Robin Wigglesworth (FT): Investimento Passivo e la forza della Semplicità (anche durante le crisi)
Robin Wigglesworth, autorevole editorialista del FT, Editor di Alphaville e autore di Trillions, uno dei libri più di successo sulla nascita degli index funds, ci aiuta a comprendere come l'efficacia dell'investimento passivo sia quantomai attuale e come navigare momenti di tempesta finanziaria come questo, sempre con la sua brillante ironia.

203. Robin Wigglesworth (FT): Investimento Passivo e la forza della Semplicità (anche durante le crisi)
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Punti Chiave
Il caso a favore dell'investimento passivo è forte: si ottengono risultati migliori cercando la media (larga esposizione a basso costo).
L'ipotesi di 'mercati equi' (fair markets hypothesis) è più adatta per descrivere l'efficienza dei mercati rispetto a 'mercati efficienti' (Eugene Fama).
Il rischio dei mercati passivi è esagerato; in caso di crollo, i fondi attivi venderebbero in modo più aggressivo.
La semplicità batte la complessità (mantra 'zitto e nuota').
Trascrizione Episodio
Bentornati a The Bull, il tuo podcast di finanza personale.
È molto complicato scegliere il tono e gli argomenti degli episodi di questo podcast in questo particolare momento storico, ora che “voi sapete chi” Lord Dondal J Voldemort è tornato e con i suoi mangiamorte JD Vance, Scott Bessent e Howard Lutnick stanno disseminando il caos sui mercati mondiali.
Una delle nostre speranze, naturalmente, è che il segretario del tesoro Scott Bessent sia in realtà il Severus Piton di turno e che alla fine si scoprirà che è sempre stato buono e grazie a lui l’oscuro signore dei dazi verrà alla fine sconfitto.
Nel frattempo, viviamo un po’ alla giornata perché, di questi tempi, ormai anche un -5% a Wall Street non è neanche più una notizia.
A questo punto ho due strade: o vi tartasso ogni 3 giorni parlando di Trump e Dazi, Dazi e Trump e che noia che barba, che barba che noia, oppure, dato che questo è un podcast che professa pazienza, sangue freddo, coerenza e attitudine al lungo termine, restiamo fedeli a suoi principi e ricordiamoci una cosa importante: i principi di investimento contano più delle singole situazioni storiche, per quanto eccezionali. Investire con buon senso – che è ciò di cui questo podcast vuole parlare fin dalla sua nascita – serve proprio per non perdere la bussola in momenti come questi.
Investire in ETF mentre i mercati vanno solo su è facile. Che ci vuole. Fosse facile, però, perché investire in azioni dovrebbe pagare il 7-8-10% all’anno in media. Ci vogliono anche i -20,-30,-40% e forse anche peggio, per separare i veri investitori dai cialtroni e per far sì che il premio al rischio venga davvero remunerato.
Con questo spirito anche nelle prossime settimane continueremo sì a commentare le evoluzioni principali di questa grottesca vicenda dei dazi, sperando che i risvolti alla fine saranno più comici che tragici, ma dando sempre priorità alle cose che contano davvero, ossia: come investire al meglio i nostri soldi.
I presidenti degli Stati Uniti vanno e vengono. E se vogliamo trovare una buona notizia in tutto questo bagno di sangue quotidiano sui mercati, beh, il nostro portafoglio vivrà molto a più lungo dell’attuale inquilino della casa bianca.
Di conseguenza occuparci della sua salute a lungo termine è molto più importante di quel che accade durante questi mesi di apparente follia. Nel grande quadro dell’investimento a lungo termine, uno giorno anche questo sanguinoso aprile sarà stato solo UNO dei tanti sanguinosi mesi alle nostre spalle.
Fatta questa premessa doverosa, è con immenso piacere che oggi pubblichiamo l’intervista che ho fatto tre settimane fa ad uno dei miei giornalisti preferiti in assoluto, Robin Wigglesworth, ascoltatissimo editorialista del Financial Times ed editor di Alphaville, la sezione del FT dedicata a finanza e investimenti.
Ovviamente questo macello successivo al 2 aprile non era minimamente nei Radar, anche se come sentirete alla fine dell’episodio, Robin aveva già annusato che sarebbe stato qualcosa di spiacevole. E a domanda su come affrontare i mercati a cospetto di questo supercattivo, beh, vi lascio scoprire alla fine la sua divertente ed ineccepibile risposta – quanto mai fondamentale soprattutto in momenti di panico come questo.
Senza ulteriori indugi vi lascio alla mia chiacchierata con Robin Wigglesworth, buon ascolto.
Riccardo: Caro Robin, benvenuto nel mio podcast, The Bull. Sono felicissimo di averti qui. Adoro Alphaville e nel mio podcast parliamo spesso di quello che scrivi. E iniziamo con una storia molto particolare, perché abbiamo una cosa in comune: entrambi abbiamo intervistato Eugene Fama. La sua risposta [sull’efficienza dei mercati] è stata che non è cambiato nulla. Non vede alcuna evidenza che i mercati siano “rotti” o qualcosa del genere. Qual è la tua opinione? Perché negli ultimi anni abbiamo assistito a parecchie follie ed è difficile credere che i mercati siano perfettamente efficienti.
