni che, in termini reali epurati dagli effetti di un’inflazione tra il 2 e il 3%, sarebbero l’equivalente di qualcosa compreso tra 800 mila e 1,5 milioni di euro odierni.
Non avrà mai più vostro figlio o vostra figlia la possibilità di godersi ancora in vita un investimento di 10.000 moltiplicato tra le 80 e le 150 volte!
Quella per i figli è quindi un’opportunità più unica che rara perché grazie al potere miracoloso della crescita esponenziale dell’interesse composto, investimenti davvero molto contenuti potranno diventare qualcosa di clamorosamente grande nel loro futuro.
Quali sono quindi le strade principali per investire per i figli?
Fondamentalmente ci sono due strade principali che mi sentirei di raccomandare, che possono anche essere perseguite parallelamente.
Se mi state seguendo da oltre 45 episodi, saprete bene che opinione possa avere di libretti di risparmio e qualunque altra cagata a zero rendimento che le banche possono offrire, quindi di queste cose obsolete neanche perdo tempo a parlarvene.
L’unica cosa che esisteva già quando le mie defunte nonne erano ancora delle arzille signore nel fiore degli anni e che tutto sommato mantiene ancora la sua dignità sono i Buoni Postali, che per via del mix di discreti rendimenti e tassazione agevolata possono essere una soluzione non proprio da buttare per i primi 18 della vostra creatura.
Anche qui però se vi interessa informatevi da soli perché faccio un podcast di finanza personale nel 2023 e quindi dirvi di investire in buoni delle poste mi fa venire l’ulcera.
Veniamo invece alle due idee più solide che mi sono venute in mente.
IDEA SOLIDA NUMERO UNO: Aprite un secondo deposito titoli rispetto a quello che già avete e su cui state investendo …
PERCHè AVETE GIA’ APERTO UN DEPOSITO TITOLI E STATE INVESTENDO VERO????
Ok, quindi dicevo gli aprite un secondo deposito titoli, comprate un ETF azionario Globale (o sull’S&P 500 se siete yankees anche nell’anima oppure uno sullo Stoxx 600 se l’azzurro e le stelline sono la vostra bandiera del cuore) e fate un bel PAC finché il pargoletto non comincia a lavorare e si leva finalmente dal ca**o – ehm volevo dire finché non lascia tristemente il nido per spiccare il volo.
In alternativa, se non volete fare un PAC perché magari state già facendo mille sacrifici per investire nel vostro portafoglio principale, cacciate dentro questo fondo tutti i soldini che arrivano da nonni e parenti e magari quando vi chiedono che regalino possono fare al marmocchio, invece della centoquarantaseiesima puttanata con cui giocherà per 12 secondi e che poi resterà a prender polvere in un angolino della cameretta, chiedete di regalarvi qualche quota dell’ETF per rimpinguare il portafoglietto del vostro erede.
L’MSCI World ha avuto un rendimento dell’8% all’anno dal 1987 ad oggi e a dire il vero in Europa ha superato il 10% per via di un cambio euro/dollaro mediamente più favorevole per noi.
Facciamo finta che tutto va a putt**e e che nei prossimi 24 anni della sua vita, da quando cioè sarà nato o nata a quando verosimilmente avrà finito l’Università, l’MSCI dovesse riportare un molto più modesto 6% di rendimento.
Anche solo una media di 100 € al mese farebbe sì che la nostra cucciolina si ritroverebbe con altri 60.000 € lordi nella saccoccia a fine Università senza aver fatto una cippa di niente (che saranno circa tra 30 e 40.000 euro in valore reale).
Non che a quel punto possa permettersi di non lavorare – e anzi due sberle se solo dovesse balenarle quest’idea – ma capite bene che già la sua vita adulta parte in discesa e abbiamo già detto tante volte quanto quest’investimento, lasciato correre sulle sue gambe per i 20-30 anni successivi, che cifre enormi può raggiungere.
Non so quante famiglie italiane, il giorno della laurea del proprio figlio e della propria figlia, sarebbero in grado di cacciar fuori sull’unghia l’equivalente di 30-40.000 € odierni.
Sì ok poi bisogna togliere il 26% di tasse, ma solo se vengono liquidati.
Se restano investiti continuano a crescere tax-free.
Chiaro?