Robin Wigglesworth: Ciao Riccardo, grazie per avermi invitato, è un vero piacere. No, penso che molte persone forse si concentrino troppo sulla parola “efficiente” o “efficienza”. Quando ho parlato con Eugene, è stato un argomento di cui abbiamo discusso a lungo, e perfino lui ha ammesso che forse “efficiente” è la parola sbagliata per descrivere ciò che sta cercando di spiegare. Ma credo che funzioni come un’abbreviazione utile. Il suo punto di vista è che i mercati riflettono costantemente le ipotesi, i pregiudizi, le speranze e le analisi di milioni di persone, idealmente. Questo non significa che i prezzi siano sempre corretti in senso assoluto, ma che sono il più corretti possibile… Per me, credo che la parola che preferirei usare per descrivere ciò che Fama sta suggerendo… sia fair markets hypothesis, ovvero l’ipotesi dei mercati equi: i prezzi sono equi rispetto a tutto ciò che sappiamo in quel momento.
Riccardo: Giusto. Sì, ok. Perfetto. Se i prezzi fossero palesemente sbagliati, allora dovresti essere ricco. La famosa citazione di quell’articolo che hai scritto, davvero eccellente.
Robin Wigglesworth: Sì. è così che dice Eugene Fama: se i prezzi fossero così ovviamente sbagliati, allora perché non sei seduto su una tua isola privata da qualche parte nei Caraibi?
Riccardo: L’Efficient Market Hypothesis… ha gettato le basi per quella che oggi chiamiamo la rivoluzione dell’investimento passivo… Tu hai scritto un libro straordinario intitolato Trillions sulla nascita del fondo indice, che tra l’altro consiglio vivamente. Qual è oggi la tesi a favore dell’investimento passivo?
Robin Wigglesworth: È molto gentile da parte tua dirlo. Scrivere quel libro è stato un vero atto d’amore… E la cosa ironica è che l’argomentazione a favore dell’investimento passivo oggi è tanto forte, se non più forte, di quanto lo sia mai stata. E il principio rimane invariato. Per la stragrande maggioranza delle persone, si ottengono risultati migliori della media semplicemente cercando di essere medi, comprando l’intero mercato. E si può farlo a costi contenuti… la maggior parte dei gestori attivi sottoperforma il mercato nel suo complesso, sia al lordo, ma soprattutto al netto delle commissioni… È meglio cercare l’esposizione più ampia possibile, al costo più basso possibile, e attenersi a quella strategia.
Riccardo: Sì, certo. Questa storia è estremamente convincente e adoro questa idea dell’aritmetica della gestione attiva. Per citare William Sharpe, è piuttosto chiaro. È semplicemente impossibile sovraperformare il mercato in modo costante… Quindi, è assurdo pensare di poter battere il mercato.
Robin Wigglesworth: Sì, è vero. Voglio dire, puoi immaginare che l’aritmetica della gestione attiva abbia qualche piccola falla… Ma in pratica, vediamo che la stragrande maggioranza dei gestori attivi sottoperforma. E anche quelli che ottengono rendimenti superiori alla media, non sappiamo davvero se sia stato merito delle loro capacità o semplicemente fortuna… Penso solo che forse facciano pagare troppo per farlo. Sono persone intelligenti, competenti e molto impegnate… Ma, nel complesso, il settore è probabilmente troppo grande, paga troppo bene e, nel suo insieme, offre un servizio scadente alla maggior parte degli investitori.
Riccardo: Sì. Certo. E poi è arrivato il bad guy. Come ti dicevo, qualche settimana fa abbiamo avuto qui il più noto critico dell’investimento passivo, Michael Green… lui, David Einhorn e Michael Burry e molte altre persone… credono che l’investimento passivo possa distorcere il mercato e renderlo meno efficiente, riducendo l’elasticità dei prezzi, aumentando la volatilità e così via. Hai scritto molto su questo argomento e mi piacerebbe che ne parlassi, perché Mike ha terrorizzato tutto il mio pubblico quando è venuto, e ora vorrei che tu dicessi qualcosa al riguardo.
Robin Wigglesworth: Beh, direi questo: io adoro Mike, perché è in realtà uno dei critici più riflessivi… Il mio punto di vista, però, è che o si sbagliano, oppure stanno esagerando enormemente l’argomento, o ancora non riescono a vedere il quadro generale perché si concentrano troppo sui dettagli… Per me, credo che la parola che preferirei usare per descrivere ciò che Fama sta suggerendo… E in questo momento, questa teoria dei mercati inelastici è piuttosto di moda… A spingere verso l’alto le azioni delle big tech, ad esempio, non è stato l’investimento passivo. È il fatto che i gestori attivi hanno acquistato titoli di aziende che hanno generato profitti straordinari per un decennio… Perciò, questa fissazione sull’investimento passivo mi sembra fuori luogo. È come se avessimo dei T-Rex che vagano per la prateria e dessimo la colpa alle mucche per aver alterato l’ambiente. Probabilmente sono i T-Rex a devastare il paesaggio, non le mucche.
Riccardo: Assolutamente. È come il marxismo dell’investimento passivo. Quindi, non sei preoccupato che la crescita dell’investimento passivo possa portare alla fine del mondo?
Robin Wigglesworth: No. Guarda, una delle cose di cui Mike parla spesso è che… se dovesse verificarsi un crollo significativo, ci sarebbero meno gestori attivi in grado di assorbire la pressione di vendita che si creerebbe… Ma per me, questo ragionamento è semplicemente assurdo. Perché sì, mettiamo il caso che oggi ci siano 30 trilioni di dollari investiti in fondi passivi e che 10 trilioni debbano essere venduti. Certo, il mercato crollerebbe. Crollerebbe in modo rapido e violento. Ma sarebbe esattamente la stessa situazione se tutto quel denaro fosse stato investito in fondi attivi e i fondi indicizzati non fossero mai esistiti. Perché, francamente, in quei momenti sappiamo che i gestori attivi non fanno gli eroi… I fondi attivi vendono in modo più aggressivo, più rapidamente e, di conseguenza, ottengono risultati peggiori rispetto ai fondi passivi.