L’unico tema – dato che in Italia le cose belle e semplici diventano orribili e complesse quando ci sono la legge e la burocrazia di mezzo – è che non potete intestare il deposito titoli ai vostri figli minorenni.
Esistono delle complesse vie legali per una sorta di regime di co-intestazione genitore-figlio o figlia, ma già solo per il fatto che richiede un giudice lascerei perdere.
La soluzione più semplice?
Se lo intestano i genitori e quando il figlio compie 18 anni trasferiscono i titoli sul suo conto.
Fine.
Se genitore 1 e genitore 2 non si scannano prima del tempo, dovrebbe funzionare.
Volete zero sbattimenti, costi bassissimi e una funzionalità semplicissima?
Aprite un conto con Scalable Capital, che è senza dubbio oggi la miglior soluzione in Europa per investimenti in ETF per rapporto qualità/prezzo e siete a posto.
Ok questa era la prima strada.
Vantaggi:
– massima libertà di investire in quello che vi pare;
– costi bassissimi;
– ampia flessibilità.
Svantaggi:
– non potete intestarlo alla creature;
– genitori non dovete scornarvi prima del tempo;
– non ci sono agevolazioni fiscali.
Veniamo alla seconda strada.
E qui coup de theatre!
Vostra figlia è appena nata e voi le aprire ………… un fondo pensione!!!!
eh sì proprio lui!
PICCININI PROPRIO LUI!!! INCREDIBILE
Grazie Sandro, per essere il mio insostituibile compagno di viaggio in questo podcast.
Comunque, Fondo Pensione.
Manco è nata tra un po’ e già vostra figlia deve pensare alla pensione.
Eh sì, perché come tutti voi Bullower sapete, la pensione è una chimera, è una meravigliosa illusione che sostiene la nostra capacità di sopportare ogni mese che il nostro stipendio venga depredato per pagare le pensioni di chi oggi in pensione ci è già, ma come sapete è quasi matematicamente impossibile che noi una pensione decente ce la potremo mai avere.
Vi ricordo che nel 2050 ci sarà un pensionato ogni lavoratore.
Pertanto, è matematicamente impossibile che i contributi di una ventina di milioni di lavoratori possano pagare una pensione decente ad un’altrettanta ventina di milioni di pensionati.
Quindi, cerchiamo di trovare una soluzione indipendente dalla scarsa lungimiranza della politica Italiana.
Per quanto riguarda voi adulti, qualcosa vi ho già detto, poi la prossima settimana parliamo più dettagliatamente di questo tema.
Per quanto riguarda i bambini, invece, c’è una soluzione piuttosto semplice, anche qui con pro e contro.
Tutto quello che dovete fare è intestare a vostro figlio o vostra figlia un fondo previdenziale aperto, tipicamente gestito da un’entità bancaria, assicurativa o da una società di asset management.
E’ teoricamente possibile farlo anche con il fondo chiuso della propria categoria, ma considerato l’orizzonte temporale lunghissimo dei vostri figli, non è detto che voi apparterrete a quella categoria per tutta la vostra vita professionale residua, quindi in una situazione a lungo termine come questa propenderei per tenermi flessibile.
Per spiegarvi tutta la pappardella, facciamo un esempio con uno specifico fondo.
Attenzione: non vi sto consigliando il fondo di cui sto per parlare, né questo è un contenuto sponsorizzato.
Ho scelto però un fondo di Anima Sgr, che è una delle più importanti società in Italia nel risparmio gestito, basandomi su una recensione tutto sommato positiva di Altroconsumo.
Il fondo si chiama Anima Arti e Mestieri, Comparto Crescita 25+.
Vi parlo di questa cosa attraverso questo fondo solo perché è più semplice farlo con un esempio, ma poi andate a scegliervi quello che più vi aggrada.
In pratica come funziona:
Anima e Arti e Mestieri Crescita 25+ è un fondo di previdenza complementare che investe prevalentemente nel mercato azionario. Nel momento in cui stiamo parlando la sua asset allocation è:
– 50% MSCI World con copertura valutaria in Euro;
– 30% MSCI World
– 20% mercato monetario area Euro, ossia titoli di stato a breve termine
Se andiamo a guardare i rendimenti degli ultimi anni scopriamo che dal settembre 2013, data di avvio del fondo, ad oggi, il fondo si è portato a casa circa un 86% di crescita.