Riccardo: Certo. Certo. Sicuramente. Già. Certo. Sì. Ho la sensazione che alcuni comportamenti siano eterni e abbiano un impatto maggiore… Queste cose accadono continuamente e non dipendono dallo strumento che stai utilizzando. Credo che questi aspetti abbiano un peso molto maggiore.
Robin Wigglesworth: Sì, il fondo passivo, che sia un ETF o un fondo comune indicizzato, è semplicemente un’ottima tecnologia che esiste da 50 anni per ottenere un’esposizione ampia e a basso costo ai mercati finanziari. Se lo guardiamo in questo modo, è come quando si dà la colpa allo strumento invece che all’attività stessa… Il comportamento umano a livello macro non cambia poi molto. Tutto ciò che vediamo oggi è solo una variazione di ciò che abbiamo già visto in passato.
Riccardo: Una delle cose che i fondi indicizzati hanno reso chiare al mondo è che, nella maggior parte dei casi, la semplicità batte la complessità. Tu vivi in Norvegia, e la Norvegia è un caso di studio molto interessante per via del suo fondo sovrano… è una classica allocazione 70/30, ponderata per la capitalizzazione di mercato… Perché, secondo te, molti investitori istituzionali faticano così tanto a cercare strumenti complessi, quando in realtà la semplicità funziona meglio di qualsiasi altra cosa?
Robin Wigglesworth: È un’ottima domanda. Penso che ci siano molte aree nella storia e nel comportamento umano in cui i dati ci dicono chiaramente che dovremmo fare X, ma noi, come esseri umani, continuiamo a fare Y… Ancora oggi, l’idea che si possa ottenere un rendimento superiore alla media semplicemente cercando di essere nella media è strana, giusto? L’idea di comprare qualcosa che si limita a replicare la media… e che alla fine ti garantisca risultati migliori nel lungo periodo, è controintuitiva… E il quadro è inequivocabile. Ma per noi esseri umani è difficile accettarlo… Se sei un chief investment officer (CIO) in un grande fondo pensione italiano, pensaci: migliorerai davvero le tue prospettive di carriera dicendo “Guardate, il mio lavoro è inutile, dovreste semplicemente comprare questi tre o quattro fondi indice e dimenticarvene per i prossimi cento anni”? No, non lo farai mai…. Aggiungiamo complessità a cose che non ne avrebbero bisogno… Come dice spesso Warren Buffett: investire in modo intelligente è estremamente semplice, ma difficile.
Riccardo: Certo. Probabilmente no. Già.
Robin Wigglesworth: È come seguire una dieta. Tutti sanno cosa bisogna fare, ma metterlo in pratica è davvero difficile… Ma il mio eroe personale nel mondo degli investimenti è un tizio che lavora per il fondo pensione del North Dakota. È l’unico gestore dell’intero fondo pensione statale. Credo che abbia solo una segretaria. E il suo compito principale è che, ogni volta che qualcuno da Wall Street lo chiama per proporgli un investimento, lui ascolta educatamente, risponde “No, grazie” e riattacca.
Riccardo: Per almeno 40 anni, il portafoglio 60/40… è stato il punto di riferimento per qualsiasi asset allocation… Ora… molte persone hanno iniziato a mettere in discussione l’efficacia di questo portafoglio… Perciò, ho iniziato a leggere di quello che viene definito il diversificatore definitivo, ovvero asset alternativi oltre alle azioni e alle obbligazioni. Per gli investitori istituzionali, si parla spesso di mercati privati. Per tutti gli altri, sempre più spesso si fa riferimento alle criptovalute. Qual è la tua opinione su questi due ambiti?
Robin Wigglesworth: Bene, iniziamo con le criptovalute, perché è molto semplice. Penso che siano una totale sciocchezza e che non dovremmo nemmeno toccarle… Francamente, attira alcune delle persone più truffaldine, prepotenti o sfruttatrici del pianeta. Dico sempre per scherzo che il più grande vantaggio delle criptovalute è che mi aiutano a distinguere chi rispetto e chi no… Per quanto riguarda gli altri strumenti di diversificazione… l’unica ragione per cui [i mercati privati] sembrano non correlati o decorrelati è dovuta alle regole contabili. Tutto qui. Non c’è altro… Per quanto riguarda il portafoglio 60/40, è una regola pratica semplice, un po’ come quelle della NASA… La “morte del portafoglio 60/40” è stata annunciata milioni di volte… Bisognerebbe resistere alla sirena dei fondi di private equity che cercano di vendere i loro prodotti agli investitori retail.
Riccardo: Ok, sì, non sono mark to market. Certo. ok, si. Per capirli, sì. È ridicolo.
Robin Wigglesworth: Sì, penso che sia pericoloso. È una strategia di marketing rischiosa, mascherata da democratizzazione dei mercati privati. E spero che non arrivi in Europa.
Riccardo: Il 7 marzo hai pubblicato un articolo composto esclusivamente da meme sulla giravolta assurda di Trump riguardo ai dazi, a cui ormai ci ha abituati. Secondo te, che diavolo sta succedendo? Sono tutti stupidi, come ha definito questa “folle guerra commerciale” il Wall Street Journal, oppure Trump ha colto qualcosa che noi ancora non vediamo?
Robin Wigglesworth: No, voglio dire, non ne ho la minima idea. La verità è che penso sia molto utile ricordare sempre questo mantra: nessuno sa niente… Io credo nel Rasoio di Occam: la spiegazione più semplice è di solito quella corretta. Trump è un uomo piuttosto anziano, che non sa praticamente nulla di economia, ma ha convinzioni molto radicate sul fatto che gli stranieri stiano approfittando degli Stati Uniti… Sono quasi certo che i dazi arriveranno, e saranno negativi, ma probabilmente non così disastrosi come potrebbe sembrare dalla sua retorica pre-elettorale… Quello che mi preoccupa ora è che questi contrappesi [istituzionali e legali] potrebbero non esserci più. Quindi, che tu lo ami o lo odi, stavolta avremo un Trump più puro e distillato.
Riccardo: E nel frattempo, mentre l’S&P 500 e il Nasdaq stanno crollando, l’Europa si sta comportando piuttosto bene come mercato azionario. E ti cito: “L’Europa è fondamentalmente il Tottenham Hotspur dell’economia internazionale: a volte promettente, occasionalmente imbarazzante, alla fine deludente e incapace di vincere un trofeo dal 2008”. Questa volta sarà diverso?
Robin Wigglesworth: Questa è la domanda da migliaia di miliardi di euro, giusto? Di nuovo, non lo so, nessuno sa niente… Penso che il grande shock geopolitico che stiamo vivendo ora abbia costretto l’Europa a ritrovare un po’ di determinazione… Stiamo assistendo a interessanti cambiamenti strutturali e culturali… Forse questo è un segnale positivo. Speriamo solo che l’Europa riesca davvero a scuotersi di dosso la sua stagnazione, perché economicamente parlando l’Europa, nel suo complesso, è grande quanto gli Stati Uniti… Ma in questo momento, direi che verso la fine di febbraio e marzo c’è stata questa sensazione che qualcosa stia cambiando… almeno ora sono più ottimista sull’Europa rispetto a pochi mesi fa. E sì, paradossalmente possiamo anche ringraziare Trump per questo.
Riccardo: lasciami concludere con una domanda stupida che richiede una risposta seria. Ho letto da qualche parte che hai detto che il tuo cognome sembra uscito da Harry Potter. E quindi, dacci un consiglio finanziario saggio per affrontare i mercati con serenità, ora che Tu Sai Chi è tornato e vuole portare caos e disordine con il suo Avada Kedavra, noto anche come dazi.
Robin Wigglesworth: Guarda, è molto facile farsi prendere dal panico e pensare: “Oh mio Dio, il mondo sta finendo”… Ma in realtà, anche questa passerà… Credo che il mio consiglio sugli investimenti preferito… sia ispirato a un film. Hai mai visto Alla ricerca di Nemo? Il pesce Dory… ha un mantra che… i suoi genitori le hanno insegnato: Zitto e nuota, zitto e nuota, zitto e nuota… E, onestamente, come consiglio di investimento, è un’ottima idea. Penso che troppe persone passino troppo del loro tempo prezioso… preoccupandosi eccessivamente dei loro investimenti finanziari. Se hanno un portafoglio ampio, ben diversificato e composto da fondi indicizzati a basso costo, dovrebbero semplicemente continuare a nuotare e ignorare tutto il resto che succede intorno.
Riccardo: Sapevo che sarebbe stata un’intervista fantastica. Robin, grazie mille per essere stato qui. Continuate a leggere Alphaville se volete ancora di più da Robin e dal suo team, perché è fantastico ed è il modo più divertente per capire cosa sta succedendo nei mercati. Robin, grazie mille. Ci vediamo presto.
Robin Wigglesworth: No, grazie a te per avermi invitato, Riccardo. Lo apprezzo davvero molto. Adoro parlare di queste cose. Fantastico. A presto.
E questo è tutto gente. Spero che quest’episodio vi sia piaciuto e dato che mi chiedete spesso dei riferimenti per comprendere al meglio quel che succede nel mondo della finanza, beh, Robin Wigglesworth e Alphaville sono decisamente uno one-stop-shop.
Robin, so che mi starai ascoltando, ti ringrazio immensamente per la chiacchierata e per avermi strappato più di un sorriso prima, durante e dopo l’intervista, cosa di cui sicuramente abbiamo bisogno per affrontare nel modo giusto momenti come questi.
In descrizione trovate il link a Trillions, il suo fantastico libro sulla nascita dell’investimento passivo e ad Alphaville. Probabilmente il FT vorrà che vi abbonate, ma preciso sin da ora che questo non è un contenuto sponsorizzato e il sottoscritto non percepirà nel caso alcuna commissione.
Come sempre vi invito a mettere segui e attivare le notifiche su spotify, apple podcast o dove ci ascoltate e a lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che vi spiegano che alla fine anche un pesciolino ritardato può insegnare molto su come avere la meglio su potenti oscuri signori del male sempre nuovi.
Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci risentiamo domenica prossima con un nuovo appuntamento dedicato a, beh, chi può dirlo?, lo scopriremo solo vivendo, anzi, nuotando, sempre qui, naturalmente, con The Bull il tuo podcast di finanza personale.
Bentornati a The Bull, il tuo podcast di finanza personale.
È molto complicato scegliere il tono e gli argomenti degli episodi di questo podcast in questo particolare momento storico, ora che “voi sapete chi” Lord Dondal J Voldemort è tornato e con i suoi mangiamorte JD Vance, Scott Bessent e Howard Lutnick stanno disseminando il caos sui mercati mondiali.
Una delle nostre speranze, naturalmente, è che il segretario del tesoro Scott Bessent sia in realtà il Severus Piton di turno e che alla fine si scoprirà che è sempre stato buono e grazie a lui l’oscuro signore dei dazi verrà alla fine sconfitto.