E voi direte: “ammazza che bel rendimento!!!”
E io vi rispondo:
“MA CHE E’ MA CHE STAI A Dì”
Ragazzi i rendimenti non si valutano in valore assoluto, vanno sempre confrontati a quello che fa il mercato.
Da Settembre 2013 a Oggi l’MSCI World ha fatto complessivamente il 168%.
Quindi l’86% di questo fondo è praticamente la metà.
Se poi facciamo un portafoglio simile, quindi con un 20% di obbligazioni europee ma senza copertura valutaria in euro sulla parte azionaria, comunque avremmo fatto oltre il 120%.
86%, in 10 anni, non è che sia poi molto, vuol dire che avrebbe fatto circa il 6,5% all’anno, in un periodo in cui un portafoglio 80/20 avrebbe fatto oltre l’8 e mezzo.
E poi abbiamo un altro piccolo problema.
Essendo un fondo gestito, quelli che dalla prima puntata vi sto dicendo di NON comprare, ha dei costi esorbitanti rispetto a quanto siamo abituati con gli ETF.
Mentre un portafoglio di ETF di quel tipo vi costerebbe circa lo 0,2% all’anno, il fondo di Anima costa l’1,6% all’anno, più tutta una serie di costi fissi amministrativi che non si capisce bene cosa siano.
Capite che se il fondo ha fatto 6,5% all’anno e da questo devo togliere 1,6, alla fine il mio bel rendimento sarà stato circa 5% all’anno, in un momento in cui l’azionario globale avrebbe fatto oltre il 10%.
E quindi mi direte: “perché allora ci stai parlando di sta roba?”
Eh, mo ci arrivo.
Se mi chiedeste se questo fondo potrebbe essere una buona idea per voi vi risponderei “ma manco per niente!”.
Per i marmocchi invece la cosa è un po’ diversa.
Vediamo perché:
UNO: potete intestare il fondo effettivamente a vostra figlia, quindi fin da minorenne sarà titolare del suo bel portafoglio di investimento.
DUE: come tutti i fondi pensione, gode di deduzioni fiscali, cioè in pratica fino a 5.164 euro all’anno i versamenti possono essere dedotti dalla vostra base imponibile.
Tradotto: se guadagnate, che ne so, 50.000 € all’anno e versate 5.000 € nel fondo pensione del vostro erede, ecco che voi pagherete le vostre tasse su 45.000 €, quindi in pratica risparmiate ben 1.750 € di tasse.
Perché 1.750?
Perché oltre i 28.000 euro di reddito annuo lordo il nostro amato Stato ci chiede di pagare il 35% di IRPEF, quindi per ogni euro che guadagnate oltre i 28.000 allo Stato dovete restituire 35 centesimi.
il 35% di 5.000 è quindi quanto risparmiate di tasse.
Questo significa che se versate 5.000 € nel fondo del bambino o della bambina, in realtà a voi costa solo 3.250 €.
Questa cosa però non funziona se voi state già versando nel vostro fondo di previdenza complementare.
In questo caso, se avete già raggiunto il limite di 5.164 € non vi beccate più nessuna agevolazione.
Ciononostante – e qui dovremmo entrare un po’ nel tecnico ma chi c’ha voglia – il futuro pensionato avrà comunque delle agevolazioni fiscali al momento della liquidazione del fondo se non ha già goduto delle deduzioni.
Va beh comunque il discorso è che o avete dei benefici fiscali subito o ce li avete dopo.
Se voi per qualche motivo non state investendo in un fondo pensione per voi stessi e avete quindi questo plafond di 5.164 € da sfruttare ogni anno per il bimbo, ecco sappiate che una parte è gratis in base all’aliquota fiscale che vi spetta.
Inoltre abbiamo poi un altro beneficio, sempre tipico di tutti i fondi di previdenza complementare, che riguarda l’imposizione fiscale.
In pratica invece di pagare il 26% sul capital gain, i rendimenti dei fondi pensione sono tassati al 20%.
Pertanto se è vero che il fondo di Anima costa l’1,6% mortacci loro e ha un performance non da prima della classe, allo stesso tempo c’è una parziale compensazione dovuta al beneficio fiscale.
Cosa ci fa poi il nostro pargoletto con il suo bel fondo pensione?