Nel frattempo, viviamo un po’ alla giornata perché, di questi tempi, ormai anche un -5% a Wall Street non è neanche più una notizia.
A questo punto ho due strade: o vi tartasso ogni 3 giorni parlando di Trump e Dazi, Dazi e Trump e che noia che barba, che barba che noia, oppure, dato che questo è un podcast che professa pazienza, sangue freddo, coerenza e attitudine al lungo termine, restiamo fedeli a suoi principi e ricordiamoci una cosa importante: i principi di investimento contano più delle singole situazioni storiche, per quanto eccezionali. Investire con buon senso – che è ciò di cui questo podcast vuole parlare fin dalla sua nascita – serve proprio per non perdere la bussola in momenti come questi.
Investire in ETF mentre i mercati vanno solo su è facile. Che ci vuole. Fosse facile, però, perché investire in azioni dovrebbe pagare il 7-8-10% all’anno in media. Ci vogliono anche i -20,-30,-40% e forse anche peggio, per separare i veri investitori dai cialtroni e per far sì che il premio al rischio venga davvero remunerato.
Con questo spirito anche nelle prossime settimane continueremo sì a commentare le evoluzioni principali di questa grottesca vicenda dei dazi, sperando che i risvolti alla fine saranno più comici che tragici, ma dando sempre priorità alle cose che contano davvero, ossia: come investire al meglio i nostri soldi.
I presidenti degli Stati Uniti vanno e vengono. E se vogliamo trovare una buona notizia in tutto questo bagno di sangue quotidiano sui mercati, beh, il nostro portafoglio vivrà molto a più lungo dell’attuale inquilino della casa bianca.
Di conseguenza occuparci della sua salute a lungo termine è molto più importante di quel che accade durante questi mesi di apparente follia. Nel grande quadro dell’investimento a lungo termine, uno giorno anche questo sanguinoso aprile sarà stato solo UNO dei tanti sanguinosi mesi alle nostre spalle.
Fatta questa premessa doverosa, è con immenso piacere che oggi pubblichiamo l’intervista che ho fatto tre settimane fa ad uno dei miei giornalisti preferiti in assoluto, Robin Wigglesworth, ascoltatissimo editorialista del Financial Times ed editor di Alphaville, la sezione del FT dedicata a finanza e investimenti.
Ovviamente questo macello successivo al 2 aprile non era minimamente nei Radar, anche se come sentirete alla fine dell’episodio, Robin aveva già annusato che sarebbe stato qualcosa di spiacevole. E a domanda su come affrontare i mercati a cospetto di questo supercattivo, beh, vi lascio scoprire alla fine la sua divertente ed ineccepibile risposta – quanto mai fondamentale soprattutto in momenti di panico come questo.
Senza ulteriori indugi vi lascio alla mia chiacchierata con Robin Wigglesworth, buon ascolto.
Riccardo: Caro Robin, benvenuto nel mio podcast, The Bull. Sono felicissimo di averti qui. Adoro Alphaville e nel mio podcast parliamo spesso di quello che scrivi. E iniziamo con una storia molto particolare, perché abbiamo una cosa in comune: entrambi abbiamo intervistato Eugene Fama. La sua risposta [sull’efficienza dei mercati] è stata che non è cambiato nulla. Non vede alcuna evidenza che i mercati siano “rotti” o qualcosa del genere. Qual è la tua opinione? Perché negli ultimi anni abbiamo assistito a parecchie follie ed è difficile credere che i mercati siano perfettamente efficienti.
Robin Wigglesworth: Ciao Riccardo, grazie per avermi invitato, è un vero piacere. No, penso che molte persone forse si concentrino troppo sulla parola “efficiente” o “efficienza”. Quando ho parlato con Eugene, è stato un argomento di cui abbiamo discusso a lungo, e perfino lui ha ammesso che forse “efficiente” è la parola sbagliata per descrivere ciò che sta cercando di spiegare. Ma credo che funzioni come un’abbreviazione utile. Il suo punto di vista è che i mercati riflettono costantemente le ipotesi, i pregiudizi, le speranze e le analisi di milioni di persone, idealmente. Questo non significa che i prezzi siano sempre corretti in senso assoluto, ma che sono il più corretti possibile… Per me, credo che la parola che preferirei usare per descrivere ciò che Fama sta suggerendo… sia fair markets hypothesis, ovvero l’ipotesi dei mercati equi: i prezzi sono equi rispetto a tutto ciò che sappiamo in quel momento.
Riccardo: Giusto. Sì, ok. Perfetto. Se i prezzi fossero palesemente sbagliati, allora dovresti essere ricco. La famosa citazione di quell’articolo che hai scritto, davvero eccellente.
Robin Wigglesworth: Sì. è così che dice Eugene Fama: se i prezzi fossero così ovviamente sbagliati, allora perché non sei seduto su una tua isola privata da qualche parte nei Caraibi?
Riccardo: L’Efficient Market Hypothesis… ha gettato le basi per quella che oggi chiamiamo la rivoluzione dell’investimento passivo… Tu hai scritto un libro straordinario intitolato Trillions sulla nascita del fondo indice, che tra l’altro consiglio vivamente. Qual è oggi la tesi a favore dell’investimento passivo?