Allora, come con tutti i fondi pensione può avere diverse forme di liquidazione una volta raggiunta l’età pensionabile, che vanno dalla liquidazione totale e parziale alla rendita vitalizia a forme intermedie di rendita garantita.
Dopo 8 anni dall’inizio dei versamenti, inoltre, c’è la possibilità di liquidare fino al 75% del capitale a fronte di determinate situazioni, tra cui la più classica è l’acquisto per la prima casa.
Ammettiamo che tra voi e lei per 25 anni investite 1.200 € all’anno nel fondo, dato che magari 5.000 € è una cifra non alla portata di tutti, Se il rendimento restasse lo stesso che abbiamo visto, al netto delle commissioni avremmo quasi 60.000 €.
Il 75% sarebbe quindi 45.000 €.
Togliamo il 20% di tasse che sono circa 4.000 €, lei dovrebbe ritrovarsi con circa 40.000 € puliti, utili magari per versare l’acconto per l’acquisto di una casa da 200.000 €.
Capito come funziona?
In conclusione, meglio aprire un conto titoli su un broker online o fare fondo pensione?
Risposta breve: non ne ho la più pallida idea.
Se devo confrontare il rendimento di un ETF 100% azionario globale con quello di un fondo come questo, l’ETF vincerà in quasi in tutti gli scenari anche perché mi gioco quello che volete che le perfomance del fondo non saranno mai in grado di compensare l’1,6% di commissioni, pur con tutti i benefici fiscali del caso.
Allo stesso tempo investire tramite un broker richiede un minimo di manutenzione – mentre il fondo è “set it and forget it” – e soprattutto non può essere intestato al figlio, ma deve essere intestato ad uno o entrambi i genitori.
Se siete persone equilibrate in grado di gestire questa cosa senza scannarvi a vicenda allora zero problemi, se invece il dubbio che questo deposito titoli possa essere oggetto di contenzioso tra genitori vi turba il sonno, allora fate il fondo pensione.
Diciamo che secondo me tutto il vantaggio del fondo pensione per i figli si ha se i genitori non beneficiano già della piena deduzione nei propri fondi pensione, altrimenti viene un po’ meno l’incentivo fiscale.
Se poi avete abbastanza disponibilità economiche per fare entrambe le cose, anche questa può essere un’idea.
E anche cosa fare per i figli ce lo siamo detti.
Veniamo alla DOMANDONA NUMERO TRE: QUANTO E QUANDO INVESTIRE.
In pratica metà delle domande che ricevo da voi è sul meccanismo del Dollar-Cost-Averaging, ossia quella pratica di investire gradualmente nel mercato per proteggersi in caso di crolli e quindi comprare a sconto nei momenti di ribasso.
Questa cosa ha mandato molti in confusione, perché mi sono reso conto che ha creato un po’ di dubbi su quanto investire, quando e come.
Allora, non c’è naturalmente una risposta one fits all, quindi ogni situazione merita un approfondimento specifico.
In linea di massima, le linee guida che mi sentirei di dare sono:
SCENARIO UNO: zero capitale e avete appena iniziato ad investire.
Qui poco da dire, investite un po’ per volta, mensilmente o ogni quarter, in base alla vostra capacità di risparmio e andate avanti finché la vostra situazione finanziaria non dovesse cambiare drasticamente – auspicabilmente in meglio.
Se per esempio i vostri guadagni aumentassero in maniera rilevante o doveste ricevere delle eredità, allora lì entriamo nei prossimi scenari.
SCENARIO DUE: capitale rilevante, ma non esorbitante, già disponibile e orizzonte temporale lungo.
In questo caso, se avete 30/40 anni e disponete di qualche decina di migliaia di euro, vi direi di investire tutto subito (o al massimo in 2-3 tranche nell’arco di qualche mese) e da lì in poi di investire mensilmente la vostra quota di risparmio.
Se vi prendete subito un drawdown del mercato vi girerà il culo, ma con 20-30 anni davanti a voi avrete tutto il tempo per recuperare ampiamente le perdite e in generale avere più capitale investito subito e lasciarlo investito per più tempo probabilmente porterà più benefici.
SCENARIO TRE: capitale rilevante già disponibile e orizzonte più limitato.