Robin Wigglesworth: È molto gentile da parte tua dirlo. Scrivere quel libro è stato un vero atto d’amore… E la cosa ironica è che l’argomentazione a favore dell’investimento passivo oggi è tanto forte, se non più forte, di quanto lo sia mai stata. E il principio rimane invariato. Per la stragrande maggioranza delle persone, si ottengono risultati migliori della media semplicemente cercando di essere medi, comprando l’intero mercato. E si può farlo a costi contenuti… la maggior parte dei gestori attivi sottoperforma il mercato nel suo complesso, sia al lordo, ma soprattutto al netto delle commissioni… È meglio cercare l’esposizione più ampia possibile, al costo più basso possibile, e attenersi a quella strategia.
Riccardo: Sì, certo. Questa storia è estremamente convincente e adoro questa idea dell’aritmetica della gestione attiva. Per citare William Sharpe, è piuttosto chiaro. È semplicemente impossibile sovraperformare il mercato in modo costante… Quindi, è assurdo pensare di poter battere il mercato.
Robin Wigglesworth: Sì, è vero. Voglio dire, puoi immaginare che l’aritmetica della gestione attiva abbia qualche piccola falla… Ma in pratica, vediamo che la stragrande maggioranza dei gestori attivi sottoperforma. E anche quelli che ottengono rendimenti superiori alla media, non sappiamo davvero se sia stato merito delle loro capacità o semplicemente fortuna… Penso solo che forse facciano pagare troppo per farlo. Sono persone intelligenti, competenti e molto impegnate… Ma, nel complesso, il settore è probabilmente troppo grande, paga troppo bene e, nel suo insieme, offre un servizio scadente alla maggior parte degli investitori.
Riccardo: Sì. Certo. E poi è arrivato il bad guy. Come ti dicevo, qualche settimana fa abbiamo avuto qui il più noto critico dell’investimento passivo, Michael Green… lui, David Einhorn e Michael Burry e molte altre persone… credono che l’investimento passivo possa distorcere il mercato e renderlo meno efficiente, riducendo l’elasticità dei prezzi, aumentando la volatilità e così via. Hai scritto molto su questo argomento e mi piacerebbe che ne parlassi, perché Mike ha terrorizzato tutto il mio pubblico quando è venuto, e ora vorrei che tu dicessi qualcosa al riguardo.
Robin Wigglesworth: Beh, direi questo: io adoro Mike, perché è in realtà uno dei critici più riflessivi… Il mio punto di vista, però, è che o si sbagliano, oppure stanno esagerando enormemente l’argomento, o ancora non riescono a vedere il quadro generale perché si concentrano troppo sui dettagli… Per me, credo che la parola che preferirei usare per descrivere ciò che Fama sta suggerendo… E in questo momento, questa teoria dei mercati inelastici è piuttosto di moda… A spingere verso l’alto le azioni delle big tech, ad esempio, non è stato l’investimento passivo. È il fatto che i gestori attivi hanno acquistato titoli di aziende che hanno generato profitti straordinari per un decennio… Perciò, questa fissazione sull’investimento passivo mi sembra fuori luogo. È come se avessimo dei T-Rex che vagano per la prateria e dessimo la colpa alle mucche per aver alterato l’ambiente. Probabilmente sono i T-Rex a devastare il paesaggio, non le mucche.
Riccardo: Assolutamente. È come il marxismo dell’investimento passivo. Quindi, non sei preoccupato che la crescita dell’investimento passivo possa portare alla fine del mondo?
Robin Wigglesworth: No. Guarda, una delle cose di cui Mike parla spesso è che… se dovesse verificarsi un crollo significativo, ci sarebbero meno gestori attivi in grado di assorbire la pressione di vendita che si creerebbe… Ma per me, questo ragionamento è semplicemente assurdo. Perché sì, mettiamo il caso che oggi ci siano 30 trilioni di dollari investiti in fondi passivi e che 10 trilioni debbano essere venduti. Certo, il mercato crollerebbe. Crollerebbe in modo rapido e violento. Ma sarebbe esattamente la stessa situazione se tutto quel denaro fosse stato investito in fondi attivi e i fondi indicizzati non fossero mai esistiti. Perché, francamente, in quei momenti sappiamo che i gestori attivi non fanno gli eroi… I fondi attivi vendono in modo più aggressivo, più rapidamente e, di conseguenza, ottengono risultati peggiori rispetto ai fondi passivi.
Riccardo: Certo. Certo. Sicuramente. Già. Certo. Sì. Ho la sensazione che alcuni comportamenti siano eterni e abbiano un impatto maggiore… Queste cose accadono continuamente e non dipendono dallo strumento che stai utilizzando. Credo che questi aspetti abbiano un peso molto maggiore.
Robin Wigglesworth: Sì, il fondo passivo, che sia un ETF o un fondo comune indicizzato, è semplicemente un’ottima tecnologia che esiste da 50 anni per ottenere un’esposizione ampia e a basso costo ai mercati finanziari. Se lo guardiamo in questo modo, è come quando si dà la colpa allo strumento invece che all’attività stessa… Il comportamento umano a livello macro non cambia poi molto. Tutto ciò che vediamo oggi è solo una variazione di ciò che abbiamo già visto in passato.
Riccardo: Una delle cose che i fondi indicizzati hanno reso chiare al mondo è che, nella maggior parte dei casi, la semplicità batte la complessità. Tu vivi in Norvegia, e la Norvegia è un caso di studio molto interessante per via del suo fondo sovrano… è una classica allocazione 70/30, ponderata per la capitalizzazione di mercato… Perché, secondo te, molti investitori istituzionali faticano così tanto a cercare strumenti complessi, quando in realtà la semplicità funziona meglio di qualsiasi altra cosa?
Robin Wigglesworth: È un’ottima domanda. Penso che ci siano molte aree nella storia e nel comportamento umano in cui i dati ci dicono chiaramente che dovremmo fare X, ma noi, come esseri umani, continuiamo a fare Y… Ancora oggi, l’idea che si possa ottenere un rendimento superiore alla media semplicemente cercando di essere nella media è strana, giusto? L’idea di comprare qualcosa che si limita a replicare la media… e che alla fine ti garantisca risultati migliori nel lungo periodo, è controintuitiva… E il quadro è inequivocabile. Ma per noi esseri umani è difficile accettarlo… Se sei un chief investment officer (CIO) in un grande fondo pensione italiano, pensaci: migliorerai davvero le tue prospettive di carriera dicendo “Guardate, il mio lavoro è inutile, dovreste semplicemente comprare questi tre o quattro fondi indice e dimenticarvene per i prossimi cento anni”? No, non lo farai mai…. Aggiungiamo complessità a cose che non ne avrebbero bisogno… Come dice spesso Warren Buffett: investire in modo intelligente è estremamente semplice, ma difficile.
Riccardo: Certo. Probabilmente no. Già.
Robin Wigglesworth: È come seguire una dieta. Tutti sanno cosa bisogna fare, ma metterlo in pratica è davvero difficile… Ma il mio eroe personale nel mondo degli investimenti è un tizio che lavora per il fondo pensione del North Dakota. È l’unico gestore dell’intero fondo pensione statale. Credo che abbia solo una segretaria. E il suo compito principale è che, ogni volta che qualcuno da Wall Street lo chiama per proporgli un investimento, lui ascolta educatamente, risponde “No, grazie” e riattacca.
Riccardo: Per almeno 40 anni, il portafoglio 60/40… è stato il punto di riferimento per qualsiasi asset allocation… Ora… molte persone hanno iniziato a mettere in discussione l’efficacia di questo portafoglio… Perciò, ho iniziato a leggere di quello che viene definito il diversificatore definitivo, ovvero asset alternativi oltre alle azioni e alle obbligazioni. Per gli investitori istituzionali, si parla spesso di mercati privati. Per tutti gli altri, sempre più spesso si fa riferimento alle criptovalute. Qual è la tua opinione su questi due ambiti?
Robin Wigglesworth: Bene, iniziamo con le criptovalute, perché è molto semplice. Penso che siano una totale sciocchezza e che non dovremmo nemmeno toccarle… Francamente, attira alcune delle persone più truffaldine, prepotenti o sfruttatrici del pianeta. Dico sempre per scherzo che il più grande vantaggio delle criptovalute è che mi aiutano a distinguere chi rispetto e chi no… Per quanto riguarda gli altri strumenti di diversificazione… l’unica ragione per cui [i mercati privati] sembrano non correlati o decorrelati è dovuta alle regole contabili. Tutto qui. Non c’è altro… Per quanto riguarda il portafoglio 60/40, è una regola pratica semplice, un po’ come quelle della NASA… La “morte del portafoglio 60/40” è stata annunciata milioni di volte… Bisognerebbe resistere alla sirena dei fondi di private equity che cercano di vendere i loro prodotti agli investitori retail.
Riccardo: Ok, sì, non sono mark to market. Certo. ok, si. Per capirli, sì. È ridicolo.
Robin Wigglesworth: Sì, penso che sia pericoloso. È una strategia di marketing rischiosa, mascherata da democratizzazione dei mercati privati. E spero che non arrivi in Europa.
Riccardo: Il 7 marzo hai pubblicato un articolo composto esclusivamente da meme sulla giravolta assurda di Trump riguardo ai dazi, a cui ormai ci ha abituati. Secondo te, che diavolo sta succedendo? Sono tutti stupidi, come ha definito questa “folle guerra commerciale” il Wall Street Journal, oppure Trump ha colto qualcosa che noi ancora non vediamo?
Robin Wigglesworth: No, voglio dire, non ne ho la minima idea. La verità è che penso sia molto utile ricordare sempre questo mantra: nessuno sa niente… Io credo nel Rasoio di Occam: la spiegazione più semplice è di solito quella corretta. Trump è un uomo piuttosto anziano, che non sa praticamente nulla di economia, ma ha convinzioni molto radicate sul fatto che gli stranieri stiano approfittando degli Stati Uniti… Sono quasi certo che i dazi arriveranno, e saranno negativi, ma probabilmente non così disastrosi come potrebbe sembrare dalla sua retorica pre-elettorale… Quello che mi preoccupa ora è che questi contrappesi [istituzionali e legali] potrebbero non esserci più. Quindi, che tu lo ami o lo odi, stavolta avremo un Trump più puro e distillato.
Riccardo: E nel frattempo, mentre l’S&P 500 e il Nasdaq stanno crollando, l’Europa si sta comportando piuttosto bene come mercato azionario. E ti cito: “L’Europa è fondamentalmente il Tottenham Hotspur dell’economia internazionale: a volte promettente, occasionalmente imbarazzante, alla fine deludente e incapace di vincere un trofeo dal 2008”. Questa volta sarà diverso?
Robin Wigglesworth: Questa è la domanda da migliaia di miliardi di euro, giusto? Di nuovo, non lo so, nessuno sa niente… Penso che il grande shock geopolitico che stiamo vivendo ora abbia costretto l’Europa a ritrovare un po’ di determinazione… Stiamo assistendo a interessanti cambiamenti strutturali e culturali… Forse questo è un segnale positivo. Speriamo solo che l’Europa riesca davvero a scuotersi di dosso la sua stagnazione, perché economicamente parlando l’Europa, nel suo complesso, è grande quanto gli Stati Uniti… Ma in questo momento, direi che verso la fine di febbraio e marzo c’è stata questa sensazione che qualcosa stia cambiando… almeno ora sono più ottimista sull’Europa rispetto a pochi mesi fa. E sì, paradossalmente possiamo anche ringraziare Trump per questo.