Nel caso in cui abbiate magari capitali nell’ordine di 50, 100 mila euro o anche di più, andrebbe fatto qualche ragionamento ad hoc.
In generale tenderei a entrare sul mercato in maniera graduale, magari in più tranche nel corso magari di 12-18 mesi, soprattutto se la quota non investita riesco comunque a farla rendere all’interno di un deposito o magari con dei prodotti obbligazionari a breve scadenza.
Allo stesso tempo, soprattutto se l’orizzonte non è lunghissimo, bisogna fare più attenzione all’asset allocation che non al tema se fare o no dollar-cost-averaging.
Esempio:
se ho 100.000 € da investire e ho 50 anni, è chiaro che dovrò optare per un portafoglio bilanciato, perché se entro di botto sul mercato con un’esposizione azionaria del 70-80% il rischio di accusare perdite notevoli non è trascurabile.
In una fase come questa, con tassi di interesse in America oltre il 5%, forse suggerirei un’asset allocation 50% azioni e 50% obbligazioni e anche qui credo che diluirei l’ingresso sul mercato nell’arco di un annetto.
Conta anche la situazione finanziaria generale naturalmente.
Se finanziariamente sono a posto e questi 100.000 € sono frutto per esempio di un’eredità, posso anche investirli tutti di botto nel Nasdaq, paradossalmente, poiché probabilmente non mi serviranno per mantenere la qualità attuale della mia vita, mentre se mi dice bene e il Nasdaq continua a fare il suo bel 13-14% di rendimento medio annuo, questi 100.000 in 20 anni diventano 1 milione e mezzo solo con le loro gambe.
Se invece questi 100.000 euro mi cambiano la vita, allora è più importante tutelare il loro potere d’acquisto e adattare l’asset allocation alla fase storica del mercato (e ai suoi tassi di interesse) e soprattutto all’orizzonte temporale.
Tutto chiaro?
Come sempre, se avete dubbi scrivetemi su Instagram a thebull_finance e sarò felice di darvi la mia insignificante opinione.
Il tempo a nostra disposizione invece sta per scadere e a dirlo non è Spotify o Apple Podcast ma sono io che alle ore 6:00 di Domenica mattina sono qua semi al buio a registrare la puntata di mercoledì e sono un po’ alla frutta, quindi volgiamo alla conclusione.
Spero che questo episodio dai contenuti misti vi sia piaciuto, fatemi sapere che ne pensate e se avete dubbi, domande, perplessità o curiosità di qualunque genere, scrivetemi così in futuro raccogliamo nuovi quesiti che tormentano le vostre anime e facciamo una nuova sessione di Q&A.
Come sempre, vi ringrazio per essere ancora qui con me e per continuare a far crescere questo grande gruppo di appassionati di finanza personale e vi invito a mettere segui e attivare le notifiche su qualunque piattaforma utilizziate, per non perdervi neanche un minuto del mix di cazzate e informazioni finanziariamente preziose che ogni 3-4 giorni condivido con voi.
Se poi volete anche lasciare una recensione a 5 stelle, vi stimo infinitamente perché grazie ad esse possiamo continuare a produrre contenuti che mettendo insieme temi un po’ a cazzo tra un ETF a scadenza e un fondo pensione costoso come un Tartufo di Alba vi risolvono i vostri dubbi amletici e vi rendono ancora più solidi e consapevoli nella gestione delle vostre finanze sempre nuovi.
Per questo episodio invece, è davvero tutto, e noi ci ritroviamo tra qualche giorno a scrivere insieme un nuovo capitolo del nostro diario di viaggio, sempre qui, ovviamente, con The Bull – Il tuo podcast di finanza personale.
Recensioni
Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!
La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!
Luca G. 10 Ott 2025Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai
Francesca B., 6 Apr 2024Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!
Giorgia R., 23 Gen 2025Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva
Gianluca G., 11 Set 2025Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.
Giulia N., 11 Ago 2025Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.
Andrea V., 22 Set 2025Podcast piacevole, scorre veloce ma in modo estremamente chiaro, spiega i concetti chiave per gestire le proprie finanze, fornendo la classica cassetta degli attrezzi. Complimenti, davvero ben fatto!
Massimiliano, 29 Mag 2024Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente
Amalia A., 17 Set 2025Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro
Massimo D., 23 Set 2025