Riccardo: lasciami concludere con una domanda stupida che richiede una risposta seria. Ho letto da qualche parte che hai detto che il tuo cognome sembra uscito da Harry Potter. E quindi, dacci un consiglio finanziario saggio per affrontare i mercati con serenità, ora che Tu Sai Chi è tornato e vuole portare caos e disordine con il suo Avada Kedavra, noto anche come dazi.
Robin Wigglesworth: Guarda, è molto facile farsi prendere dal panico e pensare: “Oh mio Dio, il mondo sta finendo”… Ma in realtà, anche questa passerà… Credo che il mio consiglio sugli investimenti preferito… sia ispirato a un film. Hai mai visto Alla ricerca di Nemo? Il pesce Dory… ha un mantra che… i suoi genitori le hanno insegnato: Zitto e nuota, zitto e nuota, zitto e nuota… E, onestamente, come consiglio di investimento, è un’ottima idea. Penso che troppe persone passino troppo del loro tempo prezioso… preoccupandosi eccessivamente dei loro investimenti finanziari. Se hanno un portafoglio ampio, ben diversificato e composto da fondi indicizzati a basso costo, dovrebbero semplicemente continuare a nuotare e ignorare tutto il resto che succede intorno.
Riccardo: Sapevo che sarebbe stata un’intervista fantastica. Robin, grazie mille per essere stato qui. Continuate a leggere Alphaville se volete ancora di più da Robin e dal suo team, perché è fantastico ed è il modo più divertente per capire cosa sta succedendo nei mercati. Robin, grazie mille. Ci vediamo presto.
Robin Wigglesworth: No, grazie a te per avermi invitato, Riccardo. Lo apprezzo davvero molto. Adoro parlare di queste cose. Fantastico. A presto.
E questo è tutto gente. Spero che quest’episodio vi sia piaciuto e dato che mi chiedete spesso dei riferimenti per comprendere al meglio quel che succede nel mondo della finanza, beh, Robin Wigglesworth e Alphaville sono decisamente uno one-stop-shop.
Robin, so che mi starai ascoltando, ti ringrazio immensamente per la chiacchierata e per avermi strappato più di un sorriso prima, durante e dopo l’intervista, cosa di cui sicuramente abbiamo bisogno per affrontare nel modo giusto momenti come questi.
In descrizione trovate il link a Trillions, il suo fantastico libro sulla nascita dell’investimento passivo e ad Alphaville. Probabilmente il FT vorrà che vi abbonate, ma preciso sin da ora che questo non è un contenuto sponsorizzato e il sottoscritto non percepirà nel caso alcuna commissione.
Come sempre vi invito a mettere segui e attivare le notifiche su spotify, apple podcast o dove ci ascoltate e a lasciare una recensione a 5 stelle per supportarci e permetterci di continuare a produrre contenuti che vi spiegano che alla fine anche un pesciolino ritardato può insegnare molto su come avere la meglio su potenti oscuri signori del male sempre nuovi.
Per questo episodio invece è davvero tutto e noi ci risentiamo domenica prossima con un nuovo appuntamento dedicato a, beh, chi può dirlo?, lo scopriremo solo vivendo, anzi, nuotando, sempre qui, naturalmente, con The Bull il tuo podcast di finanza personale.
Recensioni
Quando capisci come funziona la finanza… ti viene voglia di raccontarla!
Podcast che dà sempre spunti interessanti che personalmente mi ha fatto appassionare alla finanza personale spingendomi ad approfondire in prima persona.
Lorenzo, 13 Mar 2025Riccardo mi ha letteralmente cambiato la vita e fatto scoprire che amo la finanza, ho ascoltato il podcast già due volte e non mi stufo mai di ascoltarlo, parla in modo semplice e chiaro
Massimo D., 23 Set 2025Ho seguito tutte le puntate! Grazie veramente
Amalia A., 17 Set 2025Non sono solito a mettere recensioni e specialmente non ascolto podcast, ma da quando ho iniziato questo, faccio fatica a staccarmi, e quasi non posso più fare a meno di ascoltare e arricchirmi culturalmente.
Andrea V., 22 Set 2025Veramente interessante, chiaro e conciso. Cambia la vita finanziaria di chiunque.. da ascoltare assolutamente anche per chi di finanza non vuole occuparsi mai
Francesca B., 6 Apr 2024Ho acquistato e letto il suo libro e l' ho trovato. Esprime i concetti economici in modo semplice e chiaro. Sentirlo parlare conferma che è un professionista del settore.
Giulia N., 11 Ago 2025Veramente veramente raccomandato! la finanza personale riassunta alla perfezione! e spiegata partendo dall'ABC! Ottimo anche da ascoltare a velocita 1,5x!
Giorgia R., 23 Gen 2025La mia ignoranza in materia mi ha sempre creato dei dubbi, ma grazie a un amico ho iniziato ad ascoltare il podcast. Per fortuna che ho 24 anni e un po' di tempo e soldi da dedicarmi a imparare le varie nozioni per me stesso. Grazie mille!
Luca G. 10 Ott 2025Da quando l'ho scoperto in 15 gg mi sono ascoltato 150 puntate senza fermarmi, ho annullato gli altri podcast per portarmi alla pari ed ascoltare tutte le precedenti puntate, ben fatto, esattamente il livello di informazione che mi serviva
Gianluca G., 11 Set 2025